Genova: mazzette al San Martino?
La malapianta della corruzione e dei favori per l’accaparramento dei servizi funerari è proprio resistente, e sembrerebbe avere attecchito all’Ospedale San Martino di Genova.
Tre necrofori dell'Ospedale San Martino e tre agenti di onoranze funebri sono indagati per corruzione insieme a un dipendente della Guardia di Finanza di Genova, accusato di accesso abusivo a sistema informatico.
Secondo le indagini, gli operatori funebri avrebbero pagato i necrofori per accaparrarsi delle salme; il ruolo del finanziere, invece, sarebbe stato quello di entrare nel sistema informatico Serpico per girare informazioni a uno dei titolari delle pompe funebri.
Rassegna stampa:
Firenze: altro che low cost, erano pubblicità ingannevoli
La pubblicità deve essere “onesta, veritiera e corretta”, lo dice l’articolo 1 del codice di autodisciplina pubblicitaria… ebbene, almeno in due casi non lo è stata, e l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria lo ha riconosciuto.
Due campagne pubblicitarie di funerali “low cost” diffuse nell’area fiorentina sono state giudicate ingannevoli perché violavano il codice di Autodisciplina Pubblicitaria.
È un successo per tutto il comparto funerario del quale la Federazione ringrazia gli associati toscani, che si sono mossi con decisione in difesa del mercato e dei consumatori.
Riportiamo di seguito le dichiarazioni del segretario regionale per la Toscana, Katia Catassi, diffuse dalla stampa.
“Attenzione alle offerte low-cost per i servizi funebri, promozioni che vengono utilizzate solo per attirare clienti ma che si rivelano non veritiere, come ha attestato anche l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria (Iap)”.
Lo ha affermato Katia Catassi, presidente regione Toscana della Federazione comparto funerario italiano (Federcofit), commentando due sentenze dell'Istituto che recentemente è intervenuto ordinando la rimozione di manifesti che in provincia di Firenze pubblicizzavano “funerali completi a 990 euro”. “In due occasioni, l'ultima in agosto, ci siamo rivolti all'I.A.P. – ha spiegato Catassi – contro pubblicità che avevano il solo scopo di attirare i clienti in un'agenzia, e l'istituto di autodisciplina pubblicitaria ci ha dato ragione disponendo la cessazione della campagna”.
Le denunce sono state necessarie, ha spiegato ancora Catassi, perché “è impossibile che imprese funebri regolari, con tutti i requisiti previsti, con personale assunto regolarmente e in numero sufficiente allo svolgimento dei servizi funebri come prevede la legge sulla sicurezza del lavoro in un settore così delicato, applichino prezzi così bassi”.
"Bene ha fatto l'Iap – ha aggiunto la presidente regionale Federcofit - , che ha colto nel segno ed è andato ad indagare a fondo. Sarebbe opportuno che anche altre istituzioni si preoccupassero di quello che viene annunciato sui cartelloni e nelle pubblicità: un servizio funebre completo ha infatti molte componenti e molti costi; queste réclame non li menzionano ma i clienti le dovranno pagare lo stesso”.
“Per noi – ha concluso Catassi - è indispensabile che ci sia la massima chiarezza tra operatori e clienti, soprattutto perché si tratta di persone alle prese con un lutto, quindi famiglie in una situazione di disagio e di dolore. Compito della Federazione è anche quello di controllare per garantire ai cittadini che, in un momento di particolare fragilità, possano avere i migliori servizi e senza sorprese sui costi”.
Rassegna stampa:
TAR Lombardia: i comuni non possono vietare case del commiato per il saluto del defunto a bara aperta
Con la citata sentenza, il T.A.R. di Milano ha esaminato il caso di Cadrezzate, un piccolo comune del varesotto, che nel modificare il piano del governo e delle regole, aveva inserito delle prescrizioni che di fatto impedivano ad imprese funebri private la creazione sul territorio comunale di sale del commiato destinate all'estremo saluto del defunto a bara aperta, consentendo tali realizzazioni esclusivamente all'interno del perimetro dell'esistente cimitero comunale.
L'impresa funebre che aveva da anni in corso la relativa pratica comunale per l'edificazione della propria sala del commiato (più volte indicata nelle relative istanze e relazioni tecniche depositate in comune come "sala destinata all'estremo saluto del defunto a bara aperta"), in esito alla notifica del provvedimento che autorizzava la creazione della sala, ma ne limitava l'uso a bara chiusa, aveva impugnato il relativo provvedimento comunale, chiedendone la declaratoria di nullità e/o l'annullamento inter alias per la manifesta contrarietà ai criteri ed ai limiti fissati in materia dalla normativa regionale lombarda (Regolamento Regionale n. 6 del 09.11.2004) cui i comuni lombardi devono attenersi e chiedendo il ristoro danni.
