Lombardia: Federcofit blocca modifica legislativa che avrebbe dequalificato il settore funebre lombardo

Con soddisfazione informiamo i nostri associati e l’imprenditoria funebre lombarda che Federcofit è riuscita a bloccare il tentativo di modifica legislativa sulla legge della Lombardia volta a disgiungere la fornitura di uomini e mezzi da parte dei centri servizi alle imprese prive di requisiti.

Tale disgiunzione avrebbe in breve tempo condotto alla trasformazione dei centri servizi in cooperative di somministrazione di mano d’opera o in agenzie di noleggio automezzi, favorendo la confusione, la dequalificazione, e il proliferare di nuovi soggetti imprenditoriali ben poco interessati al valore intrinseco del trasporto funebre in quanto momento decoroso e più proattivi invece verso il mero ritorno economico.

Fin da subito Federcofit si è posta di traverso con comunicati pubblici e lettere a funzionari e politici della regione, sottolineando che legge e regolamento parlano in modo molto chiaro di “contratto di appalto di servizi” a sancire la fornitura congiunta, ragion per cui i vari aspetti devono viaggiare insieme senza alcuna intermediazione della ditta che richiede i requisiti, lasciando alla ditta appaltatrice facoltà di organizzarsi secondo le modalità che ritiene più appropriate: ciò che conta è la bontà del risultato.

In primo luogo, il servizio che un centro servizi offre alle imprese mai e poi mai può essere inteso come commercio di persone eterodirette alla bisogna (perché sarebbe un illecito). In secondo luogo, ma non meno importante, la fornitura congiunta è proprio la modalità che giustifica la natura stessa di impresa funebre del centro servizi. Non può esserci un’alternativa.

La votazione si è svolta durante la seduta del Consiglio Regionale di martedì 31 novembre, quando è stato richiesto ai Consiglieri di esprimersi sull’emendamento n. 56 al progetto di legge 25. Ecco il testo dell’emendamento:

“La lettera f del comma 1 dell'articolo 15 è soppressa.”

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

L’emendamento ripristina il testo originale dell’articolo di legge che prevede la possibilità che i requisiti per l’esercizio dell’attività funebre vengano acquisiti da parte dell’impresa funebre mediante la sottoscrizione di apposito contratto con un centro servizi, nel quale sia prevista la fornitura congiunta di personale e mezzi necessari allo svolgimento dell’attività. La fornitura di solo personale si potrebbe configurare come mera intermediazione di manodopera costituendo illecito.

Il provvedimento, presentato dal Consigliere Christian Garavaglia di Fratelli d’Italia, è stato approvato a larghissima maggioranza anche con il sostegno dell’opposizione. Ma Federcofit attende di conoscere i nomi dei contrari per poter illustrare loro pazientemente la necessità di procedere come in effetti è avvenuto.

Sarebbe stato peraltro assurdo che la Lombardia, dopo oltre 5 anni di dibattiti legislativi su titolo ed operatività dei centri servizi, si trovasse a gettare colpi di spugna, considerato anche il fatto che queste intuizioni normative di cui può vantare la primogenitura hanno ormai fatto scuola in molte regioni italiane.

Il Segretario Nazionale

Piero Chiappano


CALABRIA AMBULANZE ONORANZE FUNEBRI

Calabria: Federcofit sostiene la separazione tra ambulanze e servizi funebri

Preso atto che in regione Calabria perdurano agitazioni volte ad opporsi all’attuazione dell’art. 5 della legge regionale 38/2023, in cui viene sancita l’incompatibilità tra attività funebri e servizi di ambulanza, Federcofit esprime il proprio sostegno al Governo regionale per il testo approvato in estate. E si schiera decisamente dalla parte di quel mondo imprenditoriale che individua nella separazione societaria e nella incompatibilità tra le due funzioni una necessità strutturale e strategica affinché il settore funebre possa operare con garanzie di correttezza ed etica.

Si deve innanzitutto tenere conto del fatto che questa legge aggiorna la precedente sul modello di quanto prodotto dalle altre regioni negli ultimi anni. Per esempio, Lombardia e Liguria. Ciò vale per le specifiche sui requisiti d’impresa, per quelle dei centri servizi, per le case funerarie e, non da ultimo, per l’incompatibilità tra ambulanze e carri funebri: una legge moderna che risponde alle esigenze di un mercato che si sta trasformando alla velocità della luce.

