Funeraria a Milano: i problemi e i pericoli in epoca COVID

Sul numero del 9 aprile 2020 di "Libero", un articolo di Costanza Cavalli dedica quasi una pagina dedicata al nostro lavoro e alle difficoltà che incontriamo in questo periodo:

 

Gli eroi sono i medici, gli infermieri, i volontari, e il motivo è certamente che lavorano incessantemente da quando è scoppiata l’emergenza, la loro salute è a rischio, non vedono più le loro famiglie, e la lista dei decessi tra i camici bianchi si fa più lunga ogni giorno, siamo a 96 vittime.

Ma soprattutto, come fanno gli eroi, i medici salvano, pensano ai vivi e cercano di strapparli dalla morte.

Gli annunci di nuove misure a vantaggio della categoria – bistrattata per anni – sono ora roboanti e accolti da applausi bipartisan.

Anche i becchini rischiano grosso e rendono un servizio salvifico alla comunità, visto che maneggiano il pericolo tanto quanto i dottori e gli infermieri.

Ma i becchini non salvano gente viva che potrebbe morire, sono vivi che pensano ai morti, arrivano quando la sanità non ce l’ha fatta, quindi non stimolano alcuna epica eroica, ascoltare le loro richieste e magari tutelarli non porta consensi facili.

Per esempio, pare che al Comune di Milano non interessi avere incontri con le pompe funebri: il sindaco ha reso salottiera pure l’emergenza, i videomessaggi al mattino, una polemica su Facebook e via, non paga sporcarsi le mani con chi se le sporca di più, nel livido e triste settore delle sepolture.

Settore che sta vivendo un accumularsi di problemi, che si riflettono sulle famiglie dei defunti, e anche di pericoli: da quando, lo scorso primo aprile, l’amministrazione ha deciso di bloccare le nuove cremazioni al forno crematorio di Lambrate perché i tempi di attesa sono passati dai 3 o 4 giorni in tempi normali a 20 giorni, i problemi sono lievitati.

«Intanto il Comune ci mette una decina di giorni a dare l’autorizzazione per la cremazione», spiega Andrea Cerato, presidente delle onoranze funebri San Siro, «ed è un tempo troppo lungo, perché le salme tenute nei nostri depositi stanno in feretri provvisori non zincati, con possibili conseguenze biologiche. Oggi chiederò all’assessore regionale Giulio Gallera di poter sostituire la trafila con un’autocertificazione».

Rincara la dose Riccardo Salvalaggio, segretario nazionale Federcofit, associazione che unisce le imprese funebri: «Stanno insorgendo gravi problematiche in tutto il Nord Italia, Milano in primis (da una media di 45 decessi al giorno, nelle ultime settimane sono diventati un centinaio, nei giorni peggiori anche 180, ndr)». Il motivo è che, dato l’affollamento, «in ogni crematorio la precedenza va ai feretri conseguenti a funerali svolti nel bacino di riferimento stabilito dalla pianificazione regionale».

Solo successivamente si può offrire spazio per i cadaveri provenienti da fuori provincia.

Nelle ultime due settimane di marzo i feretri da Milano sono stati portati agli impianti crematori di Piscina, Valenza, Mantova, Domodossola, Civitavecchia (a 550 chilometri di distanza); ora, forse, si dovrà arrivare fino ad Avellino.

Ci sarebbe una disposizione nazionale che consente agli operatori funebri di cercare altri crematori disponibili (anche al di fuori dei confini regionali) per non doversi trovare «nella pessima condizione di dover intimare alle famiglie di convertire la destinazione finale del defunto da cremazione ad inumazione o tumulazione», pratiche che sono anche molto più costose per le famiglie dei morti.  Eppure, fa notare Federcofit, gli impiegati amministrativi non danno «la facoltà di aggiungere questa ulteriore dicitura, obbligandoci a indicare una struttura sola».

Oltre ad aver chiuso Lambrate, il Comune ha pensato di incasinare le cose anche al cimitero di Baggio: qui i feretri devono essere portati dalle pompe funebri non solo al cimitero ma fin nella camera mortuaria.

Sembra banale, ma il cimitero è territorio demaniale, e gli operatori non sono assicurati per ciò che può accadere lì dentro, e infatti normalmente è un lavoro che tocca al personale del camposanto.

