Ministro Speranza: il Comparto Funerario attende una risposta sui vaccini!
Gent. Signor Ministro,
dopo averLa sollecitata nelle varie forme possibili a rivolgere, finalmente, una qualche attenzione alle categorie funerarie per curare la tutela della loro salute ed impedire che i loro servizi, obbligatori indipendentemente dalla causa del decesso del defunto servito, finiscano per essere essi stessi veicolo di nuove infezioni, registriamo, ancora una volta la totale disattenzione Sua e di tutte le strutture vocate a presidiare gli interventi per la pandemia: ancora nessuno ha fatto niente per accelerare la vaccinazione degli addetti funebri.
Il fatto che non sia la prima volta, dopo la tragedia della prima insorgenza della pandemia con la carenza drammatica delle mascherine, fornite progressivamente a tutti ad eccezione degli addetti funebri, non può significare che ci si debba abituare.
A nulla è valso, evidentemente, il sacrificio di vite umane e di situazioni gravissime che hanno investito il nostro settore: nella sola Bergamo, lo vogliamo ricordare in modo forte, su poche decine di attività funebri il settore ha pagato il prezzo di oltre quattro decessi e numerosi casi di terapia intensiva con tutte le conseguenze del caso… E non perché dediti a passatempo senza le protezioni idonee ma nello svolgimento delle loro funzioni ed a causa di questo loro lavoro al pari degli eroici addetti sanitari.
A poco valgono le sollecitazioni che nei vari Consigli Regionali le forze politiche di destra e di sinistra hanno rivolto ai loro Presidenti se poi non si muove niente: non abbiamo bisogno di pronunciamenti per scaricare la propria coscienza, abbiamo bisogno di atti concreti capaci far lavorare con la dovuta tranquillità e serenità i nostri addetti obbligati a trattare defunti morti per coronavirus e relazionarsi con le loro famiglie.
Abbiamo scritto a tutti i responsabili, non solo a Lei ma anche al Direttore Borrelli, all’onnipresente ed onnifacente Arcuri, ai Presidenti delle Regioni ed ai loro Assessori alla Sanità… ma niente, neppure una risposta ed un riscontro, capace, almeno, di esprimere un minimo livello di buona educazione.
Gentile Signor Ministro, si sta procedendo a vaccinare i volontari, anche quelli settantenni probabilmente per onorare il loro passato glorioso, si stanno vaccinando gli avvocati e non si danno risposte alle richieste degli addetti del settore funebre obbligatoriamente a contatto con il virus…
Cosa dobbiamo fare per fare sentire la nostra voce e per avere la considerazione che ci siamo conquistati sul campo? Dobbiamo “serrare” le nostre attività in segno di protesta contro questa colpevole disattenzione?
Dobbiamo scendere in piazza con i nostri automezzi per significare il nostro motivato disagio e la nostra protesta?
Non si tratta di trovare centinaia di migliaia di dosi; con 20/30 mila dosi si garantisce la tutela degli addetti delle circa 6000 imprese funebri che debbono, per il loro lavoro, come gli addetti sanitari, operare sui defunti a causa del Covid-19, prima del loro incassamento e sigillatura, e che debbono relazionarsi con le famiglie di questi defunti senza le sicurezze che la struttura sanitaria può offrire e garantire.
Abbiamo svolto il nostro ruolo con dedizione ed attenzione, abbiamo messo a disposizione le nostre strutture per ospitare i feretri, a seguito delle Sue Circolari, senza porre alcuna condizione, perché questa era ed è la nostra mission… ora, Signor Ministro, BASTA!!
Nessuno si meravigli se anche le pompe funebri, in assenza di risposte specifiche, incroceranno le braccia e scenderanno in piazza.
In attesa di un Suo doveroso riscontro gradisca i nostri saluti
per Federcofit,
il Presidente
Cristian Vergani
HERMES cresce ancora, assieme al Comparto Funerario
Sono passati solo quattro anni da quando il nostro magazine Hermes Funeraria ha visto i natali, e in questi pochi anni abbiamo visto accadere molte cose, sia positive che negative, e ve le abbiamo raccontate tutte nella maniera che ci riesce meglio, con chiarezza e semplicità, senza troppi giri di parole.
Una cosa che però non avevamo fatto era ringraziare tutti voi per l’interesse che mostrate verso il nostro lavoro. Bene, lasciateci allora porre rimedio a questa mancanza... GRAZIE!
