Trema la provincia di Imperia al possibile arrivo delle ONLUS a Taggia
Ci siamo incontrati il 29 Maggio a Taggia (IM) con una quindicina circa di imprenditori funebri sul piede di guerra per il possibile arrivo nella loro provincia di una croce verde che intenderebbe fare onoranze funebri.
Ben coscienti degli spettri Toscani dei quali il nostro segretario nazionale Giovanni Caciolli conosce vita e miracoli, abbiamo, una volta ricevuto il mandato, cominciato ad imbastire una azione volta a contrastarne l’arrivo con tutte quelle derivanti conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti in altre realtà.
Non è una coincidenza il fatto che per questo progetto sia stata scelta la Liguria che adotta un regolamento Regionale scarno e privo di difese e paletti di professionalizzazione per chi decida di impiegarsi nel complesso settore funebre.
Utilizzo di personale non professionale, concorrenza sleale per fiscalità inesistente, distorsione del mercato, violazione di incompatibilità tra personale utilizzato in strutture sanitarie e imprese funebri, consolidamento alla precarietà lavorativa e conseguente chiusura nel tempo di imprese storiche sul territorio ligure, sono solo alcune delle derivanti conseguenze che si genererebbero. Non prospettiamo terrorismo psicologico, ma bensì una fredda analisi di altri mercati o realtà già esistenti.
Federcofit si impegnerà con il massimo dell’energia per contrastare questo fenomeno traendo appoggiandosi alle azioni dei propri rappresentanti sul territorio i quali hanno tutto il diritto di chiedere un trattamento equo e che il loro passato presente lavoro sia rispettato.
A seguire la comunicazione che invieremo a TUTTI i Comuni interessati, Provincia e Regione Liguria.
Oggetto: segnalazione nuovo inizio attività funebre per impresa no profit / croce verde
Ill.mo Signor Sindaco,
Federcofit, la Federazione del Comparto Funerario Italiano, è un’Associazione Nazionale di Categoria che rappresenta e tutela gli interessi delle imprese del settore funebre in tutto il paese ed opera anche all’interno del suo Comune attraverso i propri iscritti.
Una delle principali finalità dell’azione della Federazione è quella di tutelare nella massima misura la regolarità delle attività funebri al fine di salvaguardare la corretta concorrenza tra le imprese e, soprattutto, il rispetto dei diritti delle famiglie.
Ci viene segnalato dagli operatori funebri, sottoscrittori della presente comunicazione, che nella provincia di Imperia è in corso la richiesta di attivazione da parte di una ONLUS, e più precisamente della Croce Verde, di una nuova impresa di onoranze funebri.
Il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di impresa di onoranze funebri a soggetti di questa natura solleva molte preoccupazioni e riserve per una molteplicità di ragioni negative che si ripercuoterebbero direttamente sul tessuto sociale/commerciale del territorio che in questa comunicazione vogliamo precisare.
In passato Federcofit ha già avuto l’opportunità di studiare e analizzare l’operato di queste organizzazioni e l’esperienza in tal senso da Noi maturata ci obbliga a sottolineare le dirette conseguenze derivanti dall’insediamento di tali strutture nell’equilibrio di un settore “delicato” quale quello delle onoranze funebri.
Richiamiamo il fatto che l’attività funebre è una attività imprenditoriale che deve essere esercitata da soggetti, ditte individuali o società di persone o di capitale, abilitati per la loro stessa natura ad esercitare tale attività di impresa nel rispetto delle norme che regolamentano il mercato ed il lavoro, a differenza delle attività sociali e di assistenza, usuali e benemerite, delle ON-LUS tramite il servizio di volontari.
Solo i soggetti abilitati ad esercitare impresa e dotati dei requisiti definiti non solo dalle norme regionali, ma anche e soprattutto dalle disposizioni nazionali (DPR 295/’90), quindi con carro funebre idoneo ed autorimessa necessaria e rispondente alle norme, oltre ai necrofori con regolare rapporto di lavoro, possono richiedere ed attivare un’impresa funebre.
Operando in regime di no profit tali organizzazioni possono utilizzare personale volontario, privo di una qualsiasi tipologia di formazione professionale e conoscenza specifica violando qualsiasi regime di correttezza contributiva, retributiva e assicurativa e contribuendo formalmente a consolidare un regime di precarietà.
Ne deriveranno risorse umane impiegate senza investimenti per la loro formazione e professionalità con conseguenze inevitabili sulle famiglie colpite da un lutto.
In secondo luogo si deve richiamare il fatto incontrovertibile che la Croce Verde, al pari di tante ON-LUS, contrariamente agli operatori funebri, ha libero accesso alle strutture sanitarie in funzione dei servizi “sociali ed assistenziali” che le ON-LUS svolgono per loro missione. Non vi è ombra di dubbio che per un soggetto abilitato ad esercitare l’attività funebre tale possibilità garantisce condizioni oltremodo favorevoli debordando decisamente dalle corrette condizioni di concorrenza nel mercato funebre. Non è un caso che tutte le leggi regionali, compresa la legge della Liguria (Legge Regionale 11 marzo 2008 n. 11), introducono elementi di incompatibilità tra attività e funzioni sanitarie (gestione delle Camere Mortuarie) ed attività funebri.
Il regime fiscale delle ON-LUS, è noto a tutti, è svincolato dagli obblighi fiscali propri delle attività imprenditoriali, compresa la formulazione del 760, modello base per la rilevazione degli utili da tassare; è evidente che ogni concorrenza con soggetti simili è perdente a prescindere da ogni capacità professionale o da ogni inventiva e creatività imprenditoriale. Non solo, la possibilità di occupare due mercati adiacenti, quello assistenziale e sociale, con l’intervento dei volontari, e quello funebre porrebbe la Croce Verde o qualsiasi altra ON-LUS in condizioni di assoluto privilegio con la conseguenza di mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza delle imprese radicate sul territorio e delle numerose famiglie che in esse operano già da decenni.
Non è nostra intenzione contrastare in alcun modo il fenomeno della liberalizzazione commerciale nata nel 1996 con il decreto Bersani, ma vorremmo semplicemente tutelare la possibilità di continuare ad operare in un ambito di concorrenza leale tra imprese come è avvenuto fino ad oggi.
Chiediamo il riconoscimento del diritto di operare correttamente, professionalmente e con grande impegno svolgendo una mansione ritenuta di interesse generale con preminenti aspetti igienico/sanitari trovandoci spesso a collaborare con il Comune in cui operiamo.
Non chiediamo privilegi, chiediamo il riconoscimento del valore e delle funzioni delle nostre imprese senza svenderle ad altri interessi.
Sarà nostro preciso impegno, insieme a Federcofit, vigilare sui territori in oggetto. Comunichiamo attraverso questa Federazione la chiara intenzione di contrastare compatti, con tutte le energie necessarie, questo grave rischio per riuscire a difendere il diritto di operare con corretta concorrenza.
Con la presente chiediamo di essere informati sulla precisa realtà, al fine di non alimentare inutili allarmismi, e di essere messi a conoscenza delle future evoluzioni in merito augurandoci una pronta e serena collaborazione.
Cogliamo l’occasione per augurare un buon lavoro.
p. Federcofit il Segretario Nazionale
Giovanni Caciolli