Il fatto è del tutto logico. Il settore in Italia serba infinite memorie di casi in cui il procacciamento di funerali è passato per le strutture sanitarie e sociosanitarie, tant’è che le leggi insistono con forza sul divieto di “consigliare” un’impresa funebre alle famiglie dolenti da parte del personale medico e paramedico, ciò per una questione di assoluto rispetto del particolare momento di fragilità psicologica che toglie lucidità a una scelta libera e consapevole, che tale deve rimanere. Va peraltro ricordato che non sono pochi i casi storici di punizione del reato con l’arresto.

L’incompatibilità in questione mira proprio a prevenire e scongiurare certe eventualità. Non si tratta affatto di limitare il diritto di intrapresa o di fiaccare slanci di volontariato, ma di tutela delle famiglie. Non è assolutamente accettabile oltre che auspicabile, che le persone che ti soccorrono oggi, ti seppelliscano domani. Sono mestieri diversi, con storie diverse, che concorrono a un fine etico di pubblico servizio e di soddisfazione delle famiglie, ma che si devono esercitare ognuna per le rispettive competenze, senza commistioni o fraintendimenti che facciano scivolare una professione nell’altra.

La separazione netta tra le attività di ambulanza e impresa funebre, insomma, contribuisce a regolarizzare il settore, a renderlo trasparente, e lo fa nel rispetto e tutela tanto delle famiglie quanto delle imprese stesse. Stiamo parlando di un orientamento normativo e giurisprudenziale ormai acclarato che viaggia spedito. I testi stessi che vengono presentati al Parlamento per configurare una legge quadro nazionale contengono l’incompatibilità di cui stiamo parlando. Vale la pena sottolineare che il disegno di legge che era in discussione avanzata alla Camera dei Deputati al tempo del governo Draghi (poi cassato per via della caduta del governo) presentava in modo molto diretto tale incompatibilità: ebbene, nessun gruppo politico ha presentato emendamenti per bocciarlo. Se non fosse caduto il governo, questo principio oggi sarebbe legge nazionale. E quando logica e politica viaggiano appaiate, non si torna indietro.

Federcofit si batte quotidianamente in tutta Italia affinché si realizzi un equilibrio tra necessità sociali, istituzionali e imprenditoriali. E aggrega le imprese che condividono l’idea che una normativa ferrea quanto a prescrizioni di requisiti e controlli agevoli la concorrenza leale, valorizzando il merito e la regolarità sul piano anche fiscale e contributivo. Le scorciatoie e i mezzucci portano solo danni e impediscono il pieno dispiegarsi del valore imprenditoriale in un settore come quello funebre che deve recuperare terreno rispetto ad altri territori europei. Ben vengano allora testi di legge maturi, consapevoli e al passo coi tempi quale dimostra di essere questa redazione calabra che va assolutamente difesa proprio laddove si propone di mettere ordine e di stimolare correttezza e responsabilità. L’incompatibilità tra servizi funebri e servizi di ambulanza, lo si dica ancora una volta, contribuisce a tanto.

Piero Chiappano
Segretario Nazionale Federcofit


Funeraria: a Milano SOCREM SI Dà AL BUSINESS

Funeraria: a Milano, SOCREM si dà al business

clic qui per scaricare il PDF di questo comunicato

 

Federcofit e Feniof, ovvero le primarie federazioni nazionali che tutelano e promuovono lo sviluppo delle attività funebri sotto l’egida di una legislazione che favorisca la correttezza e la concorrenza leale, si esprimono in merito alla notizia ormai certa che la SOCREM di Milano ha costituito una vera e propria Società a Responsabilità Limitata, denominata, per l’appunto, SOCREM SERVIZI S.R.L. Tale attività, come del resto ha già specificato la SOCREM stessa in un’email alle imprese milanesi, avrà nel proprio oggetto sociale la vendita di servizi funerari: SOCREM diventa un’attività funebre in concorrenza con gli altri operatori.

In primo luogo, è da rilevarsi come SOCREM sia (o solo dovrebbe essere) un Ente morale, qualificato come Associazione di Promozione Sociale (APS), facente parte degli Enti del Terzo Settore (ETS), che esercita (o che solo dovrebbe esercitare) “attività di interesse generale per il perseguimento senza scopo di lucro di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociali” (Statuto SOCREM Milano Art. 3); ed è così, infatti, che lo stesso nome di SOCREM viene percepito dai cittadini fin dalla sua nascita nel lontano 1876. In ragione di ciò, SOCREM è, a differenza di un’attività propriamente commerciale, esonerata da obblighi fiscali di varia natura.

