Ancora scandali a Roma… cosa fare?

Alcuni giorni addietro un importante giornale romano, Il Messaggero, ha riportato le angosciate parole di un cittadino truffato in modo orrendo nel trattamento dei resti mortali della propria madre. Il giornale racconta che dopo il decesso della signora, il 15 maggio 2019, si sarebbe atteso fino al 26 dicembre, a detta di un operatore funebre mascalzone, per procedere alla cremazione: altro che code e ingolfamento…

L’urna è stata consegnata alla famiglia il 27 dicembre ed è stata deposta presso la tomba del marito al Verano, forse il più importante cimitero italiano. Sono commoventi le parole di ossequio e di affetto, virgolettate dal giornale, espresse da quest’uomo nei confronti delle ceneri della madre.

Poi l’amara sorpresa svelata da una comunicazione del gestore del cimitero “Prima Porta”, sede del crematorio, cioè di AMA: la madre non è stata cremata, ma sepolta perché chi di dovere non ha adempiuto agli obblighi (il pagamento) connessi alla cremazione; ne consegue che dentro l’urna non vi erano le ceneri, ma terra. E questa amara sorpresa si conferma prelevando l’urna dalla tomba dove era stata deposta. Fin qui la cruda cronaca del giornale.

Scandali sulle cremazioni se ne sono visti diversi, nel nostro Paese, l’ultimo a Biella, ma così ingegnosi ed articolati, mai.

Ci auguriamo che le indagini chiariscano in fretta ogni aspetto di questa tormentata vicenda e assicurino alla giustizia i responsabili, in primis l’operatore funebre, di questa odiosissima truffa.

Vogliamo anche rassicurare la pubblica opinione che le regole che disciplinano il trattamento dei defunti, dal momento della morte alla collocazione finale nel cimitero, emanate dallo Stato Italiano sono tali da evitare questi “scandali”, non si spiegherebbe altrimenti le tasse di cremazione, inumazione ecc. ecc. in capo ai cittadini romani pagate regolarmente dalla stragrande maggioranza delle imprese funebri romane e laziali che svolgono quotidianamente un lavoro serio, professionale e soprattutto tempestivo! Consegnando alle famiglie dolenti tutti gli adempimenti assolti.

Rimane da capire chi abbia armato la mano di questi mascalzoni?

Come si può verificare che una salma rimanga in sosta per ben sette mesi in camera mortuaria attendendo la propria cremazione, senza tutele igienico sanitarie applicate al feretro, avvallando così la realizzazione pratiche illecite di questi mascalzoni?

Per poi inumarla avvisando i familiari solo ad inumazione effettuata con la richiesta della tassa di inumazione.

Se oltretutto la tumulazione dell’urna fosse avvenuta con modalità “autonoma”, deduciamo che da questi ed altri fatti di cronaca recente, chiunque possa accedere nei cimiteri capitolini gestiti da AMA, facendo ciò che vuole in barba ad ogni possibile regolamento ed eludendo qualsivoglia controllo.

Fa piacere che AMA spa offra la propria collaborazione alle indagini; vogliamo sperare che lo faccia con il primario obiettivo di fare finalmente pulizia, in primis, al proprio interno!

Altro capitolo spinoso riguarda le Federazioni di settore delle imprese funebri virtuose, le quali sono quindici anni che richiedono a gran voce a Regione Lazio, una legge regionale che regolamenti il settore funerario e tuteli le famiglie introducendo requisiti necessari e doverosi per esercitare questa delicata professione.

Abbiamo fatto lunghe anticamere, promesse vane e perdite di tempo lasciando il Lazio come ultima regione d’Italia priva di normativa funeraria. Condizione abbastanza imbarazzante.

Ai cittadini romani, vittime impotenti ed inconsapevoli di questi soprusi, diciamo non tanto di stare attenti prima di affidare i propri cari al primo operatore funebre che si presenta, ma, piuttosto, di richiedere le documentazioni del caso (ho pagato la cremazione… voglio la documentazione del comune… e via andando) perché gli operatori corretti, e sono per fortuna la grande maggioranza, sono i primi a praticare una corretta trasparenza. Quelli scorretti, purtroppo, cercheranno di nascondere tutto!


