Campania: riparte il “registro delle imprese funerarie e cimiteriali” della Regione
Una nota della Direzione Generale per la Tutela della Salute ed il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale informa che a “fare data dal 10 giugno 2020 è stato pubblicato il Registro Regionale delle imprese funerarie e cimiteriali e delle aggregazioni di imprese, abilitate dai Comuni della Regione Campania a svolgere dette attività”.
La nota richiama, ovviamente, i riferimenti normativi, la Legge regionale n. 12/2001 e quella n. 7/2013 e la D.G.R. n 732 del 27/12/2017.
Nella nota si ricorda che il Registro riporta le comunicazioni fatte dai competenti uffici dei comuni, gli uffici SUAP, sottolineando che le sole attività registrate e certificate nel Registro possono operare sul territorio campano.
Non stiamo a riportare il testo delle norme richiamate perché consultabili sul sito della Federazione (www.federcofit.it) nella sezione “legislazione regionale”.
Finalmente, per i curiosi, si potrà toccare con mano quanti e chi sono i soggetti imprenditoriali abilitati, rispetto al totale delle imprese presenti nella Regione, al fine di verificare se le riserve espresse da più parti alle soluzioni adottate dalla Regione Campania sono giustificate od ingiustificate.
E’ doveroso sottolineare che la nota evidenzia anche una ulteriore fase di transizione al fine di facilitare la partenza del medesimo Registro: fino alla fine di agosto possono operare in Campania anche le imprese titolari delle “vecchie” autorizzazioni ma ancora non inserite nel Registro per dare alle medesime il tempo di accelerare la propria iscrizione presso il competente ufficio SUAP del comune. Dopo il mese di agosto, come si dice un po’ grezzamente: “chi c’è … c’è; chi non c’è … resta definitivamente a casa” e si trovi un altro lavoro.
Quindi il primo consiglio agli operatori che abbiano in qualche modo i requisiti previsti dalle norme e ricordati con sufficiente chiarezza dalla D.G.R. citata, si affrettino a registrarsi presso i comuni pagando il balzello, introdotto per la gestione del Registro, di € 1.032,91 al Servizio di Tesoreria della Regione Campania.
Certo rimangono intatte, e se possibile rafforzate, le riserve e le critiche, che Federcofit ha sempre sottolineato, alle soluzioni adottate dalla Regione Campania, unica e sola, nel panorama delle regioni italiane, dal nord all’estremo sud, nell’ipotizzare che possono operare solo le imprese funebri con la titolarità diretta degli organici completi (direttore tecnico e 4 necrofori con rapporto di lavoro continuativo ed a tempo pieno) senza nessuna possibile forma di “avvalimento” tra attività funebri.
Appare con netta evidenza una sorta di ostilità assoluta e preconcetta, visti i lunghissimi tempi di discussione sulla materia (dal lontano 2001), da parte della Regione Campania contro le piccole imprese del settore che da lunghissimi anni svolgono le loro attività con serietà pur non avendo, a causa della dimensione aziendale, la disponibilità diretta di un organico così impegnativo e ricorrendo alle prestazioni di altri soggetti del settore. La storia sembra ricordare a tutti noi che queste piccole imprese non sono le fautrici di malaffare, anzi…
Certo l’assenza di onesto e coerente confronto ed unità nelle organizzazioni del settore non ha favorito il perseguimento di adeguate soluzioni.
Con la fine dell’estate partirà a pieno regime, salvo nuove ed ulteriori proroghe, l’assetto, davvero originale, voluto dalla Regione per il settore funebre: vedremo gli effetti e la fantasia delle soluzioni escogitate dagli operatori per garantire la propria sopravvivenza.
Nessuno può, in ogni caso, esimersi dal rilevare come la Delibera della Giunta regionale in questione introduca una sorta di depenalizzazione o superamento del divieto di “somministrazione di mano d’opera” quando, nell’allegato “A” all’art.3, comma 5 esplicita che “L’attestato viene rilasciato ad ogni impresa appartenente all’aggregazione, affinché ciascuna possa dimostrare il possesso dei requisiti necessari per lo svolgimento dei servizi funebri, anche nel caso in cui utilizzi, per il singolo trasporto, dipendenti dell’aggregazione o delle imprese aggregate.”; ci auguriamo, infine, che dopo le quarantene della pandemia durate mesi sia maturata qualche riflessione sul festival della carta e della circolazione di documenti tra Suap, Registro, operatori ed impresari funebri introdotto dalle disposizioni e si faccia strada un complessivo ripensamento sull’intera questione e sulla vigenza delle disposizioni di legge della Campania fino ad oggi, per toglierci dalla mente l’immagine del Dirigente della U.O.D. 02, responsabile della tenuta del Registro, quale novello Rascel, seduto alla scrivania con i proteggi gomito, sommerso dalle carte
Caronte