Funeraria a Roma e nel Lazio: non ci manca proprio niente

La cronaca degli scandali intorno alla funeraria a Roma e nel Lazio si arricchisce di ulteriori elementi.

È ancora fresca la memoria degli scandali “cimiteriali” con la consegna di urne ceneri piene di terra ecc. cui si aggiunge, oggi, anche la protesta di quelle donne coinvolte, senza alcun consenso, nella sepoltura di “prodotti abortivi”.

Ancora non si hanno risposte relative al termine dell’appalto provvisorio della gestione delle Camere mortuarie approvato circa due anni or sono da ASL Roma1, che doveva durare un solo anno, termine da tempo superato, per predisporre soluzioni in linea con le proposte della Giunta Zingaretti relative alla “reinternalizzazione della gestione dei servizi funerari da parte delle strutture sanitarie”.

Oggi siamo di fronte ad un altro scandalo, non nella città di Roma ma a Sora, in provincia di Frosinone, con l’operazione delle forze dell’ordine “REQUIEM – ULTIMATUM AL CRIMINE” che ha visto gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Frosinone congiuntamente ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, coordinati dalla D.D.A. di Roma, dare esecuzione a numerose misure cautelari personali e reali in diverse città del centro-sud Italia, nelle province di Frosinone, Napoli e L’Aquila, nei confronti di appartenenti a due diversi sodalizi criminali operanti nel settore dello spaccio di stupefacenti e nella commissione di reati tributari, riciclaggio ed estorsione, collegati con attività funebri.

Infatti si apprende dagli organi di informazione che “in particolare, i vertici gestivano anche un’attività di pompe funebri che si era ingrandita velocemente, ascesa che era stata possibile grazie ai guadagni dell’illecito traffico di sostanze stupefacenti – quantificati in oltre 9.000 euro su base settimanale – che venivano successivamente reimpiegati anche nell’attività dell’azienda funebre, la quale poteva così offrire a bassissimo costo servizi con auto di lusso, peraltro senza adempiere agli obblighi di presentazione delle dichiarazioni fiscali. L’obiettivo era quello di monopolizzare il mercato delle pompe funebri, mettendo economicamente in ginocchio le attività preesistenti e cercando di vincere la resistenza dei concorrenti con gravi atti intimidatori. Nello scorso mese di maggio, infatti, i tre destinatari del provvedimento di fermo che è stato eseguito contestualmente alle odierne ordinanze di custodia cautelare, hanno fatto rinvenire di fronte all’ingresso di un esercizio di pompe funebri una testa di maiale, gesto dalle chiare connotazioni mafiose.”.

Certo “non ci facciamo mancare proprio niente” a Roma e nel Lazio.

Un plauso, quindi e prima di tutto, alle forze dell’ordine per il loro intervento a tutela dei cittadini e dei tanti operatori onesti che vedono le proprie attività trascinate in una pessima opinione da queste organizzazioni malavitose.

Ogni operazione tesa a fare emergere il “marcio” ed a colpire rigorosamente reati, prepotenze ed abusi è “benedetta”.

Non si può, però, sottacere una elementare considerazione: cosa si aspetta ad intervenire organicamente sul settore per adeguare le norme e ridefinire le regole come è stato fatto in tutte le Regioni italiane?

Non si realizzeranno miracoli ma, sicuramente, si potrà frenare o fermare quel degrado, sempre più preoccupante, cui assistiamo da tempo nella Capitale del paese e nella Regione Lazio.

Caro Presidente Zingaretti, la Sua è, ormai, l’ultima Regione che negli ultimi 20 anni, dopo la modifica costituzionale del Capo V della Costituzione, non ha varato alcuna disposizione sulla materia. Forse si aspetta l’“araba fenice” di una legge nazionale tanto invocata quanto disattesa?

Se così fosse ci si assumerebbe una pesante responsabilità perché al peggio non c’è mai fine come dimostrano i fatti.

Siamo molto preoccupati, Presidente, che si marci speditamente, nella funeraria romana e laziale, verso una situazione  deteriorata a tal punto da non essere più recuperabile con danni gravissimi per le famiglie colpite da un lutto e per i tanti operatori che non lesinano volontà e risorse per lavorare “bene” ma che avranno armi spuntate contro il degrado e la progressiva assenza di regole e controlli facile terreno per la prepotenza e il “disordine” e… la malavita. Federcofit c’è e ci sarà sempre di fronte ad una Sua sollecitazione per dare il proprio contributo alla soluzione dei problemi.