Forni crematori in Italia: Pavia

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, presentiamo su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

c/o Cimitero Maggiore, Via San Giovannino, 27100 Pavia

Tel.-Fax: 0382412816; 0382412817; 0382412826

TARIFFE CREMAZIONE

Resti mortali, parti anatomiche, salme indecomposte non residenti € 350,00
Salma non residenti € 460,00
Salma residenti € 250,00

clic qui per tornare all'elenco completo dei crematori italiani

Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

Clic qui per scaricare il PDF del database con i forni crematori in Italia (aggiornamento marzo 2020).


Concessioni cimiteriali perpetue ADDIO !!!

Il 7 luglio 2020 il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia (sentenza n° 565/2020)  ha accolto il ricorso da parte del Comune di Palermo in merito ad un contenzioso che intendeva revocare una concessione cimiteriale rilasciata in origine con scadenza perpetua.
Questo pronunciamento ha stabilito che  le disposizioni dell’art. 92 del d.P.R. n. 285/1990 possano ricomprendere anche le concessioni cimiteriali perpetue consolidando il concetto che possano essere revocate da parte del Comune purché siano presenti le seguenti condizioni:
  • devono essere trascorsi almeno 50 anni dall'ultima tumulazione nella concessione;
  • il cimitero versi in gravi situazioni di indisponibilità di concessioni rispetto alle reali esigenze dell'utenza;
  • le concessioni revocabili siano state rilasciate anteriormente al 21 ottobre 1975 data in cui è entrato in vigore il Decreto del Presidente della Repubblica n. 803.
Il passaggio saliente è il seguente:
“Le concessioni previste dall’art. 90 sono a tempo determinato e di durata non superiore a 99 anni, salvo rinnovo.
Le concessioni a tempo determinato di durata eventualmente eccedente i 99 anni, rilasciate anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica 21 ottobre 1975, n. 803, possono essere revocate, quando siano trascorsi 50 anni dalla tumulazione dell’ultima salma, ove si verifichi una grave situazione di insufficienza del cimitero rispetto al fabbisogno del comune e non sia possibile provvedere tempestivamente all’ampliamento o alla costruzione di nuovo cimitero. Tutte le concessioni si estinguono con la soppressione del cimitero, salvo quando disposto nell’art. 98”.

clic qui per scaricare la sentenza n° 565/2020


Palazzo Regione Lombardia

Covid19, nuove ordinanze per ‘Fase 2’: Regione Lombardia

Il presidente della Regione LombardiaAttilio Fontana, ha firmato nuove ordinanze (la n.537 del 30 aprile, "assorbita" dalla n. 539 del 3 maggio, e la n.538 del 30 aprile) che stabiliscono specifiche indicazioni per la ‘fase 2’ del coronavirus valide per la Lombardia dal 4 al 17 maggio, ad integrazione delle norme nazionali previste dal DPCM del 26 aprile.
È confermato l’obbligo dell’uso delle mascherine o di altri indumenti utili a coprire naso e bocca e vengono emanate alcune disposizioni per i mercati all’aperto, per il commercio al dettaglio e per altre attività economiche.

La seconda ordinanza (la n. 538) sul trasporto pubblico locale prevede indicazioni per:

  • regolare il distanziamento e introdurre l’obbligo di utilizzare guanti e mascherine a bordo dei mezzi, nelle stazioni e nelle fermate;
  • minimizzare le possibilità di assembramento nei principali interscambi;
  • ripristinare progressivamente il numero delle corse alla frequenza “pre-emergenza” sull’intero territorio regionale.

clic qui per scaricare l'ordinanza 538 (trasporto passeggeri)

clic qui per scaricare l'ordinanza 539 (igiene e sanità) che "assorbe" l'ordinanza 537

Disposizioni valide in Lombardia dal 4 al 17 maggio:

Mascherine

In Lombardia è sempre obbligatorio indossare la mascherina, o un qualsiasi altro indumento a protezione di naso e bocca, quando ci si trova al di fuori della propria abitazione.  La mascherina non è obbligatoria per i bambini fino ai sei anni, per i portatori di forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e per le persone che interagiscono con loro.