Volendo passare alla disamina delle criticità connesse all’attività commerciale di SOCREM, c’è da evidenziare, innanzitutto, come aprire gli uffici dell’impresa funebre in locali contigui a quelli dove il cittadino va a iscriversi per manifestare la propria volontà di cremazione potrebbe andare rapidamente a ingenerare nell’utenza una consonanza, se non già una pedestre sovrapposizione, tra attività solidaristica e quella commerciale, sovrapposizione tale da indurre chi intenda farsi cremare a pensare di doversi consequenzialmente servire dell’omonima impresa. Comportamento che è lecito supporre possa, anche se formalmente in modo indiretto, essere incoraggiato dalla comunicazione di SOCREM per il tramite di bollettini e comunicati ufficiali riservati agli associati dell’APS.

In altre parole, ci troviamo oggi di fronte alla nascita di un fenomeno, purtroppo, già radicato in altre Regioni, ove pubbliche assistenze, misericordie e cooperative di trasporto degenti svolgono anche imprenditoria funebre: realtà, quindi, nate senza scopo di lucro per svolgere attività di soccorso e ambulanza, che successivamente hanno usufruito del vantaggio concorrenziale proprio delle associazioni di volontariato, per assumere in talune zone una posizione dominante rispetto al privato, se non addirittura monopolistica, con conseguente nocumento per le famiglie dolenti.

Inoltre, se si considera il database degli iscritti di SOCREM Milano, ci troviamo di fronte a un potenziale “portafoglio clienti” di oltre 11.000 cittadini, molti dei quali acquisiti tramite le imprese funebri fino ad oggi convenzionate con SOCREM e da questa autorizzate a

raccogliere le adesioni. Un numero enorme di per sé, in conseguenza del quale non si può non notare come nessun privato può pensare di iniziare a fare impresa in Italia con un vantaggio competitivo di questo genere: sulla scorta di tali presupposti, non vi sono e non vi possono essere condizioni paritarie. Non si vuole arrivare a paventare un travaso di dati dall’Ente morale alla S.R.L., cosa che sarebbe ovviamente illecita dal punto di vista della privacy e della libera concorrenza; si vuole piuttosto sottolineare che il contatto tra famiglie dolenti e impresa potrebbe essere oltremodo coltivato e partire da lontano. Rimane, inoltre, sconcertante che SOCREM di Milano possa solo pensare di attivare un’impresa destinata a fare concorrenza proprio a quelle attività, le imprese funebri, che, fino a ieri, hanno sostenuto e favorito la crescita della medesima Associazione.

Senza voler trascendere in considerazioni di più ampio respiro, le scriventi Federazioni non possono non stigmatizzare nel merito la disponibilità di quegli operatori che già in passato si sono resi disponibili a fornire, attraverso contratti di appalto, i requisiti strutturali minimi a pubbliche assistenze, misericordie e cooperative socio-assistenziali, e che parimenti oggi intendono fornirli a una società cremazionista. Difatti, senza l’avallo contrattuale a favore di queste realtà potenzialmente foriere di ingenerare una pluralità di turbative sarebbe loro preclusa l’intrapresa economica nel settore funebre.

Con questo sconfinamento di campo si apre inevitabilmente un conflitto oggettivo tra SOCREM ed operatori funebri, con tutte le conseguenze che simile contrapposizione potrà determinare su molteplici aspetti.

Per queste ragioni, Federcofit e Feniof esprimono la più ferma condanna e mettono a disposizione degli imprenditori funerari ogni possibile sostegno per attivare azioni in grado di tutelare il comparto funerario, largamente inteso. Le scriventi confidano, infine, che anche gli organi nazionali della Federazione Italiana per la Cremazione concordino con queste nostre preoccupazioni e ci sostengano, anche al fine di perpetuare la fruttifera sinergia che da sempre ha visto procedere fianco a fianco, ma ciascuno sul proprio sentiero, imprenditoria funebre e movimento cremazionista.

Milano-Bologna, 17/10/2023

 

Piero Chiappano, Segretario Nazionale Federcofit

Alessandro Bosi, Segretario Nazionale FENIOF


municipio di Cittanova RC

L'accusa: sfrattavano le salme per far spazio a nuove bare, raffica di arresti a Cittanova (RC)

Secondo l'accusa, un team tra pubblici amministratori, dipendenti del cimitero e imprenditori avrebbe trovato un modo creativo per risolvere i problemi logistici del cimitero di Cittanova: sfrattare le salme già presenti per fare posto alle nuove bare in arrivo.
Una vera e propria associazione delle estumulazioni illegali che nel Reggino durava da molto tempo e che ora ha portato a provvedimenti a carico di 16 persone, tra cui l'ex custode oggi in pensione, e tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri, oltre che 5 medici legali, tre agenti della polizia locale e un sacerdote. Uno dei medici posti ai domiciliari è l'attuale sindaco di Oppido Mamertina.

