Buone vacanze
Come ogni anno, è giunto il momento di una breve pausa nelle attività di tutti.
Gli uffici della Federazione saranno chiusi nei giorni dal 10 al 25 agosto compresi.
A chi sta per partire e a chi resterà in ufficio per assistere le famiglie anche in questo mese, diamo appuntamento al prossimo lunedì 26 agosto, per un nuovo anno lavorativo a fianco del Comparto Funerario Italiano.
A presto!
Liguria: cambio al vertice di Federcofit e nuove norme attuative
Matteo Munari delle Pompe Funebri Liguri di Albenga è il nuovo Presidente di Federcofit Liguria. Il passaggio di consegne con Ivan Marinangeli è stato ufficializzato nel Palazzo della Regione Liguria di Via Fieschi a Genova in occasione della presentazione alle imprese liguri della Delibera della Giunta regionale 500/2024 contenente le norme attuative della legge regionale 15/2020.
Una gestazione complessa e logorante in cui Federcofit ha profuso numerosi sforzi per tutelare i principi cardine di un testo al passo coi tempi, in linea con tutta la produzione legislativa funeraria degli ultimi 10 anni, e in grado di tutelare la libera concorrenza su basi di trasparenza ed eccellenza. Federcofit Liguria, in collaborazione con la Presidenza (Davide Veronese) e la Segreteria (Piero Chiappano) nazionali, ha presentato a Genova e ad Albenga (27/28 giugno) gli articoli più significativi dei testi in vigore, contestualizzandoli rispetto a uno scenario che ormai può dirsi internazionale.
Gradito ospite e parte attiva della discussione è stato il Consigliere regionale Angelo Vaccarezza, che nel 2020 fu firmatario e relatore della riforma funeraria ligure e ha promosso con fermezza e dedizione la redazione della delibera 500 con la regolamentazione della legge.
Durante gli incontri si è colta l’occasione per puntualizzare requisiti, procedure e formazione che scandiranno l’iter autorizzativo e operativo di un’impresa funebre che d’ora in poi vorrà operare in Liguria.
L’interazione coi presenti (complessivamente oltre 50 imprese) ha permesso di raccogliere i primi quesiti e dubbi interpretativi che il testo stesso sollecita.
Ci attende un duro e puntuale lavoro per aiutare Regione, Comuni, ASL e imprese ad allinearsi ai nuovi e definitivi principi, ma siamo certi che ne varrà la pena. Anche perché alcuni elementi della legge come le case funerarie e il trasferimento salma fuori regione andranno a tutto beneficio delle famiglie dolenti.
L’attuazione della legge libererà energie economiche e strategiche, creando occupazione e nuovi mestieri e facendo lavorare alla luce del sole un settore che si sta integrando sempre più velocemente col tessuto sociale.
Attraverso il dialogo e la condivisione di obiettivi comuni, Federcofit auspica di incrementare la sua rappresentanza in Liguria per assicurare la tempestività d’intervento e presidiare il rispetto delle leggi.
Il Segretario Nazionale
Piero Chiappano
Incontriamo Davide Veronese, il nuovo Presidente nazionale di Federcofit [1]
HERMES incontra il nuovo Presidente nazionale di Federcofit, Davide Veronese. Non ancora quarantenne, Veronese è amministratore di diverse aziende del comparto funerario nell’hinterland milanese e nella provincia di Monza e Brianza. Da molti anni, oltre l’impegno federativo in Federcofit, è attivo come cittadino in realtà associative locali ed è stato amministrazione pubblico.
Ecco la trascrizione di questa parte dell’intervista che il Presidente Davide Veronese ci ha concesso.
Caro Presidente, innanzitutto complimenti per questa elezione e benvenuto su HERMES, quale bilancio possiamo trarre dal IX Congresso nazionale di Federcofit?