Inoltre questa richiesta, spiega in una lettera a Palazzo Marino l’impresa San Siro, «comporta il coinvolgimento di più necrofori, circostanza che non aiuta la già complessa gestione dei turni del personale e implica un significativo aggravio dei costi».

Ma non è solo verso le pompe funebri e i loro dipendenti che il Comune fa spallucce, sembra che gli importi poco anche dei suoi dipendenti: ai Servizi funebri del primo piano di via Larga, secondo i sindacati, nessun dipendente indossa le mascherine ad alta protezione e non c’è stata nessuna disinfezione delle superfici né qualcuno che misuri la febbre sulla soglia (come sarebbe previsto dalla delibera regionale del 4 aprile).

E anche in alcuni cimiteri, per esempio quello di Chiaravalle, l’accusa è che gli operatori lavorino tra i cipressi senza protezioni.


Palazzo Regione Lombardia

Da Regione Lombardia chiarimenti sulla circolare 655 del Ministero della Salute

Regione Lombardia ha emanato a dei nuovi chiarimenti  in merito alla circolare del ministero della sanità. Sono chiarimenti che riguardano prettamente le competenze operative delle strutture sanitarie e degli operatori sanitari. Ci sembra tuttavia importante che vengano condivise anche con gli operatori funebri i quali debbano essere nella piena consapevolezza di quali sono le attività di loro competenza è quelle di competenza delle strutture sanitarie.

Ai Direttori Generali
ASST
ATS
Oggetto: Emergenza COVID-19. Circolare Ministero Salute n. 11285 del 1.4.2020 e Ordinanza del Capo Dipartimento di Protezione Civile n. 655 del 25 marzo 2020. Attività funebre, cimiteriale e cremazioni

Ai fini della loro adozione e della più ampia diffusione ai soggetti interessati, si trasmette la Circolare del Ministero Salute n. 11285 del 1.4.2020 che integra e specifica, per taluni aspetti, l’Ordinanza del Capo Dipartimento di Protezione Civile n. 655 del 25 marzo 2020. In particolare, ferme restando le indicazioni già fornite con note di questa DG Welfare e raccomandando la lettura complessiva del testo ministeriale, si segnala che sono disposte ulteriori precauzioni che di seguito sommariamente si richiamano, unitamente a taluni chiarimenti, perché di diretta applicazione o di interesse da parte delle Vs Aziende.

Lettera B Precauzioni da adottare in via generalizzata per tutti i defunti per i quali non si possa escludere la contrazione in vita di Covid-19

Punto 3. Prima dell’arrivo del personale incaricato del trasporto funebre, il personale sanitario deve
provvedere all’isolamento del defunto all’interno di un sacco impermeabile sigillato e disinfettato
esternamente per ridurre al minimo le occasioni di contagio durante le operazioni di incassamento
Si precisa che:

  • per “tutti i defunti per i quali non si possa escludere la contrazione in vita di Covid-19” sono da intendersi tutti i casi che, prima del decesso, non abbiano manifestato i sintomi di cui alla circolare Ministero Salute del 9/3/2020 sulla definizione di caso (1) .
  • richiamata, con riferimento ai documenti pertinenti (2), (3) la fondamentale importanza che tutti gli operatori sanitari siano opportunamente formati e aggiornati in merito alle modalità e ai rischi di esposizione professionale, nonché alle misure di prevenzione e protezione disponibili, anche al fine di adottare i comportamenti più opportuni atti a limitare l’eventualità del contagio, in questa fase emergenziale l’attività del medico necroscopo, finalizzata all’accertamento della realtà della morte, potrà essere svolta con equipaggiamento minimo essenziale, ossia almeno mascherina chirurgica e guanti, fermo restando che laddove si rilevi la necessità di manipolare la salma, anche il medico necroscopo dovrà essere dotato di mascherina chirurgica, occhiali, guanti, sovrascarpe e camice idrorepellente.

