Possibile nuova ondata di COVID-19 attesa in autunno. Nuovamente ignorato il comparto funebre

Il Governo si prepara alla possibilità che dall’autunno potrebbero tornare ad aumentare i casi di positività al Covid-19 e lo fa tramite il ministero della Salute che  l’11 agosto 2020 ha emanato la circolare “Elementi di preparazione e risposta a COVID-19 nella stagione autunno-invernale”, predisposta dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il ministero della Salute e il Coordinamento delle Regioni e Province Autonome. Alla circolare è allegato un dossier che prevede quattro piani di azione relativi ai quattro possibili scenari individuati che, come indicato nella circolare inviata alle Regioni, «forniscono elementi generali per rafforzare la preparazione e la risposta e fronteggiare in modo ottimale un eventuale aumento nel numero di nuove infezioni da SARS-CoV-2 nella stagione autunno-inverno 2020-2021 in base a possibili scenari futuri», spiega il documento inviato alle Regioni, contente una serie di schede per valutare la risposta sanitaria.
Anche in questo caso però, come già successo precedentemente, non si fa nessun riferimento all’aspetto Funebre, cimiteriale e necroscopico. Gli scenari possibili ipotizzati in autunno, come detto, sono 4: si va dal primo con «Situazione sostanzialmente invariata rispetto ad oggi», al secondo stadio ovvero «Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario»; il terzo scenario è «Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario», da ultimo invece lo scenario dove «Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5».
Ad ogni scenario sono previste diverse azioni di contenimento che nel caso più pessimistico e drammatico potrebbe portare al «trasferimento interregionale dei pazienti» o anche all’«adattamento a scopo di ricovero di strutture che in ordinario non sono adibite a tale utilizzo».
Il documento, dopo aver strutturato nel dettaglio i vari rischi per la tenuta del sistema sanitario nazionale, contiene una checklist per le Regioni in modo da valutare il livello di preparazione dei rispettivi sistemi regionali.

P. Momo

clic qui per scaricare la circolare 11 agosto 2020 (PDF)


Pescara: Federcofit chiede sospensione tasse cimiteriali e protocolli per le salme COVID

Sospensione delle tasse cimiteriali e protocolli condivisi per le salme da Coronavirus, le richieste di Federcofit

Sospensione delle tasse cimiteriali e protocolli condivisi per le salme da Coronavirus, le richieste di Federcofit

Accade in molti Comuni d`Abruzzo, sebbene non in tutti con Pescara che, ad esempio, ha optato per la dilazione di pagamento

Sospensione delle tasse cimiteriali e protocolli condivisi per le salme da Coronavirus, le richieste di Federcofit

Nessuna sospensione per le tasse cimiteriali, né per quella d`ingresso né per quella sui diritti di tumulazione e se, in tempo di pandemia, non sei stato abbastanza previdente da comprarti un loculo, o una concessione per la sepoltura, anche in questa circostanza bisogna pagare subito.
Accade in molti Comuni d`Abruzzo, sebbene non in tutti con Pescara che, ad esempio, ha optato per la dilazione di pagamento.

A raccontarlo all'Agenzia Dire è Pierpaolo Di Rocco, presidente della Federcofit Abruzzo, associazione che riunisce attorno a sé molte delle onoranze funebri del territorio.

Di Rocco lancia un appello etico e sociale, passando per la denuncia di una situazione che pesa soprattutto sulle famiglie e, di conseguenza, sulle aziende funebri. Spesso, spiega, sono loro ad anticipare le tasse cimiteriali, raccontando anche uno spiacevole episodio che lo ha visto protagonista con un Comune del pescarese del quale Di Rocco, "per rispetto del difficile momento" non vuole citare. "Non è il momento di fare polemiche. Ci siamo occupati di un funerale. Il giorno dopo dal Comune ho ricevuto una mail di sollecito di pagamento, con la famiglia, in quarantena, che in realtà aveva già pagato. Ho chiesto loro di girarmi la distinta di pagamento e l'ho inviata io all'amministrazione. I Comuni e alcune ditte appaltatrici che gestiscono i cimiteri - prosegue - al posto di pensare ad alleviare il problema, ne creano". Per questo, spiega, la Federcofit nazionale, con il sostegno di quella regionale, ha chiesto di inserire nella legge nazionale, la legge Foscolo, di far tornare in capo alla famiglia la scelta su chi deve occuparsi delle tumulazioni, uscendo "dal regime di monopolio attuale che fa capo alle ditte appaltatrici".