Fa molto piacere potere interloquire con voi attraverso questo canale che è la voce comunque della Federazione; dobbiamo tracciare un bilancio del congresso e sicuramente il bilancio è più che positivo: c'è stata una partecipazione nutrita di imprenditrici e di imprenditori funerari da parte di tutta Italia e conseguentemente abbiamo avuto occasione e modo di poter saggiare quelle che sono anche le necessità del nostro Comparto, tanto in Sardegna quanto nel Veneto quanto in Calabria e tanto in Piemonte…, quindi sicuramente è stato un momento aggregativo, un momento che ci ha permesso non soltanto di adempiere a quel rinnovo delle cariche proprio di una federazione, proprio di un'associazione come la nostra, di approvare il bilancio, è stata l’occasione di poter rivederci fra di noi, fra amici non soltanto fra colleghi e fra compartecipanti a una medesima federazione, ed è stata occasione per far sì che determinate tematiche potessero fortemente entrare nella scena sul dibattito che abbiamo avuto e che ci ha permesso di approfondire tematiche importanti salienti; sicuramente come quella della legislazione regionale, che talvolta è lodevole perché comunque ci sono più e più regioni - la pressoché totalità ad onor del vero - che hanno legiferato ed alcune di queste hanno legiferato anche bene, altre regioni invece - purtroppo – tardano: caso eclatante quello della Regione della capitale, che purtroppo ancora ad oggi non si è dotata di una legislazione che possa permettere ai cittadini laziali di avere le medesime opportunità in un momento difficilissimo, in un momento drammatico come quello della perdita di una persona cara, rispetto ai liguri ai lombardi ai campani ai calabresi. Ad oggi, mancando questa predisposizione normativa, non ci sono le medesime opportunità a Viterbo come a Verona, un cittadino lombardo o veneto può portare un proprio caro estinto all'interno di una struttura deputata, altissimamente organizzata dal punto di vista impiantistico, dal punto di vista strutturale, che è la casa funeraria: un cittadino laziale purtroppo oggigiorno questo non lo può fare dal punto di vista normativo. Purtroppo, ci sono delle lacune, ci sono alcune regioni contermini - Liguria e Piemonte, Piemonte e Lombardia - che prevedono il passaggio di trasferimenti a cassa aperta sui confini regionali; alcune regioni che pur non essendo contermini, ma che hanno comunque una stretta connessione - vedasi appunto Liguria e Lombardia - questa previsione non la contemplano e tanti sono i liguri che vengono a curarsi in Lombardia tanti sono i lombardi che vanno talvolta in vacanza in Liguria. Quindi, avere una previsione normativa nazionale che sovrintenda e omogeneizzi l'aspetto più propriamente normativo, potrebbe far sì che tutti i cittadini italiani possano accedere ai medesimi servizi sotto la medesima tutela legislativa nazionale.
Intervista al nuovo Presidente di Federcofit [2] il Comparto funerario, il panorama del 2024
In questa seconda parte della nostra intervista, Davide Veronese, nuovo Presidente Federcofit, conduce una breve analisi sul Comparto Funerario italiano nel 2024.
La funeraria italiana è un comparto sicuramente molto complesso. C'è una polverizzazione di fondo perché storicamente ciascun comune, ciascuna area specifica, aveva un proprio referente, un proprio imprenditore funerario e data la vicinanza, comunque, alla cittadinanza era colui che veniva fatto assurgere a interlocutore principe nei momenti drammatici della scomparsa di una persona, della scomparsa di un proprio caro.
Questo ha portato, nel corso del tempo, effettivamente ad un assetto pulviscolare a una conduzione molto familiare, per la qualcosa le attività, le partite IVA - per così intendersi - sono molteplici; sono tantissime le imprese che operano nel settore in Italia, sono anche delle ricchezze da preservare perché, comunque, il fatto stesso di avere un così vasto numero di imprenditori funerari come amo definirli - piuttosto che impresari funebri - fa sì che ci siano delle peculiarità locali, delle eccellenze locali che operano con una grande accortezza e con una grande vicinanza. Ciò detto, gli impiegati sono molteplici, cioè se si immaginano un seimila ragioni sociali a livello italiano, sicuramente le agenzie secondarie saranno anche superiori a questo numero. quindi potremmo immaginare un 10.000 agenzie funebri sparse per l'Italia; con una media di circa 3-4 addetti per ogni ragione sociale si arriva a una cifra di 18.000-20.000 impiegati diretti nell'imprenditoria funeraria; a tutto ciò però bisogna aggiungere il corollario che gravita attorno al mondo della funeraria; quindi, i numeri diventano sicuramente molto più importanti.
Per quanto attiene ai decessi, questi sono circa 600.000 all'anno mal contati - tra i 600.000 e i 680.000 - dipende dal periodo dipende dal tasso di mortalità, e anche qua si può desumere facilmente, facendo una media ponderata, che il giro d'affari complessivo del settore, del comparto, sia attorno ai 3 miliardi. Quindi sicuramente è settore avanzato, e settore però meritevole anche di un'attenzione da parte del Legislatore che, purtroppo, da 34 anni a questa parte manca e latita, per cui bisognerà far sì che una Federazione che voglia fregiarsi di questo titolo riesca a far sentire la sua voce e imponga a livello romano, a livello parlamentare, la fattibilità di una legislazione seria che possa tutelarci tutti quanti nell'operare al meglio soprattutto a salvaguardia delle famiglie dei dolenti.
Il nuovo Presidente di Federcofit [3] un impegno per far crescere la Federazione
Dopo il Congresso nazionale Federcofit del 29 maggio 2024, HERMES funeraria ha intervistato il nuovo Presidente nazionale, Davide Veronese; in questa terza e ultima parte, il Presidente ricorda di essersi messo a disposizione del Comparto e della Federazione e lancia un appello agli associati e tutti gli imprenditori per rafforzare insieme il Comparto Funerario italiano.
Davide Veronese presidente nazionale Federcofit
Durante il congresso ho fatto un appello ho fatto un appello ai presenti, ho fatto un appello ai Presidenti regionali in carica, ai presidenti regionali a venire, ovverosia quello di utilizzarmi. Io sono il presidente di Federcofit, ma voglio essere il presidente largamente inteso e girare l'Italia da Catanzaro a Bolzano, da Aosta a Bari; questo perché sarebbe interessante andare a interloquire con tutti quanti i nostri iscritti, ma non solo: con tutti gli Operatori del settore, per poter recepire quanto più possibile le effettive necessità del Comparto a qualsivoglia livello e cercare anche di dare delle risposte fattive.