Magari vi state chiedendo per quale motivo dobbiate essere ringraziati, non è che il nostro lavoro consista nello spaccare le pietre in miniera a mani nude e voi ci abbiate fatto recapitare dei martelli per agevolarci nel compito. In effetti no, e non è quello che avete fatto per noi, ma il nostro lavoro è raccontare il comparto funerario in Italia e vedere che questo racconto è passato ad interessare nel 2020 il 1.600% in più dei lettori rispetto al 2017, anno di nascita di Hermes. Sì, avete capito bene: il 1.600% in più. Se poi ci vogliamo aggiungere anche che la visualizzazione delle notizie ha avuto un incremento del 640%, ci fa capire che quello che stiamo facendo, forse, lo stiamo facendo bene, diventando un punto di riferimento per l’informazione sul settore funebre anche al di fuori degli addetti ai lavori, e nel nostro lavoro, come per la metafora della miniera è un po’ come avere ricevuto un martello per spaccare le pietre.
Un altro dato significativo è che l’età media dei nostri lettori è inferiore ai 40 anni. Unendo questo dato a quanto già citato, e cioè che la nostra comunicazione impatta anche al di fuori degli addetti ai lavori, ci fa pensare che il settore si stia evolvendo esercitando un potere attrattivo sulle nuove generazioni. E questa è un’ottima notizia sia per gli imprenditori del settore, sia per Federcofit e anche per noi.
Quindi lasciateci ancora ribadire il nostro sincero grazie e ci auguriamo di poter continuare ad interessarvi e informarvi. Noi di certo lavoreremo sempre al massimo per poterci riuscire.
P. Momo
SOCREM Torino: richieste di cremazione solo via e-mail
SOCREM Torino ha inviato una comunicazione relativa alla trasmissione delle richieste di cremazione all'Ufficio Decessi.
Il numero di fax 0112419345 non è più attivo, pertanto le richieste di cremazione devono essere trasmesse all'Ufficio Decessi esclusivamente tramite e-mail all'indirizzo: serviziodecessi@socremtorino.it.
Di seguito vi segnaliamo i link per scaricare i moduli nella versione editabile:
Indagata infermiera del Versilia: «Favori alle imprese funebri»
C’è una infermiera dell’ospedale Versilia nell’indagine della procura di Lucca, La donna, che è accusata di aver favorito delle imprese funebri, secondo gli inquirenti avrebbe avvisato due aziende locali di servizi funerari in merito ai decessi avvenuti nel nosocomio di Lido di Camaiore.
L’infermiera, si spiega negli atti, in concorso con altre persone, in parte ancora da identificare, avrebbe ricevuto denaro, e altri favori, per indirizzare i familiari delle persone decedute in ospedale alle pompe funebri in questione, addirittura, a volte, facendo loro firmare dei veri e propri contratti. L’inchiesta è partita a seguito di un esposto da parte di un familiare di un defunto, e la procura lucchese ipotizza il reato di corruzione.
Nell'attesa che dopo le notizie di stampa il procedimento prosegua speditamente, e nella coscienza che un'ipotesi d'accusa non è una condanna, Federcofit si attende indagini rigorose e un accertamento senza ombre di eventuali responsabilità: la Federazione è a fianco dei Cittadini e degli operatori seri e onesti che lavorano quotidianamente per offrire il loro servizio nella legalità.
La notizia su "Lucca in Diretta"
Da Treviglio all'Europa: interrogazione M5S/Verdi sulle emissioni dei forni crematori a Bruxelles
La vicenda del forno crematorio di Spino d'Adda (CR), fonte di una lunga contestazione da parte di un comitato NO-CREM locale, varca i confini e giunge sino al tavolo della Commissione Europea: un gruppo di parlamentari europei eletto nelle liste 5 Stelle e ora approdati ai Verdi [Eleonora Evi (Verts/ALE), Rosa D’Amato (Verts/ALE), Ignazio Corrao (Verts/ALE) Piernicola Pedicini (Verts/ALE)] ha sottoposto una interrogazione alla Commissione Europea sull’impatto ambientale dei forni crematori, privi di regolamenti uniformi a livello nazionale.