Nell'accogliere il proposto ricorso, anche in punto di ristoro danni in termini diversi dal richiesto, il T.A.R. argomentava che nel dettato della normativa regionale (in particolare art.li 2 e 42) non erano ravvisabili i limiti dettati dal comune resistente in sede di modifica del piano delle regole rilevando espressamente che, in tale normativa, "non si rinveniva alcuna preclusione all'utilizzo delle sale del commiato a bara aperta, rilevandosi anzi tale destinazione intrinseca nella funzione tipica di tale struttura".
Avv. Federico Pizzonia
Avv. Vito Pizzonia
Clic qui per leggere la senza integrale del T.A.R. della Lombardia sul PGT di Cadrezzate
Consulenza e business plan per neo-costituzioni societarie, fusioni e/o espansioni
Siamo in grado di programmare e realizzare uno studio di fattibilità con un previsionale da tre a cinque anni rispetto al conto economico e alle strategie da adottare per il tuo futuro progetto.
Realizzeremo un report che includerà i possibili scenari di evoluzione della tua azienda. Presenteremo un primo conto economico dinamico realizzato in base ai dati che ti chiederemo e con la possibilità di modificarli e riadattarli step by step ad ogni idea o eventualità.
Lo studio ha lo scopo di capire e ipotizzare quali potranno essere gli incrementi, le difficoltà o le direzioni economiche da intraprendere al fine di dare maggior concretezza alle tue aspettative. Come si dice: meglio diventare rossi subito che bianchi dopo!
Cercheremo di capire insieme come e in che misura sarà possibile realizzare in modalità più efficace una nuova costituzioni societaria, fusione, espansione o acquisizione.
Capiremo come ottimizzare il personale esistente e delle future scelte di marketing, immagine e posizionamento di mercato.
Sarà possibile realizzare anche uno studio di secondo livello per la presentazione presso istituti bancari allo scopo di ottenere fidi o finanziamenti attraverso una progettazione analitica ed economica dei costi e ricavi della futura azienda.
Consulenza per investimenti nel settore pet funeral
Il progetto “pet funeral” ha la necessità di essere analizzato sotto molteplici aspetti in fase di presentazione in quanto non ha la semplice motivazione di generare un differente canale di revenue (guadagno), ma bensì la più importante aspettativa di creare differenti aree di intervento ed interazione su fasce di clientela che ad oggi sulla attuale "piazza di posizionamento" non trovano possibilità di soddisfazione alle molteplici richieste se non quella dello smaltimento del proprio animale domestico attraverso il canale veterinario.
Ogni presentazione dovrà essere necessariamente personalizzata sulle possibilità e su cosa si intende consolidare.
Sarà possibile anche la realizzazione di uno studio di secondo livello che comporti costi, oneri e adempimenti necessari alla realizzazione dell'impianto di cremazione per i pet.
Cimiteri d'Italia: Bologna
Alla scoperta delle tradizioni cimiteriali italiane, raggiungiamo questa volta Bologna.
Cimitero monumentale della Certosa di Bologna
Il cimitero monumentale della Certosa di Bologna (nell'immagine di copertina si vede l'ingresso di via della Certosa) si trova appena fuori dal cerchio delle mura della città, vicino allo stadio Renato Dall'Ara, ai piedi del colle della Guardia dove si trova il santuario della Madonna di San Luca.
Il cimitero storico monumentale Certosa di Bologna è uno dei cimiteri più antichi d'Europa, un monumento d'importanza mondiale, un luogo unico per la scultura e l'architettura del XIX e del XX secolo.
Le origini dalla vecchia Certosa
La scoperta tra il 1869 e il 1871 del sepolcreto etrusco nella Certosa, durante gli scavi di ampliamento del cimitero, ha dato avvio ad una serie fortunata di scavi archeologici, diretti dall'archeologo bolognese Antonio Zannoni, grazie ai quali è stata chiarita la ricostruzione storica e topografica della città. I materiali databili tra la metà del VI e IV secolo a.C. provenienti dai sepolcreti, si trovano ora nella sezione etrusca del Museo Civico Archeologico. Si tratta di ritrovamenti funerari tratti da 420 tombe.
Come nasce il cimitero. Nel 1800, la Commissione di Sanità del Dipartimento del Reno, decise di destinare ad area cimiteriale l'ex Certosa di S. Girolamo. La Certosa possedeva tutti i requisiti richiesti: era posta fuori dall'abitato, in una posizione ideale dal punto di vista della rete idraulica e della libera circolazione dell'aria.
