Blue Whale: il gioco che ha spinto al suicidio 157 ragazzi

Blue Whale, in italiano “La balena blu”, si riferisce ad un fenomeno sociale assurdo e macabro nato in Russia e sbarcato anche in Regno Unito, Francia e a quanto pare anche in Italia.
Legato al perverso mondo dei social network, il termine “Blue Whale” deriva dal fenomeno delle balene spiaggiate, che viene appunto paragonato al fenomeno del suicidio.
Si tratta di un terrificante e REALE plagio che induce ragazzi ricondizionando le loro deboli difese attraverso l’uso compulsivo di immagini, suoni e regole da seguire conducendoli in atmosfere alienanti che generano forti istinti depressivi, autolesionistici, suicidi e devalorizzazione della propria vita.

Si suicidano seguendo una specie di “gioco” composto da 50 regole (una al giorno) dettate da un “curatore o amministratore” che detta tutti i passaggi necessari per poter partecipare a questa assurda sfida.
Il pubblico al quale si è rivolto sinora è la fascia d’età tra i 9 e i 17 anni.
Maledetti bastardi si insinuano nelle menti dei nostri ragazzi isolandoli e creando una barriera nei rapporti fra genitori e figli.
Se pensate che queste situazioni possano avvenire solamente a condizioni famigliari borderline sbagliate di grosso!
157 ragazzi di tutte le estrazioni e classi sociali e di diversi paesi sono stati irretiti e portati a farsi “lavare il cervello” da una studiata sequenza di immagini, suoni e situazioni in ambiente social e quindi basata sul rapporto tra gli sfidanti (chiamati anche giocatori o partecipanti) e gli amministratori o curatori.
Vengono impartiti una serie di 50 ordini e cose da fare che hanno un andamento crescente per quanto riguarda la crudeltà che i giocatori devono completare e seguire obbligatoriamente, solitamente una al giorno per poter avere accesso al successivo livello.
Una volta iniziate le prove, non ci si può più ritirare, a causa delle minacce degli amministratori ai partecipanti e ai componenti della famiglia della stessa. Ogni prova è ideata e studiata per far cadere i giocatori in uno stato di oblio, depressione e isolamento, sfruttando le vulnerabilità della psiche adolescenziale che è più debole e manipolabile.
L’ultima cosa da fare nella lista è quella di salire sul palazzo o edificio più elevato della propria città e gettarsi nel vuoto compiendo un atto di suicidio.
157 ragazzi lo hanno fatto.

Il “gioco” è stato creato da Philipp Budeikin (ma non è il solo creatore), un ex studente di psicologia espulso dalla sua università ed arrestato e condannato. Budeikin ha dichiarato che il suo scopo era quello di “ripulire” la società spingendo al suicidio coloro che riteneva come non degni di vivere. A lui sono riconducibili 16 suicidi di altrettante ragazze.
Blue Whale ha avuto inizio nel 2013, con “F57”, uno dei nomi del cosiddetto “gruppo della morte”.

Ragazzi normali la cui unica colpa è stata quella di nascere in una società che passa più tempo sui cellulari che a guardare negli occhi la gente con cui si sta parlando.
Valori trasmessi senza valore in nuove comunità che provano fastidio di incontrare di persona altri esseri umani, ma avendo migliaia di inutili rapporti di amicizia sterili come le menti che li creano.

jolly roger

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