Un problema economico, dunque, ma anche e soprattutto etico dove a fronte di qualcuno che incassa, ci sono le famiglie che, a causa della crisi imposta dalla pandemia, hanno visto diminuire le entrate e che, soprattutto, si trovano a vivere un lutto inatteso che, con il distanziamento sociale, si fa ancora più fatica a elaborare. Per Di Rocco la categoria è stata "abbandonata" sotto molteplici aspetti compreso quello sanitario, per il quale chiede si intervenga in termini di tutela. "C'è una circolare ministeriale che parla di come intervenire sulle salme Covid che su quelle sospette, ma non esiste un protocollo condiviso", come confermano all'agenzia Dire anche due associati Federcofit, Pierluigi Di Zio che le onoranze funebri le ha a Loreto Aprutino ed Emidio De Florentiis che opera invece su Pescara. "Il Dpcm - sottolinea Di Rocco - è stato indirizzato ai medici curanti, ai dentisti. A tutte le categorie: l`unica a cui non è stato indirizzato quella delle pompe funebri". Un problema di gestione procedurale che si fa sentire soprattutto quando si tratta di decessi avvenuti tra le mura domestiche. "Dicono che dobbiamo consultarci con il medico curante per sapere se la persona aveva dei sintomi compatibili con il Coronavirus - aggiunge -. Peccato che il 70% dei medici curanti non hanno il buon senso di rispondere dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina a fronte di quel 30% che, invece, meriterebbero un encomio. E io come faccio a sapere se la persona o un parente che è lì è stato o meno contagiato? Anche noi abbiamo un incarico di pubblico servizio, ma siamo gli unici che si stanno dando fare in silenzio sopportando anche gli eccessi della burocrazia". Problema nel problema quello dei dispositivi di protezione individuale che, confermano tutti, ognuno si è dovuto procurare da solo. "La Federcofit è riuscita a prenderne - conclude Di Rocco -, ma solo a blocchi di 100 e a un costo di 9.97 l`una".

Leggi l'articolo su "il Pescara"

Legge ligure sulla funeraria: scomposta reazione del no-profit

INCOMPRENSIBILE ACCODAMENTO DI IMPORTANTI COMPONENTI POLITICHE

Colpisce la scomposta reazione dalla Pubblica Assistenza di La Spezia contro l’approvazione delle Legge della Regione Liguria sulla funeraria.

Prima di tutto perché da lungo tempo la proposta di legge è stata presente nella competente Commissione Consiliare e nessuno può dire, od avanzare solo il sospetto, che sia stata approvata all’insaputa di tutti ed in qualche segreta stanza, in secondo luogo perché le disposizioni contenute, ed oggetto delle scomposte reazioni, sono state approvate dalla grande maggioranza delle Regioni italiane, a partire dalla democraticissima Emilia Romagna, nel lontano 2005, alle, più recenti, Sardegna, Basilicata, per citare le più recenti, governate, al momento dell’approvazione, da maggioranze di centro-sinistra, per non parlare delle modifiche apportate dalla Regione Lombardia, tra l’altro passate anche al vaglio dalla Cassazione dopo l’impugnativa del Governo.

Certo è comprensibile, anche se assolutamente non condivisibile, che l’associazione spezzina si lamenti per la caduta di assurdi privilegi di cui hanno goduto fino ad oggi: l’assenza di oneri fiscali derivanti dagli utili di attività universalmente riconosciute come “attività imprenditoriali”.

La norma ligure, come le tante norme regionali approvate, riconosce l’attività funebre come “attività imprenditoriale” e, conseguentemente, esercitabile da soggetti imprenditoriali: si tratta di riconoscimento “universale” che non può essere ridotto, se non con qualche marcato elemento di malafede, a “privilegio per il privato”, né può essere collocato al di fuori delle elementari condizioni di una “corretta concorrenza”.