Quindi un cimitero “fuori dalle mura” cittadine come affermava la nuova sensibilità igienico-sanitaria del periodo, anticipando di qualche anno il famoso Editto di Saint Cloud emesso da Napoleone.
Si apre ufficialmente nel 1801 mentre nel 1802 l'architetto Ercole Gasparini concepisce il nuovo ingresso monumentale con ampi piloni coronati da statue. Nel 1811 Gasparini progetta un portico che colleghi il cimitero al Santuario di S. Luca.
I primi spazi che vengono utilizzati come cimitero sono il Chiostro Terzo, il Chiostro d'Ingresso, la Sala della Pietà e quella delle Tombe. Dalla Sala delle Tombe, antico luogo di ricreazione dei monaci, si passa alla Loggia delle Tombe e da qui si procede attraverso l'Aula Gemina. La Sala delle Catacombe (1827) conduce alla Galleria a tre navate che termina col Colombario. Al centro dei vani spiccano alcuni dei più celebri monumenti di tutto il cimitero (Pepoli-Murat e Angelelli).
Il più recente Campo degli Ospedali raccoglie monumenti di età liberty lungo il muro di cinta, al centro è collocato il grande ossario dedicato ai caduti partigiani, concepito dall'architetto Piero Bottoni. Annessi al cimitero sono lo spazio destinato agli Acattolici, il cimitero ebraico, un'area crematoria e un cinerario.
Opere all'interno
Nella chiesa sono da segnalare il trittico della Passione di Cristo, opera di Bartolomeo Cesi (1556-1629) e il coro ligneo intarsiato ripristinato da Biagio De' Marchi nel 1538 dopo l'incendio provocato dai Lanzichenecchi di Carlo V. In evidenza sono i dipinti dedicati ad episodi della vita di Cristo, delle dimensioni di circa 450x350 cm, i quali furono commissionati nella metà del Seicento ai due Sirani, Giovan Andrea e la figlia Elisabetta, a Francesco Gessi, Giovanni Maria Galli da Bibbiena, Lorenzo Pasinelli, Domenico Maria Canuti e al napoletano Nunzio Rossi. Altre opere di Antonio e Bartolomeo Vivarini, Ludovico e Agostino Carracci, oltre che del Guercino, furono trasferite in epoca napoleonica alla Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Opere scultoree
All'interno del cimitero si può ammirare un vastissimo repertorio di opere scultoree.
Di particolare rilievo il Monumento Ossario ai caduti partigiani, opera dell'architetto Piero Bottoni.
Legge per la funeraria italiana: i lavori parlamentari vanno avanti
La Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati prosegue le proprie audizioni di approfondimento dei temi proposti dai Disegni di legge presentati (prevalentemente l’AC 1143 e l’AC 1618 presentati dalle On. Foscolo e On. Pini) con audizioni di soggetti importanti quali l’Autorità anticorruzione, l’Autorità per la concorrenza e gli amici di Assocofani.
Si tratta, crediamo, di un elemento importante perché rappresenta concretamente l’impegno del Parlamento a non trascurare questo tema da lungo tempo sul tappeto.
L’altro fatto rilevante che si è svolto in queste settimane è stato il Convegno romano annuale di Sefit dove è stata occasione di aperto confronto tra i rappresentanti delle organizzazioni del settore in merito al futuro delle attività funebri in questo paese.
Richiamiamo questi due elementi perché, ci auguriamo, possano essere sintomi di positività per il futuro della funeraria italiana, se non altro per il fatto che si stia rianimando l’attenzione in riferimento al nostro settore.
A Roma, nel corso della Tavola rotonda, pur nelle sottolineature dei diversi approcci e visioni sul settore, tutti i soggetti hanno manifestato la convinzione della necessità di una convergenza delle varie organizzazioni sui contenuti delle nuove disposizioni di legge.
È un passo avanti importante e nuovo anche se più volte, nel passato, si è tentato di definire un accordo tra tutte le componenti ma fino ad oggi qualcuno si è sempre defilato, a partire, per onestà di verità, proprio da Sefit, tuttavia oggi la proposta emerge dalla SEFIT stessa e questo potrebbe rappresentare il superamento di “vecchi” atteggiamenti che tanto hanno danneggiato il nostro mondo. Ci auguriamo che, con il buon senso, una maggiore consapevolezza collettiva ed un atteso cambio generazionale, si riesca a trovare una inaspettata intesa e a far procedere più speditamente la riforma del nostro settore.
Federcofit ha, naturalmente, dato la propria disponibilità ed impegno, il futuro prossimo ci dirà se le speranze sono state ben riposte.
