Sulle critiche alla Corte costituzionale che ha respinto l’impugnativa del Governo
Il riposo estivo, più o meno meritato, è finito e si riprende il cammino interrotto o rallentato nelle ferie agostane.
Come è naturale uno dei primi impegni è la ricognizione delle opinioni espresse in questo periodo per riprendere, come dire, una consuetudine con i temi al centro della nostra attenzione. Tra le voci considerate in questa ricognizione non poteva mancare “funerali.org”, la nota rubrica di euro-act voce del mondo Sefit, rubrica tradizionalmente informata sul mondo della funeraria italiana.
Ci hanno colpito le considerazioni particolarmente critiche sulla sentenza della Cassazione in merito all’impugnativa del Governo Giallo-Verde (mantenuta anche dal successivo Governo Giallo-Rosso) contro la Legge Lombarda sulle questioni funebri e cimiteriali.
Al di là del giudizio sulla Corte Costituzionale, pavida e poco coraggiosa, giudizio impegnativo anche se legittimo (le sentenze si rispettano ma si possono criticare si rispettano) mi hanno colpito due elementi sottolineati dall’estensore.
Prima di tutto il rimprovero alla Corte di non avere, essa stessa, dettato le regole normative attraverso una certosina scelta delle cose buone e rigetto delle cose non buone quasi che la Corte fosse Organo legislativo al pari del Parlamento o dei Consigli regionali eletti a suffragio universale.
Infatti, dice il nostro, non solo la Corte non ha avuto il coraggio di, come dire, “esporsi”, ma, a dimostrazione di questa tesi, la Corte Costituzionale non si è espressa nel “MERITO” delle questioni sollevate dall’impugnativa rifugiandosi classicamente “in corner” “e noi tutti abbiamo perso un’altra occasione buona, per rimettere le cose a posto, dopo continue scorribande dei consigli regionali.”
E qui vi è il secondo elemento che colpisce nell’analisi espressa da “funerali.org” su cui tornerò.
Ma è proprio vero che la Corte non è entrata nel merito, come comodamente si tenta di liquidare?
Non direi proprio; la Corte, al di là dei giudizi assolutamente liquidatori sulla diligenza delle formulazioni dell’impugnativa del Governo, ci dice due cose essenziali: prima di tutto le Leggi regionali non sono scorribande ma hanno valore costituzionale pieno perché, nelle competenze costituzionali, sono norme di rango superiore a quelle del DPR 285/90 (a meno che qualcuno non voglia rifarsi alle leggi di quasi cento anni addietro, quelle degli anni trenta) ed, in secondo luogo, i contenuti delle disposizioni regionali, almeno per quanto riguarda la Lombardia, rispondono ai dettati costituzionali e non sollevano elementi di riserva. Si tratta incontestabilmente di contenuti, non di forma, e contenuti significativi anche per il futuro delle normative regionali.
Il secondo elemento che colpisce nello scritti di “funerali.org” è la ginnastica liquidatoria verso l’operato delle Regioni; il susseguirsi di espressioni quali “il far west regionale”, “continue scorribande dei consigli regionali”, “allegra sarabanda, ove tutti possono allegramente cantar vittoria”, “orgia legislativa sconclusionata, sconnessa e ferale” fanno parte di un linguaggio che non lascia alcun scampo quasi che il nostro rappresenti il massimo fior fiore dei costituzionalisti nell’esprimere questi giudizi.
Lungi da voler entrare nel merito di queste valutazioni se non per consigliare di guardarsi allo specchio, almeno qualche volta, e tirarsi qualche bel ceffone per senso di equilibrata autocritica.
Il dato incontestabile degli ultimi trent’anni della funeraria italiana è che le poche possibilità di innovazione e di rinnovo e qualificazione del settore, in tutti i suoi aspetti, lo si deve esclusivamente, purtroppo o per fortuna, alle normative regionali che, almeno nel primo decennio di questo secolo, si sono ispirate ad una ipotesi di nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria (anni 2000/2001) non andata in porto per gli effetti della Modifica della Costituzione Italiana del 2001.
Certo rimane irrisolta, dopo 20 anni da quel tentativo, la necessità di una Legge Nazionale. Non siamo nostalgici del “compianto DdL Vaccari”, che continuiamo a considerare proposta partigiana, sbagliata ed irrealizzabile, abbiamo fatto proposte e condiviso formulazioni attualmente all’esame del Parlamento, abbiamo partecipato ai vari tavoli portando le nostre posizioni e proposte, …. convinti da tempo che il potere di veto in un settore articolato come la funeraria e con interessi poco occulti ma particolarmente frammentati possono continuare ad impedire progressi concreti in questa direzione.
Il fatto, mi si permetta, che si continui, nonostante tutto, da parte del mondo “funerali.org” a manifestare una critica totalmente liquidatoria e senz’appello verso le posizioni diverse dalle proprie non aiuta sicuramente la ricomposizione di un quadro sufficientemente unitario per perseguire l’obiettivo conclamato da tutti.
Caronte