Si afferma, se abbiamo ben compreso, che la legge mette in discussione trenta lavoratori, con le rispettive famiglie; significa, allora, che una importante azienda funebre con ben trenta dipendenti (nel settore funebre aziende con trenta dipendenti si contano sulle punta di due o tre mani, non di più), come la pubblica assistenza di La Spezia, vive e mantiene occupati ben trenta addetti perché può usufruire dei vantaggi fiscali riconosciuti alle attività On-lus e, quindi perché evade dalla corretta concorrenza necessaria in un paese civile.

Come hanno fatto molte organizzazioni On-lus di varie regioni, anche in Liguria si proceda ad istituire strutture societarie “regolari”, come suggerisce la norma approvata; ne seguirà, come testimoniano molte associazioni, un beneficio importante per tutti perché ci si misurerà con il “mercato funebre” facendo leva sulla professionalità e sulle capacità imprenditoriali.

Certo, se le rimostranze della Pubblica Assistenza possono essere perdonate stante la caduta di privilegi sicuramente utili alla vita di questa organizzazione, ma ugualmente inaccettabili, meno comprensibili sono le posizioni, bassamente e strumentalmente elettoralistiche di “politici” quasi accorsi (un po’ tardivamente) al capezzale di un moribondo.

Le norme liguri sottolineano la natura professionale ed imprenditoriale delle attività funebri e, nel rispetto delle segnalazioni e dello spirito degli interventi dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, definiscono le incompatibilità rispetto a queste attività al fine di evitare il costituirsi di posizioni dominanti sul “mercato funebre”. Queste incompatibilità valgono per tutti gli operatori in ugual misura, operatori privati ed operatori cosiddetti no-profit. Se gli operatori privati in gran parte del territorio nazionale sono obbligati a “separazioni societarie” o soluzioni analoghe, sicuramente dolorose, per tutelare corrette condizioni di concorrenza (che vanno sempre a vantaggio degli utenti) senza dover “svendere” rami di azienda od attività diventate “incompatibili”, non si comprende perché da tali obblighi debbano essere esentati gli operatori no-profit o, più genericamente, le On-lus.

Le On-lus, organizzazioni di prestigio e di grande utilità sociale, si trovano di fronte ad un importante passaggio perché rappresenta una grande opportunità di crescita professionale delle loro attività: strutturare le loro attività funebri in termini assolutamente paritari con gli altri operatori e, conseguentemente, rinunciando a quegli “sconti” che creano sia impropri vantaggi, sia minore qualità nei servizi offerti, puntare sulle leve di successo della funeraria, qualità e professionalità, puntualità e rispetto, rappresenta la vera prospettiva per tutti gli operatori, privati, “pubblici” e “sociali”.

Cristian Vergani
Presidente nazionale Federcofit


Forni crematori in Italia: Bra (CN)

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, presentiamo su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

Piazzale Boglione n. 2/A - 12042 Bra (CN)
Telefono: 0172-421627 / 430023 Fax: 0172-424130
Email: coincresrl@legalmail.it

TARIFFE CREMAZIONE

Euro 430,00 + IVA tariffa in vigore dall’aprile 2019 al Tempio di Bra COINCRE srl

Euro 361,00 + IVA tariffa per i cittadini residenti a Bra, Alba, Borgo San Dalmazzo, Centallo, Ceva, Cuneo, Fossano, Grinzane Cavour, Marene, Mondovì, Saluzzo, Savigliano, Torre San Giorgio, Comuni consorziati con la ex CO.IN.CRE

Con la tariffa di cremazione, senza costi aggiuntivi il servizio di COINCRE srl comprende:

  • Urna in materiale semplice
  • Cerimonia di Commiato a cura del cerimoniere, personalizzabile secondo le richieste dei congiunti
  • Cerimonia di Consegna Ceneri a cura del cerimoniere, personalizzabile secondo le richieste dei congiunti
  • Utilizzo della Sala del Commiato e della Sala delle Memoria per lo svolgimento delle cerimonie

Per informazioni: Ufficio di segreteria tel. 0172 421 627

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Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

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ISTAT: statistiche di cremazione, mortalità e sepoltura per l’anno 2019

Pubblicati i dati relativi al 2019 su cremazioni, mortalità e sepolture, che indicano una sostanziale stabilità dei decessi e confermano la tendenza oramai consolidata alla crescita delle cremazioni, un fenomeno ampiamente maggioritario nel Nord Italia e meno diffuso nel resto della Penisola, ma ovunque in crescita.

