Approvata la legge sulla disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem
Una importante novità arriva dal Parlamento: dopo l’approvazione bipartisan della proposta sia alla Camera sia al Senato, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato la Legge 10 del 10 febbraio 2020, contenente “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica.”
D'ora in poi si potrà donare il proprio corpo, dopo la morte, a fini di studio, formazione e ricerca scientifica.
Il provvedimento regola e rende più facile la donazione dei cadaveri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione. Oggi infatti, la normativa pone troppi paletti e nei fatti le donazioni sono poche e i nostri chirurghi vanno in Francia, Germania, Austria a seguire dei corsi. Previsto il consenso per la donazione, istituzione di un elenco di Centri di riferimento. Servirà però un regolamento Miur, Salute, Interno, previa intesa in Stato-Regioni, per dare attuazione alla norma.
La legge si compone di 10 articoli.
Si prevede che la dichiarazione di consenso alla donazione post mortem del proprio corpo o dei tessuti debba essere redatta nelle forme previste per le dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT), vale a dire per atto pubblico o per scrittura privata autenticata o per scrittura privata consegnata personalmente dal disponente presso l'Ufficio dello stato civile del comune di residenza. Inoltre, la dichiarazione di consenso deve essere consegnata alla Asl di appartenenza a cui spetta il compito di conservarla e di trasmetterla telematicamente alla Banca dati DAT.
La revoca al consenso può essere effettuata in qualsiasi momento. A differenza della legge sulle DAT, però, nella dichiarazione di consenso alla donazione post mortem deve essere obbligatoriamente indicato un fiduciario (facoltativamente anche un sostituto del fiduciario) a cui spetta l'onere di comunicare al medico che accerta il decesso l'esistenza del consenso. Per ottimizzare l'utilizzo dei corpi dei defunti, vengono istituiti Centri di riferimento per la conservazione e l'utilizzazione dei corpi dei defunti e un Elenco degli stessi presso il Ministero della salute. I
È prevista la promozione di iniziative di informazione, da parte del Ministro della salute, delle regioni e delle ASL, per diffondere tra i cittadini e i medici la conoscenza delle disposizioni sulla donazione del corpo post mortem a fini di ricerca, di formazione e studio.
La legge dispone che i centri di riferimento siano tenuti a restituire la salma alla famiglia in condizioni dignitose entro dodici mesi dalla consegna. Gli oneri per il trasporto del corpo, dal momento del decesso fino alla sua restituzione, le spese relative alla tumulazione, nonché le spese per l'eventuale cremazione sono a carico dei centri medesimi, che provvedono nell'ambito delle risorse destinate ai progetti di ricerca.
È stabilito che l'utilizzo del corpo umano, di parti di esso, o dei tessuti post mortem non può avere fini di lucro e la legge destina alla gestione dei centri di riferimento suddetti le eventuali donazioni di denaro effettuate da privati per fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica mediante uso dei corpi dei defunti (compresa l'ipotesi di risorse derivanti da una donazione diretta ad un progetto di ricerca, nell'ambito del quale si ricorra all'uso di corpi di defunti).
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Vuoi sapere cosa rappresenta l'immagine di copertina?
Si tratta di un quadro dipinto da Rembrandt per la Gilda dei medici di Amsterdam.
Rappresenta il professor Nicolaes Tulp, titolare della locale cattedra di anatomia, mentre esegue la dissezione del corpo di Adrian Adrianeszoon, famigerato criminale impiccato ad Amsterdam nel gennaio del 1632: poiché ai tempi non c’erano frigoriferi, il dipinto dev’essere di quei giorni… il dottor Tulp è ritratto nel momento in cui espone agli astanti il funzionamento dei tendini del braccio sinistro: per maggiore comprensione, li afferra con delle grosse pinze, e a sua volta, con la mano sinistra, mima il movimento delle dita reso possibile dai tendini stessi.