Commercio al dettaglio

L’accesso alle attività commerciali al dettaglio è consentito ad un solo componente per nucleo familiare, fatta eccezione per la necessità di recare con sé minori, disabili o anziani.  Gli esercenti devono mettere a disposizione dei clienti guanti monouso e idonee soluzioni idroalcoliche per le mani prima dell’accesso all’esercizio. Ai gestori di ipermercati, supermercati e discount di alimentari si raccomanda di rilevare la temperatura corporea sia dei clienti che del personale, prima di autorizzare l’accesso: chi ha una temperatura superiore a 37,5°C dovrà fare ritorno alla propria abitazione, limitare al massimo i contatti sociali e contattare il proprio medico curante.

Mercati

I comuni possono riaprire uno o più mercati scoperti presenti sul proprio territorio per la vendita di prodotti alimentari, a patto che garantiscano l’osservanza delle misure di prevenzione igienico-sanitaria e di sicurezza previste nell’ordinanza. I mercati coperti possono aprire, per la vendita dei prodotti compresi nelle merceologie consentite, a condizione che il Sindaco del comune di riferimento adotti e faccia osservare un piano per ogni specifico mercato.
Restano sospese le sagre e le attività di vendita dei prodotti non alimentari nei mercati scoperti.

Altre attività economiche

È consentita la prosecuzione dell’attività per gli alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero ed è consentita l’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali da compagnia, purché il servizio venga svolto per appuntamento senza contatto diretto tra le persone.
I concessionari di slot machines devono bloccarle.  Gli esercenti devono disattivare monitor e televisori di giochi, a prescindere dalla tipologia di esercizio in cui tali apparecchi sono presenti, che prevedono puntate accompagnate dalla visione dell’evento anche in forma virtuale, in modo da impedire la permanenza degli avventori per motivi di gioco all’interno dei locali.

Misure di sicurezza per il trasporto pubblico locale valide in Lombardia dal 4 maggio al 31 agosto

Le nuove misure di sicurezza previste dall’ordinanza regionale si applicano su tutti i servizi di trasporto pubblico (treni regionali, metropolitane, autobus, filobus, tram, funivie e servizio di navigazione sul lago di Iseo) e non di linea (taxi e NCC) e hanno validità per tutti i passeggeri e gli operatori di trasporto del territorio regionale.

  • A bordo dei mezzi di trasporto pubblico è obbligatorio l’utilizzo di guanti e mascherine. È cura del passeggero procurarsi guanti e mascherine e indossarli correttamente dal momento in cui entra in stazione, sosta alle fermate o banchine, si accoda per salire sui mezzi, al momento in cui si allontana.
  • I sedili da non utilizzare sono contrassegnati da segnali ben visibili;
  • Igienizzazione, sanificazione e disinfezione dei mezzi, infrastrutture e stazioni vengono effettuate almeno una volta al giorno;
  • Gli ascensori della metropolitana e delle stazioni ferroviarie sono destinati in via prioritaria alle persone a ridotta mobilità;
  • È sempre consentito il trasporto di monopattini, biciclette pieghevoli e altri dispositivi di micromobilità elettrica.

Fontana: fiducia nel senso responsabilità personale dei lombardi

“Affrontiamo la ‘Fase2’ del coronavirus con la nuova ordinanza – ha spiegato il presidente Fontana – e con la certezza che, ancora una volta, la responsabilità personale dei cittadini, unita al montaggio stringente dei segnali sanitari, ci consentirà di affrontare in sicurezza questa nuova tappa per arrivare poi alla nuova normalità”.

clic qui per scaricare l'ordinanza 538 (trasporto passeggeri)

clic qui per scaricare l'ordinanza 539 (igiene e sanità) che "assorbe" l'ordinanza 537

 

 

************************************************************

Di seguito le indicazioni per i cittadini previste dal DPCM del 26 aprile valide dal 4 al 17 maggio:

Spostamenti

Sono consentiti gli spostamenti dovuti a comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. Dal 4 maggio è possibile recarsi in visita dai congiunti (cioè parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili) purché venga sempre rispettato il divieto di creare assembramenti anche all’interno delle abitazioni, mantenendo il distanziamento di sicurezza e utilizzando mascherine o altre protezioni per le vie respiratorie.
Rimangono vietati i trasferimenti in altre regioni, salvo che per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute oppure per assoluta urgenza. È in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Durante gli spostamenti sarà sempre necessario portare con sé l’autocertificazione. Le persone sottoposte a quarantena, o che hanno sintomi da infezione respiratoria o febbre maggiore di 37.5° C, devono assolutamente rimanere presso il proprio domicilio.

