Forni crematori in Italia: Milano Lambrate

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli oratori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

c/o Cimitero di Lambrate, piazza caduti e dispersi in Russia 1, 20134 Milano

All'interno del Crematorio vi è una sala multiconfessionale destinata allo svolgimento di riti di religione diversa dalla cattolica o di riti laici e appositi spazi dove è possibile raccogliersi e accomiatarsi dal proprio congiunto.
La struttura provvede alla cremazione dei feretri e la raccolta delle ceneri (durante la quale non è prevista la presenza dei familiari del defunto)
Le celle frigorifere sono 86, cinque i forni per la cremazione.

Una volta ritirate, le ceneri dovranno essere immediatamente trasportate - a cura e a spese dei familiari - al cimitero di destinazione per la successiva tumulazione.

TARIFFA 2019

RIMBORSO DI COSTI PER LA CREMAZIONE DI SALME € 278,30
CREMAZIONE SALMA NON RESIDENTE DECEDUTO FUORI MILANO € 504,07
CREMAZIONE DI SALMA INDECOMPOSTA - CASSA ESCLUSA € 98,95
CREMAZIONE PARTI ANATOMICHE RICONOSCIBILI - CASSA ESCLUSA € 78,72
CREMAZIONE FETI O PRODOTTI DEL CONCEPIMENTO - CASSA INCLUSA € 22,47
CREMAZIONE RESTI OSSEI - CASSA INCLUSA € 109,08
CASSA INDECOMPOSTI PER CREMAZIONE € 51,70
CASSA INDECOMPOSTI CREM. CON RIMBORSO CASSETTA RESTI € 21,36
RIMBORSO SPESE PER DEPOSITO € 11,62
RIMBORSO SPESE PER DEPOSITO RESTI/CENERI € 0,59
RIMBORSO SPESE PER DEPOSITO FERETRI IN CAM. VEGLIA CREMATORIO € 46,48
CARICAMENTO STACCATO € 78,52
TARGHETTA METALLICA € 8,77
CASSETTA PER CENERI (URNA) € 15,75
PRATICHE PER AFFIDAMENTO CENERI € 28,12
PRATICHE PER DISPERSIONE CENERI FUORI CIMITERO € 28,12

Gli uffici sono aperti dal lunedì al sabato (esclusi i festivi) dalle 8.30 alle 16.00, con orario continuato.

L'ingresso è consentito sino a 15 minuti prima dell'orario di chiusura.
È possibile ritirare le ceneri dal lunedì al sabato, esclusi i festivi, dalle 8.30 alle 15.30. Una volta ritirate, le ceneri dovranno essere immediatamente trasportate - a cura e a spese dei familiari - al cimitero di destinazione per la successiva tumulazione.
Il crematorio è chiuso tutti i lunedì non festivi.

Per informazioni: tel. 02.26.40.075 – 02.884.65.621 -02 8846 5620 fax 02. 26.40.075 (dal martedì al sabato, esclusi i festivi - dalle ore 8.30 alle ore 16.00).

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Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

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Forni crematori in Italia: Trieste

Dopo aver parlato della cremazione e del suo sviluppo nel nostro Paese, e dopo avere pubblicato l’elenco dei crematori oggi in attività regione per regione, iniziamo a presentare su Hermes funeraria i singoli impianti con le informazioni essenziali ed utili per gli operatori funebri che debbano fare affidamento a queste strutture nel proprio territorio di intervento.

c/o Cimitero di S. Anna, Via dell’Istria 194 34137 Trieste tel. – fax : 0407793813; 0407793804

Tariffe servizi di cremazione

CREMAZIONE  
di cadavere € 511,60
di resti mortali  € 409,28
di parti anatomiche riconoscibili € 383,70
di feti e prodotti del concepimento € 170,53
DISPERSIONE CENERI
tariffa una tantum € 206,71

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Tutti i prezzi sono aggiornati alla data di pubblicazione, e potrebbero quindi essere stati modificati dall'Operatore.

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Caronte Federcofit Giovanni Caciolli

Libertà di informazione: la lectio magistralis del buon Fogli

Tanto tonò che piovve, soleva dire Socrate a fronte delle ire funeste della moglie Santippe... e anche noi, della funeraria, nel nostro piccolo, abbiamo la nostra Santippe.

