Da censore e persecutore a compassionevole e accorato difensore delle “vergini”
Non è passato molto tempo, e tutti ne portiamo ben impresso nella memoria il ricordo, da quando il nostro Fogli, massimo dirigente di Sefit (si potrebbe dire la SEFIT stessa) pontificava nell’Aula Nassirya al Senato, in rappresentanza del Sen. Vaccari e di altra compiacente compagnia, sui contenuti di una Riforma che, finalmente, avrebbe tolto la funeraria italiana dalle secche dell’immobilismo di tutti i soggetti in campo, Parlamento, Istituzioni e Federazioni del settore.
Due erano gli assi portanti di questa salvifica Riforma: la drastica riduzione del numero delle Attività funebre (4 addetti obbligatori) e soldi pubblici per rimpinguare le casse dei cimiteri in gravi ambasce (€ 30 a servizio funebre e 20% della TASI).
Per risolvere il primo problema, il nostro aveva escogitato la creazione di uno sbocco “onorevole” per gli operatori piccoli e cattivi (mai equazione radicalmente falsa è stata cosi funzionale ed utile): trasformarsi in “agenti monomandatari” delle imprese più grandi e rinunciare al proprio mercato a vantaggio di tali imprese (gli agenti monomandatari non possono fatturare ai clienti ma solo alle aziende mandanti).
Certo non è meccanica la riduzione degli effettivi punti vendita, tra quelli diretti delle imprese funebri sopravvissute e quelli aperti dagli “agenti monomandatari”; si fida, però, perché la speranza, “ultima speme”, fugge solo i sepolcri, che i cosiddetti grandi abbandonino le vesti del lupo per indossare quelle dell’agnello. Soluzione, quindi, tutto fuorché credibile.
Per risolvere il secondo problema il nostro escogita una soluzione ancora meno faticosa e difficile: destinare al comparto cimiteriale maggiori risorse tout court e per legge. I sindaci destinino il 20% della TASI ai cimiteri e la legge obblighi gli operatori funebri a versare per ogni servizio funebre una tassa di € 30,00 che ricadrà, ovviamente, sulle famiglie. Quella che è stata definita da tutti la “nuova tassa sul morto”.
In conclusione, nuovi prelievi (nuove tasse) e botte in testa ai piccoli.
Sappiamo come è andata a finire con il blocco della discussione determinato dalla Commissione Bilancio che chiedeva calcoli precisi in merito ai costi ed ai ricavi delle modifiche fiscali proposte. Ma di questo abbiamo parlato a lungo nel corso di questi anni.
La meraviglia che, invece, deve essere sottolineata sta nelle posizioni espresse dallo stesso Fogli, a nome di Sefit, nel corso dell’Audizione svoltasi lo scorso martedì 1 ottobre presso la Commissione competente della Camera dei Deputati. Ascoltando Fogli sembrava di ascoltare l’avv. difensore delle piccole imprese contro i moloch rappresentati dai Centri Servizio o “attività funebri ausiliarie”; siamo andati, allora, a leggere quanto scritto nella memoria consegnata e resa pubblica dalla Commissione parlamentare perché, come si dice, verba volant, scripta manent. C’è da rimanere basiti: il DDL Foscolo-Bellachioma, che Federcofit ha sostenuto e sostiene al pari di quello Gasparini nella passata legislatura, sostiene il nostro, “inasprisce la concorrenza dei micro operatori funebri e, inserendo pesanti barriere all’ingresso, rende necessario il loro ricorso a operatori di livello superiore ….”, “… si introducono barriere all’ingresso o alla permanenza nel settore da parte degli operatori funebri ….”, “… il PDL (la proposta Foscolo-Bellachioma) favorisce le concentrazioni di impresa, o meglio la dipendenza delle più piccole dal sistema delle imprese funebri ausiliarie e/o da quelle dotate della casa funeraria”, “non individua soluzioni che favoriscano l’aggregazione volontaria dei piccoli operatori funebri, che invece rischiano l’estinzione o la sudditanza dai grandi”… .