Forni crematori in Italia: la guida 2020

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

Inizia un percorso di informazione, doveroso per l’organo di informazione di Federcofit, che fa affidamento e raccoglie, rendendole di facile consultazione, le informazioni che sono presenti sui canali di informazione e che sono fornite via via dagli stessi gestori dei singoli impianti.

clic sulla località per aprire la scheda

Sono in caricamento diversi altri crematori.
Periodicamente HERMES FUNERARIA riprenderà la trattazione di queste informazioni e documentazioni utili ai lettori ed agli operatori funebri, per aggiornare le informazioni e per dare conto delle nuove strutture che si realizzeranno: già da oggi si dà conto della prossima apertura del Crematorio di Grosseto da parte di ALTAIR.

Clic qui per scaricare il PDF del database con i forni crematori in Italia (aggiornamento marzo 2020).

 

L'immagine è stata modificata da una foto tratta dal sito di DFW Europe

Le sepolture solitarie nei giorni del virus

Morti soli, senza funerale “Ho molti decessi, non posso rispondere”, è stata la risposta alla prima telefonata a un impresario di pompe funebri di Milano. La seconda si è rivelata del tutto diversa. A rispondere è stato Valeriano Cacciola, titolare di Fontanili e Merli che spiega che l’incremento delle chiamate dovute all’emergenza sanitaria è stato notevole, si è passati da “una o due chiamate al giorno” ante Coronavirus “alle quattro o cinque. In particolare giovedì 26 marzo, le chiamate sono state otto”. Cacciola, incontrandoci, precisa che i dati più attendibili sono quelli della Protezione Civile e che quanto riferisce riguarda esclusivamente la sua azienda. Anche nel suo settore, il primo punto fondamentale – spiega – è la scarsità dei materiali di protezione individuale, soprattutto le mascherine ffp2 che sembrano essere introvabili. Come per molti operatori a rischio, anche in questo caso, i deceduti si trovano spesso in ospedali o in case di riposo, luoghi in cui è necessario entrare indossando tutto ciò che è necessario per non contrarre l’infezione ma si tratta, spiega Cacciola, di “dispositivi che dobbiamo centellinare e che stiamo finendo”.

Nel caso in cui il decesso avvenga in abitazione la relazione con i parenti del defunto e il dubbio sulla causa di morte possono rappresentare un ostacolo. Al riguardo, Cacciola spiega che il primo problema è che in molti casi “non si sa se il defunto sia Covid positivo o no.” Anche le “relazioni con i parenti sono un rischio. Ormai tentiamo di fare tutto al telefono o su WhatsApp o via mail, per evitare di entrare in contatto con troppe persone.” Molto spesso, infatti, i parenti del deceduto sono ricoverati perché anche loro positivi al virus o si trovano in quarantena anche se asintomatici e, per questo motivo, non possono uscire. I funerali non si possono fare e di solito solo un massimo di quattro persone può seguire l’inumazione o la tumulazione. “C’è il frate o il cappellano del cimitero per la benedizione, nel caso in cui sia richiesta, e per rendere partecipi i parenti abbiamo iniziato a chiamare con il cellulare, via WhatsApp, così che possano in qualche modo assistere. Oppure facciamo dei video. In modo che resti almeno un ricordo. Senza un funerale, senza la possibilità di un commiato è come se la morte non fosse mai accaduta. La sensazione è che la persona se ne sia solo andata. È una cosa dilaniante – sottolinea Cacciola –. I parenti non possono vedere il loro caro. Quando viene ricoverato in struttura e poi muore, muore solo. E da solo viene portato in camera mortuaria. Sono cambiate anche le procedure: la salma non viene vestita, ma messa in un apposito sacco di plastica poi, sigillato, e poi nella cassa. A quel punto viene portato al cimitero per la sepoltura o al forno per la cremazione, per chi l’ha richiesta, e le ceneri vengono tumulate.” Così seguiamo Cacciola nelle fasi dell'inumazione di un’urna cineraria al cimitero di Chiaravalle.

Un’operazione eseguita senza parenti, senza funzione, senza parole: è stata una fine in silenzio.

 

L'articolo sulle pagine "9colonne.it"

 


Procedure operative per il Comparto funerario nella “FASE 2 - COVID-19”

Federcofit ha preparato un documento contenente un insieme di suggerimenti di procedure operative da applicare alla “Fase 2 - Covid-19” a seguito dell’ultimo DPCM emesso in data 27 aprile 2020.