Anche il nostro ingegnere, molto più modesto del più famoso Ing. De Benedetti, si occupa di giornalismo e spande a destra e a manca, come Santippe, manciate di sapienza e conoscenza rintuzzando quello screanzato di Segretario di Federcofit, “poco avvezzo al giornalismo”, che tanto azzarda su Hermes Funeraria.

Il tutto nasce da una risentita contestazione di una vecchia abitudine, propria di molta stampa, di “sparare sul pianista” tirando fuori le solite “imprese funebri non corrette” in un indistinto polverone dove “tutte le vacche sono nere”. Ora nessuno si scandalizza se questa prassi è usata da normali giornalisti o cronisti che hanno bisogno di “fare il pezzo”, anche se per giornali importanti come il Corriere.

Certo, se questa prassi viene usata dalla stampa specializzata del settore e da quei soggetti che aspirano al ruolo di “maestri” e costruttori di prospettive risolutive per il Comparto Funerario, allora queste generalizzazioni e nebbie non sono accettabili a meno che non perseguano uno specifico disegno politico di parte…

Sgombriamo il campo da un’illazione cattiva, anche se particolarmente stupida, del nostro, che accusa il Segretario di Federcofit d’una “difesa d’ufficio di qualche mariuolo: in Italia c’è una sola Federazione del settore, Federcofit, che ha messo in atto formali azioni contro imprese funebri scorrette.

Parlando, direttamente, col Comandante Storoni dei Carabinieri di Bergamo abbiamo ricavato che le affermazioni riportate dalla stampa e spiattellate paro paro da “funerali.org” ai “suoi oltre 2000 affezionati lettori” non sono uscite dalla sua bocca… ma niente da eccepire sul fatto che “senza una formale smentita” quelle espressioni rimangono.

Qualche dubbio, invece, rimane sul fatto che, come dice il nostro, costituisca “notizia” il fatto che, a detta del Comandante, abbiano riscontrato comportamenti poco corretti da parte di alcune agenzie riferiti ad aumenti anomali dei prezzi (indagheranno).

Caro ing. Fogli, il rispolvero del tormentone sugli operatori funebri scorretti è incomprensibile, soprattutto se fatto a fronte dell’emergenza che ha investito Bergamo e la sua provincia in questo mese di marzo. Roba da vergognarsi pensando alla colonna di automezzi militari, questi sì automezzi “di fortuna” rispetto alle norme del Regolamento Nazionale di Polizia mortuaria, non a caso richiamate anche da una successiva nota del Ministro della Salute, che trasportavano feretri a crematori fuori regione.

Ci sembra più un’informazione pruriginosa che corretta, forse funzionale a tesi preconcette e sconfitte dai fatti.

Non vogliamo insegnare nulla, perché non abbiamo la vocazione dell’ing. Fogli, ma da un esperto sulla materia di tale prestigio ci saremmo aspettati una qualche riflessione sull’effetto generato dalla scelta di impiegare le forze dell’ordine e sulle future ripercussioni di quelle immagini che rimarranno impresse nella memoria di una collettività segnata da questa terribile situazione.

E… saremo ben contenti di denunce circostanziate sugli abusi fatti dagli operatori perché le “furbizie” non sono tollerabili mai, figuriamoci nelle emergenze!!

Poi, se la discussione che interessa debba essere quella sul “sistema funerario del futuro” si dovrebbe comunque partire da altri presupposti. Ha, forse, senso parlare del sistema funerario partendo dalla attuale emergenza, come accenna, per fortuna con qualche timidezza, il nostro?

L’emergenza “coronavirus” a livello nazionale, e soprattutto nella Regione Lombardia, dove sono esponenzialmente saliti i decessi registrati in un intero mese, non può offrire indicazioni di sistema per il nostro Comparto.

Questa emergenza, come del resto anche le altre emergenze per terremoti e sciagure diverse, purtroppo frequenti nel nostro belpaese, deve essere trattata come emergenza senza pensare a un sistema che possa risolvere, per sua natura e strutturazione, queste contingenze.

Anche con questa accezione, pur limitata, sarà necessario avviare una profonda riflessione sugli errori, troppi purtroppo, sui metodi e sulle competenze dei soggetti impegnati nella direzione, ai vari livelli, degli interventi. Bisognerà anche riflettere sulla necessaria partecipazione in questi momenti decisionali di rappresentanti della funeraria, pubblici o privati che siano, come succede in vari paesi europei: molti errori e numerosi scandali si potrebbero evitare.