In secondo luogo, vogliamo sottolineare che la presenza, nelle Audizioni della Commissione di importanti Autorità dello Stato stanno a significare una marcata attenzione alla futura legge ed al suo varo, tuttavia qualche considerazione nel merito è bene svolgerla, soprattutto per i contenuti espressi dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Alcune sollecitazioni e considerazioni paiono condivisibili, come quando si sollecita una norma organica e completa, altri temi invece dovranno necessitare di grande attenzione al fine di sostenere, indipendentemente dalle critiche, concetti che rispondano veramente alle oggettive necessità del nostro settore e per far sì che illustri pareri non infossino o insabbino necessari passaggi di attualizzazione utili alla sopravvivenza e allo sviluppo del nostro settore e rispondenti alle necessità dell’utenza. Nel concreto:
Incompatibilità: l’Autorità sottolinea il fatto che a fronte di casi di incompatibilità la “separazione societaria” non risolva definitivamente il problema data la possibilità di rapporti e comunicazione fra differenti aziende “amiche”; sottolineatura giusta sicuramente, ma quale è la soluzione? Già, crediamo, si sia fatto un grande passo avanti nell’estendere il concetto di incompatibilità tra funebre e tutte le attività sanitarie o parasanitarie. Il tema è complesso e difficile, una soluzione deve essere però trovata, e deve essere capace di superare le possibili “censure costituzionali” sulla libertà di impiego dei propri danari.
Programmazione territoriale: non meravigliano le riserve espresse dall’Autorità Garante su quest’ipotesi presente nel DDL Foscolo; sarebbe stato strano il contrario. Vogliamo, però, osservare che nel settore funerario e come vige anche in diversi paesi europei, non valgono solo i principi della concorrenza ma anche, e soprattutto, la garanzia del livello del servizio. L’equilibrio tra concorrenza e garanzia può essere affrontato con due strumenti: la programmazione territoriale ed i requisiti aziendali. Altre strade non sono percorribili o comunque non portano a nessun efficace risultato. Verrebbero comunque salvaguardate le imprese attualmente presenti (anche se in numero sicuramente sovrabbondante rispetto l’offerta di mercato) e d’altra parte i requisiti aziendali (i famosi n. 4 necrofori con rapporti di lavoro continuativo …) non rappresenterebbero un ostacolo all’ingresso nel settore per nessuno stante la possibilità di avvallo ricorrendo ad altre imprese o ai centri servizio. La soluzione proposta integra totale “libertà di impresa” con la necessaria tutela dei diritti delle famiglie e la necessità di svolgere un servizio professionale e in rispetto del mondo del mercato del lavoro e della sicurezza.
L’Autorità osserva inoltre una qualche esagerazione, da parte del DDL Foscolo, alla “certificazione annuale” e all’introduzione di “registri” ed elenchi che, si osserva, potrebbero introdurre ulteriori barriere all’ingresso. Facciamo e faremo molta attenzione alle osservazioni su questi argomenti, è utile, però, sottolineare che l’introduzione nella normativa di specifici elementi di tracciabilità sui prodotti e certificazioni non introducono nessuna barriera, anzi, consolidano la tutela degli utenti (soggetto particolarmente debole), concetto ritenuto essenziale in un settore come il nostro.
Un’ultima battuta sulla pubblicità e procacciamento. Al riguardo l’autorità esprime concetti non condivisibili ritenendo alcune previsioni troppo restrittive. È bene sottolineare l’indispensabile concetto di correttezza dell’informazione pubblicitaria la quale attualmente vede presenti in numerose città italiane la presenza di offerte tanto mirabolanti quanto false ed equivoche. Inoltre, il rispetto per il dolore e per la situazione psicologica ed emotiva delle famiglie colpite dal lutto dovrebbe essere il faro guida per delineare un codice etico della pubblicità nel settore funerario.
Per concludere l’analisi delle osservazioni dell’autorità garante della concorrenza, non dovrebbe commettere l’errore di ritenere il nostro settore esclusivamente commerciale, dove l’unico aspetto da tutelare sia appunto solo la concorrenza tra soggetti senza considerare tutti gli aspetti legati alla peculiarità del nostro lavoro quale a primo esempio la totale rigidità della domanda a fronte di una proliferazione continua di offerta. L’eccessiva polverizzazione del settore determinerebbe, come sta già accadendo, determina una crescente aggressività dell’offerta nei confronti dei dolenti facendo venire a mancare presupposti di libertà e di corretta concorrenza tra le imprese professionalmente preparate e formate a supportare la famiglia sotto tutti punti di vista.