Gli indagati avrebbero proceduto per anni a estumulazioni non autorizzate, distruggendo o spostando in altri loculi le salme dei defunti, per far posto a nuove sepolture. L'operazione è condotta dai carabinieri nelle province di Milano, Vicenza e Reggio Calabria dove sono stati eseguiti i 16 arresti in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta del procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti. L'ex custode e i tre imprenditori locali, sottoposti alla custodia cautelare in carcere, sono ritenuti dagli inquirenti al vertice di un'associazione a delinquere. Complessivamente sono 70 gli indagati. Sequestrata un'area del cimitero.

Leggi tutto l'articolo su Quotidiano Nazionale.


Campania: Federcofit contro i requisiti regionali per le imprese funebri “una norma che non esiste nelle altre regioni”

“Prediamo atto dell’entrata in vigore del registro regionale delle imprese funebri in Campania da domani 1 luglio, uno strumento nei confronti del quale Federcofit ha sempre manifestato forti perplessità”. E’ quanto ha dichiarato Piero Chiappano, segretario nazionale di Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano, che negli ultimi giorni ha incontrato a Napoli il presidente della Commissione regionale Sanità, on. Vincenzo Alaia. “Il problema, sia chiaro, non riguarda il registro in sé, ma le modalità con cui assolvere ai requisiti per poter accedere al titolo abilitativo alla professione funebre e quindi al registro stesso”, spiega Chiappano. “Ciò che richiede la legge della Campania – unico caso in Italia – è che i requisiti siano posseduti direttamente dall’impresa. Vale a dire che, se un cittadino campano volesse aprire un’impresa funebre, dovrebbe fare e poi mantenere un investimento che preveda un carro funebre, un’autorimessa, una sede commerciale e ben 5 addetti regolarmente assunti (un direttore tecnico e 4 necrofori). Ciò significa mettere sul piatto circa 300mila euro, una cifra alla portata di pochi privilegiati”.

Tutte le altre leggi regionali in Italia risolvono il problema di questa onerosa barriera d’accesso consentendo alle imprese di assolvere alla richiesta dei requisiti mediante il ricorso a specifici contratti di fornitura stipulati coi centri servizi, che offrono congiuntamente uomini e mezzi, oppure di consorziarsi tra di loro per raggiungere insieme i requisiti previsti. Questo principio, che tecnicamente si chiama “avvalimento”, favorisce la possibilità di operare a chi vuole fare impresa senza avere grandi mezzi di partenza. “C’è una logica in tutto questo: per possedere e mantenere i requisiti direttamente, un’impresa dovrebbe sviluppare un volume d’affari pari a almeno 200 servizi funebri all’anno, un numero che, a livello di media per impresa, non si constata nemmeno in Lombardia”, sottolinea il segretario nazionale di Federcofit. “Ecco perché in tutta Italia le leggi consentono il principio dell’avvalimento, per favorire l’attività di impresa secondo una normativa che non avvantaggia in nessun modo gli irregolari o i furbi, perché è tutto alla luce del sole, ben disciplinato e registrato in Camera di Commercio. Non c’è nessun sottobosco da alimentare, tutt’altro, qui si salvaguarda la dignità della piccola e media impresa italiana e si incoraggia l’intraprendenza dei giovani che vogliono inserirsi in questo settore”.