Quanto di seguito indicato è ovviamente suscettibile di modifiche ed integrazioni in base a quanto verrà successivamente disposto da ulteriori provvedimenti/circolari da parte degli enti governativi e dalle Regioni nonché in conseguenza del pronunciamento della CEI.

Viene reintrodotta l’esecuzione del servizio funebre con la partecipazione di parenti di primo grado (figli e genitori) e quelli di secondo grado (fratelli, sorelle, nipoti e nonni) e naturalmente i coniugi, per un numero massimo di 15 persone e sempre nel rispetto delle rigorose distanze interpersonali.

Troverete nelle procedure preparate da Federcofit:

1 IMPRESE FUNEBRI e CENTRI SERVIZIO 
1.1 Indicazioni comportamentali:
1.2 Procedure decessi in abitazione:
1.3 Procedure decessi in abitazione:
1.4 Indicazioni strutturali:
1.5 Risorse umane:
1.6 Igiene e sanificazioni:
2 CASE FUNERARIE 

Per ottenere il documento è sufficiente contattare la Segreteria della Federazione, scrivendo a: info@federcofit.eu 


NUOVO Protocollo sulle misure di sicurezza della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro

Venerdì 24 aprile 2020, è stato integrato il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 14 marzo 2020 su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, che avevano promosso l’incontro tra le parti sociali.

E' possibile scaricare il protocollo facendo clic su questo collegamento.


Il Papa prega per quanti svolgono servizi funebri, Federcofit Lo ringrazia.

Papa Francesco ha presieduto la Messa a Casa Santa Marta (video integrale) nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Marco evangelista. Nell’introduzione, ha rivolto il suo pensiero a quanti svolgono in questo periodo i servizi funebri.

Preghiamo insieme oggi per le persone che svolgono servizi funebri. È tanto doloroso, tanto triste quello che fanno, e sentono il dolore di questa pandemia così vicino. Preghiamo per loro.

 

Gli Operatori commossi da questo pensiero del Papa, hanno voluto scrivere una lettera:

Caro Francesco...

È proprio così che intendiamo rivolgerci al Santo Padre Papa Francesco, nello stesso modo in cui ci rivolgeremmo ad una persona a noi vicina e cara.
Quale meraviglia stamane nel sentirti chiedere di pregare per noi ”imprese funebri” sempre più spesso dimenticate, bistrattate e ignorate...
Quale stupore udirti parlare di noi come “coloro che fanno qualcosa di così doloroso, triste e che sentono il dolore di questa pandemia”.

È proprio vero, dopo gli operatori sanitari siamo noi che tocchiamo con mano la disperazione delle famiglie che non hanno potuto dare l’ultimo saluto al proprio Caro.
Ognuno, al termine di questa pandemia, potrà tornare al proprio lavoro,  riabbracciare la propria famiglia e potrà fare ritorno nella terra in cui vive; queste famiglie invece non potranno più occuparsi del proprio caro durante la malattia e concedergli  l’ultimo saluto come avrebbero voluto veramente farlo.
Questa emergenza ci ha portato via un’intera generazione: i “nostri nonni”; i quali hanno ricostruito la nostra nazione e che oggi abbiamo visto andare via avvolti da un misero lenzuolo invece che dagli abbracci delle persone care.

Ad affrontare questo difficile momento non siamo soli, a darci la forza ci sono i nostri Parroci, che hanno continuato ad essere più che mai vicini alle proprie comunità, i nostri eroici dottori e infermieri che hanno anteposto la cura alla loro stessa sicurezza e non per ultimo, l'indispensabile, doveroso ed instancabile lavoro delle imprese funebri.
Un Grazie, Francesco da parte di tutte le imprese funebri italiane.

Cristian, Riccardo, tutti i dirigenti e soci di Federcofit.
Un ringraziamento speciale a Vittoria


Funerali con 30 persone? sì, ma anche no...

Come spesso accade in questo drammatico periodo pandemico, la corsa ad accaparrarsi il premio del più veloce interprete delle disposizioni governative, può generare notizie confuse non propriamente precise, come ad esempio il limite massimo di 30 partecipanti per i funerali. In alcuni casi può essere il numero corretto, in altri casi il numero massimo di partecipanti può essere superiore o addirittura inferiore, dipende tutto dalle dimensioni del luogo di culto e dalla capienza massima individuata dal legale rappresentante dell’ente come specificato di seguito negli stralci relativi alle funzioni religiose del DPCM del 13 ottobre 2020 e dell’allegato 1 del medesimo DPCM.