Con l’auspicio che la politica riesca realmente a comprendere quali sono i soggetti da tutelare e i mezzi e i modi per poterlo fare e nella speranza che ascoltino Noi, parti sociali portatori di equilibrio e correttezza, rimaniamo fiduciosi che si possa portare a termine in questa legislatura la tanto agognata legge nazionale. Noi lavoreremo insieme a chiunque ce lo chieda per poter fornire opportuno supporto alla parte politica. È nostra precisa responsabilità, lo abbiamo fatto in passato e lo faremo anche oggi.
Buttiamo lo zio nel bidone dell’umido?
Quello di Washington è il primo stato degli USA a legalizzare il “compostaggio umano” da quando - nello scorso maggio - il governatore Jay Inslee ha firmato una legge che consentirà ai corpi umani di essere convertiti in suolo in strutture autorizzate.
La legge, approvata con un sostegno bipartisan, mira a fornire un'alternativa di sepoltura meno costosa e più rispettosa dell'ambiente rispetto alla cremazione o alle sepolture tradizionali con le bare ed entrerà in vigore il 1° maggio 2020.
Inslee, un democratico che intende candidarsi alle elezioni presidenziali del 2020, ha fatto del cambiamento climatico un punto chiave della sua campagna, definendola “la sfida più urgente del nostro tempo”.
Uno dei più forti sostenitori di questo provvedimento è stata (non sorprendentemente) la signora Katrina Spade, fondatrice e CEO di Recompose, una società con sede nello stato di Washington che ha sviluppato un processo che “converte delicatamente i resti umani in terra, in modo da poter nutrire nuova vita dopo la morte”. La Spade ha studiato compostaggio umano alla Washington State University e condotto uno studio del processo con sei persone, che si sono offerte volontarie per il compostaggio dei loro corpi dopo la loro morte.
“Per alcuni, è stato un modo per tornare ai cicli naturali e restituire i nutrienti che abbiamo nei nostri corpi quando moriamo, piuttosto che bruciarli o seppellirli dentro il terreno”, ha detto la Spade in un'intervista al programma “Here and Now” del canale radio NPR.
Ad avviso della Spade, il compostaggio dei corpi umani rispecchia il processo di compostaggio utilizzato da molti agricoltori per il bestiame. Il corpo viene posto in un vaso con una combinazione di trucioli di legno, erba medica e paglia. Un sistema di ventilazione aggiunge ossigeno alla miscela e il corpo viene scomposto dai microbi entro un mese, trasformandosi in circa due carriole di terreno. Ha detto che il processo costerà circa $ 5.000 – che è meno del costo della sepoltura media, ma più di quello di una semplice cremazione.
Per alcuni critici però questo il processo non è rispettoso del defunto e dei valori coinvolti.
A questi dubbi risponde il senatore Jamie Pedersen, un democratico che ha sponsorizzato il disegno di legge, affermando che “L'immagine che [i critici, N.d.r.] hanno è che hai intenzione di gettare lo zio nel cortile di casa e coprirlo con avanzi di cibo”, in una dichiarazione all'Associated Press.
Per Pedersen invece il processo è un buon modo per ridurre l'impatto ambientale dello smaltimento dei resti umani, specialmente nelle aree affollate dove potrebbe esserci poco spazio da aggiungere ai cimiteri: “Penso che sia davvero un modo adorabile di uscire dalla terra”.
https://app.leg.wa.gov/billsummary?BillNumber=5001&Year=2019
https://www.wbur.org/hereandnow/2019/05/16/human-composting-washington
https://www.apnews.com/96e12b7f743b4e9c89a06155471f63c3
Lombardia: apportate correzioni (per noi inutili) alla Legge sulla Funeraria
Nella seduta del 26 luglio, il Consiglio della Regione Lombardia ha approvato alcune modifiche alla Legge Regionale 33/2009 per il settore necroscopico funerario e cimiteriale.
Immaginiamo che questi cambiamenti abbiano lo scopo di andare incontro all’impugnativa governativa dello scorso 23 Aprile del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie.
Facciamo notare che comunque gli argomenti rettificati non toccano minimamente il contenuto sostanziale (se non uno al punto D) per noi operatori funebri e quindi per quello che ci riguarda la partita è ancora completamente aperta.
Vigileremo e a settembre comunicheremo le iniziative che metteremo in campo: rimanete connessi con noi…
XI LEGISLATURA
ATTI: 2018/XI.2.2.2.82
LEGGE CONSIGLIO REGIONALE N. 36
Art. 17 (Modifiche agli artt. 69, 71, 72 e 73 della l.r. 33/2009)
- Alla legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità) sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 3 dell’articolo 69 le parole “, su richiesta dell’ufficiale di stato civile,” sono soppresse;
L’ARTICOLO DIVENTA IL SEGUENTE:
3. L’accertamento di morte è effettuato, su richiesta dell’ufficiale di stato civile, da un medico incaricato delle funzioni di necroscopo dall’ASST.
