29 maggio 2024: Federcofit a congresso

locandina IX congresso Federcofit 29 maggio 2024  Roma
locandina del IX congresso nazionale Federcofit, Roma 29 maggio 2024

Il 29 maggio 2024 Federcofit dà appuntamento alla filiera della funeraria italiana al Centro Congressi Roma Eventi – Fontana di Trevi per la celebrazione del Congresso Nazionale della Federazione. Un appuntamento che si rinnova ogni tre anni con un duplice scopo. Da un lato il rinnovo delle cariche, gli adeguamenti statutari, l’approvazione dei rendiconti, il bilancio qualitativo e quantitativo del lavoro svolto; dall’altro fare il punto della situazione sulla politica federativa in rapporto allo stato del mercato e delle istituzioni.

La produzione di disegni di legge, le negoziazioni e mediazioni con gli enti preposti ad esaminare i testi e a votare emendamenti si incrociano con le esigenze di un mercato che si sta stravolgendo negli standard sia di vendita che operativi: l’avanzata prepotente delle pratiche crematorie, la digitalizzazione del lutto e dei processi di disbrigo, i rapidi mutamenti dei costumi occidentali che si incrociano col multiculturalismo sociale. Insomma, una Federazione deve oggi innanzitutto interrogarsi sulla propria funzione verso gli stakeholders. Cosa si aspetta oggi un’impresa funebre da una Federazione nazionale, come la politica e le istituzioni percepiscono valore e ruolo federativo? A queste e altre domande cercheremo di rispondere al Congresso sviluppando tavole rotonde e riflessioni e aprendo le nostre porte a politici regionali e nazionali, ai preziosi esperti di polizia mortuaria ANUSCA, ai produttori nostri sponsor, agli esponenti del mondo federativo nazionale.

Partiremo dal dibattito sempre fervente sulla legge della regione che ci ospita, legge che tutti si auspicano ma non vede mai luce, quello sulla legge nazionale, i cui DDL si accumulano alla Camera sperando che qualcuno li metta a calendario, per individuare poi percorsi inclusivi che allineino i principali player che intervengono sulla redazione dei testi di legge e offrire finalmente alla politica soluzione congiunte e armoniche.

Le porte del Congresso sono aperte a tutte le imprese che vogliano documentarsi sulle nostre attività e in questi anni di interrogativi e turbolenze hanno maturato l’idea che anche attraverso l’interfaccia federativo si possano diradare i dubbi sul futuro imprenditoriale, acquisendo spunti da trasformare in soluzioni e approcci in linea coi tempi tanto incerti quanto affascinanti.

Ma sia chiara una cosa: il futuro della funeraria italiana, al fine di sviluppare un’imprenditoria prospera e leale, può passare solo attraverso un sistema integrato di leggi e controlli che mettano in condizione chi ha propensione al rischio, dinamismo e visione di far esplodere il proprio potenziale. E per arrivare lì il duro lavoro delle Federazioni resta prezioso e insostituibile.

Il Segretario Nazionale Federcofit

Piero Chiappano


le musiche dell'addio

“Le musiche dell’addio” in streaming con Federcofit

In occasione di Tanexpo, Federcofit ha presentato la prima compilation del progetto “Le musiche dell’addio”: si tratta di un nuovo progetto realizzato in collaborazione con le edizioni musicali "La Gloria" di Bologna, dedicato agli Operatori delle Onoranze Funebri, con l’obiettivo di fornire un servizio pratico per per favorire il raccoglimento nelle case funebri, nelle sale del commiato, nelle cerimonie, ma anche per essere inserito nella "cassetta degli attrezzi" dei cerimonieri.

Ne parliamo con il segretario nazionale di Federcofit, Piero Chiappano, per il quale «la nostra Federazione non si limita alle consuete attività di tipo sindacale, ma cerca di offrire servizi negli ambiti più diversi agli associati e a tutto il comparto. Questa volta», prosegue Chiappano «con le musiche dell’addio vogliamo offrire un servizio nuovo: una iniziativa che prevede la realizzazione di più canali in streaming su tutte le principali piattaforme di ascolto musicale che permetterà agli operatori di scegliere il tipo di musica da programmare durante le cerimonie».