Coronavirus, Lombardia: chiarimenti sul trattamento e trasporto salme
In risposta ad alcune richieste dal territorio, il Direttore Generale Welfare, Luigi Cajazzo, ha inviato una mail di chiarimenti sui rischi correlati al trattamento di cadaveri e al trasporto di salme di persone decedute in relazione all'epidemia da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2/nCoV-2019).
Riportiamo il testo della lettera:
Gentilissimi,
sulla scorta di richieste pervenute dal territorio, si forniscono le seguenti indicazioni relative al:
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- trattamento cadaveri (art. 67 comma 1 lett. b) L.R. 4/2019 "corpo umano privo delle funzioni vitali, di cui sia stata accertata la morte")
Nel trattamento di pazienti deceduti, affetti da infezione da COVID 2019, casi confermati e casi probabili, devono essere attivate precauzioni standard. Con il decesso, infatti, cessano le attività vitali e cessa il pericolo di contagio: il paziente deceduto, a respirazione cessata, non è fonte di dispersione nell'aria di virus attraverso aerosol.
In questa logica sia le "Istruzioni operative per la dotazione dei dispositivi di protezione individuale e la sorveglianza sanitaria degli operatori nel settore sanitario e socio-sanitario" che le "Istruzioni operative per la sorveglianza sanitaria e la dotazione dei dispositivi di protezione individuale di tutti gli operatori assegnati alle attività non essenziali e non soggette alle restrizioni di cui al DPCM del 23 febbraio 2020 e s.m.i." non prevedono di indossare specifici Dispositivi di Protezione Individuali.
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- trasporto del feretro oltre la zona rossa
Il trasporto funebre, oltre il limite della zona rossa (Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d'Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova Dei Passerini), per la tumulazione del feretro in altro comune o per la cremazione deve essere autorizzato dal Prefetto, stanti le attuali limitazioni disposte; il trasporto del feretro non è fonte di diffusione del virus, e non comporta rischio di salute pubblica.
Cordiali saluti,
Luigi Cajazzo
Funerali: in Piemonte è ora permesso portare a casa le salme dei defunti morti in ospedale per l’ultimo saluto
Dopo un lungo lavoro “ai fianchi” della politica piemontese, finalmente un risultato importante, che riconosce anche alle famiglie piemontesi il diritto, già affermato nelle leggi delle regioni vicine, a portare il proprio caro, defunto in ospedale, presso una sala del commiato o a casa, per un saluto più rispettoso e meno asettico di quello in un obitorio.
Il Consiglio regionale del Piemonte, ha approvato ad ampia maggioranza il testo unificato di due proposte di legge (la numero 5, a prima firma del consigliere del Pd Daniele Valle, e la numero 75, a prima firma dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi), con cui sono state modificate le leggi regionali sulla “Disciplina attività servizi necroscopici” (15/2011) e sulle “Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri” (20/2007).
Come detto, una delle novità più importanti è il diritto per le famiglie di trasferire le salme a cassa aperta dall’ospedale a una sala del commiato o presso l’abitazione privata, oppure dalla propria casa alle sale di cimiteri, onoranze funebri o altre strutture.
Commentando questo risultato, il consigliere regionale del Pd Daniele Valle ha dichiarato che si tratta di “un passo in avanti di civiltà, si riconosce alle famiglie una vera libertà di scelta circa le modalità con cui dare l’ultimo saluto e si salvaguarda la possibilità di donare gli organi e in seguito spostare la salma per il commiato”.
Come Federcofit ci siamo battuti, anche assieme a Feniof, per questo risultato, che porta a un indubbio miglioramento per i dolenti, sul modello di quanto già fatto da Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia”.
In questo modo inoltre si sanano le disparità che esistevano tra regioni limitrofe: per esempio, se un lombardo viene a mancare in un ospedale piemontese, come accadeva in caso contrario, può essere portato in una sala commiato o presso la propria abitazione.
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Ma a noi delle "Pompe Funebri", chi dà disposizioni?