Da presidente di Federcofit regione Lombardia ho voluto fare del degli incontri a carattere provinciale, a Sondrio, a Lecco, a Pavia, a Lodi, proprio per andare anche in quelle regioni più distanti dal centro gravitazionale della regione, quindi da Milano. Andare a interloquire con gli imprenditori funerari valtellinesi è stato assolutamente illuminante per noi, perché abbiamo potuto effettivamente verificare delle necessità che altrimenti non avremmo potuto riscontrare; d’altro canto, era doveroso che la Federazione si facesse vedere intervenisse per fare formazione e informazione anche in zone non baricentriche come quelle dei capoluoghi di provincia. Quindi, sarà mia ferma intenzione girare tutta quanta l'Italia, sarà mia ferma intenzione interloquire con i gruppi regionali e aiutare anche la costituzione di nuovi gruppi che possano portare nuova linfa a una Federazione che sempre più vuole proporsi come la primaria federazione sindacale datoriale del nostro Comparto.
Quindi, l'auspicio e l'invito è quello sicuramente a tesserarsi, a fare riferimento anche alla segreteria nazionale, che è sempre a disposizione per qualsiasi informazione, qualsiasi necessità, e cercare nel nostro piccolo ciascuno di apportare del proprio per fare del bene al nostro Comparto.
Congresso nazionale: Federcofit è pronta, manchi solo tu!
Tutto è pronto per il Congresso Nazionale di Federcofit che si terrà il 29 maggio a Roma al Centro Congressi Roma Eventi – Fontana di Trevi.
In Piazza della Pilotta 4, nella sala Loyola della struttura congressuale, gli associati di Federcofit si danno appuntamento per parlare del presente e del futuro della funeraria italiana.
Al mattino, politici regionali e nazionali verranno coinvolti sui temi legislativi.
Si partirà da un’analisi dei percorsi legislativi regionali per valutarne i meriti, i vantaggi, i limiti e confrontarli con l’attuale domanda da parte di chi è colpito da lutto. Né si tacerà delle condizioni in cui opera il mercato del lutto, con le imprese italiane impegnate a chiedersi come fare per “restare italiane” e bisognose di valutare in modo oggettivo i grandi cambiamenti in atto. Modelli imprenditoriali e organizzativi si aspettano leggi che li garantiscano e consolidino al fine di proteggere gli ingenti investimenti in corso.
Federcofit è al fianco delle imprese come della filiera tutta, ben sapendo che solo dallo sforzo coordinato e dal dialogo strategico tra associazioni, imprese, cimiteri e crematori potrà scaturire uno spunto di sinergia che metta a fattor comune problemi, soluzioni e risorse.
Invitati di riguardo saranno gli esponenti di ANUSCA che racconteranno i loro preziosi interventi legislativi in tema di Stato Civile, dimostrando la necessità di una puntuale e ciclica formazione su temi in evoluzione quali la cremazione.
Durante il pomeriggio Federcofit illustrerà il percorso compiuto in questi anni e traccerà le rotte future dopo aver rinnovato le sue cariche dirigenziali.
Un doveroso grazie va ai partner commerciali che sostengono il Congresso, anche con la presenza fisica in sede.
Grazie dunque a: Renova, Cas-Per Annunci Funebri, Disef, Intercof, Eurocof, Scacf, Lombarda, Tempio Crematorio Lombardo, Bossi Luigi, TG Italiarreda, Bertelli, Stylcof, Silve, Lorandi Group, Caggiati Matthews, La Errevieffe, Apiemme, Urciuoli-Stragliotto, Ferrari, Biemme Special Cars, Urciuoli Global, Bragagnolo, Italiaonline, Orienta Academy, Beghetto, Spaf, Pilato, Bertoncello, Registro Italiano Cremazioni, Pilla, DR Line, Giesse, Vezzani.
I lavori mattutini sono aperti a tutte le imprese, mentre la seduta pomeridiana si rivolge ai soli associati Federcofit.
Vi aspettiamo a Roma mercoledì 29 maggio!
Il Segretario Nazionale
Piero Chiappano
1999-2024: 25 anni di Federcofit
Mentre si avvicina il nono congresso nazionale di Federcofit, che ricordiamo si terrà a Roma il prossimo 29 maggio al “Centro Congressi Roma Eventi – Fontana di Trevi”, la Federazione vive questa attesa anche come attesa di una importante ricorrenza: quella dei primi 25 anni di vita. Parliamo di questo anniversario con Piero Chiappano, segretario nazionale di Federcofit.
Questo congresso sarà anche l’occasione per festeggiare i 25 anni di Federcofit, un cammino iniziato alla fine dello scorso millennio…
Sì, parliamo di una lunga storia nata grazie a un gruppo di imprenditori che si sono riuniti per proporre una visione diversa dell’impresa di onoranze funebri e del comparto funerario.