Allora, al di là delle considerazioni, che potremo avere molte occasioni per svolgerle, circa le forzature, le imprecisioni, le interpretazioni strumentali e le falsità o bugie, che dir si voglia, espresse a voce e contenute nello scritto di questa memoria, non sappiamo se gioire o essere particolarmente preoccupati da questa clamorosa giravolta dell’ingegnere e di Sefit. Per intendersi dobbiamo essere contenti per avere conquistato un altro soggetto, e che soggetto!, alla difesa delle “vergini” o viviamo anche in Sefit il segno dei tempi, la totale scomparsa, cioè, di ogni duraturo ancoraggio alle proprie convinzioni ed alla propria storia e la svendita dei propri convincimenti pur di, come dire, recuperare un treno in corsa?
Sarebbe un guaio perché, come diceva un vecchio filosofo, non si deve ripiombare in una notte buia dove tutte le vacche sono nere, e perché perderemmo, nel percorso lungo e faticoso per dare a questo paese una nuova ed adeguata normativa per la funeraria, un interlocutore importante che, pur portando la storica responsabilità della decadenza dei cimiteri italiani, può, in ogni caso, fornire preziosi contributi di esperienza su questi temi.
Federcofit alla Camera dei Deputati
Lo scorso 1 Ottobre, Federcofit e le altre organizzazioni del Comparto funerario sono state incontrate dalla Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti “Disciplina delle attività funerarie, della cremazione e della conservazione o dispersione delle ceneri”.
In questa pagina potete vedere un estratto dell’audizione con l’intervento del nostro Segretario Riccardo Salvalaggio e del presidente di Federcofit Cristian Vergani.
https://www.youtube.com/watch?v=swDcDJFLeHw
Il video completo dell’audizione può essere visto sul sito della Camera dei Deputati https://webtv.camera.it/evento/15054
Intervista all’Onorevole Piero Comandini (PD) Vice Presidente Consiglio Regionale della Sardegna
D: Onorevole Comandini, Lei è stato il promotore, nella passata legislatura regionale, della Legge Sarda sulla Funeraria ed ha partecipato alle numerose iniziative di illustrazione delle nuove disposizioni. Quale è il Suo giudizio in merito al varo di questa importante Legge e quali dovranno essere, dopo oltre un anno dal varo della Legge, i futuri impegni della Regione e delle Istituzioni Locali?
R: siamo stati la penultima regione d’Italia a legiferare in merito, la Sardegna non poteva più aspettare, con l’approvazione della legge abbiamo fatto un grande passo di civiltà. E’ stato un lavoro, iniziato nel 2015, lungo ed impegnativo, al quale ho creduto fortemente e che mi ha visto impegnato in prima persona, ho ascoltato ed accolto ogni prezioso suggerimento e consiglio per elaborare un testo normativo che portasse ad un processo di semplificazione e professionalizzazione delle attività funebri.
Il lavoro svolto in questi anni, tra audizioni in commissione, incontri con imprenditori e associazioni di categoria e Comuni, ha portato al testo finale, con l’obiettivo, oltre che disciplinare gli aspetti concernenti la salute pubblica e il rispetto della dignità e del diritto di ognuno di poter scegliere liberamente il proprio funerale, di dare regole certe e chiare per garantire un servizio pubblico svolto da operatori professionalmente preparati, una legge che vuole migliorare e sostenere l’attività delle imprese funebri in tutte le sue forme.
Per il futuro sarà necessario monitorare l’attività ed armonizzare il testo normativo, in modo da averlo sempre aggiornato al passo con i tempi e con le esigenze che via via si manifesteranno. Questo sarà possibile solo grazie ai suggerimenti degli operatori del settore.
D: quali sono, a Suo giudizio, le opportunità aperte dalle nuove disposizioni per le attività funebri piccole, medie o di più consistente entità e per la funeraria più in generale?
R: nella legge si definisce con precisione l'attività funebre come servizio pubblico garantito da operatori professionalmente preparati dotati di autorizzazioni all'esercizio dell'attività, nonché alla disponibilità di mezzi, risorse e organizzazione adeguati, al fine di evitare eventuali danni ai consumatori che vi si rivolgono. Si dettano le regole per le finalità, le istituzioni e gli operatori coinvolti nel settore funerario, si individuano le figure istituzionali garanti delle regole del settore, a tutela della salute pubblica e del consumatore finale.