Sì, perché a dire il vero in questo frangente ce n’è per tutti.

Se da una parte vediamo un indegno e sparuto gruppo di banditelli privati che avrebbero inseguito l’occasione per arrotondare i conti al rialzo da buone sanguisughe, dall’altra vediamo il pubblico piegare inevitabilmente le ginocchia.

Lo vediamo a Genova dove le operazioni cimiteriali “pericolose e contagiose” sono state in fretta e furia affidate al privato per consentire una operatività costante.

Lo ritroviamo nella quasi totalità dei cimiteri italiani, in condizioni di normalità, in cui le operazioni cimiteriali sono eseguite dalle imprese private in quanto il personale, ammesso e non concesso che ci sia, non riesce a garantirle, da decenni.

Concluderei con i nostri poveri cimiteri, i quali invece di accogliere in deposito i feretri in attesa di destinazione (anche in strutture temporanee), hanno invece fatto diventare le camere mortuarie degli ospedali o i loro piazzali coperti da tensostrutture lazzaretti in cui parcheggiare sino a data da destinarsi centinaia di casse con il loro relativo effetto “scenico”.

Se, poi, qualcuno, come potrebbe dedursi da alcuni accenni e affermazioni dell’ingegnere, si pensa a una distinzione tra “pubblico” e “privato” (anche se il cuore inneggia il pubblico e il portafoglio predilige il privato) nella gestione di queste emergenze lo si dica con chiarezza per il bene di un confronto chiaro e senza infingimenti.

Caronte


LOMBARDIA: i provvedimenti adottati fino al 12 aprile

La produzione normativa di Regione Lombardia e dei suoi uffici in questa emergenza è ormai imponente, per questo abbiamo deciso di creare un elenco dedicato (in fondo alla pagina), in modo da rendere più semplice per tutti la ricerca sui documenti principali.

Aggiornamento all'ordinanza del 12 aprile 2020

“Restano in vigore fino al 3 maggio le misure restrittive di contrasto alla diffusione del Coronavirus già attive sul territorio regionale. Il presidente Attilio Fontana ha, infatti, firmato l’11 aprile mattina la nuova ordinanza, a valle delle decisioni assunte venerdì 10 aprile dal Governo“. Lo fa sapere in una Nota la Regione Lombardia.

Conferma delle misure

“Il documento – prosegue la Nota – conferma la chiusura degli alberghi (con le eccezioni già in vigore), degli studi professionali (che proseguono l’attività in smart working, salvo eccezioni per particolari scadenze) dei mercati all’aperto e tutte le attività non essenziali. Inoltre, sarà possibile
acquistare articoli di cartoleria, di fiori e piante all’interno degli esercizi commerciali che vendono alimentari o beni di prima necessità, già aperti. Saranno sempre possibili le vendite con la consegna a domicilio, osservando le regole stringenti già in vigore per questa modalità”.

In linea con le novità del DPCM del 10 aprile

“Infine il provvedimento – conclude la Nota – in analogia a quanto stabilito dal nuovo DPCM, lascia aperti – con le consuete regole relative a igiene e distanziamento – i negozi per la vendita di articoli per neonati e bambini”.

clic qui per scaricare l'ordinanza 528 del 11 aprile 2020

Provvedimenti precedenti e commenti (in ordine cronologico inverso)


Il nuovo DPCM 10 aprile 2020

Continua l'alluvione di provvedimenti che ogni autorità adotta in questa emergenza, potete scaricare il PDF dell'ultimo decreto facendo clic su questo collegamento.


Circolare 1 aprile 2020: modifiche minori dal Ministero della Salute

Riportiamo per opportuna conoscenza le modifiche apportate dalla circolare del Ministero della Salute 0012302-08/04/2020-DGPRE-DGPRE-P alla circolare del Ministero della Salute 0011285-01/04/2020-DGPRE-DGPRE-P

Le modifiche sono veramente minori, le abbiamo evidenziate qua sotto:

  • in rosso le parti eliminate
  • in blu le parti aggiunte.

In allegato la nuova circolare.