Lettera C Esami autoptici e riscontri diagnostici

  • Punti da 1 a 10

Lettera D Riduzione dei tempi di osservazione e per eseguire il trasporto funebre in cimitero o crematorio

Punto 1. Il primo medico intervenuto, se il decesso avviene all’esterno di strutture sanitarie accreditate o di ricovero e cura, in attuazione del principio di precauzione, sospende ogni intervento sul defunto, allontana i presenti e li informa delle procedure da seguire per ridurre il rischio di contagio. Allerta tempestivamente la struttura territoriale competente per l’intervento del medico necroscopo che detta le cautele da osservare. L’allerta è immediata per via vocale e seguita da comunicazione scritta o per via telematica a mezzo PEC;

Pertanto, la Struttura territoriale competente deve:

  1. disporre di un recapito telefonico in grado di ricevere la comunicazione h24 (fisicamente presidiato o in ogni caso dotato di sistema per registrazione telefonica)
  2. pubblicizzare indirizzo PEC
  3. rendere accessibile l’inserimento della richiesta di visita necroscopica via web per le ASST che sono dotate di apposito portale

Compatibilmente con l’organizzazione del servizio, l’intervento del medico necroscopo sarà tempestivo, anche nelle more della formale richiesta da parte del comune, ai sensi dell’art. 74, comma 2 DPR n. 396/2000, secondo le modalità consuete.

Punto 3. Se il decesso avviene all’interno di strutture sanitarie accreditate o di ricovero e cura, il personale sanitario, attenendosi alle istruzioni puntuali della Direzione sanitaria, allontana i presenti e li informa delle procedure da seguire per ridurre il rischio di contagio;

Con riferimento alle competenze delle ATS i DIPS garantiranno le attività di polizia mortuaria di competenza e, nel merito, una corretta e costante interlocuzione con i Comuni, nei confronti dei quali – in particolare per l’attività di cremazione – questa Direzione si è raccordata con il Prefetto di Milano per le tematiche di cui alla lettera F Potenziamento e ottimizzazione in fase emergenziale della rete di crematori.

Alle ATS si chiede di dare adeguata diffusione della circolare alle strutture di ricovero, alla rete sociosanitaria, alla medicina territoriale presenti nell’area di competenza.

 

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Coronavirus e crematori: a Milano Ferdercofit riesce a far vincere la ragione

Sembrava incredibile.

Lo scorso 1 aprile, la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute ha emanato una circolare (0011285-01/04/2020-DGPRE-DGPRE-P) con l’obiettivo di individuare procedure adeguate per il settore funebre, cimiteriale e della cremazione in questa fase emergenziale determinata dall’epidemia di CoViD-19.

Per cercare di risolvere il problema della scarsità di possibilità per le cremazioni, la Circolare prevede, al punto 7, una disposizione che consente agli operatori funebri di cercare altri crematori (anche al di fuori dei confini regionali) al fine di non doversi trovare nella pessima condizione di dover intimare alle famiglie di convertire la destinazione finale del defunto da cremazione ad inumazione o tumulazione (pratiche per altro maggiormente onerose per le famiglie utenti).

La stessa circolare indica che:

7. Nella autorizzazione al trasporto funebre per procedere a cremazione si indica il crematorio scelto dagli aventi titolo è opportuno indicare “o qualunque altro crematorio disponibile”.

Ebbene... a Milano gli impiegati amministrativi non consentivano di aggiungere questa ulteriore
dicitura obbligandoci ad indicare una struttura sola.
In questo incredibile frangente era assurdo che una problematica puramente amministrativa dovesse ostacolare il tentativo di risolvere almeno uno degli infiniti impedimenti che quotidianamente incontriamo anche noi operatori funebri, tanto una disposizione ministeriale veniva in nostro aiuto.

Abbiamo scritto al Sindaco, all'Assessore ai Servizi Civici e al Direttore dell'Area Servizi Funebri e Cimiteriali.

Abbiamo vinto, il buon senso e la ragione sono stati riconosciuti dal Comune di Milano.
Abbiamo ricevuto oggi questa lettera dal dottor Cigognini, Direttore dell'Area Servizi Funebri e Cimiteriali:

Egregio dott. Salvalaggio,
in relazione alla Sua lettera del 07/07/2020, Le comunico che gli uffici di Via Larga, già da ieri, nelle autorizzazioni al trasporto funebre per procedere a cremazione in comune diverso da quello di Milano, oltre ad indicare il crematorio scelto dagli aventi titolo, inseriscono anche la dicitura “o qualunque altro crematorio disponibile”.
Cordiali saluti
Mauro Cigognini

In questi giorni così difficili, almeno un problema è stato risolto.

clic qui per scaricare la nostra lettera al Comune di Milano


Convenzione Federcofit sui sacchi per sigillatura feretri con salma COVID

La circolare del Ministero della Salute allegato 1 lettera c, prevede che i feretri contenenti le salme di persone decedute con COVID debbano essere protetti con una sigillatura specifica fino alla cremazione o all'inumazione/tumulazione.