Attività motoria

È consentito svolgere attività motoria o passeggiate all’aperto senza più il vincolo di rimanere entro il raggio di 200 metri dalla propria abitazione. L’attività può essere svolta solo individualmente, oppure con un accompagnatore nel caso di minori o persone non completamente autosufficienti, rispettando sempre la distanza di sicurezza dalle altre persone. Parchi e giardini possono essere aperti e accessibili, ma non è consentito svolgere attività di natura ludica o ricreativa all’aperto; pertanto le aree attrezzate per il gioco dei bambini rimangono chiuse.

Allenamenti per gli atleti

Sono consentiti gli allenamenti per gli atleti riconosciuti di interesse nazionale dal CONI, CIP e dalle rispettive federazioni. Gli allenamenti devono avvenire nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e a porte chiuse.

Bar, ristoranti, ristorazione solo in take away

Le attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie rimangono sospese, ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Le attività di ristorazione potranno effettuare vendita da asporto e di consegna a domicilio. Il consumo non deve avvenire all’interno del locale, né al suo esterno devono formarsi assembramenti in cui non si rispetta la distanza fra le persone.

Attività produttive

Confermato il calendario delle ripartenze delle attività produttive. Dal 27 aprile sono ripartite le aziende ritenute strategiche dedite ad attività di export e i cantieri dell’edilizia pubblica (cantieri relativi a scuole, istituti penitenziari, edilizia residenziale pubblica e interventi contro il dissesto r idro-geologico) con richiesta di autorizzazione in deroga ai Prefetti. Dal 4 maggio ripartono le attività di manifattura, costruzioni e commercio all’ingrosso, indicate nel dettaglio nell’allegato n.3 del DPCM.
Le imprese che riprenderanno la loro attività a partire dal 4 maggio possono svolgere tutte le attività propedeutiche alla riapertura in sicurezza già a partire dal 27 aprile.
Le attività devono rispettare le norme di sicurezza previste dai Protocolli sottoscritti tra le parti sociali, pena la sospensione dell’attività. I Protocolli regolano, tra le altre cose, le normative da rispettare per l’ingresso in azienda e nei cantieri, la sanificazione straordinaria negli spazi comuni, la sorveglianza sanitaria, l’organizzazione di aziende e cantieri e il distanziamento tra dipendenti.
Le attività produttive che rimangono sospese possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza oppure in lavoro agile.

Funerali

Dal 4 maggio possono essere nuovamente celebrati i funerali, ma soltanto alla presenza di parenti di primo o secondo grado per un massimo 15 persone. Le funzioni vanno svolte possibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza tra le altre persone.


Distanziamento durante le funzioni funebri: si può stare più vicini, ma non con tutti e si torna a cantare!

Il 12 agosto 2020 il Ministero dell’Interno ha emanato una ulteriore circolare relativa alle funzioni religiose in generale e di conseguenza anche alle funzioni funebri con oggetto: “Emergenza epidemiologica da covid-19. Protocollo con la Conferenza episcopale italiana. Celebrazioni liturgiche con la partecipazione dei fedeli. Quesiti posti dalla Conferenza episcopale italiana”.

La circolare è stata emanata su sollecitazione della CEI e chiarisce che:

“…sulla base degli attuali indici epidemiologici, è possibile la reintroduzione dei cori e dei cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali e in particolare il distanziamento di almeno 2 metri.”.

Continua specificando:

“Durante lo svolgimento delle funzioni religiose non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi e/o svolgono vita sociale in comune.”

P. Momo

 

clic qui per scaricare la nuova circolare sulle funzioni religiose


Forni crematori in Italia: Spinea (VE)

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

c/o Civico Cimitero Via Matteotti 115 30038 Spinea VE

TARIFFE

DESCRIZIONE TARIFFA IVA TOTALE
Cremazione salma € 512,63 € 112,78 € 625,41
Cremazione resti mortali € 410,11 € 90,22 € 500,33
Cremazione parti anatomiche € 384,47 € 84,58 € 469,05
Cremazione resti ossei (indistinti da ossario com. - cassa max. 65 kg) € 410,11 € 90,22 € 500,33
Cremazione resti ossei identificati € 180,14 € 39,63 € 219,77
Cremazione feti/prodotti del concepimento € 170,88 € 37,59 € 208,47
Supplemento cremazione salma con rivestimento zinco interno € 251,00 € 55,22 € 306,22
Supplemento cremazione resto mortale con rivestimento zinco interno € 251,00 € 55,22 € 306,22
Supplemento cremazione resto mortale con traslazione per rimozione zinco € 180,72 € 39,76 € 220,48
Supplemento cremazione con rivestimento zinco da effettuare in giornata € 120,48 € 26,51 € 146,99
Supplemento rimozione e successivo smaltimento rivestimento zinco esterno € 160,64 € 35,34 € 195,98
Ora operaio € 47,03 € 10,35 € 57,38
Utilizzo sala commiato (90 minuti) € 100,40 € 22,09 € 122,49
Sosta cella frigorifera (tariffa giornaliera) € 30,12 € 6,63 € 36,75

clic qui per tornare all'elenco completo dei crematori italiani

Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

Clic qui per scaricare il PDF del database con i forni crematori in Italia (aggiornamento marzo 2020).