Infine, si disciplina l'attività funebre, si chiarisce la sua definizione e gli operatori che possono esercitarla. Detta regole certe e chiare che opereranno a livello regionale in modo omogeneo, al fine di superare la confusione esistente nel settore che crea enormi problemi di distorsione del mercato e di incertezza e possibilità di frode nei confronti del consumatore finale. Il tutto a vantaggio degli operatori di qualsiasi entità siano.
D: nel confronto propedeutico alla definizione della normativa varie erano le ipotesi in discussione, come ha dimostrato anche un animato confronto svoltosi a Nuoro, presso la Camera di Commercio, ed in modo particolare tra l’ipotesi sottostante il DDL Vaccari (AS1611) ed altre ipotesi formalizzatesi successivamente nel DDL Gasparini (AC3189). Quali sono le ragioni che hanno fatto propendere la Legge della Sardegna più nella direzione dell’ipotesi “Gasparini” piuttosto che verso quella sottostante la proposta “Vaccari”?
R: la ragione principale è stata che il DDL Gasparini ha delineato la nuova definizione di attività funebre quale attività economica di interesse generale attinente alla salute pubblica ed alla pubblica sicurezza, requisiti e disposizioni non discriminatorie ma che si debbono applicare in ugual misura a tutte le imprese del settore e, pertanto, non soltanto un’attività commerciale come previsto dal Ddl Vaccari.
Treviso: concorso internazionale premia i migliori compositori di musiche da cerimonia funebre
Federcofit è orgogliosa di comunicare l'iniziativa che avrà luogo il prossimo 10 novembre a Treviso presso l'auditorium Santa Caterina si terrà la manifestazione denominata "Due sotto" che altro non è che un concorso di portata internazionale che intende scoprire i nuovi talenti della musica in occasione delle cerimonie funebri.
L’azienda trevigiana di onoranze funebri Ivan Trevisin (nostro referente regionale) in collaborazione con l’associazione Musincantus hanno istituito la nobile finalità di promuovere la prima edizione del concorso internazionale Due sotto di composizione ed esecuzione di nuovi testi musicali per servizi funebri i quali affronteranno sia il mondo prettamente sacro che quello laico.
Riferisce Ivan: «la musica in occasione di un commiato, non è in Italia valorizzata come all’estero e la sua mancanza impoverisce o addirittura svuota il rito funebre eliminando ogni dimensione di bellezza e conforto, che sostiene gli animi e rimane impresso nei cuori di chi vi partecipa».
Iscrizioni aperte sino al termine del 28 ottobre.
Il bando, che prevede un premio di 500 euro per il primo classificato, ha come scadenza per la consegna della partitura il 28 ottobre.
Il bando è consultabile nelle pagine social Facebook e Instagram di @musincantus e @ivantrevisin onoranze funebri; è possibile richiederne copia scrivendo a info@musincantus o info@ivantrevisin.it.
La commissione giudicatrice, composta da compositori di fama internazionale e direttori artistici, verrà comunicata ai primi di ottobre.
Riforma della Funeraria dopo l'audizione al Senato: le nostre riflessioni
Nelle passate settimane si sono tenute, presso la Commissione Affari sociali della Camera le Audizioni sul DDL “Disciplina delle attività funerarie, della cremazione e della conservazione o dispersione delle ceneri”, presentato, a suo tempo, dagli on. Foscolo e Bellachioma.
Federcofit ha partecipato, come le altre sigle associative del settore martedì 1 ottobre, esponendo, per bocca del proprio Segretario Salvalaggio, le valutazione sulla proposta di legge e l’apprezzamento per le soluzioni suggerite dal testo. Non si tratta di apprezzamenti nuovi, per chi segue questi temi, considerando che proprio nel corso del nostro ultimo Congresso, a Firenze, l’on. Foscolo ha presentato pubblicamente il proprio DDL e che ben tre anni prima, nel Congresso Federcofit, a Milano, l’on. Gasparini, del P.D., avevano presentato una propria proposta con impostazione similare. Avremo tempo, nei prossimi giorni e settimane, di andare sui contenuti delle audizioni delle scorse settimane.