Federcofit intende anche replicare a quanto dichiarato dall’Osservatorio per la Legalità delle Attività Funebri della Regione Campania. “Non condividiamo la posizione dell’Osservatorio – che è un organo regionale e, quindi, dovrebbe fare valutazioni prudenti – che vede nell’applicazione dell’attuale legge una barriera all’illegalità e all’illiceità”, sottolinea Chiappano. “Non è schiacciando le piccole imprese che si combatte il malaffare, ma offrendo pari opportunità di concorrere lealmente. Non è accettabile che ‘piccolo’ diventi sinonimo di ‘irregolare’, sarebbe una pericolosa confusione terminologica”. Pronta la replica anche alle critiche mosse da Assofuneral, secondo la quale Federcofit vorrebbe alimentare un mercato di precari della professione funeraria. “Ricordiamo a Assofuneral la nostra ventennale battaglia per dare al settore norme chiare e plausibili, tanto a livello regionale che nazionale, chiarendo ovunque che il personale deve essere assunto con contratti regolari, permanenti e continuativi”, precisa il segretario nazionale di Federcofit. “Piuttosto ci si chieda se le leggi devono essere fatte per servire i diritti dei cittadini o le grandi organizzazioni. Stupisce, peraltro, come in tutte le altre regioni d’Italia proprio Assofuneral non abbia mai neanche lontanamente sollevato alcuna obiezione ai testi di legge conformi alla proposta dell’avvalimento sostenuta da Federcofit. La nostra federazione non starà a guardare”, conclude Chiappano, “e indirà a breve un’assemblea pubblica in cui spiegherà profilo e ragioni della nostra proposta di modifica della legge regionale”.

Napoli, 30 giugno 2023


Caronte Federcofit Giovanni Caciolli

Bolzano: nuovo crematorio per sopperire alle crescenti necessità dell’intera provincia

Apprendiamo che a Bolzano sorgerà un nuovo impianto crematorio per soddisfare la domanda di cremazione in continua crescita nell’intera provincia.

Notizia importante ed apprezzabile per molteplici motivi.
Prima di tutto per la scelta di destinare gli utili straordinari derivanti dalla gestione del termovalorizzatore ad un’opera cimiteriale per valorizzare l’intera struttura funeraria; in secondo luogo, deve essere sottolineato con forza, per la condivisione di questa scelta da parte dei comuni della provincia autonoma che optano di rinunciare alla quota parte di tali utili per poter realizzare una struttura, il nuovo crematorio, tutti insieme superando ogni possibile campanilismo e particolarismo.
Si tratta di una scelta saggia e lungimirante che apre ad una speranza sulla capacità di gestione oculata ed efficace della cosa pubblica.

Certo, come in tutte le cose, anche in questa notizia si deve evidenziare un ma….
Dall’informazione contenuta in un trafiletto della bene informata EUROACT, si apprende che “i costi previsti per la costruzione si aggirano sui 18 milioni di euro”: si tratta, evidentemente, non di un semplice crematorio necessario per le circa 3000 cremazioni all’anno ma di una sorta di monumento nazionale alla cremazione considerando i costi per la realizzazione di impianto di analoga potenzialità.
Una riflessione, allora, è d’obbligo: non basta il saggio coordinamento tra le Istituzioni interessate per ottenere una efficiente e razionale gestione della cosa pubblica.

Augurandoci che le informazioni pubblicate non siano complete è bene mettere in guardia dai rischi propri di ogni “gigantismo”: non vorremmo che per sopperire ai costi di una così impegnativa struttura si debba, poi, andare alla ricerca, anche fuori dal territorio di competenza, di cadaveri da cremare con alti costi di mobilità ed inquinamento di cui il paese non ha certamente bisogno.

CARONTE

 

 


RAPPORTO orme 2022 L’Osservatorio per la Ricerca sulla Morte e le Esequie

Gli italiani e la domanda di servizi funebri

L’Osservatorio per la Ricerca sulla Morte e le Esequie della Fondazione di ricerca Istituto Cattaneo si propone di ridurre il debito di conoscenze nel campo degli aspetti sociali ed economici connessi al mondo dei servizi funebri in Italia. Attività principale dell’Osservatorio è la realizzazione di un Rapporto annuale sul comparto funerario. Ad anni alterni saranno pubblicati i risultati di due indagini, specificamente progettate allo scopo di analizzare le pratiche concrete delle famiglie la prima, le attività e il mondo delle imprese che operano in questo settore la seconda.

Ogni rapporto includerà una parte fissa, da replicarsi nel tempo in modo da permettere di cogliere correttamente e sollecitamente i cambiamenti in corso, e una parte di approfondimento, variabile di anno in anno, di volta in volta su temi di particolare interesse. Ispirandosi a esperienze più consolidate già avviate in altri paesi europei, l’Osservatorio produrrà un’analisi indipendente, accurata e imparziale su tutti gli aspetti più rilevanti del settore funerario. Dal variegato universo delle imprese alla domanda espressa dai cittadini. Dalle dimensioni del mercato ai significati che le famiglie attribuiscono al commiato e ai servizi funebri. Dalla variabilità territoriale dei servizi ai cambiamenti generazionali tanto sul lato della domanda (società) che su quello dell’offerta (imprese, titolari e dipendenti). Dalla rilevazione delle continuità commerciali all’individuazione delle maggiori discontinuità che potrebbero rapidamente cambiare il volto di un settore in rapida evoluzione. Basti pensare alla crescita delle cremazioni, all’affermazione del modello delle Case Funerarie, alla diffusione della tanatoestetica, per citare solo i principali. Si tratta di cambiamenti di difficile lettura al momento. Non solo per la condizione di forte incertezza in cui gli operatori si sono trovati per l’avvento improvviso e inaspettato della pandemia. Ma anche, e soprattutto, in conseguenza della vasta e ormai cronica carenza di informazioni e conoscenze che si è andata accumulando nel tempo.