B) Precauzioni da adottare in via generalizzata per tutti i defunti per i quali non si possa escludere la contrazione in vita di Covid-19

4. Sono vietati il cosiddetto trasporto ‘a cassa aperta’, la vestizione del defunto, la sua tanatocosmesi, come qualsiasi trattamento di imbalsamazione o conservativo comunque denominato, o altri quali lavaggio, taglio di unghie, capelli, barba e di tamponamento.

D) Riduzione dei tempi di osservazione e per eseguire il trasporto funebre in cimitero o crematorio

5. in caso di decesso al di fuori di strutture sanitarie, i medici necroscopi, constatata la morte mediante visita necroscopica, riducono il periodo di osservazione preferibilmente mediante ausilio di elettrocardiografo o, in caso di indisponibilità dell’elettrocardiografo, al tempo dell’esecuzione della loro visita e consentono il più rapido incassamento del cadavere e il successivo trasporto funebre;

8. in assenza di volere degli aventi titolo, ovvero qualora non sia possibile acquisirlo, per il trasporto funebre e la successiva sepoltura o cremazione, decorse al massimo 48 ore dal decesso, la Prefettura può disporre d’ufficio il trasporto funebre, si applica quanto previsto dall’art.4(2) dell’Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 655 del 25 marzo 2020, fatta salva una tempistica inferiore disposta dal sindaco;


Coronavirus: Funerali.org spara sul pianista

Apprendiamo dal sito di funerali.org, cassa di risonanza di EURO.ACT srl, una notizia che, fondamentalmente, non abbiamo poi così tanta voglia di commentare data la grande amarezza che ci lascia addosso.

La sensazione è quella di non capire la motivazione che spinge, uno degli organi di diffusione del settore funebre, a cercare di gettare discredito alla stessa categoria alla quale appartiene.

Quando entrai nel settore funerario rimasi particolarmente colpito da un paio di frasi che mi dissero e che avrebbero condizionato per sempre l’approccio con quelli che erano allora i miei stessi colleghi;

  • il peggior nemico degli impresari funebri sono gli impresari funebri stessi,
  • far parlare bene delle pompe funebri è praticamente impossibile.

A distanza di anni, tutto mi sarei aspettato tranne che riassaporare oggi, con la lettura di questo articolo,  tutte quelle sensazioni di allora miste tra stupore e nausea.

[Fun.News 3593] Sono pattuglie dei Carabinieri che recuperano le urne cinerarie dei bergamaschiPubblicato il 09/04/2020 da RedazioneGran parte degli italiani ha visto le immagini dei camion militari che in fila hanno portato centinaia di feretri in vari crematori del Nord Italia per risolvere la situazione di abnorme mortalità verificatasi a Bergamo e provincia. Ma poco si sa del destino delle ceneri.Abbiamo così appreso che sono pattuglie di Carabinieri che riportano le urne cinerarie dopo la cremazione. “Ce ne stiamo occupando noi perché credo sia un gesto di vicinanza, una carezza in più alle famiglie dei morti”, dice il comandante provinciale dell’Arma di Bergamo, Paolo Storoni.“Abbiamo deciso di riportare le urne alle famiglie anche per evitare che alcune pompe funebri, scorrette, possano arricchirsi ulteriormente. 

Dopo la seconda volta che ho riletto quest’ultima frase sono rimasto stordito e mi hanno assalito due pensieri.

Il primo è stato quello emozionale: ma per quale motivo un organo informativo del settore funebre dovrebbe trascrivere una affermazione così decisamente e platealmente denigratoria nei confronti della stessa categoria che dovrebbe difendere? Ma pensavano veramente che aggiungendo la parola “scorrette” avrebbero mitigato l’effetto dell’ennesimo articolo denigratorio sulle pompe funebri e che il pensiero avrebbe fatto puntare il dito solamente sui cattivi della situazione?

Il secondo pensiero è stato quello razionale: questa affermazione non può essere stata fatta da un Colonnello dell’Arma dei Carabinieri.

Difatti così non è.

Alzo il telefono e cerco il contatto della caserma di Bergamo e chiedo di poter avere un appuntamento telefonico con il Comandante Provinciale di Bergamo, Paolo Storoni, me lo passano, due squilli e mi risponde. Mi presento, spiego l’accaduto e dopo qualche istante di spiazzamento reciproco cerchiamo di fare il focus sulla situazione.

Il Comandante mi spiega che le imprese funebri a Bergamo erano in gran difficoltà dovuta ai loro stessi titolari e collaboratori positivi al Covid-19.

