Il comparto funerario si evolve, regole e trasparenza sono fondamentali

Anche il comparto funerario italiano è interessato, come del resto tutta l’imprenditoria italiana, a profondi mutamenti ed evoluzioni.
La tradizionale Impresa funebre italiana, impresa familiare con il titolare direttamente impegnato nella vendita dei servizi si è evoluta per lasciare il campo progressivamente all’attività funebre moderna che utilizza sempre più strumenti e modalità nuove ed aggiornate ai tempi.
Nascono le Case funebri, oggi oltre 800 nell’intero Paese, scendono in campo soggetti finanziari nazionali e internazionali, si stanno delineando rapporti di rete che modernizzano l’intero settore, si sviluppano nuove domande di qualificazione professionale per dare risposte più adeguate alla domanda degli utenti.
L’arte di arrangiarsi, per usare un’espressione forse estrema ma capace di descrivere un contesto generale, deve cedere il passo, sempre di più, a un rapporto concorrenziale basato su elementi oggettivi e non su rendite di posizione o peggio ancora.
Si tratta di evoluzioni che interessano tutta l’imprenditoria funebre, dalle piccole imprese alle realtà più complesse e di dimensioni più significative.
Difficile dire quale sarà l’approdo finale e quali saranno le sorti dei nuovi soggetti presenti, oggi, su questo mercato, anche alla luce del passato non troppo lontano, quando i francesi pensavano di conquistare il nostro mercato, sicuramente le regole sono cambiate e l’attenzione al loro rispetto sta crescendo anche da parte delle Istituzioni, a partire dai Comuni.
Federcofit è molto attenta a queste evoluzioni, e ci mette il proprio impegno operativo, perché è convinta che solo attraverso il rispetto di precise e condivise regole si possa procedere ad una progressiva unificazione dei livelli dei servizi funebri nell’intero paese colmando progressivamente le distanze tra nord e sud presenti anche nella funeraria.
Tante “furbizie” utilizzate da operatori più dediti a scivolare con sotterfugi sotto il rispetto delle norme oggi non passano più inosservate. Dalla richiesta di aprire “depositi per attività funebri” in un comune materano alla realizzazione di “improprie” sale del commiato in locali assolutamente inadeguati, all’apertura di “magazzini” indicati come sedi di attività funebri, fino al perpetuarsi di vecchi “vizi” all’interno delle strutture sanitarie ed ancora altre “furbizie” non solo non passano più inosservate con qualche complicità anche delle competenti “autorità”, ma, oggi, sempre più spesso le ragioni di una corretta concorrenza e di tutela dei diritti delle famiglie colpite da un lutto sollecitano contestazioni e proteste che non possono passare sotto silenzio.
Federcofit, ormai tutti ne sono consapevoli, sta al fianco di coloro che sollevano tali problemi e formalizzano “proteste” contro questi abusi intervenendo, come Federazione, in prima persona presso le autorità competenti, Regioni, Comuni e Magistratura.
A forza di insistere, come si dice, qualcosa si muove anche positivamente da parte delle Istituzioni interpellate, come la Regione Basilicata che, interpellata anche su nostra pressione, illustra al Comune interessato la corretta interpretazione della norma a tutela delle imprese corrette e “regolari” suggerendo la censura, e conseguente diniego di autorizzazione per il “deposito per attività funebre”.
Interveniamo a fianco degli operatori che invocano correttezza e trasparente rispetto delle regole perché nessun operatore “corretto” si senta solo in queste rivendicazioni giuste e doverose.
Questo è il nostro DNA fin dalla nascita e su questa strada vogliamo continuare: rappresentare, tutelare e promuovere gli interessi degli operatori funebri e dell’intero comparto che non solo credono ma anche operano nel rispetto delle norme e regole emanate dalle Istituzioni competenti, pronta, sempre, ad impugnare tali disposizioni se considerate sbagliate alla luce del sole per farle cambiare.