Intervista all’Onorevole Piero Comandini (PD) Vice Presidente Consiglio Regionale della Sardegna

D: Onorevole Comandini, Lei è stato il promotore, nella passata legislatura regionale, della Legge Sarda sulla Funeraria ed ha partecipato alle numerose iniziative di illustrazione delle nuove disposizioni. Quale è il Suo giudizio in merito al varo di questa importante Legge e quali dovranno essere, dopo oltre un anno dal varo della Legge, i futuri impegni della Regione e delle Istituzioni Locali?

R: siamo stati la penultima regione d’Italia a legiferare in merito, la Sardegna non poteva più aspettare, con l’approvazione della legge abbiamo fatto un grande passo di civiltà. E’ stato un lavoro, iniziato nel 2015, lungo ed impegnativo, al quale ho creduto fortemente e che mi ha visto impegnato in prima persona, ho ascoltato ed accolto ogni prezioso suggerimento e consiglio per elaborare un testo normativo che portasse ad un processo di semplificazione e professionalizzazione delle attività funebri.

Il lavoro svolto in questi anni, tra audizioni in commissione, incontri con imprenditori e associazioni di categoria e Comuni, ha portato al testo finale, con l’obiettivo, oltre che disciplinare gli aspetti concernenti la salute pubblica e il rispetto della dignità e del diritto di ognuno di poter scegliere liberamente il proprio funerale, di dare regole certe e chiare per garantire un servizio pubblico svolto da operatori professionalmente preparati, una legge che vuole migliorare e sostenere l’attività delle imprese funebri in tutte le sue forme.

Per il futuro sarà necessario monitorare l’attività ed armonizzare il testo normativo, in modo da averlo sempre aggiornato al passo con i tempi e con le esigenze che via via si manifesteranno. Questo sarà possibile solo grazie ai suggerimenti degli operatori del settore.

D: quali sono, a Suo giudizio, le opportunità aperte dalle nuove disposizioni per le attività funebri piccole, medie o di più consistente entità e per la funeraria più in generale?

R: nella legge si definisce con precisione l’attività funebre come servizio pubblico garantito da operatori professionalmente preparati dotati di autorizzazioni all’esercizio dell’attività, nonché alla disponibilità di mezzi, risorse e organizzazione adeguati, al fine di evitare eventuali danni ai consumatori che vi si rivolgono. Si dettano le regole per le finalità, le istituzioni e gli operatori coinvolti nel settore funerario, si individuano le figure istituzionali garanti delle regole del settore, a tutela della salute pubblica e del consumatore finale.

Infine, si disciplina l’attività funebre, si chiarisce la sua definizione e gli operatori che possono esercitarla. Detta regole certe e chiare che opereranno a livello regionale in modo omogeneo, al fine di superare la confusione esistente nel settore che crea enormi problemi di distorsione del mercato e di incertezza e possibilità di frode nei confronti del consumatore finale. Il tutto a vantaggio degli operatori di qualsiasi entità siano.

D: nel confronto propedeutico alla definizione della normativa varie erano le ipotesi in discussione, come ha dimostrato anche un animato confronto svoltosi a Nuoro, presso la Camera di Commercio, ed in modo particolare tra l’ipotesi sottostante il DDL Vaccari (AS1611) ed altre ipotesi formalizzatesi successivamente nel DDL Gasparini (AC3189). Quali sono le ragioni che hanno fatto propendere la Legge della Sardegna più nella direzione dell’ipotesi “Gasparini” piuttosto che verso quella sottostante la proposta “Vaccari”?

R: la ragione principale è stata che il DDL Gasparini ha delineato la nuova definizione di attività funebre quale attività economica di interesse generale attinente alla salute pubblica ed alla pubblica sicurezza, requisiti e disposizioni non discriminatorie ma che si debbono applicare in ugual misura a tutte le imprese del settore e, pertanto, non soltanto un’attività commerciale come previsto dal Ddl Vaccari.