Il testo della interrogazione è il seguente:
“In Italia non esiste una normativa uniforme che regoli l’installazione degli impianti di cremazione e le loro emissioni, paragonabili a quelle prodotte dall’incenerimento di rifiuti. Ogni Regione stabilisce limiti specifici in relazione alla localizzazione dell’impianto e alla tecnologia adottata. In base al DPR 285/1990, i forni crematori vengono costruiti entro i recinti dei cimiteri e il progetto di costruzione è corredato da una relazione sulle caratteristiche ambientali del sito e tecnico-sanitarie dell’impianto e sui sistemi di tutela dell’aria.
La Legge 130/2001 prevede l’emanazione di un provvedimento interministeriale per definire le norme tecniche per la realizzazione degli impianti di cremazione rispetto ai limiti di emissione, agli ambienti tecnologici e ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione. Tale provvedimento non è mai stato emanato. In assenza di regole e limiti chiari si è sviluppata, in particolare nelle Marche e attraverso la finanza di progetto, una corsa all’installazione di crematori nei piccoli comuni attraverso l’occupazione di territori privi di pianificazione. Rischio analogo sussisterebbe in Lombardia, a seguito di iniziative regionali per lo sviluppo della rete degli impianti di cremazione. Alla luce di queste osservazioni, può la Commissione chiarire se intende armonizzare le normative in ambito cimiteriale e ambientale per i forni crematori?”.
Come detto, si tratta di un’interrogazione da parte di parlamentari europei provenienti dal M5S e approdati nel gruppo dei verdi europei. L’attenzione dei rappresentanti del M5S sui temi della cremazione e degli aspetti legati al possibile inquinamento è nota da tempo. Sarà interessante e, sicuramente molto importante, la eventuale risposta della Commissione.
Leggi questa notizia su "prima Treviglio"
Grosseto inaugura il crematorio, un ulteriore sbocco per la cremazione in Toscana
Si è tenuta il 21 gennaio 2021 l’inaugurazione ufficiale del nuovo Tempio Crematorio di Grosseto, edificato presso il Cimitero di Sterpeto, in via dell’Olocausto.
La struttura è stata realizzata dalla società Tempio Crematorio Grosseto srl, concessionaria della progettazione, costruzione e gestione dell’impianto ed appartenente al Gruppo Altair: con quello di Grosseto sono ben 18 gli impianti di cremazione italiani gestisti dal Gruppo ALTAIR.
L’impianto ha iniziato la propria attività, prima dell’inaugurazione, nel maggio 2020 ed oggi ha già superato le 1600 cremazioni.
Il crematorio, con un investimento di circa 3 milioni di euro, è dotato di una linea di cremazione tecnologicamente all’avanguardia, è dotato di due sale del commiato per il saluto al feretro ed architettonicamente presenta soluzioni molto interessanti.
“Di comune accordo con la società concessionaria – ha affermato il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna – abbiamo deciso di posticipare l’inaugurazione ufficiale della struttura privilegiando nel primo periodo l’operatività: i numeri registrati dalla gestione evidenziano come l’impianto di Grosseto abbia da subito risposto alla sempre maggiore richiesta da parte della popolazione ed abbia innegabilmente contribuito a supportare il sistema funerario che ha vissuto mesi di grande criticità.”
“Siamo convinti – afferma Paolo Zanghieri, legale rappresentante della società concessionaria – che il Tempio Crematorio di Grosseto possa divenire un punto di riferimento per una vasta area e possa offrire un servizio di eccellenza. Il nostro lavoro è quello di cercare di migliorare ogni giorno avendo ben presente la natura della nostra attività. Il nostro codice etico non transige sul rispetto per i famigliari, per i feretri, per la sicurezza e per l’ambiente.”
La durata della concessione di costruzione e gestione è 30 anni e al Comune viene riconosciuto un canone annuo pari al 13,13% dei ricavi e la tariffa applicata è scontata del 5,5% rispetto ai limiti annui stabiliti dall’apposito Decreto Ministeriale.
“Oggi la città di Grosseto conta su un servizio in più che consente alle famiglie che decidono di scegliere la cremazione di evitare lunghe trasferte alla ricerca di un impianto disponibile: i dati registrati nei primi mesi di attività – ha proseguito l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Grosseto, Riccardo Megale – confermano come la scelta cremazionista sia in grande crescita anche in città. Il contratto sottoscritto con la società consente al Comune il pieno controllo della gestione e particolare attenzione è stata posta agli aspetti ambientali ed alla qualità del servizio offerto.”
