Vacanze finite, bisogna ripartire. E che ripartenza!!!

Certo “i problemi non finiscono mai…”, diceva un vecchio adagio. Si potrebbe anche dire “peggio di così…”.

Nonostante le avvisaglie e nonostante le velate assicurazioni di qualche amico circa una sempre annunciata “crisi di governo” pochi si aspettavano che nel bel mezzo di agosto il Paese si ritrovasse in mezzo al guado senza un governo e con l’incertezza di averne un altro in sostituzione.

La crisi sembra avviarsi a una sua conclusione, particolarmente incerta visti i trascorsi dei due nuovi contraenti, con problemi ancora più seri e complicati frutto dell’incertezza ed immobilismo conseguente alla crisi stessa ed alla diversità dei contraenti.

Forse quelli che predicavano che mai crisi è stata più incomprensibile avevano ed hanno ragione.

Ma così va il mondo e, come si dice, “di necessità… virtù”: questa è la realtà con cui fare i conti.

Sembra non si vada alle elezioni a meno di improvvise alzate di ingegno… ed indipendentemente dalle opinioni e desideri dei singoli.

Per il settore, quindi, non si tratta di ricominciare tutto da capo; i percorsi avviati possono proseguire e si può correggere e sistemare le questioni rimaste sospese.

Per sommi capitoli si tratta in primis di una necessaria revisione delle scelte centraliste fatte fino ad oggi, nonostante le sperticate affermazioni autonomiste dell’uomo forte del passato governo, sugli interventi regionali in materia funeraria a partire dalle norme della Lombardia. Sul tema la Regione Lombardia ha fatto passi avanti recependo alcune osservazioni fatte dal Governo e contenute nella nota impugnativa presso la Suprema Corte, ora sta al Governo, quello nuovo, riprendere il discorso e tornare indietro rispetto a richieste assurde come quella di abolire le “case funebri” o strutture del Commiato presenti nel paese da oltre 10 anni con ingenti investimenti da parte degli operatori.

Si tratta, poi, di riprendere il discorso, ormai lungo fino alla noia, sulla Legge di Riforma: la recente proposta Foscolo-Bellachioma, che ben pochi passi ha fatto nel Parlamento, non si discosta radicalmente dalla passata Proposta Gasparini del 2015. Si deve riprendere questo percorso, mettere insieme le due proposte ed altre presenti ed avviare rapidamente il confronto necessario per dare al Paese una norma adeguata alle necessità ed all’evoluzione della società civile dopo trenta anni dal vecchio DPR 285/90. Federcofit non sarà assente. Come abbiamo fatto per la revisione delle norme della Lombardia opereremo, insieme alle organizzazioni nazionali del settore, Feniof ed EFI, per offrire al Parlamento contributi ragionati e ragionevoli per ottenere un risultato molto importante per il Paese e per l’intero comparto senza oneri aggiuntivi per lo Stato Italiano.

Si tratta, infine, di riprendere un ulteriore e rinnovato sforzo organizzativo per dare una rappresentanza più forte e coesa di una categoria restia, per tradizione, ad ogni forma di aggregazione a tutela degli interessi generali e troppo spesso attenta al proprio status di singola impresa.

Dobbiamo rinnovare e rafforzare i gruppi dirigenti di alcune regioni, dobbiamo vedere se riusciamo ad insediarne di nuovi in due regioni tradizionalmente distanti da Federcofit. I guai del settore derivano anche, e pesantemente, dall’assenza di forza aggregante e rappresentatività forte: ognuno pensa di avere ragione e non è disponibile ad alcun compromesso, anche se onorevole. La divisione del settore è la prima causa della totale disattenzione della politica verso la Funeraria.

Abbiamo iniziato a sollecitare gli operatori di alcune regioni a farsi sentire e ad impegnarsi in Federcofit perché non solo noi, ma tutta la categoria ha bisogno dell’impegno e della partecipazione degli operatori nella consapevolezza che è urgente ottenere risultati concreti sia nelle Regioni, sia a livello nazionale.

I tempi stanno cambiando e la categoria si deve far sentire con maggiore decisione per ottenere risultati concreti: non è più tempo di damine, dobbiamo guardare in faccia la realtà e rafforzare il senso di appartenenza, quello vero e sostanziale, senza tanti “se” e tanti “ma”.

La categoria ha bisogno di un punto, certo e chiaro, di riferimento, Federcofit lo è e si candida e rafforzarne sempre di più la capacità di attrazione. Gli operatori che ne vogliano fare parte sanno cosa fare per giocare un ruolo trainante per il settore.

Continuerà la bella e grande avventura iniziata nel lontano 1999 e destinata a continuare anche per il futuro, tutti insieme e sempre più numerosi.