Illustrissimo Ministro Speranza,
ma a noi Impresari Funebri italiani chi dice come comportarci in questo frangente di grave emergenza? Le abbiamo scritto e la preghiamo di risponderci il prima possibile.
Ricevo quotidianamente telefonate preoccupate (e ne hanno tutte le ragioni) chiedendomi quali siano le attenzioni e le tutele da approntare in questo impressionante frangente.
Cerchiamo insieme di capire in base alle informazioni che ci vengono riferite da colleghi sul territorio:
Per i decessi da COVID-19 avvenuti in strutture sanitarie ci viene riferito che la prassi voglia che sia direttamente il personale sanitario della struttura a provvedere all’incassamento all’interno del feretro e che il personale dell’impresa provveda alla sigillatura del feretro in conformità con la sua destinazione finale. Non sarà possibile nessuna esposizione del corpo ai familiari se non a cassa chiusa. In questo caso (e come dovrebbe essere fatto sempre) si raccomanda una attenta sanificazione del mezzo al termine.
La partecipazione al servizio funebre e riservata “ai parenti stretti”. Il parroco e/o l’impresa funebre dovrebbero attenzionare la famiglia a questa prescrizione. Non spetterebbe a noi e non è corretto ma sino ad ora sta funzionando così.
Per i decessi che avvengono in abitazioni o comunque fuori dalle strutture sanitarie, vi preghiamo di leggere e rispettare attentamente le avvertenze emanate dal Ministero della Salute.
I comuni dovrebbero provvedere, tramite la loro struttura sanitaria organizzativa, ad effettuare il trasferimento del corpo, tuttavia è capitato che qualche piccolo Comune chiedesse agli impresari funebri del proprio territorio di effettuare il trasferimento del corpo. Gli impresari funebri si possono rifiutare di eseguire tale disposizione (giusto o sbagliato non è questo il contesto in cui parlarne).
I Sindaci, quali prime autorità di tutela sanitaria del proprio territorio, dovrebbero promuovere l’informazione nei confronti dei propri cittadini o aziende.
Deduciamo (da quanto ci è stato riferito) che in un decesso avvenuto in un Hotel, il tampone post-mortem per appurare la presenza del Coronavirus sia stato effettuato dal medico necroscopo al suo passaggio (dalla 15° alla 30° ora). Ne desumiamo (senza avere nessuna conoscenza scientifica in merito) che tale virus rimanga attivo anche dopo alcune ore del decesso, a differenza di quello che accade per altre malattie infusivo/diffusive.
Raccomandiamo pertanto a TUTTI gli impresari funebri italiani di trattare qualsiasi salma o cadavere, con le massime cautele e attenzioni adottando un rigido codice comportamentale attraverso l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, indipendentemente da quale sia la causa di morte.
Utilizzare SEMPRE e COMUNQUE tutte le protezioni in commercio. In questa prima fase di studio del fenomeno sarebbe sciocco fare il contrario.
Non si tratta di eccesso di prudenza né allarmismo, bensì solo di tutela; capita TUTTI I GIORNI, di essere chiamati di notte per provvedere alla sistemazione di un defunto ore ed ore prima che passi il medico a dichiarare la causa di decesso. Tale operazione purtroppo viene fatta con una leggerezza disarmante e talvolta da personale allo sbando privo di ogni conoscenza in materia.
Questa allarmante situazione sta riportando l’attenzione a quella che dovrebbe essere la giusta formazione e conoscenza rispetto alla gestione dei fenomeni cadaverici trasformativi che dovrebbe essere SEMPRE applicata a qualsiasi decesso.
Ora ci stiamo confrontando con un Virus altamente trasmissibile, rimane il fatto che i rischi biologici da affrontare, ANCHE IN CASO DI MORTE NATURALE IN ABITAZIONE, sono decine e decine ed altrettanto pericolosi per chi ha contatti con un corpo privo di vita.
Se voi avete scelto di fare questo lavoro o vi ci siete ritrovati, le persone che stanno a casa con voi non ne devono pagare lo scotto con la loro salute, quindi se non vi interessa di farlo per voi, fatelo almeno per loro.
