Tanatoprassi e rispetto delle tradizioni: un ponte tra culture

In Spagna, un operatore funebre ha lanciato un’iniziativa pionieristica: un programma di formazione in tanatoprassi dedicato alla comunità musulmana locale. Questa mossa, lodabile per la sua sensibilità interculturale, solleva una questione cruciale: come si concilia la tanatoprassi con le diverse tradizioni religiose e culturali presenti in Italia?
La tanatoprassi, ovvero l’insieme di trattamenti per la conservazione e la presentazione estetica del defunto, sta diventando una pratica sempre più diffusa anche in Italia. Sebbene non ancora obbligatoria per legge come in altri paesi, molte famiglie la richiedono per motivi igienici, affettivi o religiosi.
Le esigenze di tradizioni diverse
Per la comunità musulmana, la tanatoprassi può rappresentare una risposta alle esigenze specifiche del rito funebre islamico. La preparazione del corpo, che prevede la pulizia (Ghusl), l’avvolgimento in un sudario (Kafan) e la preghiera funebre (Janazah), richiede una cura particolare e competenze specifiche. Un operatore formato in tanatoprassi può garantire che queste pratiche vengano eseguite nel rispetto delle tradizioni islamiche, con sensibilità e competenza.
Ma, se la comunità musulmana è probabilmente la più “visibile” tra i “nuovi residenti”, va ricordato che, oltre a non essere la maggioritaria (in realtà il 53% degli immigrati si riconosce nelle diverse confessioni di origine cristiana, non tutte con la stesse con le stese tradizioni dei cattolici) è affiancata da diverse altre minoranze presenti in Italia.
La comunità cinese costituisce circa l’8% degli immigrati in Italia, ed è caratterizzata da una grande importanza e rispetto per gli anziani e i defunti. Pratiche come la vestizione del corpo con abiti specifici e l’organizzazione di funerali elaborati sono fondamentali per onorare la memoria del defunto.
Infine, anche altre comunità religiose, come quelle ebraica, buddista o induista, hanno tradizioni funebri specifiche che richiedono rispetto e comprensione.
Sfide e opportunità
L’introduzione della tanatoprassi in un contesto multiculturale come quello italiano presenta diverse sfide. In primo luogo, è necessario formare operatori funebri in grado di comprendere e rispettare le diverse tradizioni religiose e culturali. La conoscenza delle pratiche funebri, delle lingue e delle sensibilità culturali è fondamentale per un servizio di qualità. In secondo luogo, la comunicazione con le famiglie è un aspetto cruciale. È importante spiegare in modo chiaro e comprensibile le diverse opzioni disponibili, rispettando sempre le scelte della famiglia. Infine, la tanatoprassi non deve essere vista come una pratica standardizzata, ma come un servizio personalizzato che tenga conto delle esigenze specifiche di ogni famiglia e comunità religiosa.

L’iniziativa spagnola è un esempio di come la tanatoprassi possa essere uno strumento per promuovere il dialogo interculturale e il rispetto delle tradizioni e conferma che la tanatoprassi, se praticata con competenza e sensibilità, può rappresentare un valore aggiunto per le famiglie che desiderano onorare la memoria dei propri cari nel rispetto delle proprie tradizioni.
In un contesto multiculturale come è anche quello italiano, è fondamentale che gli operatori funebri siano in grado di offrire un servizio personalizzato e rispettoso delle diverse esigenze religiose e culturali. Solo così la tanatoprassi potrà diventare un vero e proprio ponte tra culture.