La prima compilation offre una vista d’insieme del progetto, con una selezione musicale che raccoglie più generi; è previsto lo sviluppo di più raccolte organizzate secondo i diversi generi, che saranno tutte quante accessibili attraverso le applicazioni e i siti Internet dei principali operatori del mercato della musica in streaming.

Per ascoltare la prima raccolta è possibile inquadrare il QR code con la telecamera del telefonino oppure fare clic sul collegamento per scegliere la piattaforma di streaming, buon ascolto.

musiche dell'addio 2024 QR code
clic qui per la compilation

Cina ghost bot

Dalla Cina i “ghost bot”, l’IA che “resuscita” le persone dentro ai computer

La Cina è qualcosa di molto distante dalla idea un po’ stereotipata probabilmente ancora molto diffusa e, nella vastità del suo territorio unisce elementi rurali a una realtà proiettata nel futuro forse oltre lo standard occidentale.

Un aspetto di questa “diversità” è il fenomeno dei “ghost bot”, sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per creare degli avatar di persone morte, strumenti in grado di interagire con gli utilizzatori e di riempire artificialmente il vuoto lasciato da una scomparsa che non si riesce a elaborare.

Un caso recente è quello di Bao Xiaobo, cantante e attore della provincia di Taiwan, che ha recentemente fatto notizia per aver utilizzato l'intelligenza artificiale per creare una rappresentazione digitale della sua defunta figlia, morta nel 2021 all'età di 22 anni a causa di una rara malattia del sangue.

Lottando per venire a patti con la sua morte prematura, Bao nel luglio 2022 si è rivolto al suo amico Liu Yan per chiedere sostegno. Liu, fondatore della piattaforma di live streaming 6.cn e abile sviluppatore di idoli virtuali, è stato contattato dal cantante e attore con il desiderio di creare un'incarnazione digitale di sua figlia.

Due mesi dopo, Liu ha ideato un piano per creare un essere umano digitale: una rappresentazione 3D generata dal computer di una persona che può essere animata per imitare i movimenti e i comportamenti di un individuo reale all’interno di un ambiente virtuale.

Con l’introduzione di ChatGPT, un sistema basato sull’intelligenza artificiale che accetta domande e offre risposte attraverso il normale linguaggio quotidiano, questi “cloni digitali”, oltre ad avere le sembianze di persone scomparse, hanno fatto un salto di qualità.

ChatGPT, infatti, si basa su una famiglia di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), ossia modelli di base addestrati su vasti set di dati per comprendere e generare linguaggio naturale e altre forme di contenuto.

A questa “intelligenza” è stato affiancato un lavoro di ricerca di registrazioni della voce della figlia di Bao, per consentire all’intelligenza artificiale ricreare con successo l'impronta vocale di sua figlia, una rappresentazione matematica dei distinti fattori anatomici e acustici che definiscono la voce di una persona e “parlare” quindi con una voce la più simile possibile a quella naturale della scomparsa.

La creazione di questi avatar pone poi la necessità di donare a questi simulacri una “memoria”: Bao ha conversato con il modello digitale mentre sua moglie ha fornito input come condividere il cibo preferito della figlia e a lori s’è unita la migliore amica d'infanzia.

Si tratta di un fenomeno sicuramente microscopico rispetto a oltre un miliardo e quattrocento milioni di abitanti, ma in crescita: Zhang Zewei, che gestisce uno studio di intelligenza artificiale a Nanchino, nella provincia di Jiangsu, ha completato più di 600 ordini per rianimare parenti defunti con l'aiuto dell'intelligenza artificiale dal 2022.

Zhang ha spiegato alla piattaforma di social media Yitiao che il suo studio utilizza principalmente l'elaborazione del linguaggio naturale, l'apprendimento profondo (un sottoinsieme dell'apprendimento automatico che impiega reti neurali artificiali a più livelli) e la tecnologia di clonazione vocale. La clonazione vocale prevede un sistema di deep learning che sintetizza le registrazioni vocali di un individuo per assomigliare molto all'originale.

Per creare avatar realistici, lo studio richiede foto, video, registrazioni e informazioni personali del defunto. Più dati ci sono, più realistico sarà l'avatar.

Per i clienti che cercano esperienze più interattive con gli avatar, lo studio può generare l'immagine e la voce della persona deceduta. Quindi utilizzano tecnologie di scambio di volti per consentire a uno psicologo di comunicare con i clienti tramite chat video, utilizzando l'aspetto e la voce della persona deceduta per un'interazione personalizzata.