L’ultima precisazione che terremmo a sottoporvi e che il più recente DPCM del 18 ottobre 2020 ha apportato delle modifiche al precedente DPCM del 13 ottobre 2020, ma non modifica quanto specificato relativamente alle funzioni religiose.

In conclusione, per quanto riguarda il nostro settore, nulla è cambiato!

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13 ottobre 2020

Art.1 Comma 6.
Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull'intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure:

o) l'accesso ai luoghi di culto avviene con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilita' di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;

p) le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni di cui agli allegati da 1 a 7;

 

L’ Allegato 1 “Protocollo con la Conferenza Episcopale Italiana circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo” cita:

1.2 Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell'ente individua la capienza massima dell'edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.

1.3 L'accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/o collaboratori che - indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento - favoriscono l'accesso e l'uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l'ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche.

1.4 Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno 1,5 metro, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all'entrata da quelli riservati all'uscita. Durante l'entrata e l'uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate.

1.5 Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine.

1.6 Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C.

1.7 Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l'accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.

La CEI continua specificando:

4 Adeguata comunicazione

4.1 Sarà cura di ogni Ordinario rendere noto i contenuti del presente Protocollo attraverso le modalità che assicurino la migliore diffusione.

4.2 All'ingresso di ogni chiesa sarà affisso un manifesto con le indicazioni essenziali, tra le quali non dovranno mancare: 4.1.1 il numero massimo di partecipanti consentito in relazione alla capienza dell'edificio; 4.1.2 il divieto di ingresso per chi presenta sintomi influenzali/respiratori, temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5° C o e' stato in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti; 4.1.3 l'obbligo di rispettare sempre nell'accedere alla chiesa il mantenimento della distanza di sicurezza, l'osservanza di regole di igiene delle mani, l'uso di idonei dispositivi di protezione personale, a partire da una mascherina che copra naso e bocca.

5 Altri suggerimenti 5.1 Ove il luogo di culto non è idoneo al rispetto delle indicazioni del presente Protocollo, l'Ordinario del luogo può valutare la possibilità di celebrazioni all'aperto, assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria.

P. Momo


Federcofit scrive alla Ministra dell'Interno

Illustrissima Ministra dell’Interno
LUCIANA LAMORGESE

Milano il 24 aprile 2020
Prot. 134-2020
Oggetto: future indicazioni per lo svolgimento in sicurezza delle funzioni religiose.

Federcofit, Federazione del Comparto Funerario Italiano, è un’Associazione Nazionale di Categoria che rappresenta e tutela gli interessi sia delle imprese funebri in tutto il paese che delle famiglie colpite dall’evento lutto.
Apprendiamo, tramite comunicazioni media, che siano all’esame future indicazioni legate ad una “fase due” in merito alla parziale riapertura nei confronti dello svolgimento dei servizi funebri.
Federcofit, accoglie favorevolmente questa linea di pensiero in quanto, questa incredibile vicenda ha ricondotto l’evento del decesso in una condizione che inevitabilmente porterà future conseguenze sulla corretta elaborazione del lutto nei confronti delle persone che ci hanno lasciato in questa terribile vicenda emergenziale.
Una possibile graduale riapertura, consentendo di tornare a celebrare i funerali nel rispetto delle condizioni di sicurezza alla sola presenza degli stretti congiunti, consentirebbe alle famiglie di poter, comunque, salutare degnamente il proprio caro.
Tutta questa vicenda legata alla fase Covid-19, ha portato a considerare le persone decedute come fossero “svanite” nel nulla, non essendo stato possibile assisterle né durante le fasi di ricovero, né durante l’ultimo saluto.

Ringraziamo Lei Illustrissimo Ministro, per aver prestato attenzione ad una condizione tanto sensibile quanto spesso ignorata come quella del servizio funebre.
L’occasione ci è gradita per augurarLe un buon lavoro.

 

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Il Segretario Riccardo Salvalaggio si è dimesso

In questi giorni il Segretario Riccardo Salvalaggio ha presentato le proprie dimissioni irrevocabili per motivi personali al Presidente della Federazione Cristian Vergani.