Quanta distanza c’è tra oggi e “quel” 1999?
Allora, la funeraria non era molto distante dal proprio passato: c’erano le macchine, il computer e iniziava l’era della comunicazione elettronica, ma al centro c’era ancora un’idea spesso artigianale, poco organizzata e solitaria delle onoranze funebri.
La funeraria si avvicinava al nuovo millennio senza una vera identità, spesso era un’occupazione collaterale ad altre, senza una specifica elaborazione né obiettivi di crescita professionale.
Quali le ragioni di questa situazione?
Tante: il mancato riconoscimento della dimensione imprenditoriale a questo comparto, il ritardo normativo, l’estrema frammentazione che rallentava gli investimenti, una frammentazione forse ancora molto elevata ma che si è sicuramente ridotta.
E qual era questa “visione diversa” della funeraria?
Il punto di partenza era l’idea che senza il riconoscimento del significato imprenditoriale di questa professione non ci sarebbe stato spazio per la crescita, né delle aziende né della qualità del servizio.
Era necessario che anche la funeraria, che in alcune aree del Paese già dava vita a realtà significative, riconoscesse il bisogno e le opportunità della trasformazione in impresa. Non era possibile continuare con un lavoro che non era professione, con attività condotte “per caso”.
In molti casi, questa attività era patrimonio di famiglie in cui una lunga tradizione di servizio verso la comunità si trasferiva di generazione in generazione, ma questi casi non potevano bastare: la crescita richiede organizzazione, formazione, competenze.
C’erano obiettivi di qualità e garanzie che era ed è necessario offrire ai cittadini e alla comunità, per fare tutto questo era necessario un cambio di passo.
Pensiamo soltanto alle sfide rappresentate dal cambiamento demografico: in quella che per secoli era stata una comunità culturalmente compatta, i flussi migratori, la globalizzazione dell’economia, le multinazionali, avevano portato persone con bisogni diversi da quelli classici, da comprendere e soddisfare, una cosa che non si può fare senza un importante sforzo di apprendimento e di formazione.
Qual è stata la proposta di Federcofit quindi?
Ci siamo rivolti al comparto funerario, alle istituzioni e ai cittadini come l’organizzazione di imprenditori intenzionata a far crescere il comparto attraverso la qualità e la capacità di rispondere al cambiamento; siamo stati i primi a spingere perché non solo la lontana legge nazionale sulla funeraria fosse rinnovata, ma perché finalmente le regioni prendessero in mano questa loro responsabilità normativa e producessero leggi regionali moderne.
Con quali risultati?
La prima considerazione che possiamo fare è che grazie al nostro sforzo non solo finalmente le regioni hanno preso in mano questo tema, ma che lo hanno affrontato molto spesso facendo proprie e trasformando in norme le proposte di Federcofit.
Ci può fare un esempio?
Penso per esempio alla formazione obbligatoria, la prima delle battaglie che Federcofit ha promosso in nome del cambiamento e della crescita; grazie alla previsione di requisiti formativi per chi lavora nelle onoranze funebri è finita l’epoca in cui “ci si inventava”: in due decenni sono cresciuti tanti professionisti preparati nei diversi ambiti dell’impresa funeraria.
Se quella sulla formazione possiamo definirla come una conquista consolidata, c’è una battaglia ancora in corso, quella sui requisiti delle imprese, a che punto siamo?
È un’altra battaglia che combattiamo regione per regione, con tutte le difficoltà che questo comporta. Per la Federazione è un tema fondamentale, perché crediamo che non solo le imprese funerarie debbano rispondere a standard qualitativi definiti, ma che questi standard non possano essere usati per creare delle barriere artificiali sul mercato.
Per essere assolutamente chiari, sto parlando della nostra posizione sull’acquisizione dei requisiti attraverso accordi con soggetti terzi specializzati: il nostro obiettivo è assicurare che i cittadini ottengano servizi di qualità, offerti dalle imprese di onoranze funebri attraverso un’organizzazione moderna ed efficace delle aziende più strutturate o attraverso l’acquisto di servizi da terzi, in tutti i casi in cui ciò sia organizzativamente o economicamente preferibile.
Federcofit interpreta così il compito di una moderna associazione imprenditoriale: essere aperti al cambiamento per aiutare le aziende a rispondere ai bisogni del mercato.
In questi 25 anni il Paese è cambiato, il comparto funerario è stato all’altezza del cambiamento?
Rispondo con un deciso sì, e porto un esempio di una cosa che oggi sembra “scontata”, ma che non lo è ancora affatto, e che è un segno dell’importante cambiamento culturale vissuto sia dalle imprese funebri sia dalla Nazione: le sale del commiato le case funerarie.
In un quarto di secolo c’è stata un’autentica rivoluzione, e tanti imprenditori sono riusciti a dare una risposta concreta ed efficace a un bisogno veramente importante delle persone.
