Pandemia da coronavirus e doveri morali delle attività funebri

La recrudescenza della pandemia che registriamo in tutto il paese con punte di diffusione delle infezioni di 30/40.000 nuovi positivi al giorno ripropone la drammaticità della situazione con il moltiplicarsi dei decessi.

Registrare decessi giornalieri a causa del COVID-19 di 500, 600 per arrivare anche ad oltre 700 morti in un giorno significa, lo dobbiamo ben comprendere, un incremento della mortalità a livello nazionale di quasi il 50%, dai circa 1800 decessi giornalieri si passa ad oltre 2500.

Gli amici che operano nelle grandi città, Roma, Milano, Torino, Napoli e hinterland relativi vivono concretamente le difficoltà di dover garantire, da molti giorni, un numero di servizi funebri doppio rispetto alla normale mortalità registrata nel corso degli anni.

Abbiamo sottolineato più volte, in questa nostra rivista, gli effetti che ricadono, e dureranno nel tempo, sulle famiglie che sono private di un corretto e desiderato rito di commiato dai propri cari; però non si tratta solo di questo.

Il fatto di notare sempre più frequentemente accattivanti pubblicità di servizi funebri a tariffe irrisorie e leggere comunicazioni di questa natura anche su quella che viene considerata la “stampa seria”, i grandi giornali, sollecita una ribellione sempre più marcata perché tutti avvertiamo la carica truffaldina di questi annunci verso famiglie che vivono uno stato di particolare debolezza in concomitanza di un decesso.

Sono anni che sottolineiamo e combattiamo questi fenomeni perché siamo convinti e sicuri che scendere, in qualsiasi parte del nostro Paese, nord, sud, est, ovest, sotto la soglia di € 1800,00/2000,00 per un servizio funebre rappresenti un bluff ed una truffa vera e propria: o si usano queste proposte per attrarre la clientela nella convinzione che se ti faccio entrare in agenzia a 1500,00 ti farò uscire a 2500,00 o ancora di più, oppure eseguirò un servizio senza rispettare le norme e le regole truffando lo Stato.

Il diffondersi, quindi, di queste pubblicità oltre a sollecitare un senso di montante ribellione è causa di danni enormi per il settore e per la categoria intera: forse non si ha la piena consapevolezza che in una società sempre più dipendente dalla “comunicazione” questi messaggi faranno maturare progressivamente la convinzione generalizzata che il costo di un servizio non è quello cui fanno riferimento tutte le indagini sul settore condotte dagli Uffici dello Stato (Agenzia delle Entrate, Intendenza di Finanza, Studi di settore, prima, Indici Sintetici di Affidabilità, oggi…) ma quelli che questi operatori pubblicizzano. Con l’andare del tempo o imboccheremo la strada degli “smaltitori di rifiuti”, i cadaveri cioè che ci vengono affidati, o ricorreremo in modo generalizzato ad una crescente evasione od elusione delle norme e degli impegni fiscali. Sono percorsi che portano all’autodistruzione della categoria.

Non possiamo rimanere inerti, dobbiamo attivare tutti gli strumenti per garantire alle famiglie dignità dei servizi e rispetto per i loro defunti partendo proprio dal rispetto delle regole e, quindi, dal rispetto per i propri concorrenti riguadagnando un senso concreto della categoria, perché solo conquistando ed accrescendo la consapevolezza di essere categoria, e non operatori solitari, potremo guardare con fiducia al nostro futuro ed alla conquista di norme e regole capaci di favorire la nostra professionalità, sostenere la nostra crescita e garantire la nostra futura sicurezza.

Qualcosa concretamente abbiamo fatto stabilendo positivi rapporti con lo I.A.P., l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, che ha disposto la rimozione di cartelli pubblicitari non corretti in Toscana, grazie ai nostri Dirigenti, ma non basta, in attesa di disposizioni di legge più attente anche a questi comportamenti.

La Federazione dovrà diventare, anche su questi temi, un punto di riferimento per la tutela della correttezza operativa del settore. E la correttezza parte da una “onesta, veritiera e corretta informazione” nella speranza che anche gli organo dello Stato sviluppino una maggiore attenzione a questi aspetti.

Con questa riflessione si avvierà, sulla nostra rivista, HERMES funeraria, una rubrica specifica di informazione su questi temi.

 

Cristian Vergani
Segretario Nazionale Federcofit