Come servizio a tutto il Comparto delle imprese funebri, Federcofit ha concluso un accordo molto conveniente con un fornitore, accordo che, ripetiamo, offriamo tutte le imprese, senza vincolo alcuno.

Il video mostra una prova tecnica di inserimento del feretro e sigillatura.

Abbiamo ottenuto la possibilità di applicare uno sconto del 12% sui sacchi e del 10% sulla saldatrice comunicando al fornitore il codice FEDE20

I prezzi sono:

Lotto da 50 pezzi: €  9.85  + iva cad.

Lotto da 100 pezzi: €  9.40  + iva cad

Lotto da 200 pezzi: €  9.00  + iva cad

Saldatrice: € 578 + iva

Per l'acquisto, tempi di consegna e condizioni di trasporto rivolgersi a TOMOLPACK
www.tomolpack.it
tosello.luigi@tomolpack.it
+39-029880334 (ufficio)
+39-0298281412 (fax)

 


Palazzo Regione Lombardia

Coronavirus: nuova ordinanza in Lombardia

Non riguarda specificatamente il nostro Comparto, ma le sue norme influiscono su tutte le persone che si trovano in questa Regione.

clic qui per scaricare l'ordinanza 521 del 4/4/2020 di Regione Lombardia (PDF)


Forni crematori in Italia: Cremona

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli oratori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

CREMATORIO DI CREMONA

c/o Cimitero Monumentale, via Cimitero, 26100 Cremona

sportello prenotazioni  0372/801077

uffici amministrativi 0372/801074 – 0372/801075 – 0372/801076 – 0372/801078

fax 0372/801099

indirizzo e.mail: polocremazione@aemcremona.it

PEC polocremazione.cr@pec.it

Non reperite le tariffe

clic qui per tornare all'elenco completo dei crematori italiani

Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

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Forni crematori in Italia: Cinisello Balsamo (MI)

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

CREMATORIO CINISELLO BALSAMO

C/O Cimitero Nuovo Piazza dei Cipressi, 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Orario dal lunedì a sabato compreso 8.30/11.30
mercoledì pomeriggio dalle 14.30 alle 17.00
Telefono 0266023274 - 263 - 261
Fax 02 66023770

 

TARIFFE

CREMAZIONE RESIDENTI IN CINISELLO BALSAMO
Cadaveri € 390,00
Bambini fino a 10 anni gratis
Resti mortali e resti ossei estumulati/esumati nei cimiteri cittadini € 315,00
Resti mortali e resti ossei in occasione di esumazione ordinaria organizzata dal Comune nei cimiteri cittadini € 100,00
CREMAZIONE NON RESIDENTI
Cadaveri € 505,00
Bambini fino a 10 anni € 179,00
Resti mortali e resti ossei estumulati/esumati nei cimiteri cittadini € 396,00
Resti mortali e resti ossei in occasione di operazioni realizzate da enti locali (per un numero superiore a 50 unità) e (per cremazione resti ossei provenienti da ossari e confezionate in casse indecomposti) € 320,00
ALTRE CREMAZIONI
Parti anatomiche riconoscibili € 371,00
Feti e prodotti abortivi € 165,00
Dispersione ceneri in cimitero € 200,00
La Giunta Comunale con atto n. 376 del 2/12/2010 ha deliberato l'applicazione di una riduzione del 10% della tariffa per la cremazione di salme residenti e non residenti nel caso in cui venga utilizzata bara ecologica  
UTILIZZO SALA DEL COMMIATO
Fino a 2 ore €   55,00
Fino a 24 ore € 110,00
Fino a 36 ore € 132,00
UTILIZZO DEPOSITO MORTUARIO PER CADAVERI O RESTI NON RESIDENTI IN ATTESA DI SEPOLTURA O CREMAZIONE
Da 0 a 5 giorni €   35,00
Da 0 a 15 giorni €   62,00
Fino ad un mese €   98,00
Ogni mese o frazione oltre il primo € 110,00

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Comunicato Stampa EFI/Federcofit sulla chiusura del Crematorio di Lambrate.