Con la scomparsa di una persona amata si crea non solo un vuoto nella vita dei singoli, ma nasce anche il bisogno di ritrovarsi, ricordare, riallacciare legami familiari e di amicizia nel nome di quella persona, facendo “ripartire” le proprie vite. Le sale del commiato e le case funerarie hanno cambiato il modo di elaborare il lutto, dando la possibilità, in un’epoca in cui spesso il decesso avviene in ospedale, le abitazioni sono sempre più piccole e gli spostamenti non sempre facili, di incontrare amici e familiari in un luogo adeguato, progettato per questa attività, che permette non solo di esporre il defunto, ma soprattutto di creare un momento su misura per ricordarlo secondo le sue attese.
Ecco, Federcofit si presenta a questo congresso portando la realtà di un’imprenditoria moderna, che guarda al futuro e cerca di rispondere ogni giorno a uno dei bisogni più profondi degli esseri umani, quello di affrontare la morte; le imprese di onoranze funebri sono il ponte tra un bisogno antico come la cultura umana e i nostri tempi.
Ci dica però la verità: non è che Federcofit avrà collezionato solo successi, vero?
Ma fosse vero! La nostra realtà è fatta di battaglie quotidiane, di un lavoro continuo per convincere, trovare equilibri, sostenere degli obiettivi che non sono obiettivi di parte. Mi ripeto: siamo un’associazione di imprenditori che si battono per poter offrire servizi adeguati ai bisogni delle persone di oggi. Spesso incontriamo ostacoli chiaramente dettati dall’opposizione di blocchi di interesse, ma ci sono anche ostacoli incomprensibili, rallentamenti, inceppamenti che ritardano in maniera ingiustificata il miglioramento dei servizi e la crescita di questo settore. Penso ad alcune regioni, come quella che ci ospiterà per il congresso, dove la strada per le nuove leggi regionali è veramente difficile, e penso alla nuova legge nazionale, che si trascina di legislatura in legislatura privando il Paese di un quadro normativo all’altezza dei tempi.
Ai compleanni si fanno i regali, cosa vorrebbe regalare alla nostra Federazione?
Come nel 1999, c’è bisogno di una funeraria capace di rispondere ai bisogni delle persone in maniera adeguata ai tempi, di una funeraria capace di organizzarsi per rispondere a questi bisogni, ma anche di un quadro normativo che dia certezze e favorisca la crescita. Ecco, il miglior regalo che credo Federcofit possa fare a sé stessa, all’intero comparto funerario e alla collettività è la promessa di continuare in questa strada, di impegnarci per il cambiamento, il miglioramento e la crescita anche per il futuro, giorno dopo giorno.
29 maggio 2024: Federcofit a congresso

Il 29 maggio 2024 Federcofit dà appuntamento alla filiera della funeraria italiana al Centro Congressi Roma Eventi – Fontana di Trevi per la celebrazione del Congresso Nazionale della Federazione. Un appuntamento che si rinnova ogni tre anni con un duplice scopo. Da un lato il rinnovo delle cariche, gli adeguamenti statutari, l’approvazione dei rendiconti, il bilancio qualitativo e quantitativo del lavoro svolto; dall’altro fare il punto della situazione sulla politica federativa in rapporto allo stato del mercato e delle istituzioni.
La produzione di disegni di legge, le negoziazioni e mediazioni con gli enti preposti ad esaminare i testi e a votare emendamenti si incrociano con le esigenze di un mercato che si sta stravolgendo negli standard sia di vendita che operativi: l’avanzata prepotente delle pratiche crematorie, la digitalizzazione del lutto e dei processi di disbrigo, i rapidi mutamenti dei costumi occidentali che si incrociano col multiculturalismo sociale. Insomma, una Federazione deve oggi innanzitutto interrogarsi sulla propria funzione verso gli stakeholders. Cosa si aspetta oggi un’impresa funebre da una Federazione nazionale, come la politica e le istituzioni percepiscono valore e ruolo federativo? A queste e altre domande cercheremo di rispondere al Congresso sviluppando tavole rotonde e riflessioni e aprendo le nostre porte a politici regionali e nazionali, ai preziosi esperti di polizia mortuaria ANUSCA, ai produttori nostri sponsor, agli esponenti del mondo federativo nazionale.
Partiremo dal dibattito sempre fervente sulla legge della regione che ci ospita, legge che tutti si auspicano ma non vede mai luce, quello sulla legge nazionale, i cui DDL si accumulano alla Camera sperando che qualcuno li metta a calendario, per individuare poi percorsi inclusivi che allineino i principali player che intervengono sulla redazione dei testi di legge e offrire finalmente alla politica soluzione congiunte e armoniche.
Le porte del Congresso sono aperte a tutte le imprese che vogliano documentarsi sulle nostre attività e in questi anni di interrogativi e turbolenze hanno maturato l’idea che anche attraverso l’interfaccia federativo si possano diradare i dubbi sul futuro imprenditoriale, acquisendo spunti da trasformare in soluzioni e approcci in linea coi tempi tanto incerti quanto affascinanti.
