1999-2024: 25 anni di Federcofit
Mentre si avvicina il nono congresso nazionale di Federcofit, che ricordiamo si terrà a Roma il prossimo 29 maggio al “Centro Congressi Roma Eventi – Fontana di Trevi”, la Federazione vive questa attesa anche come attesa di una importante ricorrenza: quella dei primi 25 anni di vita. Parliamo di questo anniversario con Piero Chiappano, segretario nazionale di Federcofit.
Questo congresso sarà anche l’occasione per festeggiare i 25 anni di Federcofit, un cammino iniziato alla fine dello scorso millennio…
Sì, parliamo di una lunga storia nata grazie a un gruppo di imprenditori che si sono riuniti per proporre una visione diversa dell’impresa di onoranze funebri e del comparto funerario.
Quanta distanza c’è tra oggi e “quel” 1999?
Allora, la funeraria non era molto distante dal proprio passato: c’erano le macchine, il computer e iniziava l’era della comunicazione elettronica, ma al centro c’era ancora un’idea spesso artigianale, poco organizzata e solitaria delle onoranze funebri.
La funeraria si avvicinava al nuovo millennio senza una vera identità, spesso era un’occupazione collaterale ad altre, senza una specifica elaborazione né obiettivi di crescita professionale.
Quali le ragioni di questa situazione?
Tante: il mancato riconoscimento della dimensione imprenditoriale a questo comparto, il ritardo normativo, l’estrema frammentazione che rallentava gli investimenti, una frammentazione forse ancora molto elevata ma che si è sicuramente ridotta.
E qual era questa “visione diversa” della funeraria?
Il punto di partenza era l’idea che senza il riconoscimento del significato imprenditoriale di questa professione non ci sarebbe stato spazio per la crescita, né delle aziende né della qualità del servizio.
Era necessario che anche la funeraria, che in alcune aree del Paese già dava vita a realtà significative, riconoscesse il bisogno e le opportunità della trasformazione in impresa. Non era possibile continuare con un lavoro che non era professione, con attività condotte “per caso”.
In molti casi, questa attività era patrimonio di famiglie in cui una lunga tradizione di servizio verso la comunità si trasferiva di generazione in generazione, ma questi casi non potevano bastare: la crescita richiede organizzazione, formazione, competenze.
C’erano obiettivi di qualità e garanzie che era ed è necessario offrire ai cittadini e alla comunità, per fare tutto questo era necessario un cambio di passo.
Pensiamo soltanto alle sfide rappresentate dal cambiamento demografico: in quella che per secoli era stata una comunità culturalmente compatta, i flussi migratori, la globalizzazione dell’economia, le multinazionali, avevano portato persone con bisogni diversi da quelli classici, da comprendere e soddisfare, una cosa che non si può fare senza un importante sforzo di apprendimento e di formazione.
Qual è stata la proposta di Federcofit quindi?
Ci siamo rivolti al comparto funerario, alle istituzioni e ai cittadini come l’organizzazione di imprenditori intenzionata a far crescere il comparto attraverso la qualità e la capacità di rispondere al cambiamento; siamo stati i primi a spingere perché non solo la lontana legge nazionale sulla funeraria fosse rinnovata, ma perché finalmente le regioni prendessero in mano questa loro responsabilità normativa e producessero leggi regionali moderne.
Con quali risultati?
La prima considerazione che possiamo fare è che grazie al nostro sforzo non solo finalmente le regioni hanno preso in mano questo tema, ma che lo hanno affrontato molto spesso facendo proprie e trasformando in norme le proposte di Federcofit.
Ci può fare un esempio?
Penso per esempio alla formazione obbligatoria, la prima delle battaglie che Federcofit ha promosso in nome del cambiamento e della crescita; grazie alla previsione di requisiti formativi per chi lavora nelle onoranze funebri è finita l’epoca in cui “ci si inventava”: in due decenni sono cresciuti tanti professionisti preparati nei diversi ambiti dell’impresa funeraria.
Se quella sulla formazione possiamo definirla come una conquista consolidata, c’è una battaglia ancora in corso, quella sui requisiti delle imprese, a che punto siamo?