Inizialmente, Zhang ha fornito questi servizi gratuitamente, ma a causa della crescente domanda ha introdotto servizi a pagamento per garantire la sostenibilità dello studio. Il servizio ha un prezzo compreso tra diverse migliaia e 10.000 yuan (1.391 dollari).

Zhang ha inoltre detto a Jimu News che la sua squadra aveva ricevuto oltre 1.500 ordini per la resurrezione dell'IA, ma ne aveva completati solo più di 600. La ragione principale di questo arretrato è solitamente l’insufficienza dei dati forniti dai clienti.

I problemi di una realtà in crescita

Sebbene la “resurrezione” attraverso l’IA possa fornire un po’ di conforto ai cari del defunto, si teme che la dipendenza dalle repliche dell’IA possa ostacolare il naturale processo di elaborazione del lutto impedendo alle persone di affrontare pienamente la loro perdita.

Inoltre, un commento pubblicato il 1° marzo sul portale di notizie Redcn.net ha evidenziato l’urgente necessità di affrontare le questioni etiche e le implicazioni legali della resurrezione dell’IA.

Una delle principali preoccupazioni è la possibilità che le persone diventino dipendenti dalle esperienze virtuali, allontanandosi dalla realtà. Inoltre, sorgono domande riguardanti la proprietà dei dati nella resurrezione dell’IA: i vivi dovrebbero avere il diritto di “resuscitare” o addirittura manipolare i dati dei defunti?

E poi si teme che gli esseri umani digitali prodotti attraverso la resurrezione dell’intelligenza artificiale possano essere sfruttati per scopi fraudolenti.

Zhang ha spiegato a Yitiao che il suo studio segue un protocollo che prevede di informarsi sull'uso previsto dell'essere umano digitale prima di accettare un ordine. A causa dell'assenza di standard di settore o quadri normativi stabiliti, lo studio firma un contratto con i clienti. Questo documento afferma esplicitamente che gli esseri umani digitali non saranno utilizzati per scopi illegali, mitigando le potenziali responsabilità legali.

Nella sua intervista con Jimu News, Zhang ha espresso la sua sorpresa per la vasta richiesta di “resurrezione dell’IA”. Immagina un futuro in cui le persone possano creare repliche digitali di sé stesse per fornire compagnia ai propri cari dopo la loro scomparsa.

Ha rivelato i piani del suo studio di lanciare un servizio per generare esseri umani digitali per i vivi, consentendo ai clienti di caricare i propri dati personali per creare la propria controparte digitale. Soprannominato "il piano dell'immortalità digitale" da Zhang, questo servizio mira a consentire alle persone di lasciarsi alle spalle una presenza eterna nel mondo reale.

Gli esperti affermano che i ghost bot possono offrire conforto, ma avvertono che sono necessarie ulteriori ricerche per comprenderne le implicazioni psicologiche ed etiche.

Inoltre, l’incapacità delle persone morte di acconsentire può anche sollevare questioni etiche, dicono; «Cosa succede se fanno cose che 'contaminano' la memoria della persona che dovrebbero rappresentare?» si è chiesto Tal Morse, ricercatore in visita presso il Centro per la Morte e la Società dell'Università britannica di Bath.

Ognuno potrà fare le riflessioni più diverse, legate alla propria esperienza di vita e alla propria visione del mondo terreno e spirituale dell’uomo, non possiamo però negare come la tecnologia offra strumenti sempre più sofisticati, che cambiano non solo il mondo fisico ma anche la nostra cultura, e gli esseri umani usano la tecnologia per scopi sempre più ampi, forse addossando alle macchine un ruolo che non possono rivestire, come in questo caso, in cui si chiede a dei computer di lenire il dolore per la morte di una persona cara.

 

 

In inglese:


FEDERCOFIT TI ASPETTA A TANEXPO 24

Ci vediamo a Tanexpo 2024!

Federcofit dà l’appuntamento ai suoi associati e a tutte le imprese funebri nel proprio stand di Tanexpo 2024 al padiglione 22 dal 4 al 6 aprile a Bologna. Lo stand, di generose metrature, ci consentirà di ospitare iniziative e organizzare incontri sui temi di grido della funeraria.