Anche Federcofit era ben cosciente della terribile situazione difatti aveva messo in campo con LIA Bergamo (Liberi Imprenditori Associati) iniziative a sostegno degli operatori funebri bergamaschi.

Continua Storoni dicendo che era doveroso un intervento in piena sintonia con la categoria, la quale non deve vivere la vicenda della riconsegna delle ceneri come elemento di rivalità, anzi come un atto di pietas nei confronti di persone che hanno sofferto e stanno soffrendo in questa terribile vicenda. Il senso è stato quello di fare squadra e dare una mano a tutti quanti facendo prevalere il senso civico ed il buon senso in tutti gli aspetti di questo triste capitolo.

Domando se avesse espresso le considerazioni contenute nell’articolo di funerali.org (rileggendogli il passaggio) il Comandante mi dice fermamente di no, il suo lavoro non è quello.

Chiudo la telefonata, non prima di esprimere l’attestato di stima nei confronti di come sia stata gestita la vicenda e ringraziando del sostegno dato dall’Arma dei Carabinieri di Bergamo a tutto il comparto funerario italiano. Si, perché il supporto è stato dato a tutti gli impresari funebri, indipendentemente dalla loro collocazione regionale; è stata appoggiata una categoria.

E allora perché? Perché scrivere quelle 4 parole e attribuire considerazioni gratuite? Perché attaccare il tuo stesso settore?

Chiediamo, alla persona della redazione di funerali.org che ha scritto l’articolo di pubblicare una smentita dell’articolo in questione.

Non lo chiediamo con il cappello in mano, ma con la testa alta e con la stessa fierezza di chi ha fatto e sta facendo tutt’ora il proprio dovere tutti i giorni sul campo e non dietro una scrivania, su Milano, Brescia, Bergamo, Torino, Cremona, Reggio Emilia, Monza, Padova, Verona e Roma le quali sono tutt’ora le provincie più martoriate.

Siamo stufi di essere trattati male da chiunque. Lo Stato ignora completamente la categoria. I giornali scrivono di noi solo quando c’è da evidenziare i problemi e quando non ci sono li inventano. La politica non fa proprie le nostre gravi istanze. Finita questa allucinante vicenda dovremo necessariamente fare qualcosa, non è più tempo di aspettare.

Nessuno ci toglie dalla testa la convinzione che vedere i camion dell’esercito portare via i morti da Bergamo sia stato per il popolo italiano un segno di vicinanza con la nostra Difesa, ma per le famiglie interessate è stato, invece, un ulteriore dolore sommato a quello immenso per la perdita di un proprio caro.

Riccardo Salvalaggio
Segretario Nazionale Federcofit


Funeraria a Milano: i problemi e i pericoli in epoca COVID

Sul numero del 9 aprile 2020 di "Libero", un articolo di Costanza Cavalli dedica quasi una pagina dedicata al nostro lavoro e alle difficoltà che incontriamo in questo periodo:

 

Gli eroi sono i medici, gli infermieri, i volontari, e il motivo è certamente che lavorano incessantemente da quando è scoppiata l’emergenza, la loro salute è a rischio, non vedono più le loro famiglie, e la lista dei decessi tra i camici bianchi si fa più lunga ogni giorno, siamo a 96 vittime.

Ma soprattutto, come fanno gli eroi, i medici salvano, pensano ai vivi e cercano di strapparli dalla morte.

Gli annunci di nuove misure a vantaggio della categoria – bistrattata per anni – sono ora roboanti e accolti da applausi bipartisan.

Anche i becchini rischiano grosso e rendono un servizio salvifico alla comunità, visto che maneggiano il pericolo tanto quanto i dottori e gli infermieri.

Ma i becchini non salvano gente viva che potrebbe morire, sono vivi che pensano ai morti, arrivano quando la sanità non ce l’ha fatta, quindi non stimolano alcuna epica eroica, ascoltare le loro richieste e magari tutelarli non porta consensi facili.

Per esempio, pare che al Comune di Milano non interessi avere incontri con le pompe funebri: il sindaco ha reso salottiera pure l’emergenza, i videomessaggi al mattino, una polemica su Facebook e via, non paga sporcarsi le mani con chi se le sporca di più, nel livido e triste settore delle sepolture.