Siamo stati positivamente colpiti sia dall’attenzione dei componenti la Commissione, sia da una osservazione della On. Pini, quando, prima di porre due specifiche domande ai rappresentanti delle organizzazioni del settore, sottolineava la propria meraviglia a fronte del pieno consenso di Federcofit rispetto alla proposta di legge Foscolo: “è la prima volta che registro il totale consenso ….”.
Positiva impressione per la sensibilità di “correttezza istituzionale” espressa: una cosa sono i contenuti di un DDL, altra cosa sono le legittime istanze ed i comprensibili interessi, anche se di parte, delle singole categorie.
L’osservazione merita una risposta: da ormai quasi vent’anni, dalla nostra nascita, Federcofit è impegnata nella ricerca di una Riforma del settore necessaria, sempre più necessaria, ma capace di salvaguardare le imprese, tutte piccole o cosiddette grandi, rafforzarle e creare una durevole prospettiva mettendo al centro le famiglie utenti di questi servizi. Una storia lunga dal primo tentativo, 1999 Ministra la Sen. Bindi, per passare a quello del Ministro Prof. Sirchia e via di seguito fino ai DDL Vaccari e quello Gasparini, entrambi del PD, per finire a quelli, ora, in discussione. In questa lunga storia Federcofit ha sempre contrastato con tutte le forze i tentativi di risolvere i problemi del settore creando veri e propri monopoli, nei singoli comparti, ovviamente a vantaggio dei più “grandi” e senza guardare ai costi di queste scelte. Su questa “filosofia” abbiamo registrato sintonia con la on. Gasparini, prima, e con la on. Foscolo, poi (non parliamo dell’on. Bellachioma che è stato Presidente di Federcofit) instaurando con loro un rapporto di collaborazione positiva e, ci auguriamo, utile per tutto il settore.
Certo siamo consapevoli che la funeraria è tema complesso e difficile, certo siamo consapevoli che un settore imprenditoriale lasciato a se stesso per 30 anni rende ancora più complicato trovare soluzioni adeguate e condivise, certo siamo consapevoli della necessità di sintesi tra le varie opzioni in campo; non siamo, però, disponibili a svendere tanti anni di lavoro. Fin qui per chiarire quella sorta di generale condivisione per le due proposte di legge, indipendentemente dal colore politico di chi le ha presentate.
Sicuramente, insieme alla risposta vale la pena anche una sottolineatura ed una informazione alla on. Pini.
Per lei, merito della giovine età, sarà stata una sorpresa scoprire la sintonia da Lei rimarcata; se, però, andasse a documentarsi sul recente passato scoprirebbe che nemmeno tre anni addietro nelle analoghe audizioni sul DDL Vaccari ben tre organizzazioni del settore avevano manifestato totale sintonia con quel DDL.
Ma non basta; chissà quale sarebbe stata la reazione della esimia Deputata, giustamente attenta alla “correttezza istituzionale”, di fronte al fatto che la presentazione ufficiale alla stampa ed al mondo della funeraria, nella prestigiosa Sala Nassyria del Senato della Repubblica, è stata fatta, non dal Senatore proponente ma dal massimo esponente di Sefit, organizzazione sindacale del settore e rappresentante di interessi economici di parte in campo. Come a dire non la politica a servizio della società italiana ma al servizio di una parte.
Le vicende della proposta Vaccari, di una proposta di legge sottoscritta da alcuni senatori PD ed una decina di Senatori della Lega, nella passata legislatura sono note: impaludata per l’incapacità di ricercare una vera convergenza o compromesso serio tra le varie forze in campo.
Oggi si riapre la vicenda, in un contesto politico sicuramente molto complicato. L’augurio alle on. Foscolo e Pini è quello di avere coraggio e ricercare sui contenuti quei compromessi necessari ed utili al settore.
Caronte
Ancora diritti negati ai calabresi
La Calabria ci riprova ed il secondo tentativo riesce ad essere quasi peggio del primo.
La Federcofit: “se errare è umano e perseverare è diabolico, in Calabria stiamo raggiungendo livelli quasi infernali”.