Un gentile omaggio accoglierà i nostri visitatori: un CD dal titolo “Le Musiche dell’Addio 2024” contenente una selezione di alto livello tecnico di musica classica, polifonica e gregoriana confezionata dalla casa di edizioni musicali La Gloria di Bologna che con questa iniziativa inaugura un progetto di realizzazione di playlist musicali adatte al commiato e al sottofondo nelle case funebri fruibili con le tecnologie digitali. L’iniziativa è patrocinata da ben 22 realtà di spicco della funeraria italiana i cui loghi sono presenti all’interno della confezione.

 

Venerdì 5

saranno presenti allo stand gli esperti di polizia mortuaria di ANUSCA, importantissima realtà associativa italiana dello Stato Civile con la quale Federcofit ha stretto un sodalizio fecondo. Lorella Capezzali e Roberto Palombo sono a disposizione dei visitatori per rispondere a quesiti e offrire chiarimenti su tematiche complesse in costante evoluzione. A richiesta dei visitatori potremo realizzare momenti seminariali su argomenti specifici.

Sempre venerdì, alla sera, col sostegno e l'amicizia di Giesse, leader indiscusso nella gestione del sinistro, organizzeremo la consueta cena di gala per associati, simpatizzanti e sponsor. Come è noto, i momenti conviviali sono i migliori per convergere su obiettivi strategici e promuovere sinergie che guardano al futuro.

Ma non finisce qui, perché per i tre giorni di fiera Federcofit promuoverà una particolare iniziativa di responsabilità sociale. Ospiteremo infatti Francesca Brotto e Moustapha Fall di ConsiderAfrica odv che insieme ad altri volontari cercheranno di raccogliere fondi per comprare e portare in Senegal un carro funebre a una comunità di oltre 300mila persone che è costretta a trasportare in spalla nel deserto i propri defunti per mancanza di mezzi. Un viaggio che partirà da Treviso, il cui Comune ha già offerto il patrocinio, per arrivare in Africa dopo aver macinato 5.600 Km con al seguito una troupe televisiva che realizzerà un docufilm. Vuoi vedere che Francesca e Moustapha troveranno a Tanexpo un benefattore disposto ad aggregarsi all’iniziativa?

Insomma, le occasioni di interesse non mancheranno e contiamo di offrirvi costruttivi momenti per ritrovarci e fare il punto delle varie situazioni imprenditoriali e legislative che tengono banco in Italia.

Vi aspettiamo col sorriso.


cimitero Bologna Borgo Panigalecimitero Bologna Borgo Panigale

Bologna: il polo crematorio di Borgo Panigale nella bufera

Due imprese di pompe funebri bolognesi hanno denunciato ai carabinieri il polo crematorio di Borgo Panigale, che gestirebbe in modo ‘indecoroso’ i cadaveri e i resti in attesa di essere bruciati, senza rispettare le norme igienico-sanitarie e di polizia mortuaria; lo riferisce il tg di E’tv.
Nelle denunce si descrivono bare e scatole con resti da estumulazione accumulati nel giardino davanti al forno crematorio, alcuni protetti con teloni dalle intemperie, altri esposti. Si segnalano anche presunte irregolarità al cimitero della Certosa, dove in un magazzino facilmente accessibile si vedrebbero scatole con resti mortali provenienti da altre regioni e in attesa di cremazione impilate in un posto dove le norme igienico-sanitarie non lo consentono, con pericoli anche per la salute dei lavoratori del cimitero. Massimiliano Pedrucci, uno degli impresari funebri che ha denunciato, ha dichiarato in una intervista a E’tv che si tratta di una "situazione disumana e anche illegale - dal punto di vista dell’antincendio e in materia di polizia mortuaria"3. Sembra che i carabinieri abbiano iniziato delle verifiche, e che possano essere coinvolti anche i Nas per un controllo. Gli impresari funebri ritengono che questa situazione possa dipendere dal fatto che Bologna Servizi Cimiteriali, società partecipata in maggioranza dal Comune di Bologna, si occupa di molte cremazioni di salme, salme che per circa due terzi del totale arriverebbero da altre regioni.