La notizia su "Grosseto Notizie"
La pagina sul sito del Gruppo ALTAIR
Roma: riunione della Commissione Ambiente sui cimiteri, qualcosa si muove?
Come riferiscono i giornali di oggi, giovedì 21 gennaio, ieri si è tenuta una importante riunione della Commissione Ambiente del Consiglio Comunale di Roma con la presenza di rappresentanti di AMA Spa, a partire dall’Amministratore Delegato dott. Zachis, e di organizzazioni sociali, CGIL, CISL, UIL E FEDERCOFIT. Per la nostra Federazione erano presenti, collegati via web, il Segretario Nazionale Caciolli ed il VicePresidente Nazionale Aquilini.
Il tema è stato quello dei cimiteri e della cremazione da tempo all’ordine del giorno nella Capitale per i problemi che rappresenta e per le incertezze e carenze marcate da parte del Comune e del Gestore.
La discussione ha affrontato i vari problemi sottostanti queste tematiche, dalla programmazione degli interventi sui cimiteri ed in particolare sul potenziamento degli impianti di cremazione (annunciata nel lontano 2017) alla contingenza attuale emersa con forza e grande chiarezza dalle indagini giornalistiche pubblicate in questi giorni.
Non ha destato particolare meraviglia la difesa espressa dall’Amministratore di AMA Spa sull’operato del gestore azzardando anche poco calzanti esempi con altre realtà cittadine, come quella di Milano, si deve, in ogni caso rilevare che nessun partecipante ha potuto né smentire, né sminuire la denuncia formulata dai rappresentanti di Federcofit sulla necessità assoluta, prima di ogni considerazione sugli interventi strutturali futuri, di adottare soluzioni atte ad accelerare il rilascio delle Autorizzazioni alla cremazione almeno alle 48 ore successive al decesso. all’emergenza di questi giorni non si può rispondere con le promesse che arriveranno a compimento, se tutto va bene, non prima di alcuni anni.
Tutti hanno fatto riferimento a questa necessità che deve vedere un coinvolgimento diretto degli uffici del comune: se non si modifica radicalmente il percorso burocratico delle domande e delle relative autorizzazioni, riportandole alla competenza diretta dell’Amministrazione Comunale, senza dover passare dagli uffici di AMA Spa, come dispone la Legge 130/2001 (la Legge sulla dispersione delle ceneri) e come si fa in tutti i comuni italiani, questo problema non sarà superato e si dovrà attendere la fine dell’epidemia per vedere un certo ritorno alla normalità, se tutto va bene. Non basta cioè, è stato sottolineato e speriamo sia compreso anche dalla Giunta Capitolina, eliminare il balzello degli € 253,00 per le cremazioni fuori Roma se si obbligano i feretri a sostare 30/40 giorni in quei lugubri depositi presso i cimiteri capitolini: non si possono lasciare le famiglie in ansietà per la conclusione di un servizio che conclude il commiato del proprio caro e, d’altro lato non si troverà né impresa funebre, né impianto di cremazione che opererà su un feretro pestilenziale.
Va da sé che la Federazione ha contestato anche la permanenza di un “diritto fisso” (quello sul trasporto di oltre € 177,00) dichiarato illegittimo da una nota sentenza della Corte Suprema che afferma “siano ancora ispirati ai principi precostituzionali e precomunitari della generalizzata privativa di ogni sorta di pubblici servizi”.
Ci auguriamo che questo rappresenti, finalmente un primo passo verso la soluzione di un problema non rinviabile al fine di dare a tutti i cittadini romani, e non soltanto ai famigliari che hanno la chance di arrivare entro i primi 200 della settimana a chiedere la cremazione del proprio caro.
Ovviamente, come abbiamo fatto in tutti questi mesi, Federcofit seguirà l’evolvere della situazione e non mancherà di fare sentire la propria voce per la soluzione di questi problemi, in rappresentanza degli interessi sia degli operatori romani sia delle famiglie vessate da queste disfunzioni pubbliche anche con la proposizione di ipotesi concrete di soluzione.
Circolare 818 su COVID e settore funebre: dubbi e problemi da risolvere
Il testo della Circolare può essere scaricato dal sito della Federazione www.federcofit.it nella pagina "legislazione nazionale".