MILANO – La Federcofit – Federazione Comparto Funerario Italiano – interviene sulla nuova legge della Regione Calabria il cui risultato “rasenta l’ilarità, peccato che a questo punto non venga da ridere più a nessuno… Non intendiamo frenare entusiasmi della classe politica regionale calabrese impegnata al secondo tentativo di produrre una normativa che cerchi di “inquadrare” il settore funebre, tuttavia il risultato che si prospetta ha un aspetto altrettanto pessimo (come lo era il primo) e in più ha il sapore di negazione dei diritti nei confronti dei propri cittadini, calabresi. Si intende realmente togliere il diritto alle famiglie di potersi riappropriare del proprio caro nella sua casa e legando il suo trasporto solamente all’ambito del comune di decesso?”.
Si chiede la Federconfit se “il rientro a casa lo si potrà concedere solo eccezionalmente considerandolo uno speciale tributo di onoranze? Si intende realmente includere le Chiese nei luoghi dove portare i defunti a cassa aperta che per altro, essendo equiparati a luoghi pubblici, sarebbe vietato per evidenti ragioni igienico sanitarie? A quanto pare, Regione Calabria ha deciso di fatto di limitare i trasferimenti delle salme a cassa aperta (a differenza di tutte le altre regioni italiane), solo ed unicamente nell’ambito dello stesso territorio comunale del decesso”.
Della regolamentazione, ferma a molti anni fa, della Calabria in merito al comparto funerario, ne ha parlato ai microfoni di Rlb, il segretario nazionale della Federcofit, Riccardo Salvalaggio
ASCOLTA L'INTERVISTA:
Regolamentazione del settore funebre
“La regolamentazione del settore funebre, così concepita avallerà il lavoro discontinuo o peggio ancora quello irregolare, in quanto non vengono definite le tipologie contrattuali dell’addetto alla trattazione affari e del personale dipendente addetto alla preparazione del defunto, alla movimentazione del feretro ed alla cerimonia aprendo di fatto la possibilità al ricorso a contratti a chiamata. Sono inoltre sparite le figure del necroforo/addetto al trasporto. Si riconduce tutto, senza sapere di chi si parla, nelle mani di figure fantasma che dovrebbero certificare, quali addetti di pubblico servizio, la chiusura del feretro ed eseguire la movimentazione dello stesso in base alla normativa nazionale sulla sicurezza. Si è cercato di bruciare sul rogo le figure delle imprese “che dovrebbero garantire” altre imprese funebri nello svolgere la cerimonia funebre”.
“Queste figure dovrebbero, per tutelare in primis le famiglie, possedere ben più di una singola squadra di operatori necrofori e di una singola auto funebre (come è stato definito in altre regioni) garantendo per lo meno la realizzazione di due servizi in contemporanea e consolidando le tipologie di contratti dei propri dipendenti a qualcosa di più consistente di un semplice contratto a chiamata, dovendo stabilire assolutamente una costante e continua disponibilità nel tempo. In realtà queste sono aziende che assumono regolarmente e realmente i propri collaboratori e fanno girare le ruote di mezzi sempre efficienti e aggiornati, altro che qualsiasi mezzo funebre”
Poi per la conservazione dei cadaveri viene proposto di utilizzare uno strumento climatico? Abbiamo intenzione di conservare i defunti in stanze dotate di uno split da condizionamento? Viene proposto di portare fuori i cadaveri da strutture sanitarie, ospedali pubblici o privati e metterli in locali dotati di condizionatori portatili? Ci rendiamo conto di quali possibili conseguenze igienico sanitarie si potrebbero sviluppare in questi pericolosi ambienti frequentati da amici e parenti del defunto? Concludendo, siamo allibiti, ma non meravigliati, dall’indifferenza manifestata dalla politica regionale, la quale non ha minimamente pensato di ascoltare le associazioni nazionali di categoria, nonostante la richiesta di audizione, prima di andare dritta verso questa opinabile scelta. Ostacolando stimoli di crescita, scansando il suo compito di regolamentazione ed andando a precludere processi evolutivi di aggregazione commerciale, la Regione Calabria nega di fatto alle aziende funebri di avere concrete prospettive per il loro futuro”.
LEGGI L'ARTICOLO SU "QUI COSENZA"
Genova: mazzette al San Martino?
