Scivolone piemontese dal sapore amaro. Il Consiglio Regionale si fa tirare la giacchetta.
Un gruppo di sparuti interessati di parte fa la sua comparsa lo scorso 11 febbraio durante la seduta del Consiglio di Regione Piemonte mentre si stava cercando di votare le modifiche alla Legge Regionale per scrivere, finalmente, nero su bianco e senza possibilità di ulteriori fantasiose interpretazioni, ed una volta per tutte, la possibilità di trasferire i defunti, nell’arco delle 24 ore ed indipendentemente dall’accertamento di morte, presso l’obitorio od il servizio mortuario delle strutture ospedaliere, presso apposite strutture adibite al commiato o presso l’abitazione propria o dei familiari per facilitare le famiglie in un ossequio funebre rispettoso dei propri desideri.
Proposta resasi necessaria per far sì che questi trasferimenti si potessero fare (visto che già si fanno) in tutto il Piemonte indistintamente dalla provincia o indipendentemente se il malcapitato fosse morto in una struttura pubblica o privata.
UNA MODIFICA GUIDATA DALLA OPPORTUNITÀ DI ADEGUARSI A TUTTE LE REGIONI CONFINANTI
UNA MODIFICA CHE AVREBBE FINALMENTE POTUTO FAR ESERCITARE AI CITTADINI PIEMONTESI I MEDESIMI DIRITTI DEI CITTADINI DI ALTRE REGIONI (confinanti o meno)
UNA MODIFICA GUIDATA DAL BUON SENSO E PER TUTELARE LE FAMIGLIE ED I LORO INVIOLABILI DIRITTI: non vi è l’obbligo di trasferire i defunti esclusivamente nelle Case Funebri, ma si dà la possibilità di scegliere il luogo, compresa la propria abitazione, dove svolgere la veglia funebre …
UNA MODIFICA PER NON FARE SEMPRE LA STESSA FIGURA DA ITALIANI MEDI CHE UNA COSA VALE PER ME E NON PER TE
…. invece NO tutto sospeso. Motivazione?
Perché questa modifica (sostiene qualcuno) potrebbe ledere la micro impresa che di danaro per realizzare strutture per il commiato non ne ha abbastanza oppure non ne vuole cacciare fuori.
E della gente?… Chi se ne frega.
E tutti quegli altri imprenditori in Italia (circa 400) che hanno realizzato strutture per il commiato? Una manica di fessi.
Nell’onesto ed irreprensibile Piemonte si cerca di non fare quello che è già stato fatto in tutto il resto d’Italia e cioè di gettare le basi per un sano confronto fra le imprese portando all’evidenza le più capaci (che non sempre risultano essere le più grandi e virtuose) ed instaurando uno stimolo alla crescita. Si sa che il Piemonte ha forte vocazione conservativa ma in questo caso la definirei autolesiva.
L’alunno discolo ha chiesto al Prof. che la lezione fosse sospesa perché non aveva studiato, non ne aveva avuto il tempo o la voglia. Noi riteniamo che probabilmente non ne abbia la capacità.
Se vi va leggetevi la nostra richiesta, scritta con i colleghi di Feniof, di far riprendere con una sana urgenza l’approvazione di queste modifiche.
Salviamo il salvabile o per lo meno salvatevi la faccia davanti al resto delle altre Regioni. Oppure, per coerenza bloccate la Fiat perché i piccoli produttori non possono stare dietro ai processi innovativi e di sviluppo di quel settore.
Scarica da questo link la lettera congiunta Federcofit e Feniof