Settore che sta vivendo un accumularsi di problemi, che si riflettono sulle famiglie dei defunti, e anche di pericoli: da quando, lo scorso primo aprile, l’amministrazione ha deciso di bloccare le nuove cremazioni al forno crematorio di Lambrate perché i tempi di attesa sono passati dai 3 o 4 giorni in tempi normali a 20 giorni, i problemi sono lievitati.

«Intanto il Comune ci mette una decina di giorni a dare l’autorizzazione per la cremazione», spiega Andrea Cerato, presidente delle onoranze funebri San Siro, «ed è un tempo troppo lungo, perché le salme tenute nei nostri depositi stanno in feretri provvisori non zincati, con possibili conseguenze biologiche. Oggi chiederò all’assessore regionale Giulio Gallera di poter sostituire la trafila con un’autocertificazione».

Rincara la dose Riccardo Salvalaggio, segretario nazionale Federcofit, associazione che unisce le imprese funebri: «Stanno insorgendo gravi problematiche in tutto il Nord Italia, Milano in primis (da una media di 45 decessi al giorno, nelle ultime settimane sono diventati un centinaio, nei giorni peggiori anche 180, ndr)». Il motivo è che, dato l’affollamento, «in ogni crematorio la precedenza va ai feretri conseguenti a funerali svolti nel bacino di riferimento stabilito dalla pianificazione regionale».

Solo successivamente si può offrire spazio per i cadaveri provenienti da fuori provincia.

Nelle ultime due settimane di marzo i feretri da Milano sono stati portati agli impianti crematori di Piscina, Valenza, Mantova, Domodossola, Civitavecchia (a 550 chilometri di distanza); ora, forse, si dovrà arrivare fino ad Avellino.

Ci sarebbe una disposizione nazionale che consente agli operatori funebri di cercare altri crematori disponibili (anche al di fuori dei confini regionali) per non doversi trovare «nella pessima condizione di dover intimare alle famiglie di convertire la destinazione finale del defunto da cremazione ad inumazione o tumulazione», pratiche che sono anche molto più costose per le famiglie dei morti.  Eppure, fa notare Federcofit, gli impiegati amministrativi non danno «la facoltà di aggiungere questa ulteriore dicitura, obbligandoci a indicare una struttura sola».

Oltre ad aver chiuso Lambrate, il Comune ha pensato di incasinare le cose anche al cimitero di Baggio: qui i feretri devono essere portati dalle pompe funebri non solo al cimitero ma fin nella camera mortuaria.

Sembra banale, ma il cimitero è territorio demaniale, e gli operatori non sono assicurati per ciò che può accadere lì dentro, e infatti normalmente è un lavoro che tocca al personale del camposanto.

Inoltre questa richiesta, spiega in una lettera a Palazzo Marino l’impresa San Siro, «comporta il coinvolgimento di più necrofori, circostanza che non aiuta la già complessa gestione dei turni del personale e implica un significativo aggravio dei costi».

Ma non è solo verso le pompe funebri e i loro dipendenti che il Comune fa spallucce, sembra che gli importi poco anche dei suoi dipendenti: ai Servizi funebri del primo piano di via Larga, secondo i sindacati, nessun dipendente indossa le mascherine ad alta protezione e non c’è stata nessuna disinfezione delle superfici né qualcuno che misuri la febbre sulla soglia (come sarebbe previsto dalla delibera regionale del 4 aprile).

E anche in alcuni cimiteri, per esempio quello di Chiaravalle, l’accusa è che gli operatori lavorino tra i cipressi senza protezioni.


Palazzo Regione Lombardia

Da Regione Lombardia chiarimenti sulla circolare 655 del Ministero della Salute

Regione Lombardia ha emanato a dei nuovi chiarimenti  in merito alla circolare del ministero della sanità. Sono chiarimenti che riguardano prettamente le competenze operative delle strutture sanitarie e degli operatori sanitari. Ci sembra tuttavia importante che vengano condivise anche con gli operatori funebri i quali debbano essere nella piena consapevolezza di quali sono le attività di loro competenza è quelle di competenza delle strutture sanitarie.