La malapianta della corruzione e dei favori per l’accaparramento dei servizi funerari è proprio resistente, e sembrerebbe avere attecchito all’Ospedale San Martino di Genova.
Tre necrofori dell'Ospedale San Martino e tre agenti di onoranze funebri sono indagati per corruzione insieme a un dipendente della Guardia di Finanza di Genova, accusato di accesso abusivo a sistema informatico.
Secondo le indagini, gli operatori funebri avrebbero pagato i necrofori per accaparrarsi delle salme; il ruolo del finanziere, invece, sarebbe stato quello di entrare nel sistema informatico Serpico per girare informazioni a uno dei titolari delle pompe funebri.
Rassegna stampa:
Firenze: altro che low cost, erano pubblicità ingannevoli
La pubblicità deve essere “onesta, veritiera e corretta”, lo dice l’articolo 1 del codice di autodisciplina pubblicitaria… ebbene, almeno in due casi non lo è stata, e l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria lo ha riconosciuto.
Due campagne pubblicitarie di funerali “low cost” diffuse nell’area fiorentina sono state giudicate ingannevoli perché violavano il codice di Autodisciplina Pubblicitaria.
È un successo per tutto il comparto funerario del quale la Federazione ringrazia gli associati toscani, che si sono mossi con decisione in difesa del mercato e dei consumatori.
Riportiamo di seguito le dichiarazioni del segretario regionale per la Toscana, Katia Catassi, diffuse dalla stampa.
“Attenzione alle offerte low-cost per i servizi funebri, promozioni che vengono utilizzate solo per attirare clienti ma che si rivelano non veritiere, come ha attestato anche l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria (Iap)”.
Lo ha affermato Katia Catassi, presidente regione Toscana della Federazione comparto funerario italiano (Federcofit), commentando due sentenze dell'Istituto che recentemente è intervenuto ordinando la rimozione di manifesti che in provincia di Firenze pubblicizzavano “funerali completi a 990 euro”. “In due occasioni, l'ultima in agosto, ci siamo rivolti all'I.A.P. – ha spiegato Catassi – contro pubblicità che avevano il solo scopo di attirare i clienti in un'agenzia, e l'istituto di autodisciplina pubblicitaria ci ha dato ragione disponendo la cessazione della campagna”.
Le denunce sono state necessarie, ha spiegato ancora Catassi, perché “è impossibile che imprese funebri regolari, con tutti i requisiti previsti, con personale assunto regolarmente e in numero sufficiente allo svolgimento dei servizi funebri come prevede la legge sulla sicurezza del lavoro in un settore così delicato, applichino prezzi così bassi”.
"Bene ha fatto l'Iap – ha aggiunto la presidente regionale Federcofit - , che ha colto nel segno ed è andato ad indagare a fondo. Sarebbe opportuno che anche altre istituzioni si preoccupassero di quello che viene annunciato sui cartelloni e nelle pubblicità: un servizio funebre completo ha infatti molte componenti e molti costi; queste réclame non li menzionano ma i clienti le dovranno pagare lo stesso”.
“Per noi – ha concluso Catassi - è indispensabile che ci sia la massima chiarezza tra operatori e clienti, soprattutto perché si tratta di persone alle prese con un lutto, quindi famiglie in una situazione di disagio e di dolore. Compito della Federazione è anche quello di controllare per garantire ai cittadini che, in un momento di particolare fragilità, possano avere i migliori servizi e senza sorprese sui costi”.
Rassegna stampa:
TAR Lombardia: i comuni non possono vietare case del commiato per il saluto del defunto a bara aperta
Con la citata sentenza, il T.A.R. di Milano ha esaminato il caso di Cadrezzate, un piccolo comune del varesotto, che nel modificare il piano del governo e delle regole, aveva inserito delle prescrizioni che di fatto impedivano ad imprese funebri private la creazione sul territorio comunale di sale del commiato destinate all'estremo saluto del defunto a bara aperta, consentendo tali realizzazioni esclusivamente all'interno del perimetro dell'esistente cimitero comunale.