Durante lo scorso Tanexpo, è stato presentato il primo rapporto, dal titolo Gli italiani e la domanda di servizi funebri. Il rapporto risponde a domande come: gli italiani si preparano alla morte? in che modo? a chi si rivolgono per organizzare un funerale? che valutazione danno degli operatori del settore funerario? e ancora: che tipo di cerimonie prediligono? i riti sono ancora importanti? ed è accompagnato da un ricco corpo di dati.

È possibile scaricare gratuitamente il rapporto dal sito della Fondazione Cattaneo, facendo clic sui collegamenti in questa pagina.


expo funeraria alberobello puglia

Expo Alberobello: la funeraria cresce in Puglia

Si è appena conclusa l'Expo Funeraria di Alberobello, unica fiera del settore del Sud Italia, e ha detto una cosa, forse scontata, ma non in maniera così evidente: l'eterno riposo è un business per i viventi con punte, negli anni pre-Covid, di oltre 1,7 miliardi di euro per la filiera produttiva. L'industria funeraria italiana dà lavoro a 25mila occupati diretti e ad altrettanti indiretti: oltre 4.500 imprese attive in Italia nel settore delle pompe funebri e delle attività connesse, alle quali si aggiungono più di 1.400 imprese attive nel commercio di articoli funerari e cimiteriali e quasi 20mila fioristi tra ambulanti e fissi.

Soltanto in Puglia, dove si registrano circa 34mila decessi l'anno, si contano circa 600 imprese di onoranze funebri. L'appuntamento fieristico di Alberobello è stato una sorta di showroom con l'esposizione delle ultime novità nel campo funerario e cimiteriale. …

Ma è stato vissuto dagli operatori soprattutto come un atteso momento di rilancio che negli ultimi anni ha registrato una preoccupante flessione del volume di affari. Verrebbe da non crederci visto l'elevato numero di decessi causati da oltre due anni di pandemia di Covid. Eppure, il settore funerario ha attraversato gli ultimi, destreggiandosi tra il potere d'acquisto degli italiani sempre più scarso, invasione di prodotti low-cost dal lontano oriente, attività irregolari e concorrenza sleale.

Insomma, il settore sta tentando di rimettersi in moto, soprattutto nel Mezzogiorno. Franco Lotito… organizzatore dell'evento pugliese, ha spiegato che «negli anni sono cresciuti in maniera costante il numero dei produttori, gli spazi espositivi e l'interesse di visitatori, di imprese e di professionisti del settore provenienti non solo dalla Puglia, ma anche da diverse altre zone del nostro Paese».

 

L'articolo completo su: ItaliaOggi.it


Caro estinto: a Napoli visitare il "Fontanelle" costerà 10 euro

Il cimitero delle Fontanelle sarà assegnato a un privato: il Comune di Napoli ha pubblicato, alla fine della scorsa settimana, il bando per partecipare all’assegnazione.

Si tratta di una svolta per il futuro del sito delle Fontanelle che è sempre stato gestito direttamente dal Comune. E la svolta prevede anche una novità: non sarà più gratuito l’ingresso al cimitero delle capuzzelle ma ci sarà un biglietto del valore massimo di dieci euro sul quale in Comune chiederà un versamento del 15 per cento.

Sono in corso lavori per risistemare la struttura che è rimasta chiusa dei giorni del lockdown del 2020. Nell’estate di quello stesso anno ci fu una breve riapertura ma i cancelli vennero serrati dopo qualche giorno, in seguito all’aggravamento dei problemi strutturali delle grotte che custodiscono le ossa, così, dall’estate del 2020 il sito è stato vietato ai napoletani e ai turisti.