Le sollecitazioni a ripensare a questa scelta non hanno avuto successo.

Il Presidente, pur non condividendo la scelta fatta e dispiaciuto di questa decisione, insieme alla Presidenza della Federazione, formula a Riccardo gli auguri migliori per il suo futuro.

La Presidenza assume, quindi, le responsabilità dell’organizzazione della Federazione chiedendo al Vicepresidente Caciolli un impegno particolare in questi prossimi mesi.

Nonostante questa importante perdita la federazione continuerà ad operare come ha sempre fatto con il massimo impegno ed efficacia, assicurando  i propri soci che tutti gli impegni attivati saranno portati avanti con la attenzione necessaria sia a livello nazionale, come la Legge attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, sia a livello regionale nelle singole realtà territoriali, quelli relativi alle disposizioni di legge come in Liguria e nella Calabria, quelli sui temi organizzativi, come i processi riorganizzativi avviati nella Campania ed in molte altre regioni, quelli, infine, sugli impegni di presenza pubblica di Federcofit nei momenti fieristici dei prossimi mesi quali Tanexpo, Memoria o le iniziative promosse dalle nostre strutture regionali.

Gli impegni della Federazione proseguiranno con la celebrazione del nostro prossimo Congresso, a tre anni da quello di Firenze, che si terrà nel prossimo giugno e di cui discuterà il prossimo Consiglio Nazionale.

La Presidenza curerà l’individuazione di una figura, capace di sostituire il Segretario dimissionario, che dovrà iniziare il proprio impegno con la celebrazione del prossimo Congresso Nazionale di Federcofit.

Il Presidente Cristian Vergani


COVID e FUNERALI: una proposta concreta per aiutare le famiglie

Illustrissimo
Prof. Avv. Giuseppe CONTE
Presidente del Consiglio
Palazzo Chigi

Illustrissimo
Onorevole Roberto SPERANZA
Ministro della Salute

Illustrissimo
Prof. Roberto GUALTIERI
Ministro dell’Economia e delle Finanze

 

Roma, 21 aprile 2020.  Prot. 131/2020
OGGETTO: proposta di contributo economico a sostegno delle famiglie dei deceduti in periodo
lockdown Italia.

Illustrissimo Presidente, Illustrissimi Ministri!
Le scriventi Federazioni, che rappresentano gran parte dell’Imprenditoria Funeraria del nostro Paese, viste le enormi difficoltà alle quali l’intera comunità nazionale deve far fronte a causa dell’attuale emergenza epidemiologica, chiedono che possiate valutare la possibilità di introdurre un aiuto di natura economica anche nei confronti delle famiglie colpite da un lutto in questo tormentato periodo.
Prevedere un contributo una tantum o un credito di imposta per una cifra individuata nell’ordine di Euro 1.000,00 si rivelerebbe una grande ed efficace dimostrazione di vicinanza e di sostegno da parte dello Stato nei confronti di coloro i quali hanno dovuto affrontare una spesa straordinaria legata ad un evento improvviso e realizzato per di più in condizioni psicologicamente al limite del decoro e coinvolgerebbe i circa 23.000 decessi (dato del 20 aprile) registrati dall’inizio di febbraio.
Auspicando che tale istanza possa essere accolta favorevolmente, ringraziamo per l’attenzione che vorrete dedicarci, auguriamo buon lavoro e salutiamo con viva cordialità.

EFI – Eccellenza Funeraria Italiana
il Presidente Nazionale
Gianni Gibellini

Federcofit
il Presidente Nazionale
Cristian Vergani

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Caronte Federcofit Giovanni Caciolli

Funeraria a Roma e nel Lazio: non ci manca proprio niente

La cronaca degli scandali intorno alla funeraria a Roma e nel Lazio si arricchisce di ulteriori elementi.

È ancora fresca la memoria degli scandali “cimiteriali” con la consegna di urne ceneri piene di terra ecc. cui si aggiunge, oggi, anche la protesta di quelle donne coinvolte, senza alcun consenso, nella sepoltura di “prodotti abortivi”.

Ancora non si hanno risposte relative al termine dell’appalto provvisorio della gestione delle Camere mortuarie approvato circa due anni or sono da ASL Roma1, che doveva durare un solo anno, termine da tempo superato, per predisporre soluzioni in linea con le proposte della Giunta Zingaretti relative alla “reinternalizzazione della gestione dei servizi funerari da parte delle strutture sanitarie”.