L'impresa funebre che aveva da anni in corso la relativa pratica comunale per l'edificazione della propria sala del commiato (più volte indicata nelle relative istanze e relazioni tecniche depositate in comune come "sala destinata all'estremo saluto del defunto a bara aperta"), in esito alla notifica del provvedimento che autorizzava la creazione della sala, ma ne limitava l'uso a bara chiusa, aveva impugnato il relativo provvedimento comunale, chiedendone la declaratoria di nullità e/o l'annullamento inter alias per la manifesta contrarietà ai criteri ed ai limiti fissati in materia dalla normativa regionale lombarda (Regolamento Regionale n. 6 del 09.11.2004) cui i comuni lombardi devono attenersi e chiedendo il ristoro danni.
Nell'accogliere il proposto ricorso, anche in punto di ristoro danni in termini diversi dal richiesto, il T.A.R. argomentava che nel dettato della normativa regionale (in particolare art.li 2 e 42) non erano ravvisabili i limiti dettati dal comune resistente in sede di modifica del piano delle regole rilevando espressamente che, in tale normativa, "non si rinveniva alcuna preclusione all'utilizzo delle sale del commiato a bara aperta, rilevandosi anzi tale destinazione intrinseca nella funzione tipica di tale struttura".
Avv. Federico Pizzonia
Avv. Vito Pizzonia
Clic qui per leggere la senza integrale del T.A.R. della Lombardia sul PGT di Cadrezzate
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Il progetto “pet funeral” ha la necessità di essere analizzato sotto molteplici aspetti in fase di presentazione in quanto non ha la semplice motivazione di generare un differente canale di revenue (guadagno), ma bensì la più importante aspettativa di creare differenti aree di intervento ed interazione su fasce di clientela che ad oggi sulla attuale "piazza di posizionamento" non trovano possibilità di soddisfazione alle molteplici richieste se non quella dello smaltimento del proprio animale domestico attraverso il canale veterinario.
Ogni presentazione dovrà essere necessariamente personalizzata sulle possibilità e su cosa si intende consolidare.
Sarà possibile anche la realizzazione di uno studio di secondo livello che comporti costi, oneri e adempimenti necessari alla realizzazione dell'impianto di cremazione per i pet.
Se non sai cosa scrivere, fai un po' di spirito sulle pompe funebri
Una mattina ci siam svegliati e abbiam trovato l’invasore pure noi: il solito “articolo di colore sui cassamortari”, addirittura con la battuta (veramente infima) su cosa fossero le pompe in cui il nostro Comparto è specializzato.
Il signor Filippo Facci, che un tempo faceva il giornalista politico e di cui ricordiamo ben altri verve e coraggio, quando però i pregiudizi e luoghi comuni colpivano lui personalmente perché nella sua carriera c’era l’aver lavorato dal quotidiano di partito travolto da Mani Pulite, ieri evidentemente non sapeva come riempire i fogli che per contratto deve scrivere per il compassato quotidiano di indole britannica per cui lavora… così s’è dato al repertorio più bieco.
Una spruzzata di sospetto criminale, il disprezzo per le organizzazioni del comparto, lo humor sul fatto che ai nostri Assistiti siano proposte “simpatiche casse da morto in diversi materiali nonché ogni genere di mezzo per trasportarle, comprese autofunebri di Maserati e Jaguar che raramente però superano i limiti di velocità”, la precisazione che “per chi non lo sapesse, l’espressione «pompe funebri» non corrisponde ad atti sessuali terminali” e via in un ottovolante di sapide arguzie.
Caro Facci abbiamo tutti un mutuo da pagare, perciò la perdoniamo per questi luoghi comuni, sappiamo bene quanto siano esose le banche…
Battute a parte, mentre tutti si stracciano le vesti per le fake news nessuno sembra accorgersi del fatto che la stampa istituzionale è addirittura peggio dei troll di Facebook: passa le sue giornate ad attingere acqua avvelenata dal pozzo dei pregiudizi per innaffiare le vendite delle proprie copie o gli accessi ai propri portali di “informazione”, alimentando l'odio sociale la superficialità.
Se la nostra vita politica e civile è oramai ridotta a una corrida, lo dobbiamo anche a certa stampa, che la propria missione costituzionale l’ha dimenticata da molto.