COMMENTO:
Non si capisce da chi sia effettivamente richiesto l’intervento del medico necroscopo se non dall’Ufficiale di Stato Civile in fase di formazione in parte prima dell’atto di morte il quale contatta l’Azienda Sanitaria di riferimento (ASST) al fine di richiedere l’intervento di un medico incaricato delle funzioni di necroscopo per il rilascio della certificazione necroscopica come previsto come previsto all’Art 74 comma 2 del DPR. 396/2000. Immaginiamo che sia un intervento stilato con l’intenzione di annullare uno dei punti contenuti nell’impugnativa governativa del 23 aprile scorso, quindi si è deciso di togliere quello che era in contrasto seppur previsto da una normativa Nazionale
b) alla rubrica dell’articolo 71 le parole “e utilizzo di cadaveri per finalità di studio” sono soppresse;
L’ARTICOLO DIVENTA IL SEGUENTE:
Art. 71 (Prelievo di cornea, presso l’abitazione del deceduto, a scopo di trapianto terapeutico e utilizzo di cadaveri per finalità di studio).
COMMENTO:
Sia questo che l’articolo seguente C nelle loro correzioni, nonostante non riguardino il settore funebre direttamente, ci appaiono (in qualità di cittadini) come una cancellazione ed un dietro front in merito a scelte che sembravano precedentemente concordate su largo fronte. Riteniamo che anche in questo caso si sia intrapresa la strada di assecondare l’impugnativa governativa.
I COMMI CANCELLATI SONO I SEGUENTI:
- Nel caso in cui la persona deceduta ha disposto l’utilizzo del proprio cadavere per finalità di studio, ricerca e insegnamento, i congiunti o conviventi ne danno comunicazione al comune che autorizza il trasporto, previo assenso e a spese dell’istituto ricevente.
- A seguito di interventi chirurgici in strutture ospedaliere del territorio comunale il cittadino decide se donare eventuali parti anatomiche riconoscibili per finalità di studio, ricerca o insegnamento o se richiederne la sepoltura.
- Presso ciascun comune del territorio regionale èistituito un registro degli enti autorizzati che abbiano fatto richiesta di utilizzare cadaveri o parti anatomiche riconoscibili per finalità di studio, ricerca o insegnamento. Il regolamento di cui all’articolo 76 disciplina le modalità di attuazione del presente comma.
d) il comma 4 dell’articolo 72 è sostituito dal seguente:
Il trasporto della salma è comunicato dall’impresa funebre al comune in cui è avvenuto il decesso che ne dà comunicazione, prima della partenza, al comune di destinazione e alla ASST cui compete l’effettuazione della visita necroscopica.
L’ARTICOLO DIVENTA IL SEGUENTE:
“4. Il trasporto della salma è comunicato, prima della partenza, dall’impresa funebre al comune in cui è avvenuto il decesso, nonché al comune di destinazione e all’ASST cui compete l’effettuazione della visita necroscopica.”.
OSSERVAZIONE:
Questo è l’unico argomento a noi direttamente connesso e finalmente, questa rettifica, corretta e giusta, è stata finalmente pubblicata riconducendo all’operatore funebre incaricato l’onere di comunicazione della partenza sia al comune di partenza che a quello di destinazione se differente. L’attendevamo da tempo.
e) il primo periodo del comma 2 dell’articolo 73 è soppresso e al secondo periodo dello stesso comma dopo le parole “Ove non sia stata espressa” sono inserite le seguenti: “, in forma scritta o orale,”;
L’ARTICOLO DIVENTA IL SEGUENTE:
- La dispersione delle ceneri è autorizzata, secondo la volontà del defunto, espressa in forma scritta o orale, dall’ufficiale di stato civile del comune in cui è avvenuto il decesso o, in caso di ceneri già tumulate, dall’ufficiale di stato civile del comune in cui si trova il cimitero. Ove non sia stata espressa IN FORMA SCRITTA O ORALE la volontà di far disperdere le ceneri, queste vengono riposte in un’urna sigillata, recante i dati anagrafici, per la tumulazione o l’affidamento ai familiari.
OSSERVAZIONE:
Troviamo corretta questa linea di pensiero e riteniamo che il risultato finale sia quello di mantenere la dispersione prettamente connessa alla volontà espressa in vita dal de cuius.
f) il comma 4 dell’articolo 73 è abrogato.
L’ARTICOLO CANCELLATO E’ IL SEGUENTE:
4. In caso di comprovata insufficienza delle sepolture, l’ufficiale di stato civile autorizza la cremazione dei cadaveri inumati da almeno dieci anni e dei cadaveri tumulati da almeno venti anni, secondo le procedure previste per l’autorizzazione alla cremazione o, in caso di irreperibilità dei familiari, dopo trenta giorni dalla pubblicazione nell’albo pretorio del comune di specifico avviso.
