E durante il funerale? Bocelli o Sinatra?
Antonello Guerrera per “la Repubblica”
E quando Dio viene e ti riprende con sé, noi canteremo “Alleluia, ora sei a casa”. No, non è una canzone religiosa e in genere non viene cantata in chiesa. Ma ora sì, perché Supermarket Flowers del celebrato cantautore inglese Ed Sheeran è ufficialmente entrata nella top ten delle canzoni più suonate durante i funerali nel Regno Unito, secondo la classifica stilata da Co-op Funeral Care, agenzia che oltremanica organizza circa 100 mila esequie all’anno.
Track | Artist/Composer | Genre | ||
1 | My Way | Frank Sinatra | Old Favourites | |
2 | Time To Say Goodbye | Andrea Bocelli and Sarah Brightman | Classical | |
3 | Over The Rainbow | Eva Cassidy | Old Favourites | |
4 | Wind Beneath My Wings | Bette Midler | Old Favourites | |
5 | Angels | Robbie Williams | Rock/Pop | |
6 | Supermarket Flowers | Ed Sheeran | Rock/Pop | |
7 | Unforgettable | Nat King Cole | Old Favourites | |
8 | You Raise Me Up | Westlife | Rock/Pop | |
9 | We’ll Meet Again | Vera Lynn | Old Favourites | |
10 | Always Look On The Bright Side Of Life | Eric Idle – from Monty Python’s ‘Life of Brian’ | Humour, Film & TV |
E per la prima volta da quando viene stilata questa classifica (2002) nelle prime dieci canzoni non ce n’ è nemmeno una tradizionale, quelle che una volta erano imprescindibili durante i funerali celebrati dalla Chiesa d’ Inghilterra, come The Lord is my Shepard (Il Signore è il mio pastore), All Things Bright and Beautiful (Tutte cose belle e luminose) e Abide with Me ( Resta con me).
“È un sintomo dei tempi”, scrive in un editoriale il quotidiano conservatore Times, “e anche una conseguenza della poca flessibilità della Chiesa nel comprendere i sentimenti delle persone comuni: il dolore oggi viene vissuto in maniera molto diversa, anche pop”. Non è un caso che difatti le esequie in chiesa siano in calo da un paio di anni in Inghilterra. Ma anche quelli che restano “fedeli” ai funerali vecchio stampo scelgono sempre più canzoni pop, rock o da crooner per dare l’ ultimo saluto ai propri cari.
Ed Sheeran è una novità in una classifica che quest’ anno vede al primo posto ancora una volta My Way di Frank Sinatra (in testa anche nel 2017), seguito da Time to Say Goodbye di Andrea Bocelli e Sarah Brightman. E poi Over the Rainbow di Eva Cassidy, Wind Beneath my Wings firmata Bette Midler e infine, dal quinto al decimo posto, Angels di Robbie Williams, Supermarket Flowers di Ed Sheeran appunto, Unforgettable di Nat King Cole, You Raise me Up della boy band irlandese Westlife (anche questa una nuova entrata come Sheeran),
We’ ll Meet Again di Vera Lynn e Always Look on the Bright Side of Life di Eric Idle dal film di Terry Jones e dei Monty Python Brian di Nazareth. Delle canzoni tradizionali religiose, invece, nessuna traccia. Lasciare una lista di canzoni per il proprio funerale, del resto, è un desiderio sempre più comune oltremanica. Secondo un sondaggio di Co-op Funeral Care, il 24% dei britannici ha le idee chiare sui brani da scegliere, in crescita rispetto a due anni fa (19%). Semplice vezzo o note di speranza in un (oltre)mondo migliore? Che sia una Stairway to Heaven o una Highway to Hell, l’ importante è cantarci su.
LA STORIA DI “HURT” CANTATA DA JOHNNY CASH, “IL VIDEO MUSICALE PIÙ TRISTE DI SEMPRE”
Renato Paone per Huffington Post
Molti la considerano la canzone più triste di sempre. Una canzone che parla di vita vissuta, un’esistenza a pieno regime, in cui eventi di ogni tipo si sono succeduti instancabilmente. Gioie, dolori. Rimpianti e depressione. “Hurt”, ferito. Un titolo, così come il testo, che lascia poco spazio alle interpretazioni. E non è un caso che questa sia stata una delle ultime canzoni interpretate da una leggenda della musica, Johnny Cash.
“Hurt” è stata scritta nel 1994 dai Nine Inch Nails, famosa band americana guidata da Trent Reznor. Nel 2002, Reznor venne contattato dagli agenti di Cash per ottenere il permesso di realizzare una cover, che sarebbe stata in seguito inserita nell’album American IV: The Man Comes Around. Appena sentita la richiesta, Reznor disse di essere lusingato, ma allo stesso tempo preoccupato che la sua canzone potesse essere svilita del suo senso originario. Quello di Reznor, infatti, era una canzone che parlava di senso di inadeguatezza, di incoerenza, di senso di vuoto e solitudine. Una canzone che parlava al futuro, nella speranza di migliorare il presente.