Nel bando è previsto esplicitamente che l’ingresso sarà gratuito per tutti i napoletani che vivono nella terza municipalità, oltre che per le guide turistiche e per i disabili. C’è anche una precisa nota che prevede la possibilità di far effettuare visite guidate anche a terzi, ovviamente pagando il biglietto d’ingresso.

La questione dell’affidamento ai privati ha messo in subbuglio il quartiere che considera il cimitero delle Fontanelle come un bene di tutti. Alcune associazioni che, da sempre, si occupano di valorizzare le Fontanelle, ritengono che le caratteristiche per aderire al bando siano troppo stringenti per piccole realtà territoriali e si sentono escluse a priori da ogni possibilità.

L'articolo integrale su "il Mattino" Napoli, ai privati la gestione del cimitero delle Fontanelle: ​l'ingresso costerà 10 euro

 


forni crematori toscana

Perplessità della Regione Toscana sulla necessità di ulteriori impianti di cremazione: dopo un lungo silenzio finalmente qualcosa si muove

Anche in Toscana, come in molte parti del nostro bel paese, la fioritura di progetti di nuovi insediamenti di impianti di cremazione cresce vigorosamente. Evidentemente i project financing, o finanza di progetto, permettono, in assenza di una seria programmazione da parte della quasi totalità delle Regioni italiane sull’insediamento di questi impianti, alle Amministrazioni comunali di autorizzarne la realizzazione stante la totale assenza di costi, che gravano completamente sull’appaltatore, e offrono al comune anche qualche entrata suppletiva, particolarmente gradita a fronte delle crescenti difficoltà economiche-finanziarie nella gestione dei cimiteri.

Purtroppo, come si può ben comprendere, la visione strettamente comunale e limitata al proprio territorio, non solo moltiplica i progetti di realizzazione degli impianti di cremazione ma determina opzioni territoriali assolutamente prive di ogni ragionevole criterio: si progettano crematori in luoghi assolutamente inadatti a questi insediamenti.

Federcofit-Toscana è intervenuta ripetutamente per richiedere l’assolvimento da parte della Regione di un impegno istituzionale ben presente nelle normative nazionali (la legge n. 130/2001) e regionali, cioè la definizione ed approvazione da parte del Consiglio Regionale del piano programmatico per questi impianti.

Per lungo tempo abbiamo assistito al totale silenzio da parte degli Assessori competenti. Finalmente, dopo un’interrogazione presentata dal consigliere Maurizio Sguanci (Italia Viva), in merito all’elaborazione del piano regionale di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei comuni toscani, maturata anche grazie alle nostre sollecitazioni in incontri specifici, l’Assessore alla Sanità, Simone Bazzini, rispondendo ha affermato: “Considerato che la tematica coinvolge molteplici aspetti di carattere sanitario, di salute collettiva, privatistica, urbanistica, territoriale ed ambientale mi riservo nelle prossime settimane di effettuare, in collaborazione con le strutture regionali competenti, una ricognizione sulla base della sollecitazione dell’interrogazione, al fine di pervenire a una valutazione ponderata della problematica anche alla luce del piano regionale della qualità dell’aria approvato nel luglio 2018”. Tra le altre cose, l’Assessore ha affermato: “È risultato che, non solo gli impianti erano adeguati alla richiesta toscana, ma alcuni hanno persino contribuito alla cremazione di salme in stato di giacenza provenienti da altre regioni”.

Attendiamo con impazienza questo piano al fine di dare certezze a tutti gli operatori impegnati nel settore che investono somme ingenti per la fornitura di un servizio pubblico importante e che necessitano di un quadro di riferimento chiaro nelle prospettive future.

Giovanni Caciolli

 

 

 

l'immagine di copertina è tratta da un video pubblicato di DFW Europe, ed è utilizzata esclusivamente a fini illustrativi 

Palazzo Regione Lombardia

Lombardia: la Regione sblocca il trasferimento salme tra regioni confinanti

Un’importante e bella notizia arriva dalla Regione Lombardia. Con lettera inviata a tutti i comuni lombardi e per conoscenza alle associazioni di settore, la regione concede che si possa procedere al trasferimento delle salme tra regioni confinanti a condizione di reciprocità. Ecco il testo della lettera:

“Nell’attesa della dovuta valutazione da parte degli Uffici giuridici competenti circa l’opportunità di intervenire con un emendamento all’art.70, comma 4 della lr 33/2009, come modificata dalla l.r. 4/2019, questa Direzione esprime posizione favorevole al trasporto della salma dal luogo del decesso ad al tro luogo, sito anche in altro comune della Lombardia o sito in regione confinante a condizione di reciprocità, per l'espletamento del periodo di osservazione o per altri accertamenti mediante l’utilizzo di un contenitore impermeabile non sigillato, in condizioni che non ostacolino eventuali manifestazioni di vita e che non siano di pregiudizio per la salute pubblica. Ciò premesso, i Comuni in indirizzo sono invitati all’applicazione di quanto espresso”.

