Garante della concorrenza: un parere non condivisibile su trasporti sanitari e attività funebri
Il 18 luglio u.s. l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha pubblicato un Parere, l’AS2026, di censura verso le Leggi Regionali sulla Funeraria che, a giudizio dell’Autorità, “introducono ingiustificate limitazioni all’esercizio dell’attività di impresa nel settore dei servizi di onoranze funebri”: di fatto viene messa in discussione, e decisamente censurata, l’incompatibilità tra attività funebre ed esercizio di autombulanza e trasporto degli infermi definita da numerose Leggi Regionali.
Si tratta di un Parere che desta non solo meraviglia, ma che comporta anche un arretramento sostanziale dell’impegno profuso nel corso degli ultimi 20 anni, e attraverso le normative regionali sul settore, per la qualificazione della professione funebre tanto chiacchierata.
Meraviglia perché le normative di riferimento non solo datano di oltre un decennio ma hanno ricevuto il consenso delle Organizzazioni nazionali del settore nella loro totalità e, nei contenuti, non vorremmo si ripristinasse il vezzo, praticato nel passato da numerosi operatori del settore, di utilizzare la gestione del trasporto sanitario per acquisire la propria clientela che, come riconosce la stessa Autorità Garante, esprime una “domanda poco propensa, per il delicato momento psicologico legato al decesso di un congiunto, a effettuare un’adeguata comparazione di prezzi richiesti e servizi offerti dalle varie imprese funerarie”.
Le motivazioni di questa censura vengono esplicitate con l’affermazione che “debba sussistere una chiara separazione e incompatibilità tra la prestazione di servizi di onoranze funebri e una serie di altre attività in quanto, qualora svolte congiuntamente ai primi, potrebbero attribuire un indebito vantaggio competitivo alle imprese funebri interessate nei rispettivi mercati locali di operatività.
Tale principio di incompatibilità, tuttavia, è limitato ai casi in cui le attività interessate concernono interessi pubblici a carattere prevalente ……. In altri termini, l’incompatibilità deve essere riferita ai servizi che si caratterizzano per un prevalente interesse generale di natura igienico-sanitaria o comunque di carattere pubblico-sociale”. Come, appunto, verrebbe da dire, il trasporto sanitario.
La conclusione dell’Autorità introduce, invece, un distinguo: “… nel caso, ad esempio di un altro servizio legato al trasporto sanitario in ambulanza cosiddetto di emergenza/urgenza/soccorso, non a pagamento bensì a carico del Servizio Sanitario Nazionale, il decesso potrebbe risultare possibile e, dunque, anche in questo caso da ciò trae origine la domanda di servizi funerari, con la connessa sopradescritta distorsione concorrenziale, che è necessario far venire meno”.
Quindi, indipendentemente dal fatto che il decesso può verificarsi in occasione di qualsiasi trasporto sanitario, si porrebbe, a parere dell’Autorità, la necessità di distinguere tra trasporto sanitario generico e quello di emergenza/urgenza/soccorso ed attivare uno specifico controllo da parte delle Autorità competenti (quali?) per rilevare e colpire le inadempienze ed i soggetti colpevoli; francamente operazione assolutamente problematica se non impossibile nella attuale situazione.
Ci sembra, invece, che la definizione normativa di una incompatibilità, con la conseguente separazione societaria, sicuramente non una separazione proprietaria obbligatoria di dubbia legittimità costituzionale, assicuri una equilibrata soluzione: nessuno è impedito di avere la titolarità di entrambi le attività con le rispettive autorizzazioni amministrative e due strumenti operativi a maggiore tutela della domanda ed a garanzia dell’assenza di commistione tra due attività molto diverse tra loro, se non con finalità assolutamente divergenti, una, l’attività funebre, finalizzata a curare i morti, l’altra, il trasporto sanitario, finalizzata ad allontanare il più possibile la morte.
Ce ne guadagnerebbe enormemente anche l’immagine del settore impegnato in questi ultimi decenni a sviluppare servizi sempre più trasparenti ed adeguati alle crescenti esigenze delle famiglie con consistenti investimenti ed azioni di crescita professionale.
Caronte