Il presiedente di Bologna Servizi cimiteriali – Simone Spataro – ha replicato spiegando che l’Azienda è al lavoro per ripristinare gli ordinari tempi e che tra novembre ’23 e gennaio ’24 si è registrato un picco della domanda di cremazione verso l’impianto. Per far fronte alla situazione si è deciso di sospendere temporaneamente le richieste che provengono al di fuori della Città metropolitana, dando priorità al territorio.

 

Troppe cremazioni, bare accatastate al cimitero di Borgo Panigale | 24Emilia

Bare e scatole con resti accatastati, esposti ai Carabinieri - Notizie - Ansa.it

 


carmelo pezzino tgfuneral 24

Lutto nella Funeraria italiana: Carmelo Pezzino ci ha lasciati

Questa mattina ci ha riservato un’amara sorpresa: la morte di un caro amico, Carmelo Pezzino, da lungo tempo impegnato nel settore come veicolo prezioso di informazioni e di tante positive novità maturate nella funeraria italiana.

Ci siamo conosciuti molti anni addietro, da oltre 20 anni, quando, con il compianto Nino Leanza lavoravamo per processi di qualificazione del settore, come l’Istituto Superiore della Funeraria, e per la crescita di TANEXPO, unica Fiera italiana, nel panorama funerario internazionale.

Da quei momenti molta acqua è passata sotto i ponti e tante sono state le vicende che ci hanno allontanato o avvicinato: sempre, però, senza acrimonia o compiacenza.

Questa, caro Carmelo, è la cosa che ricordo con maggiore intensità dei nostri rapporti: la capacità di separare sempre, ed in ogni caso, i rapporti personali dai ruoli via via assunti nel nostro impegno nel mondo della funeraria.

Con la scomparsa di Carmelo il nostro mondo perde un messaggero capace ed importante, non facilmente sostituibile.

A Laura un forte abbraccio da un amico, ormai abbastanza vecchio, con la speranza di non perdersi di vista.

CARONTE


FEDERCOFIT DECESSI COVID

Deceduti con Covid-19: il ministero della Salute faccia chiarezza!

Federcofit informa le imprese funebri che ha inviato un interpello al Ministero della Salute onde ricevere chiarimenti definitivi in merito alla gestione dei deceduti con Covid-19.

Riceviamo infatti costanti segnalazioni dai nostri associati che, da ASL ad ASL, si adottano differenti procedure, ciò con particolare riferimento alla vestizione e al trasporto salma.

La questione in realtà è, nella pratica, in sospeso da quando decadde l’ordinanza 818 e cioè dall’aprile 2022. È possibile che il Ministero abbia ritenuto di non dover fare specifiche comunicazioni in quanto il Covid-19 era già stato inserito nell’elenco delle malattie infettivo-diffusive che necessitano di particolari precauzioni, tuttavia le strutture ospedaliere non vi hanno ottemperato in modo uniforme.

Ciò ha creato e sta creando problemi e disagio tanto alle imprese funebri quanto alle famiglie dolenti. I dolenti si trovano nella spiacevole situazione di vedersi negato quello che ritengono un diritto, avendo magari conoscenti i cui defunti con Covid-19 sono stati trattati senza l’applicazione di procedure restrittive. Le imprese, a loro volta, non possono far altro che constatare la contraddizione, ma non possono certo agire di testa propria. A maggior ragione se si considerano gli aspetti di prevenzione afferenti al diritto del lavoro.

Ragion per cui Federcofit ha ritenuto utile e importante richiedere che si faccia chiarezza su come agire in caso di Defunti con Covid-19, chiedendo altrimenti di espungere il noto virus dall’elenco.

Il Segretario


Taranto scandalo cimitero Santa Maria Porta del Cielo Talsano

Taranto: indovina chi c’è (abusivamente) nel loculo

Una donna aveva acquistato un loculo dal Comune di Taranto pagandolo con un assegno corredato dalla documentazione necessaria. Ma quando   l’anziana signora si è recata al cimitero di Talsano (una frazione di Taranto di circa 11mila abitanti) per mostrare il suo acquisto a una parente, è rimasta di stucco (o dovremmo dire di marmo?) perché il loculo che aveva comprato anni prima dal Comune era già occupato dalla salma di una persona deceduta anni prima.