Caronte Federcofit Giovanni Caciolli

Sulle critiche alla Corte costituzionale che ha respinto l’impugnativa del Governo

Il riposo estivo, più o meno meritato, è finito e si riprende il cammino interrotto o rallentato nelle ferie agostane.

Come è naturale uno dei primi impegni è la ricognizione delle opinioni espresse in questo periodo per riprendere, come dire, una consuetudine con i temi al centro della nostra attenzione. Tra le voci considerate in questa ricognizione non poteva mancare “funerali.org”, la nota rubrica di euro-act voce del mondo Sefit, rubrica tradizionalmente informata sul mondo della funeraria italiana.

Ci hanno colpito le considerazioni particolarmente critiche sulla sentenza della Cassazione in merito all’impugnativa del Governo Giallo-Verde (mantenuta anche dal successivo Governo Giallo-Rosso) contro la Legge Lombarda sulle questioni funebri e cimiteriali.

Al di là del giudizio sulla Corte Costituzionale, pavida e poco coraggiosa, giudizio impegnativo anche se legittimo (le sentenze si rispettano ma si possono criticare si rispettano) mi hanno colpito due elementi sottolineati dall’estensore.

Prima di tutto il rimprovero alla Corte di non avere, essa stessa, dettato le regole normative attraverso una certosina scelta delle cose buone e rigetto delle cose non buone quasi che la Corte fosse Organo legislativo al pari del Parlamento o dei Consigli regionali eletti a suffragio universale.

Infatti, dice il nostro, non solo la Corte non ha avuto il coraggio di, come dire, “esporsi”, ma, a dimostrazione di questa tesi, la Corte Costituzionale non si è espressa nel “MERITO” delle questioni sollevate dall’impugnativa rifugiandosi classicamente “in corner” “e noi tutti abbiamo perso un’altra occasione buona, per rimettere le cose a posto, dopo continue scorribande dei consigli regionali.”

E qui vi è il secondo elemento che colpisce nell’analisi espressa da “funerali.org” su cui tornerò.

Ma è proprio vero che la Corte non è entrata nel merito, come comodamente si tenta di liquidare?

Non direi proprio; la Corte, al di là dei giudizi assolutamente liquidatori sulla diligenza delle formulazioni dell’impugnativa del Governo, ci dice due cose essenziali: prima di tutto le Leggi regionali non sono scorribande ma hanno valore costituzionale pieno perché, nelle competenze costituzionali, sono norme di rango superiore a quelle del DPR 285/90 (a meno che qualcuno non voglia rifarsi alle leggi di quasi cento anni addietro, quelle degli anni trenta) ed, in secondo luogo, i contenuti delle disposizioni regionali, almeno per quanto riguarda la Lombardia, rispondono ai dettati costituzionali e non sollevano elementi di riserva. Si tratta incontestabilmente di contenuti, non di forma, e contenuti significativi anche per il futuro delle normative regionali.

Il secondo elemento che colpisce nello scritti di “funerali.org” è la ginnastica liquidatoria verso l’operato delle Regioni; il susseguirsi di espressioni quali “il far west regionale”, “continue scorribande dei consigli regionali”,allegra sarabanda, ove tutti possono allegramente cantar vittoria”,orgia legislativa sconclusionata, sconnessa e ferale” fanno parte di un linguaggio che non lascia alcun scampo quasi che il nostro rappresenti il massimo fior fiore dei costituzionalisti nell’esprimere questi giudizi.

Lungi da voler entrare nel merito di queste valutazioni se non per consigliare di guardarsi allo specchio, almeno qualche volta, e tirarsi qualche bel ceffone per senso di equilibrata autocritica.

