Tra terrorismo e bugie parte la sarabanda SEFIT sulla proposta di legge
Su euroact e su funerali org, i due canali di comunicazione sedicenti voce di SEFIT, si è aperta la campagna contro il progetto di legge in discussione alla Camera senza risparmiarci né una infinita serqua di bugie né una dose massiccia di terrorismo cercando, in primis, di fare apparire il testo, proposto dal Comitato ristretto della Commissione, come operazione di parte e cioè degli onorevoli Foscolo e Bellachioma, cioè della Lega.
Considerare la proposta del Comitato come “operazione guidata dalla On. Foscolo e dall’on. Bellachioma” è una plateale falsità e rappresenta anche una offesa gratuita alla dignità dell’On. Giuditta Pini del PD che è una delle due relatrici del testo proposto su cui si avvia la discussione e che non è sicuramente succube degli On. Foscolo e Bellachioma.
Ma andiamo a vedere meglio i contenuti delle critiche avanzate da Sefit:
art. 7 “azzeramento per i comuni dei diritti di affissione dei necrologi”: prima di tutto non si parla di necrologi nel testo, prima bugia, ma degli “annunci funebri in occasione dei funerali” che una finanziaria, nota a tutti gli operatori funebri, ha esentato da diritti di pubblicità e di affissione; quindi se qualcuno ha tolto questa entrata dai bilanci comunali, questi è lo Stato non la proposta di legge in questione.
Art.12: “eliminazione dei diritti di autorizzazione al trasporto di salma”: ma cosa stanno cercando questi nemici giurati della attività funebri? mai, in nessuna norma approvata fino ad ora, si è parlato e disposto un’”autorizzazione al trasporto della salma” che avviene a bara aperta ed, in genere, durante il periodo di osservazione. Fino ad oggi, per effettuare tale trasporto, formalizzato dalle leggi regionali senza limitarlo ai cosiddetti servizi istituzionali a carico del comune, previa certificazione medica di esclusione di rischio per la salute pubblica, si dà comunicazione al comune, senza alcuna autorizzazione comunale. Ma di quale eliminazione si sta cianciando? Crassa e colpevole ignoranza o bugia a scopo terroristico?
Art. 12: “eliminazione delle autorizzazioni comunali al trasporto di ossa e di ceneri”: si lamenta che queste autorizzazioni passerebbero alla competenza degli Uff. di Stato civile:
Quando la Legge n.130/2001 ha demandato agli Ufficiali di Stato Civile l’autorizzazione alla cremazione nessuno si è stracciato le vesti denunciando una spoliazione, si trattava sempre di autorizzazione da parte di un soggetto del Comune, come nel caso descritto dalla proposta di legge …; poi …, se ci si diverte a fare artate e strumentali polemiche … buon divertimento.
Art. 12: “eliminazione di ogni diritto fisso riguardante i trasporti funebri ed esenzione dal bollo”
E’ vero che euroact e Sefit hanno guardato e continuano a guardare con sospetto le decisioni ed il ruolo della Corte Costituzionale (se ne facciano una ragione …) ma le sentenze della Corte hanno valore e significato; è corretto che una proposta di legge sancisca l’applicazione di una nota decisione della Corte, quella assunta nel 2005 in una nota querelle relativa al Comune di Bari.
A noi sembra che improntare una disposizione a decisioni della Suprema Corte sia atto di grande civiltà e di elevato senso dello Stato e delle sue Istituzioni.
Se, poi, si deve valutare la proposta di esenzione da bollo di queste autorizzazioni dobbiamo concludere che con questa disposizione si fanno risparmiare alle famiglie italiane circa € 9.000.000,00 che per gli 8000 comuni rappresentano una miseria, in media poco più di € 1000,00 all’anno per ogni comune, per le famiglie colpite da un lutto rappresentano il riconoscimento di una loro sofferenza.