La riforma del settore riprende il suo percorso: che sia la volta buona…
Alla fine di settembre ed inizio di ottobre la Commissione Affari Sociali della Camera ha ripreso la discussione sulla Proposta di legge Foscolo Bellachioma (AC 1143) con lo svolgimento delle Audizioni delle Organizzazioni del settore, di cui i nostri lettori ed amici sono stati puntualmente informati grazie alla corposa documentazione riportata da HERMES FUNERARIA in queste settimane.
Si tratta di un dato politico significativo e, a nostro giudizio, positivo perché dimostra una attenzione concreta del Parlamento alle nostre questioni. Senza esagerare nella speranza di perseguire un obbiettivo storico, quello della Riforma del settore dopo 30 anni di abbandono, la ripresa della discussione ci stimola ad un ulteriore impegno di tutte le nostre strutture in questa direzione.
Nel corso di queste audizioni è emersa, come c’era da aspettarsi, la complessità del percorso intrapreso accentuata anche dal mutamento ferragostano della maggioranza parlamentare. Non sfugge, infatti, che la vecchia maggioranza giallo-verde poteva prendere come riferimento nella discussione sulla Riforma della funeraria, la proposta Foscolo-Bellachioma (figlia della vecchia proposta Gasparini), la nuova maggioranza giallo-rossa dovrà prendere in considerazione, probabilmente, come centrale, un’altra proposta, il DDL “Disciplina dell’attività funeraria”(AC1618) presentata, nel febbraio scorso, dalla ON. Pini del PD (figlia della vecchia proposta Vaccari), anche se su questa proposta non si è, ancora, aperto alcun confronto.
Dopo oltre tre anni siamo, come si può ben immaginare, punto e a capo con il rischio di una frontale contrapposizione tra due ipotesi di soluzione dei più importanti problemi della funeraria. Del resto, le posizioni espresse da Sefit in questa audizione esprimono bene non solo la distanza ma anche la contrarietà di questa organizzazione all’impianto ed alle proposte specifiche contenute nel DDL Foscolo-Bellachioma.
È vero che questi anni non sono passati invano se è vero, come è vero, che le tre organizzazioni più importanti del settore “privato” hanno trovato una linea concorde per la normativa lombarda e continuano in questo modo anche per definire una proposta condivisa sul Regolamento di attuazione della Legge della Lombardia, ma dobbiamo avere la consapevolezza che una cosa è il piano regionale, altra cosa è quello nazionale. Si apre, quindi, un grande lavoro per avvicinare le posizioni in campo per tutti i soggetti interessati davvero al varo di questa invocata Riforma.
Non mi interessa, ora, diffondermi sul dettaglio delle proposte e delle contestazioni fatte in queste audizioni; avremo tempo per approfondire questi temi. Oggi voglio sottolineare la necessità e l’urgenza di parlare fra di noi alla ricerca di soluzioni condivise.
Apprezziamo il fatto che Sefit abbia posto al centro del suo convegno annuale SEFITDIECI il tema dell’impresa funebre futura ed abbia chiamato al confronto tutte le organizzazioni con l’obiettivo dichiarato di aprire una fase futura di condivisione.
Certo, mi sia permesso, se la base di partenza sono le idee proposte dal “Documento condiviso per la riforma del settore funebre, cimiteriale e della cremazione” formalizzato alle varie componenti non solo siamo lontani ma si continua in quella sorta di arroganza da “primi della classe” che non serve a nessuno e che allontana realtà e posizioni diverse per storia, interessi e convincimenti: rischia di essere il contrario di quello di cui abbiamo bisogno.
Numerosi sono stati i tentativi, in questi ultimi anni, di fare convergere le varie forze in campo su una piattaforma condivisa. Tutti ci ricordiamo degli sforzi del compianto Nino Leanza, agli inizi degli anni 2000, noi abbiamo ben presente quello che abbiamo fatto, a seguito della proposta del Presidente Bellachioma al Congresso di Roma di creare il Consiglio Nazionale della Funeraria e le riunioni bolognesi presiedute da Bellachioma e Miazzolo; questi tentativi, purtroppo, non hanno avuto esiti positivi.