Il dato incontestabile degli ultimi trent’anni della funeraria italiana è che le poche possibilità di innovazione e di rinnovo e qualificazione del settore, in tutti i suoi aspetti, lo si deve esclusivamente, purtroppo o per fortuna, alle normative regionali che, almeno nel primo decennio di questo secolo, si sono ispirate ad una ipotesi di nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria (anni 2000/2001) non andata in porto per gli effetti della Modifica della Costituzione Italiana del 2001.

Certo rimane irrisolta, dopo 20 anni da quel tentativo, la necessità di una Legge Nazionale. Non siamo nostalgici del “compianto DdL Vaccari”, che continuiamo a considerare proposta partigiana, sbagliata ed irrealizzabile, abbiamo fatto proposte e condiviso formulazioni attualmente all’esame del Parlamento, abbiamo partecipato ai vari tavoli portando le nostre posizioni e proposte, …. convinti da tempo che il potere di veto in un settore articolato come la funeraria e con interessi poco occulti ma particolarmente frammentati possono continuare ad impedire progressi concreti in questa direzione.

Il fatto, mi si permetta, che si continui, nonostante tutto, da parte del mondo “funerali.org” a manifestare una critica totalmente liquidatoria e senz’appello verso le posizioni diverse dalle proprie non aiuta sicuramente la ricomposizione di un quadro sufficientemente unitario per perseguire l’obiettivo conclamato da tutti.

Caronte


Forni crematori in Italia: Udine

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, presentiamo su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

c/o Cimitero Urbano di San Vito, Via Martini 2 39100 Udine

tel. Fax: 0432271228; 0432271229; 0432271218.

Tariffe servizi di cremazione

Del. Giuntale n. 658 dd. 13/12/2018

CREMAZIONE  
cadavere € 511,6
resti mortali € 409,28
parti anatomiche riconoscibili € 383,7
feti e prodotti del concepimento € 170,53
Dispersione ceneri  
tariffa una tantum € 206,71

clic qui per tornare all'elenco completo dei crematori italiani

Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

Clic qui per scaricare il PDF del database con i forni crematori in Italia (aggiornamento marzo 2020).


Possibile nuova ondata di COVID-19 attesa in autunno. Nuovamente ignorato il comparto funebre

Il Governo si prepara alla possibilità che dall’autunno potrebbero tornare ad aumentare i casi di positività al Covid-19 e lo fa tramite il ministero della Salute che  l’11 agosto 2020 ha emanato la circolare “Elementi di preparazione e risposta a COVID-19 nella stagione autunno-invernale”, predisposta dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il ministero della Salute e il Coordinamento delle Regioni e Province Autonome. Alla circolare è allegato un dossier che prevede quattro piani di azione relativi ai quattro possibili scenari individuati che, come indicato nella circolare inviata alle Regioni, «forniscono elementi generali per rafforzare la preparazione e la risposta e fronteggiare in modo ottimale un eventuale aumento nel numero di nuove infezioni da SARS-CoV-2 nella stagione autunno-inverno 2020-2021 in base a possibili scenari futuri», spiega il documento inviato alle Regioni, contente una serie di schede per valutare la risposta sanitaria.
Anche in questo caso però, come già successo precedentemente, non si fa nessun riferimento all’aspetto Funebre, cimiteriale e necroscopico. Gli scenari possibili ipotizzati in autunno, come detto, sono 4: si va dal primo con «Situazione sostanzialmente invariata rispetto ad oggi», al secondo stadio ovvero «Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario»; il terzo scenario è «Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario», da ultimo invece lo scenario dove «Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5».
Ad ogni scenario sono previste diverse azioni di contenimento che nel caso più pessimistico e drammatico potrebbe portare al «trasferimento interregionale dei pazienti» o anche all’«adattamento a scopo di ricovero di strutture che in ordinario non sono adibite a tale utilizzo».
Il documento, dopo aver strutturato nel dettaglio i vari rischi per la tenuta del sistema sanitario nazionale, contiene una checklist per le Regioni in modo da valutare il livello di preparazione dei rispettivi sistemi regionali.