Cash le dà un senso diverso. Lui è un uomo sul viale del tramonto, sa che la sua vita sta giungendo al termine. Le parole cantate da lui assumono un altro significato, si guarda indietro, rivede ogni singolo istante della sua vita. Guarda a ciò che è stato. “Cosa sono diventato/mio dolcissimo amico/tutti quelli che conosco se ne vanno/alla fine”. Il video venne diretto da Mark Romanek, ex collaboratore dei NIN.
Suo intento era cogliere l’essenza stessa di Cash, raccontare la sua storia in un video in cui passato e presente si alternano in continuazione. Mettere a confronto la gloria dei giorni della “leggenda” a quelli del presente, desolati e crudeli. Sia per le condizioni di salute di Cash, sia per il poco tempo a disposizione, Romanek decise di girare il video a Nashville, nella casa museo di Johnny Cash. “Era chiusa da molto tempo – racconta Romanek – il posto era decadente, abbandonato a se stesso. Lì ho capito che era il posto perfetto per girare e per raccontare la vita di Jhonny”.
Ed ecco quindi l’insegna “Chiuso al pubblico” del museo, il vetro rotto della cornice in cui è custodito un disco, il banchetto a cui nessuno partecipa. Sua moglie June che lo osserva con sguardo triste. Jhonny che versa un bicchiere di vino sul tavolo. La moglie di Cash morì tre mesi dopo le riprese, lui dopo sette.
Rick Rubin, famoso produttore, è convinto del valore storico di quel video: “La prima volta che l’ho visto ho pianto. Incredibile come si sia riuscito a racchiudere tanta emotività in soli quattro minuti di video”. Clip che la rivista New Musical Express ha nominato “miglior video di tutti i tempi”, mentre il Time l’ha inserita nella top 30 di sempre.
Lo stesso Reznor rimase colpito da quelle immagini: “Ero in studio quando feci partire il video. Ho sentito le lacrime salirmi agli occhi, avevo i brividi. Sentivo come se la mia ragazza mi avesse lasciato, perché quella canzone non era più mia. Pensavo solo al valore che può avere la musica, la sua potenza comunicativa come forma d’arte. Mi ricordavo di quando avevo scritto quella canzone nella mia camera da letto, in solitudine. Poi arriva questa leggenda della musica e le dà una lettura diversa, riuscendo però a mantenere puro il suo significato”.
https://www.youtube.com/watch?v=vt1Pwfnh5pc
Il 10 aprile del 2007, la casa museo di Johnny Cash, dove venne girato il video, andò a fuoco e crollò durante l’incendio. Fu la casa di Johnny Cash per 30 anni.
Mi sono ferito oggi | I hurt myself today |
Per vedere se sento ancora qualcosa | To see if I still feel |
Mi concentro sul dolore | I focus on the pain |
L’unica cosa che è reale | The only thing that’s real |
L’ago squarcia un buco | The needle tears a hole |
Il vecchio familiare dolore | The old familiar sting |
Provo ad ucciderlo | Try to kill it all away |
Ma ricordo ogni cosa | But I remember everything |
Che cosa sono diventato? | What have I become |
Mio amico più dolce | My sweetest friend |
Tutti quelli che conosco | Everyone I know |
Se ne vanno alla fine | Goes away in the end |
E tu puoi averlo tutto | And you could have it all |
Il mio impero di polvere | My empire of dirt |
Ti deluderò | I will let you down |
Ti farò del male | I will make you hurt |
Indosso questa corona di merda | I wear this crown of thorns |
Sopra la mia sedia da bugiardo | Upon my liars chair |
Piena di pensieri a pezzi | Full of broken thoughts |
Che non posso riparare | I cannot repair |
Sotto le macchie del tempo | Beneath the stains of time |
Le emozioni spariscono | The feelings disappear |
Tu sei qualcun altro | You are someone else |
Io sono rimasto proprio qui | I am still right here |
Che cosa sono diventato? | What have I become |
Mio amico più dolce | My sweetest friend |
Tutti quelli che conosco | Everyone I know |
Se ne vanno alla fine | Goes away in the end |
E tu puoi averlo tutto | And you could have it all |
Il mio impero di polvere | My empire of dirt |
Ti deluderò | I will let you down |
Ti farò del male | I will make you hurt |
Se potessi ricominciare | If I could start again |
Un milione di miglia lontano | A million miles away |
Rimarrei integro con me stesso | I will keep myself |
Troverei un modo | I would find a way |
Compositore: Reznor Trent |
I due articoli sono stati pubblicati originariamente da Dagospia
Articolo di Repubblica
Articolo su Huffington Post