Nella serata del 2 aprile, Gianni Gibellini e Cristian Vergani, Presidenti rispettivamente di EFI-Eccellenza Funeraria Italiana e di Federcofit, hanno diramato un Comunicato Stampa a seguito dell’ordinanza del Sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha disposto il blocco all’accesso di ulteriori feretri da avviare alla cremazione presso l’impianto di Lambrate.

Con una ordinanza firmata dal Sindaco Sala questa mattina il Comune di Milano ha bloccato fino a data da destinarsi l'accesso di ulteriori feretri presso il crematorio di Lambrate.
L'impianto ha attualmente una capacità di 5 linee per 30/35 cremazioni giornaliere in condizioni di normalità e sarà da oggi esclusivamente dedicato ad esaurire i servizi già programmati, bilanciando così la domanda alle proprie capacità e chiudendo a nuove richieste di residenti e non.
Ora la palla passa, e non è una novità, agli Operatori Funerari che dovranno identificare un crematorio disponibile prima di indirizzare le famiglie verso tumulazioni e inumazioni, pratiche alle quali sarà necessario ricorrere in assenza di possibilità di cremazione entro tre giorni dalla data di decesso. In questi casi il Comune introduce l'esenzione delle tariffe comunali per:

  • "servizio funebre con mezzi impresa";
  • "diritti inumazione salme" e fornitura e posa del "cippo per inumazioni";
  • tumulazione di salma in colombario, fermo restando il pagamento delle tariffe per la concessione del manufatto.

L'ordinanza è stata adottata ancora una volta senza una concertazione e una informazione preventive con le Organizzazioni di categoria delle Onoranze Funebri che, per venire incontro alle richieste dei dolenti, dovranno farsi carico di ulteriori compiti (informare i familiari, reperire un crematorio disponibile, affrontare lunghe trasferte, ...).
E questo nonostante ripetute richieste di incontro e di confronto, sempre inusitate, per ovviare alle tante criticità che emergono in questo periodo!
Il Comune, inoltre, non riesce a garantire entro i tre giorni previsti l'autorizzazione alla cremazione creando nuove difficoltà.
Dando per scontata la massima disponibilità dell'Amministrazione nell'affrontare l'emergenza con il potenziamento della capacità di cremazione agendo sulle procedure operative e sulle turnazioni dei dipendenti, chiediamo al Comune di Milano di fornire risposte chiare ed esaurienti su alcune questioni:

  • Per la richiesta di autorizzazione alla cremazione perché non adottare l'autocertificazione così come già accade in altri Comuni?
  • Perché non vengono utilizzati i depositi dei cimiteri?
  • Chi pagherà in futuro le operazioni di estumulazione di coloro i quali vengono oggi tumulati o inumati e che un domani verranno avviati in cremazione per esaudire precise volontà espresse in vita?

Di questi e di altri argomenti ci piacerebbe discutere con i nostri Amministratori se finalmente si dimostreranno disponibili al dialogo!

Milano, 2 aprile 2020.
Gianni Gibellini Presidente Nazionale EFI -Eccellenza Funeraria Italiana
Cristian Vergani Presidente Nazionale Federcofit


Coronavirus: indicazioni dalla Regione Sardegna

Nota n. 8167 del 01.04.2020 della Direzione Generale della Sanità della Regione Sardegna contenente Indicazioni in materia funebre nel periodo emergenziale CoViD-19.

Stanno pervenendo varie richieste di indicazioni da parte di Agenzie Funebri in merito all’oggetto.
Al riguardo, si richiama preliminarmente che la L.R. 32/2018, recante “Norme in materia funebre e
cimiteriale”, all’art. 47 stabilisce che l’ATS, in caso di morte per malattia infettiva, detta le prescrizioni ai fini della tutela della salute nelle varie fasi del procedimento.
Si forniscono, comunque, alcune indicazioni generali, al fine di uniformare in Sardegna il  comportamento delle Strutture Sanitarie e delle Agenzie Funebri relativamente alla gestione delle salme e dei cadaveri nei casi di morte correlabile anche potenzialmente a CoViD-19 e tutelare la salute degli operatori, nelle more dell’adozione di eventuali indirizzi nazionali al riguardo.