Ma sia chiara una cosa: il futuro della funeraria italiana, al fine di sviluppare un’imprenditoria prospera e leale, può passare solo attraverso un sistema integrato di leggi e controlli che mettano in condizione chi ha propensione al rischio, dinamismo e visione di far esplodere il proprio potenziale. E per arrivare lì il duro lavoro delle Federazioni resta prezioso e insostituibile.
Il Segretario Nazionale Federcofit
Piero Chiappano
“Le musiche dell’addio” in streaming con Federcofit
In occasione di Tanexpo, Federcofit ha presentato la prima compilation del progetto “Le musiche dell’addio”: si tratta di un nuovo progetto realizzato in collaborazione con le edizioni musicali "La Gloria" di Bologna, dedicato agli Operatori delle Onoranze Funebri, con l’obiettivo di fornire un servizio pratico per per favorire il raccoglimento nelle case funebri, nelle sale del commiato, nelle cerimonie, ma anche per essere inserito nella "cassetta degli attrezzi" dei cerimonieri.
Ne parliamo con il segretario nazionale di Federcofit, Piero Chiappano, per il quale «la nostra Federazione non si limita alle consuete attività di tipo sindacale, ma cerca di offrire servizi negli ambiti più diversi agli associati e a tutto il comparto. Questa volta», prosegue Chiappano «con le musiche dell’addio vogliamo offrire un servizio nuovo: una iniziativa che prevede la realizzazione di più canali in streaming su tutte le principali piattaforme di ascolto musicale che permetterà agli operatori di scegliere il tipo di musica da programmare durante le cerimonie».
La prima compilation offre una vista d’insieme del progetto, con una selezione musicale che raccoglie più generi; è previsto lo sviluppo di più raccolte organizzate secondo i diversi generi, che saranno tutte quante accessibili attraverso le applicazioni e i siti Internet dei principali operatori del mercato della musica in streaming.
Per ascoltare la prima raccolta è possibile inquadrare il QR code con la telecamera del telefonino oppure fare clic sul collegamento per scegliere la piattaforma di streaming, buon ascolto.

Dalla Cina i “ghost bot”, l’IA che “resuscita” le persone dentro ai computer
La Cina è qualcosa di molto distante dalla idea un po’ stereotipata probabilmente ancora molto diffusa e, nella vastità del suo territorio unisce elementi rurali a una realtà proiettata nel futuro forse oltre lo standard occidentale.
Un aspetto di questa “diversità” è il fenomeno dei “ghost bot”, sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per creare degli avatar di persone morte, strumenti in grado di interagire con gli utilizzatori e di riempire artificialmente il vuoto lasciato da una scomparsa che non si riesce a elaborare.
Un caso recente è quello di Bao Xiaobo, cantante e attore della provincia di Taiwan, che ha recentemente fatto notizia per aver utilizzato l'intelligenza artificiale per creare una rappresentazione digitale della sua defunta figlia, morta nel 2021 all'età di 22 anni a causa di una rara malattia del sangue.
Lottando per venire a patti con la sua morte prematura, Bao nel luglio 2022 si è rivolto al suo amico Liu Yan per chiedere sostegno. Liu, fondatore della piattaforma di live streaming 6.cn e abile sviluppatore di idoli virtuali, è stato contattato dal cantante e attore con il desiderio di creare un'incarnazione digitale di sua figlia.
Due mesi dopo, Liu ha ideato un piano per creare un essere umano digitale: una rappresentazione 3D generata dal computer di una persona che può essere animata per imitare i movimenti e i comportamenti di un individuo reale all’interno di un ambiente virtuale.
Con l’introduzione di ChatGPT, un sistema basato sull’intelligenza artificiale che accetta domande e offre risposte attraverso il normale linguaggio quotidiano, questi “cloni digitali”, oltre ad avere le sembianze di persone scomparse, hanno fatto un salto di qualità.
ChatGPT, infatti, si basa su una famiglia di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), ossia modelli di base addestrati su vasti set di dati per comprendere e generare linguaggio naturale e altre forme di contenuto.
A questa “intelligenza” è stato affiancato un lavoro di ricerca di registrazioni della voce della figlia di Bao, per consentire all’intelligenza artificiale ricreare con successo l'impronta vocale di sua figlia, una rappresentazione matematica dei distinti fattori anatomici e acustici che definiscono la voce di una persona e “parlare” quindi con una voce la più simile possibile a quella naturale della scomparsa.
La creazione di questi avatar pone poi la necessità di donare a questi simulacri una “memoria”: Bao ha conversato con il modello digitale mentre sua moglie ha fornito input come condividere il cibo preferito della figlia e a lori s’è unita la migliore amica d'infanzia.
Si tratta di un fenomeno sicuramente microscopico rispetto a oltre un miliardo e quattrocento milioni di abitanti, ma in crescita: Zhang Zewei, che gestisce uno studio di intelligenza artificiale a Nanchino, nella provincia di Jiangsu, ha completato più di 600 ordini per rianimare parenti defunti con l'aiuto dell'intelligenza artificiale dal 2022.