P. Momo

clic qui per scaricare la circolare 11 agosto 2020 (PDF)


Pescara: Federcofit chiede sospensione tasse cimiteriali e protocolli per le salme COVID

Sospensione delle tasse cimiteriali e protocolli condivisi per le salme da Coronavirus, le richieste di Federcofit

Sospensione delle tasse cimiteriali e protocolli condivisi per le salme da Coronavirus, le richieste di Federcofit

Accade in molti Comuni d`Abruzzo, sebbene non in tutti con Pescara che, ad esempio, ha optato per la dilazione di pagamento

Sospensione delle tasse cimiteriali e protocolli condivisi per le salme da Coronavirus, le richieste di Federcofit

Nessuna sospensione per le tasse cimiteriali, né per quella d`ingresso né per quella sui diritti di tumulazione e se, in tempo di pandemia, non sei stato abbastanza previdente da comprarti un loculo, o una concessione per la sepoltura, anche in questa circostanza bisogna pagare subito.
Accade in molti Comuni d`Abruzzo, sebbene non in tutti con Pescara che, ad esempio, ha optato per la dilazione di pagamento.

A raccontarlo all'Agenzia Dire è Pierpaolo Di Rocco, presidente della Federcofit Abruzzo, associazione che riunisce attorno a sé molte delle onoranze funebri del territorio.

Di Rocco lancia un appello etico e sociale, passando per la denuncia di una situazione che pesa soprattutto sulle famiglie e, di conseguenza, sulle aziende funebri. Spesso, spiega, sono loro ad anticipare le tasse cimiteriali, raccontando anche uno spiacevole episodio che lo ha visto protagonista con un Comune del pescarese del quale Di Rocco, "per rispetto del difficile momento" non vuole citare. "Non è il momento di fare polemiche. Ci siamo occupati di un funerale. Il giorno dopo dal Comune ho ricevuto una mail di sollecito di pagamento, con la famiglia, in quarantena, che in realtà aveva già pagato. Ho chiesto loro di girarmi la distinta di pagamento e l'ho inviata io all'amministrazione. I Comuni e alcune ditte appaltatrici che gestiscono i cimiteri - prosegue - al posto di pensare ad alleviare il problema, ne creano". Per questo, spiega, la Federcofit nazionale, con il sostegno di quella regionale, ha chiesto di inserire nella legge nazionale, la legge Foscolo, di far tornare in capo alla famiglia la scelta su chi deve occuparsi delle tumulazioni, uscendo "dal regime di monopolio attuale che fa capo alle ditte appaltatrici".

Un problema economico, dunque, ma anche e soprattutto etico dove a fronte di qualcuno che incassa, ci sono le famiglie che, a causa della crisi imposta dalla pandemia, hanno visto diminuire le entrate e che, soprattutto, si trovano a vivere un lutto inatteso che, con il distanziamento sociale, si fa ancora più fatica a elaborare. Per Di Rocco la categoria è stata "abbandonata" sotto molteplici aspetti compreso quello sanitario, per il quale chiede si intervenga in termini di tutela. "C'è una circolare ministeriale che parla di come intervenire sulle salme Covid che su quelle sospette, ma non esiste un protocollo condiviso", come confermano all'agenzia Dire anche due associati Federcofit, Pierluigi Di Zio che le onoranze funebri le ha a Loreto Aprutino ed Emidio De Florentiis che opera invece su Pescara. "Il Dpcm - sottolinea Di Rocco - è stato indirizzato ai medici curanti, ai dentisti. A tutte le categorie: l`unica a cui non è stato indirizzato quella delle pompe funebri". Un problema di gestione procedurale che si fa sentire soprattutto quando si tratta di decessi avvenuti tra le mura domestiche. "Dicono che dobbiamo consultarci con il medico curante per sapere se la persona aveva dei sintomi compatibili con il Coronavirus - aggiunge -. Peccato che il 70% dei medici curanti non hanno il buon senso di rispondere dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina a fronte di quel 30% che, invece, meriterebbero un encomio. E io come faccio a sapere se la persona o un parente che è lì è stato o meno contagiato? Anche noi abbiamo un incarico di pubblico servizio, ma siamo gli unici che si stanno dando fare in silenzio sopportando anche gli eccessi della burocrazia". Problema nel problema quello dei dispositivi di protezione individuale che, confermano tutti, ognuno si è dovuto procurare da solo. "La Federcofit è riuscita a prenderne - conclude Di Rocco -, ma solo a blocchi di 100 e a un costo di 9.97 l`una".

Leggi l'articolo su "il Pescara"

Legge ligure sulla funeraria: scomposta reazione del no-profit

INCOMPRENSIBILE ACCODAMENTO DI IMPORTANTI COMPONENTI POLITICHE

Colpisce la scomposta reazione dalla Pubblica Assistenza di La Spezia contro l’approvazione delle Legge della Regione Liguria sulla funeraria.