È un’altra battaglia che combattiamo regione per regione, con tutte le difficoltà che questo comporta. Per la Federazione è un tema fondamentale, perché crediamo che non solo le imprese funerarie debbano rispondere a standard qualitativi definiti, ma che questi standard non possano essere usati per creare delle barriere artificiali sul mercato.
Per essere assolutamente chiari, sto parlando della nostra posizione sull’acquisizione dei requisiti attraverso accordi con soggetti terzi specializzati: il nostro obiettivo è assicurare che i cittadini ottengano servizi di qualità, offerti dalle imprese di onoranze funebri attraverso un’organizzazione moderna ed efficace delle aziende più strutturate o attraverso l’acquisto di servizi da terzi, in tutti i casi in cui ciò sia organizzativamente o economicamente preferibile.
Federcofit interpreta così il compito di una moderna associazione imprenditoriale: essere aperti al cambiamento per aiutare le aziende a rispondere ai bisogni del mercato.
In questi 25 anni il Paese è cambiato, il comparto funerario è stato all’altezza del cambiamento?
Rispondo con un deciso sì, e porto un esempio di una cosa che oggi sembra “scontata”, ma che non lo è ancora affatto, e che è un segno dell’importante cambiamento culturale vissuto sia dalle imprese funebri sia dalla Nazione: le sale del commiato le case funerarie.
In un quarto di secolo c’è stata un’autentica rivoluzione, e tanti imprenditori sono riusciti a dare una risposta concreta ed efficace a un bisogno veramente importante delle persone.
Con la scomparsa di una persona amata si crea non solo un vuoto nella vita dei singoli, ma nasce anche il bisogno di ritrovarsi, ricordare, riallacciare legami familiari e di amicizia nel nome di quella persona, facendo “ripartire” le proprie vite. Le sale del commiato e le case funerarie hanno cambiato il modo di elaborare il lutto, dando la possibilità, in un’epoca in cui spesso il decesso avviene in ospedale, le abitazioni sono sempre più piccole e gli spostamenti non sempre facili, di incontrare amici e familiari in un luogo adeguato, progettato per questa attività, che permette non solo di esporre il defunto, ma soprattutto di creare un momento su misura per ricordarlo secondo le sue attese.
Ecco, Federcofit si presenta a questo congresso portando la realtà di un’imprenditoria moderna, che guarda al futuro e cerca di rispondere ogni giorno a uno dei bisogni più profondi degli esseri umani, quello di affrontare la morte; le imprese di onoranze funebri sono il ponte tra un bisogno antico come la cultura umana e i nostri tempi.
Ci dica però la verità: non è che Federcofit avrà collezionato solo successi, vero?
Ma fosse vero! La nostra realtà è fatta di battaglie quotidiane, di un lavoro continuo per convincere, trovare equilibri, sostenere degli obiettivi che non sono obiettivi di parte. Mi ripeto: siamo un’associazione di imprenditori che si battono per poter offrire servizi adeguati ai bisogni delle persone di oggi. Spesso incontriamo ostacoli chiaramente dettati dall’opposizione di blocchi di interesse, ma ci sono anche ostacoli incomprensibili, rallentamenti, inceppamenti che ritardano in maniera ingiustificata il miglioramento dei servizi e la crescita di questo settore. Penso ad alcune regioni, come quella che ci ospiterà per il congresso, dove la strada per le nuove leggi regionali è veramente difficile, e penso alla nuova legge nazionale, che si trascina di legislatura in legislatura privando il Paese di un quadro normativo all’altezza dei tempi.
Ai compleanni si fanno i regali, cosa vorrebbe regalare alla nostra Federazione?
Come nel 1999, c’è bisogno di una funeraria capace di rispondere ai bisogni delle persone in maniera adeguata ai tempi, di una funeraria capace di organizzarsi per rispondere a questi bisogni, ma anche di un quadro normativo che dia certezze e favorisca la crescita. Ecco, il miglior regalo che credo Federcofit possa fare a sé stessa, all’intero comparto funerario e alla collettività è la promessa di continuare in questa strada, di impegnarci per il cambiamento, il miglioramento e la crescita anche per il futuro, giorno dopo giorno.