Oggi siamo di fronte ad un altro scandalo, non nella città di Roma ma a Sora, in provincia di Frosinone, con l’operazione delle forze dell’ordine “REQUIEM – ULTIMATUM AL CRIMINE” che ha visto gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Frosinone congiuntamente ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, coordinati dalla D.D.A. di Roma, dare esecuzione a numerose misure cautelari personali e reali in diverse città del centro-sud Italia, nelle province di Frosinone, Napoli e L’Aquila, nei confronti di appartenenti a due diversi sodalizi criminali operanti nel settore dello spaccio di stupefacenti e nella commissione di reati tributari, riciclaggio ed estorsione, collegati con attività funebri.

Infatti si apprende dagli organi di informazione che “in particolare, i vertici gestivano anche un’attività di pompe funebri che si era ingrandita velocemente, ascesa che era stata possibile grazie ai guadagni dell’illecito traffico di sostanze stupefacenti - quantificati in oltre 9.000 euro su base settimanale - che venivano successivamente reimpiegati anche nell’attività dell’azienda funebre, la quale poteva così offrire a bassissimo costo servizi con auto di lusso, peraltro senza adempiere agli obblighi di presentazione delle dichiarazioni fiscali. L’obiettivo era quello di monopolizzare il mercato delle pompe funebri, mettendo economicamente in ginocchio le attività preesistenti e cercando di vincere la resistenza dei concorrenti con gravi atti intimidatori. Nello scorso mese di maggio, infatti, i tre destinatari del provvedimento di fermo che è stato eseguito contestualmente alle odierne ordinanze di custodia cautelare, hanno fatto rinvenire di fronte all’ingresso di un esercizio di pompe funebri una testa di maiale, gesto dalle chiare connotazioni mafiose.”.

Certo “non ci facciamo mancare proprio niente” a Roma e nel Lazio.

Un plauso, quindi e prima di tutto, alle forze dell’ordine per il loro intervento a tutela dei cittadini e dei tanti operatori onesti che vedono le proprie attività trascinate in una pessima opinione da queste organizzazioni malavitose.

Ogni operazione tesa a fare emergere il “marcio” ed a colpire rigorosamente reati, prepotenze ed abusi è “benedetta”.

Non si può, però, sottacere una elementare considerazione: cosa si aspetta ad intervenire organicamente sul settore per adeguare le norme e ridefinire le regole come è stato fatto in tutte le Regioni italiane?

Non si realizzeranno miracoli ma, sicuramente, si potrà frenare o fermare quel degrado, sempre più preoccupante, cui assistiamo da tempo nella Capitale del paese e nella Regione Lazio.

Caro Presidente Zingaretti, la Sua è, ormai, l’ultima Regione che negli ultimi 20 anni, dopo la modifica costituzionale del Capo V della Costituzione, non ha varato alcuna disposizione sulla materia. Forse si aspetta l’“araba fenice” di una legge nazionale tanto invocata quanto disattesa?

Se così fosse ci si assumerebbe una pesante responsabilità perché al peggio non c’è mai fine come dimostrano i fatti.

Siamo molto preoccupati, Presidente, che si marci speditamente, nella funeraria romana e laziale, verso una situazione  deteriorata a tal punto da non essere più recuperabile con danni gravissimi per le famiglie colpite da un lutto e per i tanti operatori che non lesinano volontà e risorse per lavorare “bene” ma che avranno armi spuntate contro il degrado e la progressiva assenza di regole e controlli facile terreno per la prepotenza e il “disordine” e… la malavita. Federcofit c’è e ci sarà sempre di fronte ad una Sua sollecitazione per dare il proprio contributo alla soluzione dei problemi.


Le agenzie funebri: in prima linea per dare conforto nell’emergenza

Un'intera pagina, due articoli dedicati da "il Centro - Pescara" domenica 19 aprile alla realtà delle onoranze funebri.

 

Le agenzie funebri: in prima linea per dare conforto nell’emergenza

I titolari spiegano come è cambiato il loro lavoro con il Covid: «Ci trema l’anima in certe situazioni» La difficoltà nel reperire i dispositivi di protezione aumenta il timore per il rischio di restare contagiati