Nei suddetti casi, pur tenendo in considerazione che con il decesso cessano le funzioni vitali e si riduce
nettamente il pericolo di contagio (essendo la trasmissione del virus prevalentemente per droplets e per
contatto), si ritiene indispensabile che gli operatori sanitari, gli operatori delle agenzie funebri e i parenti dei deceduti si attengano rigorosamente alle misure di prevenzione e protezione atte ad evitare la diffusione delle infezioni per via respiratoria e alle indicazioni per la pulizia e la sanificazione degli ambienti previste dalle Circolari del Ministero della Salute, predisposte nell’ambito del contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da CoViD-19.
In caso di decesso nelle strutture di ricovero, le Direzioni Sanitarie riducono il periodo di osservazione della salma mediante accertamento strumentale della morte, tramite l'ausilio di elettrocardiografo la cui
registrazione deve avere una durata non inferiore a 20 minuti (così come stabilito dall’art. 8 del DPR 285/90, a cui rimanda anche l’art. 10 della L.R. 32/2018).
Al di fuori delle strutture di ricovero il medico necroscopo, constatata la realtà della morte mediante la visita necroscopica, può disporre l’accertamento strumentale di cui sopra o, laddove non sia possibile, in
conformità con quanto previsto dagli artt. 4, 8, 10 e 11 del DPR 285/1990, dispone la contrazione del periodo di osservazione che, in ogni caso, non può essere inferiore a 6 ore (art. 2, c. 4, Legge 578/1993 e art. 4, c. 1, Decreto Ministero della Salute 11 aprile 2008 pubblicato nella G.U. n. 136 del 12 giugno 2008).

Per tutto il periodo emergenziale è sospeso il trasferimento della salma durante il periodo di osservazione, di cui all’art.11 della L.R. 32/2018.
La deposizione del cadavere nella cassa deve avvenire secondo quanto previsto dall’art. 18 del DPR
285/90, ossia il cadavere, trascorso il periodo di osservazione, deve essere deposto nella cassa con gli
indumenti di cui è rivestito ed avvolto in un lenzuolo imbevuto di soluzione disinfettante, e si deve
provvedere alla chiusura del feretro.
Per l’esecuzione di tali attività, al fine di evitare il rischio potenziale di esposizione per contatto con eventuali liquidi biologici, si raccomanda agli operatori addetti, oltre al rispetto di tutte le misure igieniche previste per la popolazione in generale, l’utilizzo di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale.

Al termine delle attività, oltre ad essere garantita un’adeguata areazione dei locali, deve essere eseguita
un’accurata pulizia e un’idonea sanificazione delle superfici e degli ambienti utilizzati.
I rifiuti potenzialmente contaminati devono essere trattati e smaltiti come materiale infetto categoria B
(UN3291) dalle Strutture Sanitarie o, in caso di decesso in abitazioni private, dalle Agenzie Funebri.
Nei feretri, in caso di inumazione o cremazione del cadavere, all’interno della cassa di legno si utilizza
idoneo sacco in materiale biodegradabile (autorizzato conformemente a quanto stabilito dall’art. 31 del DPR 285/90), in sostituzione della cassa di metallo.
Cordiali saluti.
Marcello Tidore
IL DIRETTORE

 

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Forni crematori in Italia: Verbania

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli oratori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

c/o Cimitero di Pallanza, viale Rimembranze 1, 28922 Verbania

tel. 0323556619  fax 03233557197

Amministrazione: Via al Roccolo, 28922 Verbania VB

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Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

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Forni crematori in Italia: Varese

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

c/o Cimitero Monumentale di Giubiano, via Maspero 38, 21110 Varese

 

Tariffe: la tariffa ordinaria praticata nel crematorio di Varese è di euro 592,36 iva compresa (non comprende l'urna cineraria).
Per i residenti la tariffa è di euro 266,56 iva compresa.

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Forni crematori in Italia: Novara

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

CREMATORIO NOVARA
c/o Cimitero Urbano, via Curtatone 9, 28100 Novara

Novara Società per la Cremazione di Novara
Via Magistrini n. 13 - 28100 Novara
Tel: 0321/467247
Fax: 0321/491658

cremazione salma: € 480
cremazione resti mortali indecomposti: € 384
cremazione resti ossei: € 159

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