Le indagini hanno ricostruito un intreccio di illegalità: una associazione a delinquere che imponeva ai famigliari dei defunti una tangente, modesta ma da moltiplicare per decine di volte ogni mese, e applicata anche alle onoranze funebri e agli artigiani variamente coinvolti nei lavori (l’attività estorsiva si sarebbe compiuta nei due cimiteri tarantini, il «San Brunone» al quartiere Tamburi, e il «Santa Maria Porta del Cielo» a Talsano), una gestione quantomeno “elastica” degli spazi cimiteriali, anche con vendite plurime e un appalto da 7 milioni che secondo gli inquirenti era stato manipolato e costruito su misura per assegnarlo a una cooperativa “amica”: l’indagine ha preso il via dall’incendio di due mezzi di una ditta che gestiva in precedenza le attività cimiteriali e che si apprestava a partecipare (diremmo “non gradita”) alla nuova gara. Di qui gli inquirenti hanno messo sotto accusa, oltre ad alcuni necrofori, anche tre dirigenti comunali apicali per l’assegnazione considerata sospetta.

 

Per leggere di più:


GENOVA LE ONORANZE FUNEBRI SCENDONO IN PIAZZA

Manifestazione degli operatori funebri a Genova: l’orgoglio di difendere e tutelare la funzione e la dignità del proprio lavoro

Il 2023, si è concluso con una importante manifestazione pubblica degli operatori funebri liguri: il 19 dicembre molte autofunebri hanno percorso le strade adiacenti alla sede del Consiglio Regionale della Liguria per richiamare l’attenzione dei consiglieri regionali e della pubblica opinione sulla necessità di coerenza e rispetto degli atti normativi votati e ripetutamente riaffermati, in questi ultimi anni, da parte del Consiglio Regionale.

Un momento del corteo di autofunebri a Genova il 19 dicembre 2023
Il corteo di autofunebri a Genova il 19 dicembre 2023

La protesta era contro l’ipotesi, proposta dalla stessa Giunta, di bloccare fino alla fine dell’attuale legislatura regionale, fino al 2026, la Legge Regionale sulla funeraria approvata nel 2020 ritardando l’applicazione di due elementi fondamentali, sanciti dalla legge in questione, come dalla maggioranza delle leggi regionali sulla materia, e cioè la natura dei soggetti esercenti l’attività funebre e l’incompatibilità tra attività funebre ed attività sanitarie e parasanitarie.

Tutti i giornali ne hanno parlato con dovizia di rendicontazione e di particolari risparmiandoci la necessità di ritornare sulla cronaca di questa significativa manifestazione.

Un momento del corteo di autofunebri a Genova il 19 dicembre 2023
Il corteo di autofunebri a Genova il 19 dicembre 2023

L’ampia mobilitazione, promossa da Federcofit e che ha visto la presenza anche di Operatori associati alle altre organizzazioni nazionali del settore, F.E.N.I.O.F e SEFIT, ha ottenuto qualche parziale risultato, su cui si dovrà tenere alta, molto alta, l’attenzione: i termini della scadenza sono stati leggermente accorciati (entro la fine del 2025), ma, quel che conta, è stato votato un ordine del giorno che impegna la Giunta a emanare il Regolamento di attuazione della Legge in questione entro il mese di aprile prossimo, convocando tempestivamente un tavolo di lavoro ad hoc.

Si tratta di un risultato molto parziale, che premia inopinatamente un’unica organizzazione ONLUS che si è opposta a questa legge sostenuta dalla minoranza del Consiglio, e che niente ha fatto nel corso di questi tre anni dall’approvazione della legge per adeguare le proprie strutture ai dettami della disposizioni, risultato, dunque, contrastante con le reiterate affermazione della maggioranza consiliare della Liguria (ma queste sono le sorprese della “politica”), ma che, se si rispetteranno gli impegni, potrà salvaguardare l’attivazione delle innovazioni contenute nella legge e garantire anche alle famiglie liguri di poter rivolgere ai propri cari defunti quelle attenzioni possibili in tutto il paese ed inapplicabili in questa regione (casa funebre, trasferimento a bara aperta delle salme su istanza delle famiglie e via andando).

Quindi risultato parziale, molto parziale, impone alla categoria nuovi impegni di controllo e sollecitazione continua per non vanificare gli importanti contenuti della legge, ma, questo è certo, è un risultato frutto della mobilitazione attiva della categoria: abbiamo rischiato di veder decadere l’intero contenuto delle disposizioni normative approvate nel 2020.