La lettera, a firma del Direttore Generale Welfare Giovanni Pavesi, ci onora della considerazione assegnata alla nostra missiva inviata lo scorso dicembre agli Assessorati di competenza di Lombardia e Piemonte. Nella lettera di Federcofit si chiedeva di porre mano alla questione, per rispetto ed empatia nei confronti delle famiglie dolenti che trovano incomprensibile il mancato trasferimento salma anche di pochi chilometri per ragioni meramente burocratiche. Così ci esprimevamo nella nostra lettera, offrendo una soluzione:

“Si tratta di un nocumento al dolore privato che non va sottovalutato e a cui sicuramente si può porre mano con un semplice atto deliberativo in accordo tra regioni. Non è certo nostro compito individuare lo strumento tecnico più corretto, ma basterebbe che laddove le disposizioni di legge parlano di osservazione e trasferimento di salma si aggiungesse che “a condizione di reciprocità” tali prassi si possano svolgere anche in regioni confinanti”.

E così la Regione ha maturato la sua decisione di sbloccare un problema che si trascina da anni. Ci auguriamo che, sulla scorta di questa decisione, altre regioni prendano spunto ed esempio. Si tratta in fondo di un principio di interesse comune che coinvolge sfera amministrativa, sanitaria, imprenditoriale e famigliare. E agevolare il dialogo e la comprensione reciproca tra i soggetti in gioco è esattamente ciò che Federcofit si propone quando si attiva perorando istanze.

Il Segretario Nazionale
Piero Chiappano

 

 


corsi di formazione professionale operatori funebri regione lombardia federcofit

Aggiornamento operatori funebri Lombardia: le iscrizioni terminano il 15 gennaio

AGGIORNAMENTO OPERATORE FUNEBRE:
LE ISCRIZIONI TERMINANO IL 15 GENNAIO 2023

 

Modulo di Aggiornamento per Operatore Funebre

Come previsto dalla nuova regolamentazione in materia di formazione funeraria n.16287 del 15 novembre 2022, coloro i quali con la precedente regolamentazione hanno acquisito il titolo di operatore funebre a seguito di percorsi di 24 ore, continuano a ricoprire il ruolo previa acquisizione del titolo aggiornato frequentando un percorso di aggiornamento di 12 ore con riferimento alla competenza “eseguire il confezionamento e il trasporto del feretro”.

IL MODULO DI AGGIORNAMENTO HA UN COSTO DI € 300 + IVA

L’accesso al modulo aggiornamento è possibile solo se si è in possesso dell’attestato da necroforo conseguito prima del 15 novembre 2022, in caso contrario sarà necessario frequentare il corso di 36 ore per ottenere la qualifica di Operatore Funebre.

È previsto uno sconto del 20% per le imprese associate a Federcofit.

Per l’Azienda che iscrive dieci o più allievi:

  • Lo sconto è del 30% (20% + 10%) per le imprese associate a Federcofit
  • Lo sconto è del 10% per le imprese non associate a Federcofit

Requisiti per l’ammissione

Il percorso formativo è rivolto a cittadini italiani, imprese e stranieri regolarmente presenti sul territorio italiano, in possesso dei seguenti requisiti:

  • Qualifica da Operatore necroforo, acquisita presso ente di formazione riconosciuto dalla regione Lombardia antecedente alla data del 15 novembre 2022

Documenti per l’iscrizione al corso

  • Attestato da Operatore necroforo (corso della durata di 24 ore)
  • fotocopia della carta d’identità e del codice fiscale
  • per gli allievi stranieri, fotocopia del permesso di soggiorno

Accertamenti finali

Al termine del corso gli allievi sosterranno una prova di verifica al superamento della quale verrà rilasciato l’attestato di competenza della Regione Lombardia.

per maggiori informazioni contattaci a: corsi@federcofit.it

Una volta attivato il corso non è previsto alcun rimborso per la mancata frequenza da parte dell’iscritto per nessuna causa e non sarà possibile spostare il credito ad una sessione successiva.

Le date del corso potrebbero subire delle variazioni in base al raggiungimento minimo del numero dei partecipanti.