ROMA: AMA S.p.A. sospende l’esecuzione dei servizi funebri di sua competenza: la responsabilità è tutta di AMA S.p.A. non di chi ne ha contestato le scelte
Gli organi di informazione danno notizia che AMA Spa ha sospeso l’esecuzione dei servizi funebri di sua competenza, svolti, si sottolinea, ad una tariffa considerata “calmierata”. L’informazione è stata ripresa anche da TG 24 FUNERAL, che ha riportato l’articolo apparso su “IL NUOVO CORRIERE” Online news.
I nostri lettori già conoscono, perché riportata da HERMES, la nota che Federcofit ha inviato ad AMA S.p.A. ed alla Sindaca del Comune di Roma dove abbiamo sottolineato i limiti ed i rischi insiti nell’adozione degli appalti al massimo ribasso per la gestione di questi servizi. Avevamo sottolineato, tra gli altri, anche i problemi relativi alle documentazioni necessarie ed alla verifica dei requisiti previsti dall’appalto, Siamo stati facili profeti conoscendo, come si dice, i nostri polli.
In quella nota avevamo proposto alla Sindaca e ad AMA S.p.A. un incontro per poter valutare anche altre proposte rispetto al facile ricorso all’appalto al massimo ribasso. Non siamo stati ascoltati e questo è il risultato: i cittadini non possono usufruire di questo particolare servizio sicuramente utile per le famiglie meno abbienti della città di Roma.
L’informazione trasmessa, e riportata dal Direttore Pezzino, si chiude con una ricostruzione sbagliata e fuorviante.
Dalla nota stampa sembrerebbe, infatti, che il ricorso al TAR “che ha avuto come effetto il blocco di tale servizio” sia dovuto dalle posizioni di Federcofit e Feniof, responsabili, quindi, di un danno ai cittadini: “ed i cittadini pagano…”
Niente di più sbagliato e fuorviante!
Il blocco di questi servizi non è una reazione al ricorso al TAR (scelta autonoma di un operatore per suoi buoni motivi).
Se Ama S.p.A., quindi, ha bloccato tutto per propria scelta e prima di ogni formale pronunciamento del TAR (ci dicono previsto per il prossimo luglio) è evidente sintomo di errore nelle procedure adottate, come Federcofit aveva ipotizzato; se, inoltre, si “attende ancora la certificazione antimafia” viene il legittimo dubbio di un’accelerazione dell’affidamento quantomeno poco saggia. In ogni caso i cittadini “pagano le spese” non delle contestazioni di Federcofit e Feniof ma dell’inefficienza e, ci si permetta, arroganza della società cui è stato affidato questo importante servizio.
È vero che, purtroppo per i cittadini di Roma, il rischio concreto sia che piova sul bagnato… ma non certo per responsabilità della categoria e delle sue organizzazioni rappresentative.
Caronte