L’ISTAT ha certificato 634.432 decessi nel 2019, pari ad un tasso di mortalità del 10,51‰ sulla popolazione residente (2018 = 10,5‰)(2017 = 10,7‰)(2016 = 10,1‰)(2015 = 10,7‰)( 2014 = 9,8‰)( 2013 = 10,0‰).

 

I numeri delle cremazioni

2019

confronto con 2018

confronto con 2017
impianti di cremazione autorizzati e operanti in Italia

85

83 (+2,3%)

79 (+5,6%)

cremazioni di cadaveri

194.669

183.146 (+11.523 = +6,29%)

170.903
(+7,31%)

cremazioni di resti mortali

38.305

37.538
(+767 = +2,04%)

36.425
(+3,05%)

totale cremazioni

232.974

220.684
(+12.290  = +5,56%)

207.328
(+6,44%)

 

Le cremazioni riguardano quasi un terzo dei decessi

Con 194.669 cremazioni nel 2019, questo metodo rappresenta il 30,68% del totale (+1,75%, rispetto al 2018).

In particolare:

2019

confronto con 2018

confronto con 2017

inumazioni di feretri

119.401
(18,82%)

19,10%

33,00%

tumulazioni di feretri

320.362
(50,50%)

51,97%

42,69%

cremazioni di feretri

194.669
(30,68%)

28,93% 24,31%

 

Media di cremazioni per singolo impianto:

2019

confronto con 2018

confronto con 2017

Cremazione di cadaveri

2.290

2.207 (+3,76%)

2.163 (+2,03%)

Cremazione di resti mortali

451

452 (-0,22%)

461 (-1,99%)

Cremazioni totali medie per impianto

2.741

2.659 (+3,08%)

2.624 (+1,33%)

 

Al quarto posto in Europa

Come sappiamo esiste una grande differenza tra aree territoriali, e tali dati interessano prevalentemente le città metropolitane, collocando di fatto l’Italia al quarto posto per numero di cremazioni eseguite in Europa (dopo Gran Bretagna, Germania e Francia).

 

Le cremazioni crescono al Nord e al Sud

Costante crescita della domanda di cremazione al Nord (che ha una maggiore presenza di impianti), dove le autorizzazioni date per la costruzione di nuovi crematori sono superiori alle necessità e vengono rafforzati gli impianti con la messa in opera di nuove linee.

Al Centro si registra un sostanziale stallo.

Ingente domanda di cremazione al Sud motivata anche dalla carenza di posti feretro. Nel 2018 le cremazioni provenienti da Sicilia, Calabria e in parte dalla Puglia venivano eseguite da impianti siti in Campania, ora, con una diversa disponibilità di impianti e la creazione di servizi per trasporto feretri sono aumentate significativamente quelle in Puglia e Calabria. Avvio di numerose pratiche per la realizzazione di nuovi impianti nel Sud Italia.


Forni crematori in Italia: Carrara - Avenza (MS)

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, presentiamo su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

c/o Cimitero di Turigliano, Viale XX Settembre 173 54033 Avenza Carrara

Tel. +39 0585-1925155

Fax +39 0585-844355

Orario dei cimiteri (tutti i giorni dal lunedì alla domenica):

Periodo Mattina Pomeriggio
1 Nov. – 31 Mar 8:00-12:00 14:00-17:00
1 Apr. – 31 Mag. 8:00-12:00 15:00-18:00
1 Giu. – 31 Ago. 7:00-11:00 16:00-19:00
1 Set. – 31 Ott. 8:00-12:00 15:00-18:00

 

I Servizi Cimiteriali Comunali nel loro complesso, sono affidati a Nausicaa SpA in concessione.

