Lettera di Federcofit ad AMA Roma
LETTERA AD AMA ROMA:
Oggetto: problematiche relative ai servizi funebri con AMA Spa e rapporti con il libero mercato.
Le vicende che interessano le attività funebri e, nello specifico, i rapporti tra il settore funerario e il Comune di Roma, sia come Istituzione, sia come struttura operativa dipendente dal Comune, AMA Spa, sono di lunga data e complesse.
Non solo ci sono elementi di natura squisitamente istituzionale, come la competenza al rilascio delle “autorizzazioni al trasporto funebre” che, a Roma, sono sostituite impropriamente dal “permesso di seppellimento”, o la vigente imposizione da parte del Comune di “diritti fissi” sul trasporto definiti illegittimi dalla Corte di Cassazione fin dal lontano 2007, per soffermarsi solo su alcuni elementi, ma permangono anche problemi gravi e crescenti nei quotidiani rapporti con la struttura operativa del Comune, AMA Spa.
I problemi con la struttura operativa del Comune, AMA Spa, sono ancora più complessi e difficili anche per il fatto che a questa società viene affidata la più parte degli adempimenti operativi rivolti alle imprese, oltre alla gestione diretta di servizi che interferiscono con le attività funebri, come i servizi funebri che, direttamente, AMA Spa svolge nella città. Consideriamo inoltre la conseguente distorsione del mercato inevitabilmente generata dal conseguente parziale affidamento dei servizi “comunali” a imprese funebri operative e concorrenziali sul mercato senza porre vincoli di alcun genere sulla reale natura dei partecipanti a tali appalti. Per qualsiasi altro operatore imprenditoriale si sarebbe già disposta da tempo una sana e definitiva separazione societaria onde non dover incorrere in situazioni che stanno incancrenendosi nelle strutture operative di AMA Spa.
Siamo consapevoli che i problemi di una città complessa come Roma, che registra oltre 30 000 decessi ogni anno, tra residenti e deceduti all’interno delle strutture sanitarie, sono di difficile soluzione; assistiamo, però e nonostante le continue sollecitazioni, ad una totale sordità quando chiediamo di sviluppare la massima collaborazione possibile e la realizzazione di un tavolo di lavoro dove approfondire le tematiche ed individuare le soluzioni più opportune, ovviamente nel rispetto delle norme e dei ruoli.
Siamo consapevoli anche che il fatto di non avere una legge regionale per il settore, come la gran parte delle Regioni, e per la quale stiamo sollecitando da tempo gli organi regionali, complica ulteriormente la situazione, soprattutto per quanto riguarda i due temi di grande rilevanza: il rapporti tra funeraria e strutture sanitarie, con continui scandali di cui si parla sulla stampa, e lo sviluppo abnorme e caotico delle attività funebri nella città. A Roma, ormai, si contano oltre 500 imprese funebri con una polverizzazione esasperata che incide sempre più pesantemente sulla qualità e la professionalità di questi servizi e rende estremamente difficoltosa ogni efficace azione di controllo.
Registriamo e denunciamo da tempo l’irresponsabilità di AMA Spa nel proseguire una politica di esternalizzazione esasperata di funzioni nell’esecuzione dei servizi di sua competenza senza pensare minimamente alle conseguenze di questa politica.
Da un lato la società agisce considerando gli operatori funebri, che rappresentano in toto, in virtù di una formale delega data all’operatore funebre, i legittimi interessi delle famiglie, come soggetti poco fidabili cui comunicare le decisioni assunte senza alcun rispetto, come nel caso degli aumenti tariffari per la cremazione conosciuti dalle imprese in concomitanza della presentazione delle singole domande, senza considerare che l’operatore ha veicolato alla famiglia l’informazione in suo possesso perché, ovviamente, ignaro dei mutamenti intervenuti e non trasmessi.
Dall’altro si continua nell’esternalizzazione esasperata attraverso una politica degli appalti al miglior offerente permettendo al singolo operatore di appropriarsi di importanti fette di mercato. In questo modo, appaltando inopportunamente servizi e funzioni squisitamente comunali ad imprese funebri che operano sul mercato in termini concorrenziali, si generano inaccettabili distorsioni del mercato e si favorisce la nascita e la crescita di posizioni dominanti su questo stesso mercato. Quando, poi, l’appaltatore risulta essere più volte indagato e vincolato agli arresti domiciliari per indagini su gestioni ospedaliere, ecc., allora la politica seguita fino ad oggi mostra tutti i suoi limiti e le tensioni tra gli operatori del settore assumono livelli preoccupanti.
Si pone, da un lato, una riflessione su quali servizi esternalizzare e quali mantenere all’interno della struttura operativa, cioè AMA Spa, per valutazioni circa la delicatezza dei servizi stessi, dall’altro, quando si debba, in ogni caso, procedere a esternalizzare servizi e funzioni, si pone la necessità di analizzare attentamente quali procedure adottare: non sempre l’appalto al massimo ribasso si dimostra la soluzione migliore.
Varie possono essere le soluzioni opportune per i vari problemi, fondamentale, però, è riallacciare il rapporto, e rendere funzionante il tavolo di lavoro, tra il settore e l’Amministrazione. Non crediamo, come si dice, di avere la verità in tasca, sicuramente abbiamo la presunzione di essere portatori di esperienze utili ad offrire contributi importanti e decisivi per individuare le soluzioni più opportune nella correttezza ed a vantaggio dell’intera collettività.
Giovanni Caciolli
Segretario Nazionale Federcofit