Siti comparatori dei prezzi: facciamo il punto
Il pigro e vacanziero mese di luglio/agosto ci ha portato una sferzata di energia facendo approdare sul web tre siti comparatori di prezzi:
– funeralbestprice
– costofunerale
– trovaprezzifunerali
i quali si prefiggevano lo scopo di dare la possibilità al pubblico che avesse deciso di consultarli di poter consultare un ricco e completo panorama tra le possibili offerte tariffarie per il “caro estinto” in tutto l’italico stivale.
Operazione di un qualche interesse, forse, se non fosse che questi siti hanno avuto l’ardire di diffondere prezzi su tipologie di servizi di numerosissime imprese le quali non erano mai state contattate né tantomeno avevano mai concesso alcuna autorizzazione all’utilizzo del proprio nominativo né trasmesso cifra alcuna su le varie offerte da prospettare.
È risaputo che, tranne alcuni impresari che delle proprie cifre ne fanno vanto pubblicizzandole addirittura sulla vetrina stradale (giusto o no non entriamo adesso nel merito), di solito richiedere un preventivo telefonico ad un impresario funebre è come ottenere il famoso lasciapassare A38 citato nel famoso cartone animato “le dodici fatiche di Asterix”.
Dall’uscita di questi siti noi di Federcofit, prima di andare a mettere i piedi a mollo al mare per una meritata pausa estiva, abbiamo immediatamente fatto segnalazione alla Polizia Postale e successivamente messo in piedi una class action con un nostro legale di fiducia dopo essere stati subissati di mail di nostri associati e non i quali leggendo sui nostri canali di comunicazione Blog, Facebook e App Federcofit cosa stavamo facendo e come ci stavamo muovendo. Appena prima della chiusura estiva abbiamo ricevuto da parte dell’amministratore dei siti una mail che per completezza di informazione, come è nostra abitudine (in barba a chi ci accusa di comportamenti “carbonari”) vi invitiamo a leggere sul nostro Blog.
In soldoni l’amministratore ci dice che tutti quelli che compaiono sono stati prima o poi contattati e che hanno dato il consenso ad eccezione di qualcuno che è stato immediatamente rimosso. Sulla nostra pagina Facebook il commento più carino che è comparso in merito a questa comunicazione è stato : “BALLE!! ….”.
Per chiarezza riassumiamo a tutti lo sviluppo della situazione: la Federazione si è attivata segnalando la circostanza alla Polizia Postale e successivamente allo studio Legale Associato Pizzonia, (avvocati Vito e Federico Pizzonia, con studio in Milano, viale Campania, 7, 20133 Milano, telefono n° 0270107217 e fax n° 02730479, cellulare 3389940594), email avvocatipizzonia@libero.it, pec vito.pizzonia@milano.pecavvocati.it) al quale è stato dato mandato di studiare le opportune iniziative per far cessare questa illegittima condotta.
Tutti coloro che intendano partecipare alla richiesta di cancellazione del proprio nominativo da questi siti, sono invitati a prendere contatto con il sopramenzionato studio al fine di segnalare fatti e circostanze da inserire in un esposto che verrà inviato quanto prima alla Procura della Repubblica competente per territorio (in alternativa si suggerisce a tutti gli impresari coinvolti di rivolgersi ad un proprio legale di fiducia al fine di tutelare i propri interessi).
La tutela dello studio legale identificato dalla Federazione è, ovviamente onerosa ed è stata concepita con la finalità di dividere l’importo tra i tanti partecipanti al fine di limitare l’impegno economico. Lo studio darà specifica informazione anche a questo proposito con l’imputazione delle cifre spettanti ad ogni singola impresa interessate oltre alle modalità formali di imputazione.
Questo è l’unico ed il solo modo per ottenere qualcosa perché solo con atti formali (esposti o denunce) di possono bloccare canali di informazioni false e forvianti per il pubblico e dannose per gli operatori.
Jolly Roger