 

TARIFFE CREMAZIONE

CADAVERE DI RESIDENTE € 570,00
CADVERE NON RESIDENTE € 621,02
RESTI MORTALI € 496,82
PARTI ANATOMICHE RICONOSCIBILI € 465,77
FETI E PRODOTTI DI CONCEPIMENTO € 207,01
DISPERSIONE DI CENERI NEL CIMITERO € 250,92

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Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

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COVID: gli aggiornamenti normativi di agosto 2020

Un nuovo Decreto, un’Ordinanza del Ministero della Salute e un’ordinanza di regione Lombardia, che sostanzialmente non innovano la disciplina, salvo definire nuove scadenze.

Clic per accedere al documento:


Forni crematori in Italia: Massa Carrara

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, presentiamo su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

C/O CIMITERO DI MIRTETO, VIA FOCE 31 54100 MASSA CARRARA

TEL.-FAX 0585490573; 058541780; 058542293

Le tariffe - hanno assicurato gli Amministratori - resteranno invariate: per agevolare i residenti l’importo dettato dalla tariffa ministeriale resta abbattuto del 50% circa. La cremazione di non residenti sarà autorizzata soltanto in specifici casi ma l’agevolazione economica potrà essere applicata solo a particolari condizioni.

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Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

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La sentenza della Corte Costituzionale: video commento

Dal nostro canale YouTube FedercofitTV, condividiamo un commento a caldo del nostro Presidente Cristian Vergani e del Segretario Nazionale Riccardo Salvalaggio.

 


Forni crematori in Italia: Messina

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli oratori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

 

infocremazioni@cimiterimessina.it

Dipartimento Ambiente - Servizio Cimiteri

c/o Gran Camposanto - Via Catania, n.118 - 98124 Messina

tel 0902923548 (centralino) - fax 090694542

TARIFFE

a) Feretro con salma di cittadino del Comune, non portatore di protesi metalliche, contenuta in cassa di legno naturale non verniciato o smaltato, ovvero di cartone ecologico, o con barriera interna plastica. € 410,00
a.1) Feretro con salma di cittadino del Comune, portatore di protesi metalliche o contenuta in cassa zincata. € 710,00
a.2) Feretro con salma di cittadino del Comune, contenuta in cassa con doppio zinco. € 1.040,00
b) Feretro con salma di cittadino fuori Comune, non portatore di protesi metalliche, contenuta in cassa di legno naturale non verniciato o smaltato, ovvero di cartone ecologico, o con barriera interna plastica. € 580,00
b.1) Feretro con salma di cittadino fuori Comune, portatore di protesi metalliche o contenuta in cassa zincata. € 857,00
b.2) Feretro con salma di cittadino fuori Comune, contenuta in cassa con doppio zinco. € 1.167.00
c) Resti mortali di cittadino del Comune. € 328,00
d) Resti mortali di cittadino fuori Comune. € 438.00
e) Parti anatomiche riconoscibili di cittadino del Comune. € 328,00
f) Parti anatomiche riconoscibili di cittadino fuori Comune. € 410,00
g) Nati morti, prodotti abortivi da 20 a 28 settimane e feti di almeno 28 settimane non dichiarati morti del Comune. € 137,00
h) Nati morti, prodotti abortivi da 20 a 28 settimane e feti di almeno 28 settimane non dichiarati morti fuori Comune. € 182,00
i) Resti ossei in forma individuali, si prende a riferimento la tariffa per la cremazione di feti o prodotti abortivi, senza differenza tra Comune e Fuori Comune € 137, 00
I) Feretri di bambini (fino a 12 anni) € 76,00
m) Servizio di cremazione urgente - tariffa doppia rispetto al servizio richiesto.
POST CREMAZIONI
1 Tumulazione di urna cineraria in tumulo, loculo, celletta ossaria o celletta cineraria fino alla 5^ fila. € 112,00
2 Tumulazione di urna cineraria in loculo, celletta ossaria o celletta cineraria dalla 6^ fila. € 152,00
3 Dispersione delle ceneri in cimitero in area all'uopo dedicata. € 184,00
4 Servizio di inumazione ceneri al cimitero o consegna ceneri ai familiari. GRATUITA
5 Soggetti indigenti, rientranti nelle categorie individuate alle superiori lettere a), c) e g), appartenenti a famiglie bisognose, defunti per i quali vi sia disinteresse da parte dei familiari, non vi siano parenti o gli stessi versino nelle condizioni di povertà (previa attestazione dello stato di indigenza rilasciato dai Servizi Sociali Comunali o dall'ASP). GRATUITA
6 Fornitura di urna cineraria e tumulazione per i cittadini indigenti del Comune (previa attestazione dello stato di indigenza rilasciato dai Servizi Sociali Comunali o dall'ASP). GRATUITA
7 Fornitura cippo comprensivo di targhetta identificativa delle ceneri del defunto. € 108,00