Prima di tutto perché da lungo tempo la proposta di legge è stata presente nella competente Commissione Consiliare e nessuno può dire, od avanzare solo il sospetto, che sia stata approvata all’insaputa di tutti ed in qualche segreta stanza, in secondo luogo perché le disposizioni contenute, ed oggetto delle scomposte reazioni, sono state approvate dalla grande maggioranza delle Regioni italiane, a partire dalla democraticissima Emilia Romagna, nel lontano 2005, alle, più recenti, Sardegna, Basilicata, per citare le più recenti, governate, al momento dell’approvazione, da maggioranze di centro-sinistra, per non parlare delle modifiche apportate dalla Regione Lombardia, tra l’altro passate anche al vaglio dalla Cassazione dopo l’impugnativa del Governo.

Certo è comprensibile, anche se assolutamente non condivisibile, che l’associazione spezzina si lamenti per la caduta di assurdi privilegi di cui hanno goduto fino ad oggi: l’assenza di oneri fiscali derivanti dagli utili di attività universalmente riconosciute come “attività imprenditoriali”.

La norma ligure, come le tante norme regionali approvate, riconosce l’attività funebre come “attività imprenditoriale” e, conseguentemente, esercitabile da soggetti imprenditoriali: si tratta di riconoscimento “universale” che non può essere ridotto, se non con qualche marcato elemento di malafede, a “privilegio per il privato”, né può essere collocato al di fuori delle elementari condizioni di una “corretta concorrenza”.

Si afferma, se abbiamo ben compreso, che la legge mette in discussione trenta lavoratori, con le rispettive famiglie; significa, allora, che una importante azienda funebre con ben trenta dipendenti (nel settore funebre aziende con trenta dipendenti si contano sulle punta di due o tre mani, non di più), come la pubblica assistenza di La Spezia, vive e mantiene occupati ben trenta addetti perché può usufruire dei vantaggi fiscali riconosciuti alle attività On-lus e, quindi perché evade dalla corretta concorrenza necessaria in un paese civile.

Come hanno fatto molte organizzazioni On-lus di varie regioni, anche in Liguria si proceda ad istituire strutture societarie “regolari”, come suggerisce la norma approvata; ne seguirà, come testimoniano molte associazioni, un beneficio importante per tutti perché ci si misurerà con il “mercato funebre” facendo leva sulla professionalità e sulle capacità imprenditoriali.

Certo, se le rimostranze della Pubblica Assistenza possono essere perdonate stante la caduta di privilegi sicuramente utili alla vita di questa organizzazione, ma ugualmente inaccettabili, meno comprensibili sono le posizioni, bassamente e strumentalmente elettoralistiche di “politici” quasi accorsi (un po’ tardivamente) al capezzale di un moribondo.

Le norme liguri sottolineano la natura professionale ed imprenditoriale delle attività funebri e, nel rispetto delle segnalazioni e dello spirito degli interventi dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, definiscono le incompatibilità rispetto a queste attività al fine di evitare il costituirsi di posizioni dominanti sul “mercato funebre”. Queste incompatibilità valgono per tutti gli operatori in ugual misura, operatori privati ed operatori cosiddetti no-profit. Se gli operatori privati in gran parte del territorio nazionale sono obbligati a “separazioni societarie” o soluzioni analoghe, sicuramente dolorose, per tutelare corrette condizioni di concorrenza (che vanno sempre a vantaggio degli utenti) senza dover “svendere” rami di azienda od attività diventate “incompatibili”, non si comprende perché da tali obblighi debbano essere esentati gli operatori no-profit o, più genericamente, le On-lus.

Le On-lus, organizzazioni di prestigio e di grande utilità sociale, si trovano di fronte ad un importante passaggio perché rappresenta una grande opportunità di crescita professionale delle loro attività: strutturare le loro attività funebri in termini assolutamente paritari con gli altri operatori e, conseguentemente, rinunciando a quegli “sconti” che creano sia impropri vantaggi, sia minore qualità nei servizi offerti, puntare sulle leve di successo della funeraria, qualità e professionalità, puntualità e rispetto, rappresenta la vera prospettiva per tutti gli operatori, privati, “pubblici” e “sociali”.