Voglio ricordare, prima di tutto che in entrambi i casi nessuno pensava di far firmare una piattaforma “di parte” agli altri; si è tentato, invece, di costruire passo passo ed insieme un’ipotesi condivisa. Questi tentativi, poi, non sono andati avanti per varie ragioni: sicuramente per errori dei proponenti, ma anche per la defezione non sempre comprensibile di importanti componenti, in primis di Sefit, che in entrambi i casi ha abbandonato il tavolo, e per un marcato personalismo, purtroppo sempre presente nel settore. La condivisione o, per dirla con altre parole, l’unità si può costruire solo se, insieme si individuano i problemi e si costruiscono le ipotesi di soluzione, non presentando una piattaforma di impianto normativo con la logica di “prendere così o lasciare”. D’altra parte, se volevamo aderire ed associarci a SEFIT facevamo formale e pubblica richiesta, senza dover passare dalla sottoscrizione di alcuna piattaforma.
Saremo presenti al confronto del 29 novembre e diremo la nostra, come è nostra consuetudine, nella speranza che il passato sia di insegnamento per il futuro e si possa addivenire ad una sintesi condivisa tra le componenti importanti e nazionali del settore.
Il Presidente
Trasporto a cassa aperta: dopo la correzione il Piemonte emana circolare
L'assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Genesio Icardi ha inviato una circolare ai Direttori Sanitari delle ASR del Piemonte per chiarire in via definitiva la questione del trasporto a cassa aperta.
Sul tema è intervenuto anche Rino Ballone, segretario regionale Federcofit: “grazie all'impegno e alla coesione delle federazioni nazionali (Federcofit e Feniof), siamo riusciti ad ottenere questa lettera che chiarisce definitivamente, per tutto il territorio piemontese e senza alcuna possibilità di errate interpretazioni, la procedura per il trasferimento a cassa aperta. Solo se siamo numerosi e coesi otteniamo risultati concreti per un settore che è sempre dimenticato e sottovalutato.”
Infine, l'Assessore Icardi ha colto l'occasione per preannunciar nella circolare un futuro Accordo Stato-Regioni sul tema, in modo da evitare "differenze non più giustificabili
clic qui per leggere la circolare
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Istat: siamo al declino demografico
Dal 2015 la popolazione residente è in diminuzione, configurando per la prima volta negli ultimi 90 anni una fase di declino demografico. Al 31 dicembre 2018 la popolazione ammonta a 60.359.546 residenti, oltre 124 mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,2%) e oltre 400 mila in meno rispetto a quattro anni prima.
Il calo è interamente attribuibile alla popolazione italiana, che scende al 31 dicembre 2018 a 55 milioni 104 mila unità, 235 mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,4%). Rispetto alla stessa data del 2014 la perdita di cittadini italiani (residenti in Italia) è pari alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677 mila). Si consideri, inoltre, che negli ultimi quattro anni i nuovi cittadini per acquisizione della cittadinanza sono stati oltre 638 mila. Senza questo apporto, il calo degli italiani sarebbe stato intorno a 1 milione e 300 mila unità.
Nel 2018 si conteggiano 449mila nascite, ossia 9mila in meno del precedente minimo registrato nel 2017. Rispetto al 2008 risultano 128mila nati in meno.
I decessi sono 636mila, 13mila in meno del 2017. In rapporto al numero di residenti, nel 2018 sono deceduti 10,5 individui ogni mille abitanti, contro i 10,7 del 2017.
Nel quadriennio, il contemporaneo aumento di oltre 241 mila unità di cittadini stranieri ha permesso di contenere la perdita complessiva di residenti. Al 31 dicembre 2018 sono 5.255.503 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe; rispetto al 2017 sono aumentati di 111 mila (+2,2%) arrivando a costituire l’8,7% del totale della popolazione residente.
Nel 2018 la distribuzione della popolazione residente per ripartizione geografica resta stabile rispetto agli anni precedenti. Le aree più popolose del Paese sono, come è noto, il Nord-ovest (vi risiede il 26,7% della popolazione complessiva) e il Sud (23,1%), seguite dal Nord-est (19,3%), dal Centro (19,9%) e infine dalle Isole (11,0%).
La popolazione italiana ha da tempo perso la sua capacità di crescita per effetto della dinamica naturale, quella dovuta alla “sostituzione” di chi muore con chi nasce. Nel corso del 2018 la differenza tra nati e morti (saldo naturale) è negativa e pari a -193 mila unità.
Il saldo naturale della popolazione complessiva è negativo ovunque, tranne che nella provincia autonoma di Bolzano. A livello nazionale il tasso di crescita naturale si attesta a -3,2 per mille e varia dal +1,7 per mille di Bolzano al -8,5 per mille della Liguria. Anche Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Molise presentano decrementi naturali particolarmente accentuati, superiori al 5 per mille.
https://www.istat.it/it/archivio/231884
https://www.istat.it/it/files/2019/02/Report-Stime-indicatori-demografici.pdf