Zhang ha spiegato alla piattaforma di social media Yitiao che il suo studio utilizza principalmente l'elaborazione del linguaggio naturale, l'apprendimento profondo (un sottoinsieme dell'apprendimento automatico che impiega reti neurali artificiali a più livelli) e la tecnologia di clonazione vocale. La clonazione vocale prevede un sistema di deep learning che sintetizza le registrazioni vocali di un individuo per assomigliare molto all'originale.
Per creare avatar realistici, lo studio richiede foto, video, registrazioni e informazioni personali del defunto. Più dati ci sono, più realistico sarà l'avatar.
Per i clienti che cercano esperienze più interattive con gli avatar, lo studio può generare l'immagine e la voce della persona deceduta. Quindi utilizzano tecnologie di scambio di volti per consentire a uno psicologo di comunicare con i clienti tramite chat video, utilizzando l'aspetto e la voce della persona deceduta per un'interazione personalizzata.
Inizialmente, Zhang ha fornito questi servizi gratuitamente, ma a causa della crescente domanda ha introdotto servizi a pagamento per garantire la sostenibilità dello studio. Il servizio ha un prezzo compreso tra diverse migliaia e 10.000 yuan (1.391 dollari).
Zhang ha inoltre detto a Jimu News che la sua squadra aveva ricevuto oltre 1.500 ordini per la resurrezione dell'IA, ma ne aveva completati solo più di 600. La ragione principale di questo arretrato è solitamente l’insufficienza dei dati forniti dai clienti.
I problemi di una realtà in crescita
Sebbene la “resurrezione” attraverso l’IA possa fornire un po’ di conforto ai cari del defunto, si teme che la dipendenza dalle repliche dell’IA possa ostacolare il naturale processo di elaborazione del lutto impedendo alle persone di affrontare pienamente la loro perdita.
Inoltre, un commento pubblicato il 1° marzo sul portale di notizie Redcn.net ha evidenziato l’urgente necessità di affrontare le questioni etiche e le implicazioni legali della resurrezione dell’IA.
Una delle principali preoccupazioni è la possibilità che le persone diventino dipendenti dalle esperienze virtuali, allontanandosi dalla realtà. Inoltre, sorgono domande riguardanti la proprietà dei dati nella resurrezione dell’IA: i vivi dovrebbero avere il diritto di “resuscitare” o addirittura manipolare i dati dei defunti?
E poi si teme che gli esseri umani digitali prodotti attraverso la resurrezione dell’intelligenza artificiale possano essere sfruttati per scopi fraudolenti.
Zhang ha spiegato a Yitiao che il suo studio segue un protocollo che prevede di informarsi sull'uso previsto dell'essere umano digitale prima di accettare un ordine. A causa dell'assenza di standard di settore o quadri normativi stabiliti, lo studio firma un contratto con i clienti. Questo documento afferma esplicitamente che gli esseri umani digitali non saranno utilizzati per scopi illegali, mitigando le potenziali responsabilità legali.
Nella sua intervista con Jimu News, Zhang ha espresso la sua sorpresa per la vasta richiesta di “resurrezione dell’IA”. Immagina un futuro in cui le persone possano creare repliche digitali di sé stesse per fornire compagnia ai propri cari dopo la loro scomparsa.
Ha rivelato i piani del suo studio di lanciare un servizio per generare esseri umani digitali per i vivi, consentendo ai clienti di caricare i propri dati personali per creare la propria controparte digitale. Soprannominato "il piano dell'immortalità digitale" da Zhang, questo servizio mira a consentire alle persone di lasciarsi alle spalle una presenza eterna nel mondo reale.
Gli esperti affermano che i ghost bot possono offrire conforto, ma avvertono che sono necessarie ulteriori ricerche per comprenderne le implicazioni psicologiche ed etiche.
Inoltre, l’incapacità delle persone morte di acconsentire può anche sollevare questioni etiche, dicono; «Cosa succede se fanno cose che 'contaminano' la memoria della persona che dovrebbero rappresentare?» si è chiesto Tal Morse, ricercatore in visita presso il Centro per la Morte e la Società dell'Università britannica di Bath.
Ognuno potrà fare le riflessioni più diverse, legate alla propria esperienza di vita e alla propria visione del mondo terreno e spirituale dell’uomo, non possiamo però negare come la tecnologia offra strumenti sempre più sofisticati, che cambiano non solo il mondo fisico ma anche la nostra cultura, e gli esseri umani usano la tecnologia per scopi sempre più ampi, forse addossando alle macchine un ruolo che non possono rivestire, come in questo caso, in cui si chiede a dei computer di lenire il dolore per la morte di una persona cara.
In inglese:
- Reviving departed loved ones in the digital realm, a stir of innovation and debate-- Beijing Review (bjreview.com)
- Rise of China's 'ghost bots': This father turned to AI to 'digitally revive' his dead son | Euronews
- Rising number of Chinese grievers are turning to AI to create lifelike avatars of the departed - YP | South China Morning Post (scmp.com)
Ci vediamo a Tanexpo 2024!