Riccardo Salvalaggio
Database dei forni crematori in Italia
Clic qui per scaricare il PDF del database con i forni crematori in Italia (aggiornamento marzo 2020).
Tutte le Ambasciate estere in Italia
Clic qui per aprire il PDF con tutte le Ambasciate che hanno sede in Italia, nonché l'indicazione sedi estere di quei Paesi "con accreditamento secondario", che non hanno cioè una ambasciata fisica in Italia.
AnnunciFunebri.it: lo streaming sblocca i funerali e le funzioni religiose dal coronavirus
Lo streaming sblocca i funerali e le funzioni religiose dal coronavirus
L’ultimo saluto rimandato a tempi migliori, ma la tecnologia porta un po’ di conforto.
In molti comuni colpiti dal contagio, tra i vari divieti imposti, vi è quello che vieta la celebrazione delle cerimonie religiose in chiesa, per evitare il contatto con altre persone e prevenire la diffusione del virus.
“Le chiese restano aperte per eventuali matrimoni e funerali, ma a queste funzioni potranno partecipare solo i parenti stretti, mentre le altre funzioni sono sospese o rinviate”, così molte Diocesi si allineano alle ordinanze pubbliche, chiudendo di fatto le porte a molti parenti e amici, per limitare i rischi.
Ma anche la creatività fortunatamente è contagiosa e, di necessità virtù, nascono le dirette streaming per seguire da casa le funzioni a porte chiuse.
“Si tratta di un servizio di streaming video per trasmettere in diretta la cerimonia funebre, nato per dare la possibilità di assistere alle persone che sono lontane o che non possono muoversi da casa per anzianità o malattia, e divenuto preziosa risorsa durante l’emergenza coronavirus”,– spiega Fabrizio Bottigelli, il titolare della “Fratelli Ferrario“, l’impresa che venerdì 28 febbraio ha trasmesso il suo primo funerale in diretta dal proprio sito web.
Uno strumento nato grazie alla lungimiranza degli impresari funebri e alla competenza del team di annuncifunebri.it, partner Federcofit: nel momento del dolore, non devono mancare gli strumenti per permettere ad amici e parenti di dimostrare la propria vicinanza ai dolenti e, se per tutelare la salute pubblica il calore di un abbraccio reale deve essere necessariamente rimandato, desideriamo che almeno nel mondo virtuale la famiglia si senta circondata dall’affetto di tutti coloro che, per qualsiasi motivo, non potessero partecipazione alle esequie.
“Il nostro scopo”, spiega Giuliano Casco di annuncifunebri.it, “è quello di accorciare le distanze e fare in modo che la tecnologia, spesso demonizzata, agevoli le comunicazioni e moltiplichi le possibilità di partecipazione, anche in un momento di delicato dolore come quello del lutto. A volte ci si sente inopportuni nell’esprimere il proprio sentimento in un frangente doloroso: scrivere un pensiero di cordoglio può essere un modo discreto per stare vicino ai congiunti, o l’unica possibilità di farsi sentire per chi è lontano.
Annuncifunebri.it consente a chiunque, ovunque si trovi, di inviare un messaggio personale alla famiglia del defunto che verrà recapitato sia in forma digitale che cartacea e con la massima discrezione, attraverso l’impresa funebre che gestisce il servizio.
Con lo streaming del funerale oggi vogliamo che l’assenza e lontananza possano essere ulteriormente colmate, nei limiti del possibile, da forme di partecipazione diverse ma non meno cariche di affetto.”
Dispositivi di protezione individuale: la protezione civile se ne lava le mani
Negli scorsi giorni, Federcofit ed EFI e di Federcofit, hanno rivolto un pressante appello al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute, alla Protezione Civile Nazionale e a tutte le Istituzioni delle aree maggiormente interessate dall’epidemia Covid-19 perché tutti gli Operatori Funerari italiani abbiano accesso ad un canale distributivo dedicato per l’approvvigionamento dei necessari Dispositivi di Protezione Individuale.