Fuochi fatui: il disastro delle cremazioni romane su "Report"
A Roma le cremazioni sono in tilt. Più di mille salme sono in attesa, nei cimiteri, di essere cremate. Ama S.p.A., che ha in gestione i servizi cimiteriali, non sa più dove metterle: per questo vengono accatastate in luoghi non consoni come i depositi per gli automezzi del cimitero di Prima Porta. Eppure nel 2017 in una memoria, approvata dalla Giunta Raggi, era stato previsto tutto. Questo servizio trasmesso da "Report" (RAI 3) comprende anche un'intervista a Giovanni Caciolli.
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ADDIO 2020; IL 2021 CI ASSEGNA COMPITI IMPORTANTI CHE NON DEBBONO ESSERE DISATTESI
Anche il 2020 volge al termine. Anno, particolarmente difficile per tutto il Paese, che ha messo a dura prova anche il settore funebre con la virulenta diffusione della pandemia da coronavirus. Il 2020 lascia al Paese nel suo complesso ma anche alle nostre attività una pesante eredità per gli anni a venire.
La ripartenza, su cui tanto si discute, non sarà né facile, né spedita: si tratterà di ricostruire su basi nuove l’operare del Paese con valori ed attenzioni profondamente diversi dal passato. Non solo necessita un profondo ripensamento sui consumi (molla essenziale per la ripartenza di ogni economia moderna) ma sarà necessario rivedere l’impostazione degli stessi rapporti di lavoro (utilizzo di nuovi strumenti, lavoro a distanza, …) e reimpostare radicalmente il modo di funzionare dello Stato e, ormai è palese di fronte a tutti, della macchina della pubblica amministrazione.
Un bel compito per tutti da affrontare con la certezza che il Paese ha le potenzialità per riuscirci.
Anche al nostro settore si pone il compito di ripartire su basi nuove ed adeguate alle esigenze della società.
Chi pensasse che, tutto sommato, abbiamo evitato questa crisi e la pandemia non ci ha toccato, obnubilato dalla constatazione dell’aumento dei decessi e, quindi, del lavoro peccherebbe gravemente di superficialità.
E’ vero abbiamo passato mesi di lavoro particolarmente intenso sottoposti a carichi talvolta al limite della sopportazione; guai, però, a non vedere come la pandemia abbia trasformato i servizi funebri nel Paese ed abbia messo in discussione tradizionali modalità della loro esecuzione soffocando l’espressione del ricordo, della memoria e dell’ossequio. I funerali si sono avvicinati a funzioni di smaltimento di un rifiuto piuttosto che continuare ad essere espressione rituale del commiato di una comunità al caro defunto.
Stiamo vivendo una profonda trasformazione che richiede capacità e sforzi per rendere la crisi molla e base di rinnovamento e di sviluppo: questa la scommessa per Federcofit nell’anno del suo VIII° Congresso.
Anche la Federazione ha avuto i suoi seri problemi in questo anno difficile: l’impedimento a muoversi, il rallentamento di tutte le nostre attività, e, per non farci mancare niente, la necessità di rinnovare ulteriormente uno dei ruoli fondamentali della Federazione: il Segretario.
Abbiamo superato le difficoltà del 2020 e siamo determinati, con ancora maggiore impegno a superare l’anno futuro che dovrà essere decisivo per l’assetto di tutto il settore.
Nessuno può dimenticare che l’attuale legislatura si presenta come la più idonea al varo della Riforma della Funeraria Italiana. Mai, come in questa legislatura, si è determinata una oggettiva convergenza delle forze politiche di maggioranza e di minoranza su un testo di legge condiviso all’esame della Camera dei Deputati.
Sicuramente non sarà, come si suol dire, una passeggiata, ma sicuramente mai siamo stati così vicini al traguardo con il testo preparato dal gruppo ristretto della Commissione Parlamentare coordinato dalle On. Foscolo e Pini.
Tutti sanno quale è stato l’impegno di Federcofit per la Legge nazionale e molti hanno partecipato alle tante iniziative che nel corso degli anni la Federazione ha organizzato per realizzare questo obiettivo.
I passi avanti sono il frutto della diffusa e forte rappresentatività di Federcofit nel mondo della Funeraria; solo con il rafforzamento e la crescita di questa rappresentatività possiamo aumentare le chances di successo e di definitivo varo di una legge nazionale moderna ed idonea alla soddisfazione delle esigenze e dei bisogni dei cittadini italiani. Non è banale retorica, questa è la concreta realtà data dalla coerenza delle nostre posizioni e delle nostre battaglie.