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Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

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Appello alla Corte costituzionale in difesa delle famiglie e della legge funeraria lombarda

Il 7 luglio la Corte costituzionale deciderà sull’impugnazione che il Governo ha promosso contro la legge regionale della Lombardia sulla funeraria.  Federcofit ed Efi hanno scelto di pubblicare due annunci sul "Corriere della Sera" e su "Il Tempo" per chiedere alla Corte costituzionale di difendere il diritto delle famiglie a salutare i propri cari e difendere il comparto funerario in Lombardia.
fai clic qui per scaricare il PDF dell'annuncio

Il 7 luglio la Corte costituzionale è chiamata a decidere sulla cancellazione della nuova Legge lombarda sul comparto funerario. Si deciderà se negare alle famiglie il legittimo diritto di salutare degnamente i propri cari presso le abitazioni o le “Case Funerarie”, strutture appositamente create per rispondere ai desideri delle famiglie e alle reali esigenze di una società in evoluzione.

Verrà decretato anche il destino di numerose imprese funerarie e il futuro dei loro dipendenti ma, soprattutto, potrebbe essere messo in ginocchio un intero settore vanificando tutti gli investimenti fatti negli ultimi 15 anni.

Il Governo e la politica non tengono conto delle esigenze dei cittadini e dell’imprenditoria funeraria privata che cerca di proteggere questi sacrosanti diritti.

L’ATTENZIONE AI DEFUNTI È SEGNO DI CIVILTÀ

Chiediamo alla Corte costituzionale di mantenere l’attuale legge lombarda sul comparto funerario che significherebbe tutelare il nostro lavoro e quello degli addetti al settore, ma soprattutto proteggere le famiglie di cui ci prendiamo cura tutti i giorni.

fai clic qui per scaricare il PDF dell'annuncio


ISTAT

COVID-19: indicazioni per la compilazione della scheda di morte (modello ISTAT D4)

clic qui per scaricare il documento ISTAT con le indicazioni e gli esempi di compilazione

Per adottare corrette misure di salute pubblica e condurre analisi epidemiologiche riguardanti la grave crisi sanitaria, per i decessi correlati al COVID-19 è fondamentale disporre di statistiche di qualità.

Le schede di morte Istat permettono di fornire informazioni essenziali sul deceduto e sulle circostanze della morte, ma solo una compilazione appropriata consente la produzione di statistiche accurate e affidabili.

INDICAZIONI GENERALI PER LA COMPILAZIONE DELLA PARTE A

Le informazioni riportate sulle cause di morte devono rappresentare la migliore opinione medica possibile, una condizione può essere riportata come "probabile" se non diagnosticata in modo certo.

Riportare nella parte A le cause di morte, ossia tutte le condizioni che hanno contribuito a determinare il decesso.

Riportare nella parte I del quesito 4 la sequenza di condizioni che ha portato direttamente al decesso: nella riga 1 la causa iniziale, ossia l’origine della sequenza; nelle righe 2, 3 e 4 le condizioni o complicazioni scaturite direttamente dalla causa iniziale.

La condizione riportata in una riga deve aver provocato la condizione riportata nella riga successiva.

Riportare una sola condizione per riga.

Se il decesso è dovuto a più sequenze indipendenti, riportare quella ritenuta maggiormente responsabile del decesso.

Riportare nella parte II del quesito 4 le condizioni che, pur non rientrando nella sequenza, hanno contribuito al decesso aggravando le condizioni generali del paziente o limitando la possibilità di guarigione o di terapia.