Oggi, 20 marzo 2020, la Protezione Civile ci ha risposto e...
Sono state sufficienti Otto righe in cui la Protezione civile ci ha scaricato e sbattuto la porta in faccia.
Non stavamo chiedendo soldi non stavamo chiedendo attenzione non stavamo chiedendo che ce le pagassero loro.
Stavamo solo chiedendo di darci la possibilità di garantirci un corridoio per poterci garantire la possibilità di pagarcele direttamente e di poterci approvvigionare senza che i nostri ordini rimanessero bloccati in dogana.
Ancora una volta le imprese funebri nonostante il loro impegno in prima linea sono state considerate meno di zero.
Lo abbiamo visto sul territorio di Bergamo cosa succede quando le imprese si fermano e non possono o non riescono a far fronte all’emergenza.
Siamo stanchi, stravolti ma pieni di senso di responsabilità, ma in questo momento siamo particolarmente delusi e arrabbiati. Molto arrabbiati.
Continueremo a fare il nostro lavoro fino in fondo ma quando avremo finito i nostri dispositivi di protezione individuale fermeremo anche noi le nostre aziende. Dobbiamo tutelare i nostri dipendenti i nostri collaboratori e le nostre famiglie.
Quando lo Stato si renderà conto di quanto sia importante il nostro lavoro probabilmente sarà troppo tardi e se la dovrà “grattare” da solo.
Nel frattempo stiamo mandando avanti il nostro canale di approvvigionamento diretto nella speranza che lascino passare i nostri ordini e ci diano la possibilità di continuare a fare il nostro dovere.
Lo stato ha aggiunto un’altra pagina nera alla sua tristerrima collezione.
SARS-CoV-19 (nuovo coronavirus): le nuove disposizioni del Consiglio dei Ministri
Dopo l’emergenza e le ordinanze a macchia di leopardo, un decreto del Governo regola in maniera globale la materia, vediamo le norme più significative per le attività di Onoranze Funebri.
Nei comuni “zona rossa” (articolo 1):
a), b) divieto di accesso e allontanamento
c) sospensione di ogni manifestazione, anche religiosa, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico
g) sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità,
i) chiusura di tutte le attività commerciali, ad esclusione di quelle di pubblica utilità, dei servizi pubblici essenziali di cui agli articoli 1 e 2 della legge 12 giugno 1990 (le Onoranze Funebri non sono esplicitamente previste, vedi in fondo).
k) sospensione dei servizi di trasporto di merci e di persone
l) sospensione delle attività lavorative per le imprese, ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità
m) sospensione dello svolgimento delle attività lavorative per i lavoratori residenti o domiciliati, anche di fatto, nel comune o nell’area interessata
Nelle regioni e nelle province coinvolte (articolo 2):
c) sospensione, sino all’8 marzo 2020, di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose;
d) apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;
i) apertura delle attività commerciali (diverse da bar, pub, ristoranti) condizionata all’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone
Clic qui per scaricare il Decreto 1° marzo 2020
Legge 12 giugno 1990, n. 146.
Norme sull'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati. Istituzione della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge.
Art. 1
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- Ai fini della presente legge sono considerati servizi pubblici essenziali, indipendentemente dalla natura giuridica del rapporto di lavoro, anche se svolti in regime di concessione o mediante convenzione, quelli volti a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla vita, alla salute, alla libertà ed alla sicurezza, alla libertà di circolazione, all'assistenza e previdenza sociale, all'istruzione ed alla libertà di comunicazione.