Federcofit dà l’appuntamento ai suoi associati e a tutte le imprese funebri nel proprio stand di Tanexpo 2024 al padiglione 22 dal 4 al 6 aprile a Bologna. Lo stand, di generose metrature, ci consentirà di ospitare iniziative e organizzare incontri sui temi di grido della funeraria.
Un gentile omaggio accoglierà i nostri visitatori: un CD dal titolo “Le Musiche dell’Addio 2024” contenente una selezione di alto livello tecnico di musica classica, polifonica e gregoriana confezionata dalla casa di edizioni musicali La Gloria di Bologna che con questa iniziativa inaugura un progetto di realizzazione di playlist musicali adatte al commiato e al sottofondo nelle case funebri fruibili con le tecnologie digitali. L’iniziativa è patrocinata da ben 22 realtà di spicco della funeraria italiana i cui loghi sono presenti all’interno della confezione.
Venerdì 5
saranno presenti allo stand gli esperti di polizia mortuaria di ANUSCA, importantissima realtà associativa italiana dello Stato Civile con la quale Federcofit ha stretto un sodalizio fecondo. Lorella Capezzali e Roberto Palombo sono a disposizione dei visitatori per rispondere a quesiti e offrire chiarimenti su tematiche complesse in costante evoluzione. A richiesta dei visitatori potremo realizzare momenti seminariali su argomenti specifici.
Sempre venerdì, alla sera, col sostegno e l'amicizia di Giesse, leader indiscusso nella gestione del sinistro, organizzeremo la consueta cena di gala per associati, simpatizzanti e sponsor. Come è noto, i momenti conviviali sono i migliori per convergere su obiettivi strategici e promuovere sinergie che guardano al futuro.
Ma non finisce qui, perché per i tre giorni di fiera Federcofit promuoverà una particolare iniziativa di responsabilità sociale. Ospiteremo infatti Francesca Brotto e Moustapha Fall di ConsiderAfrica odv che insieme ad altri volontari cercheranno di raccogliere fondi per comprare e portare in Senegal un carro funebre a una comunità di oltre 300mila persone che è costretta a trasportare in spalla nel deserto i propri defunti per mancanza di mezzi. Un viaggio che partirà da Treviso, il cui Comune ha già offerto il patrocinio, per arrivare in Africa dopo aver macinato 5.600 Km con al seguito una troupe televisiva che realizzerà un docufilm. Vuoi vedere che Francesca e Moustapha troveranno a Tanexpo un benefattore disposto ad aggregarsi all’iniziativa?
Insomma, le occasioni di interesse non mancheranno e contiamo di offrirvi costruttivi momenti per ritrovarci e fare il punto delle varie situazioni imprenditoriali e legislative che tengono banco in Italia.
Vi aspettiamo col sorriso.
Bologna: il polo crematorio di Borgo Panigale nella bufera
Due imprese di pompe funebri bolognesi hanno denunciato ai carabinieri il polo crematorio di Borgo Panigale, che gestirebbe in modo ‘indecoroso’ i cadaveri e i resti in attesa di essere bruciati, senza rispettare le norme igienico-sanitarie e di polizia mortuaria; lo riferisce il tg di E’tv.
Nelle denunce si descrivono bare e scatole con resti da estumulazione accumulati nel giardino davanti al forno crematorio, alcuni protetti con teloni dalle intemperie, altri esposti. Si segnalano anche presunte irregolarità al cimitero della Certosa, dove in un magazzino facilmente accessibile si vedrebbero scatole con resti mortali provenienti da altre regioni e in attesa di cremazione impilate in un posto dove le norme igienico-sanitarie non lo consentono, con pericoli anche per la salute dei lavoratori del cimitero. Massimiliano Pedrucci, uno degli impresari funebri che ha denunciato, ha dichiarato in una intervista a E’tv che si tratta di una "situazione disumana e anche illegale - dal punto di vista dell’antincendio e in materia di polizia mortuaria"3. Sembra che i carabinieri abbiano iniziato delle verifiche, e che possano essere coinvolti anche i Nas per un controllo. Gli impresari funebri ritengono che questa situazione possa dipendere dal fatto che Bologna Servizi Cimiteriali, società partecipata in maggioranza dal Comune di Bologna, si occupa di molte cremazioni di salme, salme che per circa due terzi del totale arriverebbero da altre regioni.
Il presiedente di Bologna Servizi cimiteriali – Simone Spataro – ha replicato spiegando che l’Azienda è al lavoro per ripristinare gli ordinari tempi e che tra novembre ’23 e gennaio ’24 si è registrato un picco della domanda di cremazione verso l’impianto. Per far fronte alla situazione si è deciso di sospendere temporaneamente le richieste che provengono al di fuori della Città metropolitana, dando priorità al territorio.
Troppe cremazioni, bare accatastate al cimitero di Borgo Panigale | 24Emilia
Bare e scatole con resti accatastati, esposti ai Carabinieri - Notizie - Ansa.it