Cristian Vergani
Presidente nazionale Federcofit


Forni crematori in Italia: Bra (CN)

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, presentiamo su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

Piazzale Boglione n. 2/A - 12042 Bra (CN)
Telefono: 0172-421627 / 430023 Fax: 0172-424130
Email: coincresrl@legalmail.it

TARIFFE CREMAZIONE

Euro 430,00 + IVA tariffa in vigore dall’aprile 2019 al Tempio di Bra COINCRE srl

Euro 361,00 + IVA tariffa per i cittadini residenti a Bra, Alba, Borgo San Dalmazzo, Centallo, Ceva, Cuneo, Fossano, Grinzane Cavour, Marene, Mondovì, Saluzzo, Savigliano, Torre San Giorgio, Comuni consorziati con la ex CO.IN.CRE

Con la tariffa di cremazione, senza costi aggiuntivi il servizio di COINCRE srl comprende:

  • Urna in materiale semplice
  • Cerimonia di Commiato a cura del cerimoniere, personalizzabile secondo le richieste dei congiunti
  • Cerimonia di Consegna Ceneri a cura del cerimoniere, personalizzabile secondo le richieste dei congiunti
  • Utilizzo della Sala del Commiato e della Sala delle Memoria per lo svolgimento delle cerimonie

Per informazioni: Ufficio di segreteria tel. 0172 421 627

clic qui per tornare all'elenco completo dei crematori italiani

Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

Clic qui per scaricare il PDF del database con i forni crematori in Italia (aggiornamento marzo 2020).


ISTAT: statistiche di cremazione, mortalità e sepoltura per l’anno 2019

Pubblicati i dati relativi al 2019 su cremazioni, mortalità e sepolture, che indicano una sostanziale stabilità dei decessi e confermano la tendenza oramai consolidata alla crescita delle cremazioni, un fenomeno ampiamente maggioritario nel Nord Italia e meno diffuso nel resto della Penisola, ma ovunque in crescita.

L’ISTAT ha certificato 634.432 decessi nel 2019, pari ad un tasso di mortalità del 10,51‰ sulla popolazione residente (2018 = 10,5‰)(2017 = 10,7‰)(2016 = 10,1‰)(2015 = 10,7‰)( 2014 = 9,8‰)( 2013 = 10,0‰).

 

I numeri delle cremazioni

2019

confronto con 2018

confronto con 2017
impianti di cremazione autorizzati e operanti in Italia

85

83 (+2,3%)

79 (+5,6%)

cremazioni di cadaveri

194.669

183.146 (+11.523 = +6,29%)

170.903
(+7,31%)

cremazioni di resti mortali

38.305

37.538
(+767 = +2,04%)

36.425
(+3,05%)

totale cremazioni

232.974

220.684
(+12.290  = +5,56%)

207.328
(+6,44%)

 

Le cremazioni riguardano quasi un terzo dei decessi

Con 194.669 cremazioni nel 2019, questo metodo rappresenta il 30,68% del totale (+1,75%, rispetto al 2018).

In particolare:

2019

confronto con 2018

confronto con 2017

inumazioni di feretri

119.401
(18,82%)

19,10%

33,00%

tumulazioni di feretri

320.362
(50,50%)

51,97%

42,69%

cremazioni di feretri

194.669
(30,68%)

28,93% 24,31%

 

Media di cremazioni per singolo impianto:

2019

confronto con 2018

confronto con 2017

Cremazione di cadaveri

2.290

2.207 (+3,76%)

2.163 (+2,03%)

Cremazione di resti mortali

451

452 (-0,22%)

461 (-1,99%)

Cremazioni totali medie per impianto

2.741

2.659 (+3,08%)

2.624 (+1,33%)

 

Al quarto posto in Europa

Come sappiamo esiste una grande differenza tra aree territoriali, e tali dati interessano prevalentemente le città metropolitane, collocando di fatto l’Italia al quarto posto per numero di cremazioni eseguite in Europa (dopo Gran Bretagna, Germania e Francia).

 

Le cremazioni crescono al Nord e al Sud

Costante crescita della domanda di cremazione al Nord (che ha una maggiore presenza di impianti), dove le autorizzazioni date per la costruzione di nuovi crematori sono superiori alle necessità e vengono rafforzati gli impianti con la messa in opera di nuove linee.

Al Centro si registra un sostanziale stallo.

Ingente domanda di cremazione al Sud motivata anche dalla carenza di posti feretro. Nel 2018 le cremazioni provenienti da Sicilia, Calabria e in parte dalla Puglia venivano eseguite da impianti siti in Campania, ora, con una diversa disponibilità di impianti e la creazione di servizi per trasporto feretri sono aumentate significativamente quelle in Puglia e Calabria. Avvio di numerose pratiche per la realizzazione di nuovi impianti nel Sud Italia.