Art. 18 e art. 2: “eliminazione dei ricavi da tariffa di tumulazione e di estumulazione e di ogni diritto di polizia mortuaria su operazioni cimiteriali”
Dei “diritti di polizia mortuaria” o “diritti fissi” ispirati, come dice la Suprema Corte, da principi precostituzionali e precomunitari abbiamo già detto: si tratta di balzelli che non trovano alcuna motivazione oggettiva e che, proprio perché privi di motivazione, servono solo a mantenere bassa la produttività “pubblica” ed a ritardare la trasformazione della macchina pubblica e dare alla medesima l’efficienza necessaria: tema, oggi, prioritario all’ordine del giorno della politica italiana.
In merito, poi, alla caduta dell’obbligatorietà della definizione delle tariffe per la tumulazione ed estumulazione la proposta individua queste operazioni come inerenti specifiche “concessioni cimiteriali”, al pari delle tombe di famiglia, con competenze esclusive in capo al concessionario. L’osservazione, in ogni caso, è, se vogliamo essere buoni, strumentale perché qualora la scelta del concessionario ricada sul gestore, il gestore introiterà il compenso dell’operazione stessa, altrimenti non dovrà eseguirla: quindi le entrate dei cimiteri si dovranno basare principalmente sulle effettive prestazioni che vengono erogate e non su balzelli derivanti dalla proprietà.
Artt. 28- 29: “eliminazione dei diritti su autorizzazione alla cremazione ed all’affido delle ceneri”
Abbiamo già detto sui cosiddetti “diritti fissi”, balzelli indipendenti dalle prestazioni fornite, su cui si è diffusa la Suprema Corte. Meraviglia, invece, che si insista, da parte di una organizzazione di imprese quale SEFIT, sulla conservazione di balzelli frutto esclusivo di vecchie, ed oggi inaccettabili, concezioni borboniche di difesa della “proprietà terriera” per mascherare inefficienze e livelli di bassa produttività. Né possiamo dimenticare che a volte rappresentano una sorta di sadica punizione per quei cittadini che optano per l’affidamento domiciliare invece della conservazione nel cimitero, come recitava, in un noto comune del nord, la motivazione di una tariffa particolarmente esosa: “perché la scelta delle conservazione domiciliare non sia frutto di valutazioni strettamente economiche”.
Le ultime considerazioni sollevate da Sefit fanno letteralmente “cadere le braccia”. Si lamenta che si disponga l’inibizione per i Comuni di intervenire direttamente “sulla domanda e sull’offerta dei servizi e sulla definizione dei prezzi”. In un Stato moderno ed in una Stato di diritto le Istituzioni regolamentano, fanno gli arbitri, non intervengono direttamente sul mercato: ormai sono principi accettati universalmente abbandonando ogni visione statalista utile solo a fare intervenire lo Stato (leggi i contribuenti) per coprire le inefficienze. I comuni facciano bene il loro mestiere di “controllori” in questo mercato: ne trarranno beneficio i cittadini e la diffusione di concorrenze corrette in questo difficile settore.
Si lamenta inoltre, sembra di essere sulla luna, che il trasporto dei resti mortali (gli indecomposti) sia riservato ad “imprese abilitate”, come se, fino ad oggi, chiunque dotato di un qualsiasi mezzo di trasporto possa trasportare gli indecomposti, con i relativi problemi igienico sanitari, da un cimitero ad un altro snza che, chi di dovere, lo abbia abilitato e gli abbia affidato lo svolgimento di questa funzione.
Infine, per non fare mancare niente a questa paccottiglia, si contesta che il D.D.L. definito dal Comitato ristretto, nel recepire i contenuti di una recente sentenza della Suprema Corte, maggio 2017, garantisca la libertà, da parte degli avente titolo, di esprimere il ricordo per il proprio caro, appunto gli arredi cimiteriali dei monumenti, loculi, ossari ecc., ovviamente fatta eccezione per i cimiteri monumentali: i comuni non possono né disporre, né appaltare l’espressione del ricordo. Abbiamo capito, ancora una volta ci si rifugia nella difesa di una logica monopolistica perché incapaci di misurarsi con il mercato e con una corretta concorrenza.
La Segreteria Federcofit