Certo è d’obbligo anche un’altra riflessione.

Le vicende che hanno caratterizzato la funeraria italiana in questo ultimo anno mostrano come gli attacchi alle norme approvate nel corso di questi ultimi 15 anni dalle Regioni siano più frequenti e, se vogliamo, anche più subdoli. Molti sono gli esempi: dai tentativi in Lombardia, alle vicende liguri, alla stessa difficoltà ad avere una legge nel Lazio, alle rimostranze registrate in Calabria, solo per citarne alcuni. Tentativi subdoli perché messi in atto in modo nascosto (le modifiche cosiddette omnibus di fine anno votate senza neppure leggerle), suggerite dagli amici degli amici, che sollecitano il superamento delle “regole” vincolanti e necessarie in un settore, la funeraria in genere, dove il contraente, la “famiglia dolente”, è soggetto particolarmente debole. Evidentemente l’arte di arrangiarsi, molto diffusa su questi temi, è cara a molti operatori ed organizzazioni di vario genere.

Questi attacchi non solo rendono inutili tutti i discorsi sulla corretta concorrenza, sul rispetto degli utenti, sulla professionalità e via andando ma sono attacchi anche alla dignità di questo lavoro ed alla funzione sociale di questa professione.

Dobbiamo dire “BASTA!” a questi tentativi …. e dire “BASTA!” non può limitarsi ad essere una pura espressione verbale.

La domanda è se bastano i comunicati, spesso ignorati, a salvarci la faccia o se, invece, non sia giusto, corretto e NECESSARIO dare manifestazione forte a questa volontà perché il tema non sia più oggetto dei soli addetti ai lavori ma diventi tema “sociale” di riflessione anche per la pubblica opinione.

La manifestazione delle autofunebri non è disobbedienza civile, non è “serrata” delle nostre attività e del pubblico servizio che i nostri operatori debbono svolgere, non è una gita “fuori porta”; esprime, invece, un ulteriore sacrificio degli operatori che, mantenendo gli impegni con le famiglie utenti, riescono anche a manifestare per difendere la propria dignità e un lavoro prezioso che, come tutte le attività, necessita di regole chiare per tutti al fine di tutelare le componenti più deboli, la “famiglie dolenti”.

Un grazie, quindi, a tutti gli operatori, grandi e, soprattutto, piccoli che hanno voluto partecipare alla tutela della dignità di questo lavoro e, se ci è permesso, anche una considerazione per i “grandi” che hanno snobbato o sottovalutato l’appello alla mobilitazione: le regole giuste, corrette e valide per tutti senza alcuna eccezione non sono un bene solo di una parte della categoria, ma rappresentano un bene prezioso anche per chi guarda il settore dall’algida posizione della ricchezza delle risorse.

CARONTE

 

PRECISAZIONE
Su richiesta della dott.ssa Valeria Leotta, responsabile nazionale di SEFIT, precisiamo che SEFIT ha partecipato, come scritto nel pezzo, alla mobilitazione delle organizzazioni funebri, con la sua personale presenza all’audizione concessa dalla Presidenza del Consiglio regionale della Liguria, ma non alla manifestazione di carri ed uomini, alla quale, invece, ha partecipato la genovese ASEF, importante azienda funebre aderente a SEFIT. Tale azienda, come precisa la dott.ssa Leotta, “associata a SEFIT, alla manifestazione delle Imprese di Onoranze Funebri ha partecipato in quanto azienda funebre di Genova…”.


