Il Governo “impugna” la Legge Regionale sulla funeraria in Calabria!
Il Governo “impugna” la Legge Regionale n° 22
“Disposizioni in materia funeraria e di polizia mortuaria”
novità’ fino ad oggi sconosciuta.
Non era mai successo; oggi, grazie alle disposizioni votate dalla Regione Calabria, assistiamo anche a questa “innovazione”: il Governo Centrale valuta negativamente e “impugna” la disposizione regionale in numerose parti ed articoli.
Non c’è che dire: un notevole capolavoro.
Non è un mistero per nessuno che Federcofit, fin dalla nascita dell’ipotesi proposta da una componente del settore e sposata acriticamente dai proponenti in Consiglio regionale, ha manifestato critiche e profonde perplessità sull’articolato proposto cercando, per quanto possibile, di sollecitare l’organo deliberante, il Consiglio, ad una più attenta riflessione ed equilibrio e proponendo anche specifiche correzioni in base alle esperienze maturate nelle varie regioni italiane.
Siamo stati accusati di volontà particolarmente infamanti, difendere cioè interessi malavitosi radicati nella Regione, estendendo, recentemente, tale insinuazione anche a soggetti istituzionali ben più autorevoli, ora si può sperare che si smetta di fare pura propaganda e si inizi ad usare la ragione.
L’impugnativa del Governo pone due questioni reali, anche se di segno molto diverso tra loro.
Prima di tutto l’analisi della fondatezza dei rilievi posti e la necessità che il Consiglio regionale adotti i correttivi necessari. Certo, come qualcuno sottolinea, l’impugnativa non è, di per sé, il blocco della Legge o, peggio ancora, il suo annullamento… è vero, però, che “errare humanum est, perseverare diabolicum”; invocare a testa bassa di andare avanti nell’applicazione della Legge Regionale così com’è in modo celere e rigoroso con la massima severità non è né saggio, né opportuno: di guerre in giro ce ne sono anche troppe, una in più contro il Governo sarebbe una vera sciocchezza.
È necessario che subito dopo la parentesi ferragostana si riprenda il rapporto-confronto con il Consiglio Regionale della Calabria per dare risposte “normative” alle varie osservazioni del Governo fidando fino in fondo nella bontà di quel rapporto sinergico tra Potere Centrale e Autonomie regionali sancito dalla nostra Costituzione. Noi ci saremo ed avremo l’occasione di esprimere le nostre argomentate valutazioni sui vari aspetti sottolineati nell’impugnativa del Governo in modo ragionato e senza nascondersi dietro facili paraventi.
La seconda considerazione che vogliamo esprimere, come detto in premessa, è relativa a un rischio o ad una sensazione che emerge con forza dalla lettura delle osservazioni dell’Impugnativa stessa.
Non vorremmo, perché questa è la sensazione, che si assista ad un ritorno, immotivato e dannoso, di un centralismo frutto più di debolezza che di rigorosa volontà di mettere mano ad un settore che attende da troppi anni una modifica legislativa e che ha trovato, fino ad oggi, un qualche “ristoro” nelle disposizioni regionali su questa materia.
Le osservazioni e le censure sul mancato rispetto del DPR 285/90, per esempio, ne sono un evidente segnale perché se neghiamo alle Regioni la possibilità di modificare le norme di tale DPR (materia sanitaria approvata per Decreto e non per Legge) neghiamo il valore della modifica del Capo V della Costituzione confermata da un Referendum popolare.
Sul piano politico si possono esprimere tante critiche alle varie leggi regionali varate fino ad oggi; queste sono, però, il frutto di una totale e prolungata assenza dello Stato Centrale: quella appena avviata è la quinta legislatura che vede l’attesa del settore di una normativa nazionale adeguata alla realtà ed alle esigenze dei cittadini che vivono la realtà di un decesso e delle attività impegnate nella funeraria.
Seguiremo l’iter di queste censure da parte del Governo ed i giudizi che saranno formulati dalle Autorità giuridiche competenti, ci aspettiamo, però, che il Governo ed il Parlamento, a partire dalle forze di maggioranza, formulino precise proposte per dare, finalmente, a questo comparto una normativa moderna ed adeguata alle necessità oltre che capace di risolvere compiutamente quei problemi che le Regioni, con gli strumenti di loro competenza, hanno cercato di risolvere nel corso di questi ultimi 15 anni.