La forza organizzativa di Federcofit deve crescere nell’interesse della categoria e di tutta la funeraria.
A tutti gli operatori di buona volontà, che credono nel proprio lavoro ed investono nelle proprie attività, chiedo non solo di rinnovare la propria adesione a Federcofit, ma anche di sollecitare il collega a fare altrettanto sicuri che Federcofit non ha tradito, fino ad oggi, e non tradirà, nel futuro, la fiducia riposta.
Gli impegni per il futuro sono tanti e gravosi; insieme con una Federcofit forte e rappresentativa ce la faremo.
A tutti un grande augurio di buone feste e che l’anno nuovo ci faccia raggiungere un assetto normativo adeguato alle nostre necessità.
Il Presidente Cristian Vergani
Torino: “emissione certificati on-line” possibile anche per gli Operatori Funebri
Il Comune di Torino ha varato un'importante e positiva innovazione, o meglio generalizzazione di una pratica riservata, fino ad oggi, a poche e selezionate categorie: avvocati, notai...
Si tratta della possibilità di emettere certificati on-line anche da parte di soggetti imprenditoriali, quali, nel nostro caso, gli operatori funebri a vantaggio dei loro assistiti, cioè le famiglie colpite da un lutto presso i propri uffici senza dover recarsi fisicamente presso gli uffici comunali.
Gli sportelli autorizzati dai Soggetti convenzionati possono stampare certificati anagrafici e di stato civile. Per tale servizio l’Operatore di Sportello (nel nostro caso l’operatore funebre) viene nominato Responsabile di trattamento dati personali da parte del Comune di Torino, in qualità di Titolare del trattamento.
Il Soggetto convenzionato dispone di un apposito programma che produce direttamente la stampa del certificato previo inserimento dei dati identificativi, tipo di certificato e motivo (uso) dello stesso.
Il sistema non consente la memorizzazione sul dispositivo dei dati inseriti, incluso il certificato emesso.
Il soggetto convenzionato ha sottoscritto le modalità di erogazione del servizio e gli obblighi cui attenersi, tra cui il rispetto della normativa e l’impegno alla riservatezza.
Fin qui la sintetica descrizione del servizio introdotto dal Comune di Torino (clic qui per scaricare il modulo per la "manifestazione di interesse").
Questa possibilità non è completamente nuova perché, come detto, già presente con alcune categorie particolari (avvocati, notai e similari); la novità molto importante sta nella possibilità di estenderla a numerosi altri soggetti tra i quali anche le attività funebri. Infatti nella Convenzione definita si recita:
Le seguenti definizioni fanno parte integrante e sostanziale del presente atto:
a) Soggetto convenzionato: è la persona fisica o giuridica che per convenzione con il Comune e per conto dello stesso offre agli utenti/clienti i servizi anagrafici online presso i locali ove svolge la propria attività economica, per il tramite di Sportelli dallo stesso autorizzati;
b) Sportello autorizzato: sono i locali dell’attività economica, autorizzati dal Comune e dal Soggetto convenzionato, dotati della strumentazione necessaria e presso i quali vengono erogati i servizi anagrafici online;
c) Operatore di sportello: è la persona fisica che, previa autenticazione al Portale comunale, rilascia le certificazioni online agli utenti presso ogni singolo sportello autorizzato. L’operatore di sportello riveste il ruolo di responsabile (esterno) del trattamento dati e assume gli obblighi previsti dalla presente Convenzione;
d) Servizio di certificazione online: è l’insieme dei servizi che, tramite collegamento al Portale Torino Facile permette, previa autenticazione e registrazione, la stampa di certificati anagrafici e di stato civile
La Convenzione (clic qui per il testo della convenzione) descrive obblighi delle parti e modalità per una durata di cinque anni con la definizione del corrispettivo massimo (€ 2,50 oltre al bollo di € 16,00 quando dovuto). L’annuncio della nuova possibilità può essere visionata con maggiori dettagli su www.comune.torino.it/anagrafe
Bloccate le cremazioni a Roma, impossibile cremare fuori città senza essere tartassati: appello al Prefetto
Il comunicato stampa di EFI, Federcofit e Feniof:
La questione è sul tavolo di AMA spa e del Comune da diverse settimane: consentire la cremazione in impianti di altre città per superare l’intasamento del crematorio romano dovuto non solo al consistente incremento della mortalità legata alla pandemia Covid-19, ma soprattutto ad una cattiva gestione cimiteriale ad opera del concessionario.