- Allo scopo di contemperare l'esercizio del diritto di sciopero con il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, di cui al comma 1, la presente legge dispone le regole da rispettare e le procedure da seguire in caso di conflitto collettivo, per assicurare l'effettività, nel loro contenuto essenziale, dei diritti medesimi, in particolare nei seguenti servizi e limitatamente all'insieme delle prestazioni individuate come indispensabili ai sensi dell'articolo 2:
a) per quanto concerne la tutela della vita, della salute, della libertà e della sicurezza della persona, dell'ambiente e del patrimonio storico-artistico: la sanità; l'igiene pubblica; la protezione civile; la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani e di quelli speciali, tossici e nocivi; le dogane, limitatamente al controllo su animali e su merci deperibili; l'approvvigionamento di energie, prodotti energetici, risorse naturali e beni di prima necessità, nonché la gestione e la manutenzione dei relativi impianti, limitatamente a quanto attiene alla sicurezza degli stessi; l'amministrazione della giustizia, con particolare riferimento ai provvedimenti restrittivi della libertà personale ed a quelli cautelari ed urgenti, nonché ai processi penali con imputati in stato di detenzione; i servizi di protezione ambientale e di vigilanza sui beni culturali; l'apertura al pubblico regolamentata di musei e altri istituti e luoghi della cultura, di cui all'articolo 101, comma 3, del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; (1)
b) per quanto concerne la tutela della libertà di circolazione: i trasporti pubblici urbani ed extraurbani autoferrotranviari, ferroviari, aerei, aeroportuali e quelli marittimi limitatamente al collegamento con le isole;
c) per quanto concerne l'assistenza e la previdenza sociale, nonché gli emolumenti retributivi o comunque quanto economicamente necessario al soddisfacimento delle necessità della vita attinenti a diritti della persona costituzionalmente garantiti: i servizi di erogazione dei relativi importi anche effettuati a mezzo del servizio bancario;
d) per quanto riguarda l'istruzione: l'istruzione pubblica, con particolare riferimento all'esigenza di assicurare la continuità dei servizi degli asili nido, delle scuole materne e delle scuole elementari, nonché lo svolgimento degli scrutini finali e degli esami, e l'istruzione universitaria, con particolare riferimento agli esami conclusivi dei cicli di istruzione;
e) per quanto riguarda la libertà di comunicazione: le poste, le telecomunicazioni e l'informazione radiotelevisiva pubblica. (2)
Formazione Federcofit: ripartono i corsi
[conclusi: vai su FORMAZIONE per i corsi più recenti]
La formazione professionale di Federcofit riprende con nuovi appuntamenti a Milano:
trovi tutte le informazioni sul sito Federcofit.it
clicca sulle immagini per visitare il sito Federcofit
Sono aperte le iscrizioni ai corsi di formazione anno 2020 a Milano per: Necroforo, Addetto al trasporto, Direttore tecnico, addetto alla trattazione degli affari, Tanatoestetica.
ASST Ovest Milanese riconosce la posizione di Federcofit sul trasporto salme all'obitorio
Dopo una nostra lettera nella quale sottolineavamo che la pratica di portare sistematicamente negli obitori degli Ospedali di Cuggiono, Magenta e Legnano le persone decedute in abitazioni private era contro la Legge regionale e idonea a favorire presenze ingiustificate di taluni operatori presso gli obitori, il Direttore Sanitario dell'ASST "Ovest Milanese" ha condiviso la nostra posizione, precisando le condizioni alle quali l'ASST accetta le salme.
Lo scorso 18 febbraio scrivevamo :
Oggetto: trasporto di salme presso le strutture obitoriali degli Ospedali di Cuggiono, Magenta e Legnano di persone decedute in abitazioni private.
Feder.Co.F.It, Federazione del Comparto Funerario Italiano è un’organizzazione di categoria che tutela interessi collettivi degli operatori funebri ed opera, con numerosi propri iscritti anche sul territorio della Provincia di Milano e nel Comune da Lei amministrato.
Interesse ed obiettivo prioritario di Federcofit è anche quello di perseguire il massimo di correttezza operativa nel settore funebre e rapporti di trasparenza tra operatori e famiglie oltre che rapporti di corretta concorrenza tra gli operatori.