Per informazioni più dettagliate fare riferimento alle pagine della rilevazione sui decessi e le cause di morte, alle istruzioni riportate sul retro delle schede di morte Istat e sul pieghevole sulla certificazione (www.istat.it/it/archivio/4216).

INDICAZIONI PER LA COMPILAZIONE DELLA PARTE A IN PRESENZA DI COVID-19

Riportare sempre il COVID-19

È importante riportare sempre l’informazione, confermata o sospetta, della presenza di COVID-19.

Se si ritiene che il COVID- 19 abbia causato direttamente il decesso, riportare questa condizione in parte I, anche se non c’è una diagnosi confermata.

Riportare comunque la condizione indicando “probabile” o “sospetta”.

Valutare se il COVID-19 è una probabile o sospetta causa di morte sulla base delle conoscenze e valutazioni al momento della compilazione.

Se si è a conoscenza del fatto che è stato eseguito un test per COVID-19 riportare sul certificato il risultato (per esempio "Test per COVID-19 positivo").

Evitare il termine coronavirus perché non è sufficientemente specifico, in quanto non identifica in modo univoco il virus responsabile di COVID-19.

Come riportare il COVID-19

Quando un decesso è dovuto a COVID-19, questa condizione è probabilmente la causa iniziale di morte e quindi dovrebbe essere riportata sulla riga 1 della parte I del quesito 4 del certificato di morte.

In molti casi, infatti, il COVID-19 porta a condizioni potenzialmente letali, per esempio la polmonite o la sindrome da distress respiratorio acuto.

In questi casi, il COVID-19 deve essere riportato sulla riga 1 e le altre condizioni alle quali ha dato origine elencate sulle righe successive.

In alcuni casi, il COVID-19 può manifestarsi in maniera più severa in presenza di condizioni croniche preesistenti, come malattie circolatorie o tumori, o condizioni che provocano una riduzione della capacità polmonare, per esempio la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o l'asma.

Le condizioni mediche che possono aver aumentato il rischio di morire devono quindi essere riportate nella parte II del quesito 4.

Se il paziente non aveva particolari condizioni preesistenti, ma sembra sia stato particolarmente vulnerabile al COVID-19 o alle sue conseguenze a causa dell’età avanzata o della fragilità, menzionare queste condizioni nella parte II del quesito 4.

Se si ritiene che il COVID-19 non abbia causato direttamente il decesso, riportare questa condizione in parte II del quesito 4.

In questo caso nella parte I si dovrà indicare esclusivamente la sequenza di condizioni che ha portato direttamente al decesso.

Problemi frequenti nella compilazione della scheda di morte includono:

  1. Sequenze illogiche: la sequenza di condizioni riportata nella parte I dovrebbe essere logica e consequenziale in termini causali e temporali.
    Per esempio, riportare la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) come causa di COVID-19 in parte I sarebbe una sequenza illogica poiché la BPCO non può causare un'infezione, sebbene possa esacerbarla o aumentarne la suscettibilità.
    In questo caso, il COVID-19 dovrebbe essere riportato nella parte I come causa iniziale e la BPCO nella parte II;
  2. Cause intermedie riportate nella riga 1 di parte I (al posto della causa iniziale): le cause intermedie sono generalmente condizioni che hanno molteplici possibili eziologie; pertanto, una causa iniziale deve essere specificata su una linea precedente in parte I.
    Per esempio, la polmonite è una causa intermedia di morte poiché può essere causata da diversi agenti infettivi o inalando un liquido o un prodotto chimico.
    È importante riportare in una riga superiore la condizione che ha provocato la polmonite come nel caso del COVID-19;
  3. Mancanza di specificità: la causa iniziale dovrebbe essere sufficientemente specifica. Per esempio, un’infezione virale può essere una causa iniziale, ma è necessario specificare l’agente infettivo e il tipo di malattia conseguente (per esempio “Polmonite COVID-19”).

clic qui per scaricare il documento ISTAT con le indicazioni e gli esempi di compilazione

clic qui per il modello ISTAT D4