È noto che condizioni essenziali per lo sbocco sono la sospensione dei balzelli (oltre 430,00 Euro) imposti dall’amministrazione Capitolina, assurdi e di dubbia legittimità, e l’accelerazione delle Autorizzazioni, di competenza dell’Ufficiale di Stato Civile del comune, anche perché, dopo oltre 15 giorni di attesa nei depositi cimiteriali contravvenendo alle disposizioni emergenziali vigenti, il trasporto dei feretri rappresenta un gravissimo rischio per la salute pubblica.
Nonostante le assicurazioni fornite da AMA nel confronto con tutte le categorie interessate, dopo oltre 15 giorni assistiamo ancora ad un silenzio assordante da parte del Comune che dimostra così, per l’ennesima volta, di non tenere in alcuna considerazione le esigenze delle famiglie romane colpite da un lutto.
Di fronte a questo colpevole disinteresse dell’Amministrazione, le Associazioni Nazionali di categoria intendono denunciare pubblicamente il rischio che la situazione possa degenerare perché, nonostante l’impegno degli Operatori Funebri nel proporre ai dolenti soluzioni diverse dalla cremazione, gli stessi non accettano di rinunciare ad esaudire le volontà espresse in vita dai defunti.
Facciamo quindi appello all’Autorità Prefettizia perché vengano adottati anche nella Capitale provvedimenti volti a garantire, come accade in tutte le grandi città italiane, il rispetto dei diritti sanciti dalla Legge senza gravare ulteriormente sulle famiglie a causa dell’inettitudine e della inefficienza della pubblica amministrazione.
La lettera al Prefetto di Roma inviata dalle tre Federazioni:
Illustrissimo Signor Prefetto,
le scriventi Federazioni Nazionali, rappresentative dell’Imprenditoria Funeraria privata, intendono sottoporre alla sua attenzione la gravissima situazione in cui versano i cimiteri della Capitale.
Secondo le informazioni in nostro possesso, più di 1.500 feretri sono custoditi in deposito nell’attesa di essere avviati alla loro destinazione finale, sia essa inumazione, tumulazione o cremazione.
Tutto ciò a causa non solo della pandemia Covid-19, che ha comportato un aumento non troppo significativo del numero di decessi, ma della totale incapacità e dell’incoscienza di AMA spa nell’affrontare le problematiche funerarie della città, carenze già note da tempo e più volte denunciate pubblicamente dagli Operatori locali e dalle Organizzazioni Nazionali di categoria.
In questo particolare momento si rivela assolutamente necessario, per superare l’intasamento dell’impianto della Capitale, consentire la cremazione in altre città; condizioni essenziali perché ciò possa avvenire sono la sospensione dei balzelli (oltre 430,00 Euro) imposti dall’amministrazione Capitolina, assurdi e di dubbia legittimità, e l’accelerazione delle Autorizzazioni, di competenza dell’Ufficiale di Stato Civile del comune, anche perché, dopo oltre 15 giorni di attesa nei depositi cimiteriali contravvenendo alle disposizioni emergenziali vigenti, il trasporto dei feretri rappresenta un gravissimo rischio per la salute pubblica.
Nonostante le assicurazioni fornite da AMA nel confronto con tutte le categorie interessate, dopo oltre 15 giorni assistiamo ancora ad un silenzio assordante da parte del Comune di Roma che dimostra così, per l’ennesima volta, di non tenere in alcuna considerazione le esigenze delle famiglie romane colpite da un lutto.
E abbiamo timore che la situazione possa degenerare perché, nonostante l’impegno degli Operatori Funebri nel proporre ai dolenti soluzioni diverse dalla cremazione, gli stessi non accettano di rinunciare ad esaudire le volontà espresse in vita dai defunti.
Confidiamo quindi, illustrissimo Signor Prefetto, in un suo intervento atto a sollecitare alla Sindaca Raggi una immediata ed efficace azione risolutoria.
In attesa di un suo tempestivo riscontro, ci è gradita l’occasione per farle giungere l’augurio di buon lavoro e i più cordiali saluti.
EFI – Eccellenza Funeraria Italiana
il Presidente Nazionale
Gianni Gibellini
Federcofit
il Presidente Nazionale
Christian Vergani
Feniof
il Presidente Nazionale
Antonio Renato Miazzolo