Alcuni nostri associati ci segnalano che presso le strutture obitoriali degli Ospedali di Cuggiono, Magenta e Legnano vengono trasportate le salme di persone decedute presso le proprie abitazioni, per svolgere il periodo di osservazione, in base a quanto previsto all’articolo 39 del Regolamento Regionale n. 6 del 9 novembre 2004.
Questa prassi risulta essere in palese violazione dell’articolo 70 comma 5 Legge Regionale 30 dicembre 2009 n. 33, la quale prevede chiaramente che solo a seguito di espressa certificazione di carenza delle condizioni igienico-sanitarie dell’abitazione della salma da parte della ATS competente territorialmente è possibile eseguire il trasporto della salma presso le camere mortuarie le strutture sanitarie pubbliche e private.
Cit:
“……5. Oltre alle strutture comunali già esistenti, le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate che operano in regime di ricovero ricevono, in aggiunta alle salme di persone ivi decedute e nei limiti delle proprie disponibilità, le salme di persone decedute in luoghi pubblici o in abitazioni delle quali l’ATS ha certificato la carenza delle condizioni igienico-sanitarie , per:
-
-
- a) il periodo di osservazione di cui al comma 1;
- b) l'effettuazione di riscontro diagnostico, autopsia o altro provvedimento disposto dall'autorità giudiziaria……”
-
Ulteriore conseguenza di questo assetto è la distorsione ed il disequilibrio che si viene a creare trasformando le camere mortuarie delle ASST in oggetto in strutture che vedono l’eccessiva ed invadente permanenza da parte di imprese funebri con la scusante della presenza delle suddette salme. Stazionamento che si protrae ben oltre il tempo necessario ad espletare le proprie funzioni.
Riceviamo inoltre l’avvallo dell’interpretazione della norma citata da parte del Dott. Marco Motta responsabile della medicina legale dell’ASST Sette Laghi, il quale in data 21 febbraio 2018 emetteva una nota (allegata alla presente comunicazione), restringendo il trasporto delle salme decedute presso le abitazioni solo se accompagnate dalla succitata certificazione dell’ATS.
Chiediamo pertanto all’illustrissima Direzione Sanitaria riferita alle strutture sanitarie sopra citate di interrompere tale prassi.
Confidando in una vostra risposta e confermando la massima disponibilità ad ogni collaborazione per il rispetto delle norme e la correttezza professionale del settore, ci è gradita l’occasione per augurare un buon lavoro.
Riccardo Salvalaggio
Segretario Nazionale Federcofit
scarica la lettera di Federcofit all'ASST "Ovest Milanese"
scarica la risposta dell'ASST "Ovest Milanese"
scarica la circolare 2018 del Direttore del servizio di Medicina Legale dell'ASST "Sette Laghi"
Funerali in diretta streaming, l’idea della Fratelli Ferrario
Se le ordinanze post-coronavirus sospendono anche le cerimonie religiose, e quindi anche quelle funebri, la tecnologia, e le idee innovative possono rispondere ai bisogni di chi non può partecipare per effetto delle ordinanze o perché magari la sua salute o la distanza non glielo consentono.
Le Onoranze Funebri “Fratelli Ferrario” hanno lanciato una nuova iniziativa: la trasmissione in diretta web delle cerimonie funebri, la prima cerimonia è stata diffusa dalla cappella del cimitero principale di Busto Arsizio.
Fabrizio Bottigelli della Fratelli Ferrario spiega: “Si tratta di un servizio di streaming video per trasmettere in diretta la cerimonia funebre dando la possibilità di assistere alle persone che sono lontane o che non possono muoversi da casa per anzianità o malattia. Chiaramente diventa “utile” anche per la salute pubblica in un momento di emergenza come questo dove le direttive impongono di non celebrare il funerale nei classici luoghi di cerimonia e comunque di restringere i partecipanti ai soli familiari stretti. La comunicazione è innanzitutto un modo per far conoscere questa possibilità a chi potrebbe averne veramente bisogno ed una notizia positiva in un momento di “panico” generale, che racconta di come gli italiani sappiano reagire in ogni situazione.”