Ai Direttori Generali
ASST
ATS
Oggetto: Emergenza COVID-19. Circolare Ministero Salute n. 11285 del 1.4.2020 e Ordinanza del Capo Dipartimento di Protezione Civile n. 655 del 25 marzo 2020. Attività funebre, cimiteriale e cremazioni

Ai fini della loro adozione e della più ampia diffusione ai soggetti interessati, si trasmette la Circolare del Ministero Salute n. 11285 del 1.4.2020 che integra e specifica, per taluni aspetti, l’Ordinanza del Capo Dipartimento di Protezione Civile n. 655 del 25 marzo 2020. In particolare, ferme restando le indicazioni già fornite con note di questa DG Welfare e raccomandando la lettura complessiva del testo ministeriale, si segnala che sono disposte ulteriori precauzioni che di seguito sommariamente si richiamano, unitamente a taluni chiarimenti, perché di diretta applicazione o di interesse da parte delle Vs Aziende.

Lettera B Precauzioni da adottare in via generalizzata per tutti i defunti per i quali non si possa escludere la contrazione in vita di Covid-19

Punto 3. Prima dell’arrivo del personale incaricato del trasporto funebre, il personale sanitario deve
provvedere all’isolamento del defunto all’interno di un sacco impermeabile sigillato e disinfettato
esternamente per ridurre al minimo le occasioni di contagio durante le operazioni di incassamento
Si precisa che:

  • per “tutti i defunti per i quali non si possa escludere la contrazione in vita di Covid-19” sono da intendersi tutti i casi che, prima del decesso, non abbiano manifestato i sintomi di cui alla circolare Ministero Salute del 9/3/2020 sulla definizione di caso (1) .
  • richiamata, con riferimento ai documenti pertinenti (2), (3) la fondamentale importanza che tutti gli operatori sanitari siano opportunamente formati e aggiornati in merito alle modalità e ai rischi di esposizione professionale, nonché alle misure di prevenzione e protezione disponibili, anche al fine di adottare i comportamenti più opportuni atti a limitare l’eventualità del contagio, in questa fase emergenziale l’attività del medico necroscopo, finalizzata all’accertamento della realtà della morte, potrà essere svolta con equipaggiamento minimo essenziale, ossia almeno mascherina chirurgica e guanti, fermo restando che laddove si rilevi la necessità di manipolare la salma, anche il medico necroscopo dovrà essere dotato di mascherina chirurgica, occhiali, guanti, sovrascarpe e camice idrorepellente.

Lettera C Esami autoptici e riscontri diagnostici

  • Punti da 1 a 10

Lettera D Riduzione dei tempi di osservazione e per eseguire il trasporto funebre in cimitero o crematorio

Punto 1. Il primo medico intervenuto, se il decesso avviene all’esterno di strutture sanitarie accreditate o di ricovero e cura, in attuazione del principio di precauzione, sospende ogni intervento sul defunto, allontana i presenti e li informa delle procedure da seguire per ridurre il rischio di contagio. Allerta tempestivamente la struttura territoriale competente per l’intervento del medico necroscopo che detta le cautele da osservare. L’allerta è immediata per via vocale e seguita da comunicazione scritta o per via telematica a mezzo PEC;

Pertanto, la Struttura territoriale competente deve:

  1. disporre di un recapito telefonico in grado di ricevere la comunicazione h24 (fisicamente presidiato o in ogni caso dotato di sistema per registrazione telefonica)
  2. pubblicizzare indirizzo PEC
  3. rendere accessibile l’inserimento della richiesta di visita necroscopica via web per le ASST che sono dotate di apposito portale

Compatibilmente con l’organizzazione del servizio, l’intervento del medico necroscopo sarà tempestivo, anche nelle more della formale richiesta da parte del comune, ai sensi dell’art. 74, comma 2 DPR n. 396/2000, secondo le modalità consuete.

Punto 3. Se il decesso avviene all’interno di strutture sanitarie accreditate o di ricovero e cura, il personale sanitario, attenendosi alle istruzioni puntuali della Direzione sanitaria, allontana i presenti e li informa delle procedure da seguire per ridurre il rischio di contagio;

Con riferimento alle competenze delle ATS i DIPS garantiranno le attività di polizia mortuaria di competenza e, nel merito, una corretta e costante interlocuzione con i Comuni, nei confronti dei quali – in particolare per l’attività di cremazione – questa Direzione si è raccordata con il Prefetto di Milano per le tematiche di cui alla lettera F Potenziamento e ottimizzazione in fase emergenziale della rete di crematori.

