Perplessità della Regione Toscana sulla necessità di ulteriori impianti di cremazione: dopo un lungo silenzio finalmente qualcosa si muove
Anche in Toscana, come in molte parti del nostro bel paese, la fioritura di progetti di nuovi insediamenti di impianti di cremazione cresce vigorosamente. Evidentemente i project financing, o finanza di progetto, permettono, in assenza di una seria programmazione da parte della quasi totalità delle Regioni italiane sull’insediamento di questi impianti, alle Amministrazioni comunali di autorizzarne la realizzazione stante la totale assenza di costi, che gravano completamente sull’appaltatore, e offrono al comune anche qualche entrata suppletiva, particolarmente gradita a fronte delle crescenti difficoltà economiche-finanziarie nella gestione dei cimiteri.
Purtroppo, come si può ben comprendere, la visione strettamente comunale e limitata al proprio territorio, non solo moltiplica i progetti di realizzazione degli impianti di cremazione ma determina opzioni territoriali assolutamente prive di ogni ragionevole criterio: si progettano crematori in luoghi assolutamente inadatti a questi insediamenti.
Federcofit-Toscana è intervenuta ripetutamente per richiedere l’assolvimento da parte della Regione di un impegno istituzionale ben presente nelle normative nazionali (la legge n. 130/2001) e regionali, cioè la definizione ed approvazione da parte del Consiglio Regionale del piano programmatico per questi impianti.
Per lungo tempo abbiamo assistito al totale silenzio da parte degli Assessori competenti. Finalmente, dopo un’interrogazione presentata dal consigliere Maurizio Sguanci (Italia Viva), in merito all’elaborazione del piano regionale di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei comuni toscani, maturata anche grazie alle nostre sollecitazioni in incontri specifici, l’Assessore alla Sanità, Simone Bazzini, rispondendo ha affermato: “Considerato che la tematica coinvolge molteplici aspetti di carattere sanitario, di salute collettiva, privatistica, urbanistica, territoriale ed ambientale mi riservo nelle prossime settimane di effettuare, in collaborazione con le strutture regionali competenti, una ricognizione sulla base della sollecitazione dell’interrogazione, al fine di pervenire a una valutazione ponderata della problematica anche alla luce del piano regionale della qualità dell’aria approvato nel luglio 2018”. Tra le altre cose, l’Assessore ha affermato: “È risultato che, non solo gli impianti erano adeguati alla richiesta toscana, ma alcuni hanno persino contribuito alla cremazione di salme in stato di giacenza provenienti da altre regioni”.
Attendiamo con impazienza questo piano al fine di dare certezze a tutti gli operatori impegnati nel settore che investono somme ingenti per la fornitura di un servizio pubblico importante e che necessitano di un quadro di riferimento chiaro nelle prospettive future.
Giovanni Caciolli