Legge per la funeraria italiana: i lavori parlamentari vanno avanti
La Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati prosegue le proprie audizioni di approfondimento dei temi proposti dai Disegni di legge presentati (prevalentemente l’AC 1143 e l’AC 1618 presentati dalle On. Foscolo e On. Pini) con audizioni di soggetti importanti quali l’Autorità anticorruzione, l’Autorità per la concorrenza e gli amici di Assocofani.
Si tratta, crediamo, di un elemento importante perché rappresenta concretamente l’impegno del Parlamento a non trascurare questo tema da lungo tempo sul tappeto.
L’altro fatto rilevante che si è svolto in queste settimane è stato il Convegno romano annuale di Sefit dove è stata occasione di aperto confronto tra i rappresentanti delle organizzazioni del settore in merito al futuro delle attività funebri in questo paese.
Richiamiamo questi due elementi perché, ci auguriamo, possano essere sintomi di positività per il futuro della funeraria italiana, se non altro per il fatto che si stia rianimando l’attenzione in riferimento al nostro settore.
A Roma, nel corso della Tavola rotonda, pur nelle sottolineature dei diversi approcci e visioni sul settore, tutti i soggetti hanno manifestato la convinzione della necessità di una convergenza delle varie organizzazioni sui contenuti delle nuove disposizioni di legge.
È un passo avanti importante e nuovo anche se più volte, nel passato, si è tentato di definire un accordo tra tutte le componenti ma fino ad oggi qualcuno si è sempre defilato, a partire, per onestà di verità, proprio da Sefit, tuttavia oggi la proposta emerge dalla SEFIT stessa e questo potrebbe rappresentare il superamento di “vecchi” atteggiamenti che tanto hanno danneggiato il nostro mondo. Ci auguriamo che, con il buon senso, una maggiore consapevolezza collettiva ed un atteso cambio generazionale, si riesca a trovare una inaspettata intesa e a far procedere più speditamente la riforma del nostro settore.
Federcofit ha, naturalmente, dato la propria disponibilità ed impegno, il futuro prossimo ci dirà se le speranze sono state ben riposte.
In secondo luogo, vogliamo sottolineare che la presenza, nelle Audizioni della Commissione di importanti Autorità dello Stato stanno a significare una marcata attenzione alla futura legge ed al suo varo, tuttavia qualche considerazione nel merito è bene svolgerla, soprattutto per i contenuti espressi dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Alcune sollecitazioni e considerazioni paiono condivisibili, come quando si sollecita una norma organica e completa, altri temi invece dovranno necessitare di grande attenzione al fine di sostenere, indipendentemente dalle critiche, concetti che rispondano veramente alle oggettive necessità del nostro settore e per far sì che illustri pareri non infossino o insabbino necessari passaggi di attualizzazione utili alla sopravvivenza e allo sviluppo del nostro settore e rispondenti alle necessità dell’utenza. Nel concreto:
Incompatibilità: l’Autorità sottolinea il fatto che a fronte di casi di incompatibilità la “separazione societaria” non risolva definitivamente il problema data la possibilità di rapporti e comunicazione fra differenti aziende “amiche”; sottolineatura giusta sicuramente, ma quale è la soluzione? Già, crediamo, si sia fatto un grande passo avanti nell’estendere il concetto di incompatibilità tra funebre e tutte le attività sanitarie o parasanitarie. Il tema è complesso e difficile, una soluzione deve essere però trovata, e deve essere capace di superare le possibili “censure costituzionali” sulla libertà di impiego dei propri danari.
Programmazione territoriale: non meravigliano le riserve espresse dall’Autorità Garante su quest’ipotesi presente nel DDL Foscolo; sarebbe stato strano il contrario. Vogliamo, però, osservare che nel settore funerario e come vige anche in diversi paesi europei, non valgono solo i principi della concorrenza ma anche, e soprattutto, la garanzia del livello del servizio. L’equilibrio tra concorrenza e garanzia può essere affrontato con due strumenti: la programmazione territoriale ed i requisiti aziendali. Altre strade non sono percorribili o comunque non portano a nessun efficace risultato. Verrebbero comunque salvaguardate le imprese attualmente presenti (anche se in numero sicuramente sovrabbondante rispetto l’offerta di mercato) e d’altra parte i requisiti aziendali (i famosi n. 4 necrofori con rapporti di lavoro continuativo …) non rappresenterebbero un ostacolo all’ingresso nel settore per nessuno stante la possibilità di avvallo ricorrendo ad altre imprese o ai centri servizio. La soluzione proposta integra totale “libertà di impresa” con la necessaria tutela dei diritti delle famiglie e la necessità di svolgere un servizio professionale e in rispetto del mondo del mercato del lavoro e della sicurezza.
L’Autorità osserva inoltre una qualche esagerazione, da parte del DDL Foscolo, alla “certificazione annuale” e all’introduzione di “registri” ed elenchi che, si osserva, potrebbero introdurre ulteriori barriere all’ingresso. Facciamo e faremo molta attenzione alle osservazioni su questi argomenti, è utile, però, sottolineare che l’introduzione nella normativa di specifici elementi di tracciabilità sui prodotti e certificazioni non introducono nessuna barriera, anzi, consolidano la tutela degli utenti (soggetto particolarmente debole), concetto ritenuto essenziale in un settore come il nostro.
Un’ultima battuta sulla pubblicità e procacciamento. Al riguardo l’autorità esprime concetti non condivisibili ritenendo alcune previsioni troppo restrittive. È bene sottolineare l’indispensabile concetto di correttezza dell’informazione pubblicitaria la quale attualmente vede presenti in numerose città italiane la presenza di offerte tanto mirabolanti quanto false ed equivoche. Inoltre, il rispetto per il dolore e per la situazione psicologica ed emotiva delle famiglie colpite dal lutto dovrebbe essere il faro guida per delineare un codice etico della pubblicità nel settore funerario.
Per concludere l’analisi delle osservazioni dell’autorità garante della concorrenza, non dovrebbe commettere l’errore di ritenere il nostro settore esclusivamente commerciale, dove l’unico aspetto da tutelare sia appunto solo la concorrenza tra soggetti senza considerare tutti gli aspetti legati alla peculiarità del nostro lavoro quale a primo esempio la totale rigidità della domanda a fronte di una proliferazione continua di offerta. L’eccessiva polverizzazione del settore determinerebbe, come sta già accadendo, determina una crescente aggressività dell’offerta nei confronti dei dolenti facendo venire a mancare presupposti di libertà e di corretta concorrenza tra le imprese professionalmente preparate e formate a supportare la famiglia sotto tutti punti di vista.
Con l’auspicio che la politica riesca realmente a comprendere quali sono i soggetti da tutelare e i mezzi e i modi per poterlo fare e nella speranza che ascoltino Noi, parti sociali portatori di equilibrio e correttezza, rimaniamo fiduciosi che si possa portare a termine in questa legislatura la tanto agognata legge nazionale. Noi lavoreremo insieme a chiunque ce lo chieda per poter fornire opportuno supporto alla parte politica. È nostra precisa responsabilità, lo abbiamo fatto in passato e lo faremo anche oggi.