Alle ATS si chiede di dare adeguata diffusione della circolare alle strutture di ricovero, alla rete sociosanitaria, alla medicina territoriale presenti nell’area di competenza.

 

clic qui per scaricare il documento (PDF)


Coronavirus e crematori: a Milano Ferdercofit riesce a far vincere la ragione

Sembrava incredibile.

Lo scorso 1 aprile, la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute ha emanato una circolare (0011285-01/04/2020-DGPRE-DGPRE-P) con l’obiettivo di individuare procedure adeguate per il settore funebre, cimiteriale e della cremazione in questa fase emergenziale determinata dall’epidemia di CoViD-19.

Per cercare di risolvere il problema della scarsità di possibilità per le cremazioni, la Circolare prevede, al punto 7, una disposizione che consente agli operatori funebri di cercare altri crematori (anche al di fuori dei confini regionali) al fine di non doversi trovare nella pessima condizione di dover intimare alle famiglie di convertire la destinazione finale del defunto da cremazione ad inumazione o tumulazione (pratiche per altro maggiormente onerose per le famiglie utenti).

La stessa circolare indica che:

7. Nella autorizzazione al trasporto funebre per procedere a cremazione si indica il crematorio scelto dagli aventi titolo è opportuno indicare “o qualunque altro crematorio disponibile”.

Ebbene... a Milano gli impiegati amministrativi non consentivano di aggiungere questa ulteriore
dicitura obbligandoci ad indicare una struttura sola.
In questo incredibile frangente era assurdo che una problematica puramente amministrativa dovesse ostacolare il tentativo di risolvere almeno uno degli infiniti impedimenti che quotidianamente incontriamo anche noi operatori funebri, tanto una disposizione ministeriale veniva in nostro aiuto.

Abbiamo scritto al Sindaco, all'Assessore ai Servizi Civici e al Direttore dell'Area Servizi Funebri e Cimiteriali.

Abbiamo vinto, il buon senso e la ragione sono stati riconosciuti dal Comune di Milano.
Abbiamo ricevuto oggi questa lettera dal dottor Cigognini, Direttore dell'Area Servizi Funebri e Cimiteriali:

Egregio dott. Salvalaggio,
in relazione alla Sua lettera del 07/07/2020, Le comunico che gli uffici di Via Larga, già da ieri, nelle autorizzazioni al trasporto funebre per procedere a cremazione in comune diverso da quello di Milano, oltre ad indicare il crematorio scelto dagli aventi titolo, inseriscono anche la dicitura “o qualunque altro crematorio disponibile”.
Cordiali saluti
Mauro Cigognini

In questi giorni così difficili, almeno un problema è stato risolto.

clic qui per scaricare la nostra lettera al Comune di Milano


Convenzione Federcofit sui sacchi per sigillatura feretri con salma COVID

La circolare del Ministero della Salute allegato 1 lettera c, prevede che i feretri contenenti le salme di persone decedute con COVID debbano essere protetti con una sigillatura specifica fino alla cremazione o all'inumazione/tumulazione.

Come servizio a tutto il Comparto delle imprese funebri, Federcofit ha concluso un accordo molto conveniente con un fornitore, accordo che, ripetiamo, offriamo tutte le imprese, senza vincolo alcuno.

Il video mostra una prova tecnica di inserimento del feretro e sigillatura.

Abbiamo ottenuto la possibilità di applicare uno sconto del 12% sui sacchi e del 10% sulla saldatrice comunicando al fornitore il codice FEDE20

I prezzi sono:

Lotto da 50 pezzi: €  9.85  + iva cad.

Lotto da 100 pezzi: €  9.40  + iva cad

Lotto da 200 pezzi: €  9.00  + iva cad

Saldatrice: € 578 + iva

Per l'acquisto, tempi di consegna e condizioni di trasporto rivolgersi a TOMOLPACK
www.tomolpack.it
tosello.luigi@tomolpack.it
+39-029880334 (ufficio)
+39-0298281412 (fax)

 


Palazzo Regione Lombardia

Coronavirus: nuova ordinanza in Lombardia

Non riguarda specificatamente il nostro Comparto, ma le sue norme influiscono su tutte le persone che si trovano in questa Regione.

clic qui per scaricare l'ordinanza 521 del 4/4/2020 di Regione Lombardia (PDF)