Nelduccia è stata uccisa! ad accorgersene sono le Onoranze Funebri

L’assassino avrebbe potuto farla franca senza un momento di attenzione del personale delle Onoranze Funebri. Carolina D’Addario, Nelduccia per i compaesani di Gissi (Chieti) è morta il 23 dicembre scorso a 84 anni: la sua età aveva fatto credere a cause naturali: un parente aveva trovato l'anziana sarta stesa sul pavimento della cucina; dopo l’immediata telefonata al 118 e gli operatori avevano tentato di rianimarla, ma invano e il medico dell’ambulanza non avrebbe notato nulla di anomalo.
È stata l’attenzione degli operatori delle Onoranze Funebri a evitare che un delitto rimanesse nascosto: durante la vestizione, gli addetti delle onoranze funebri nel comporre il cadavere di “Nelduccia”, si sono accorti di una ferita anomala sotto l’ascella sinistra.
I familiari avevano già notato che la povera signora non aveva più addosso né la fede nuziale né la catenina d’oro , ma nessuno pensava a un delitto. Scoperta la ferita tutto è cambiato, e l’autopsia ha evidenziato come un fendente sotto l’ascella sinistra, che aveva lacerato il polmone, non avesse lasciato scampo alla povera signora.
Le indagini hanno portato rapidamente, grazie a una telecamera, alla indicazione di un potenziale accusato: un cinquantanovenne che, secondo quanto trapela al momento, aveva in casa 20mila euro in contanti e gioielli d’oro.

L’indagato è stato bloccato con l'accusa di omicidio volontario aggravato, rapina pluriaggravata e porto senza giustificato motivo di strumento atto a offendere. L'uomo avrebbe ammesso le proprie responsabilità davanti ai carabinieri poi, nel corso dell'interrogatorio in Procura, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
I filmati, lo riprenderebbero addirittura mentre cammina con in mano un coltello: il 23 dicembre l'uomo si sarebbe recato da Carolina D'Addario per chiederle un “prestito” di 2-300 euro, portandosi dietro un coltello per spaventare la donna qualora avesse rifiutato; la situazione è apparentemente degenerata fino a sfociare in un omicidio.


Buon 2024!

dalla redazione di HERMES funeraria i migliori auguri per il 2024
ai nostri lettori e a tutto il Comparto Funerario italiano!


Caronte Federcofit Giovanni Caciolli

Roma: verso la soluzione di una vexata quaestio: la corresponsione del “diritto fisso”

Da lungo tempo si discute, a Roma, e non solo a Roma, sul diritto dei comuni a percepire specifiche somme di danaro per poter effettuare singoli trasporti funebri, come disposto dal vecchio Regolamento nazionale di Polizia Mortuaria, il vecchio DPR 285/90, nonostante il pronunciamento della Suprema Corte, nel 2005, che ne escludeva la legittimità perché incostituzionale.

Nonostante le reiterate richieste, formulate anche da Federcofit fin dalla Gestione Borghini di AMA Spa, a Roma si è continuato nella pretesa della riscossione di tale balzello (quasi € 150,00 a funerale) gravato evidentemente sulle famiglie.

In questi ultimi mesi la situazione si sta evolvendo in termini di chiarezza e trasparenza del diritto grazie a un giudizio promosso da un Operatore del settore.

Dopo che un procedimento giudiziario, ancora non concluso perché manca il terzo grado di giudizio, sta confermando la tesi della inapplicabilità del “diritto fisso” di cui al suddetto DPR, è di queste settimane il pronunciamento del giudice relativamente ad altro procedimento inerente la riscossione o no di specifiche cifre relative al sommarsi dei numerosi “diritti fissi” non corrisposti e pretesi da AMA Spa e, si noti bene, anche relativo alla restituzione delle cifre corrisposte relative al medesimo “diritto fisso”.

Il Tribunale ordinario di Roma, Sezione Ottava civile sentenzia:

diritto fisso tribunale di Roma

La vicenda processuale non si deve considerare conclusa perché, quasi sicuramente, assisteremo al perdurare del contenzioso con altri gradi di giudizio, il risultato finale appare, però, abbastanza chiaro verso il superamento del “diritto fisso” sui trasporti funebri e la conseguente necessità da parte del Comune di Roma di rivedere tutta la questione e modificare le attuali procedure adottate dal Comune e da AMA Spa.

Il merito di questo procedimento giuridico è indubbio e chapeau a chi l’ha promosso. Dopo queste sentenze si tratta, però, da parte delle organizzazioni del settore, e in primis di Federcofit, di perseguire ogni sforzo con ogni strumento possibile per generalizzare queste conclusioni in tutti i comuni interessati (e sono tanti sia nel Lazio, sia in tutte le altre regioni italiane) per accrescere quella trasparenza che non deve essere richiesta solo agli operatori funebri ma anche alla Istituzioni che tanta parte hanno negli adempimenti inerenti la gestione dei decessi.

CARONTE