Matera: verso la legge nazionale

servizio del TG3 Basilicata sull'incontro tenuto a Matera l'8 maggio 2019

 

pubblicato il 8 maggio 2019 su "il Giornale della Basilicata"

 


Giulio Gallera

Regione Lombardia accanto al Comparto funerario

Nella prestigiosa sala Pirelli, Federcofit in collaborazione con Regione Lombardia e ANUSCA, hanno presentato le salienti novità della recentissima Legge sulla funeraria.
Al di là delle considerazioni sul "tutto esaurito" e della considerevole partecipazione dei maggiormente rappresentativi operatori lombardi, è d'obbligo evidenziare qualche fondamentale concetto espresso durante l'evento.
In primis, un ringraziamento all'Assessore Giulio Gallera sia per ever consentito la realizzazione all'evento e per la sua attivissima partecipazione. Sin da''inizio con grande senso di responsabilità ha consentito di creare questo diretto canale di comunicazione tra la parte istituzionale e le Federazioni del settore funerario italiano. L'avvocato Gallera ha ribadito l'impegno di voler continuare a portare avanti i concetti contenuti nel testo e di arrivare a sostenere difronte allo Stato la difesa della costituzionalità della Legge Regionale. Afferma di essere convinto di arrivare ad una conclusione positiva come recentemente ottenuto in un altro confronto Stato Regione in merito alla validità di unì'altra normativa sanitaria emanata sempre da Regione Lombardia. Afferma che il presente testo è da considerarsi come il più evoluto ed aggiornato in Italia e rispondente a tutte le esigenze delle famiglie dolenti. Noi di Federcofit non possiamo esimerci dall'appoggiare a 360 gradi i concetti espressi dall'Assessore impegnandoci e rendendoci a sua completa disposizione.
Un'attenta e discretamente partecipativa platea ha ascoltato e interrogato i relatori Cristian Vergani, Riccardo Salvalaggio (per Federcofit) e Graziano Pelizzaro, Lorella Capezzali (per ANUSCA) i quali hanno illustrato i principali e salienti contenuti della normativa regionale e i passaggi oggetto di impugnativa da parte del Ministro Erika Stefani del dipartimento per gli affari regionali e le autonomie. Sono stati evidenziati tutti gli elementi e ribadendo il pieno diritto di Regione Lombardia di legiferare in questa materia.
È stato evidenziato il concetto che indipendentemente da pareri differenti da parte di alcuni operatori funebri in merito ad alcuni elementi e requisiti contenuti dalla Legge Regionale, l'impugnativa ministeriale NON comprende nessun passaggio riferito sia al trasporto congiunto mezzi e uomini che sui requisiti in capo alle imprese funebri. Anche perché tali regole erano già in vigore nella precedente Legge Regionale da oramai 13 anni. In queste fasi Regione Lombardia ha ascoltato tutti e tenuto in considerazione le idee di tutti tramite audizioni pubbliche e accessibili a chicchessia. Si è convenuto di non poter avvallare ed inserire in normativa concetti che andassero in contrasto con le normative regionali in vigore dal lontano 2006. Bisogna farsene una ragione e fare come hanno fatto tutti gli altri operatori funebri lombardi e cioè di regolarizzarsi ed investire danaro e fatica sulle proprie imprese.
È stato ulteriormente rafforzato in concetto di collaborazione tra Federcofit ed ANUSCA (Associazione Italiane Ufficiali di Stato Civile), la quale con i propri interessanti e sempre validi interventi ha evidenziato alcuni concetti che dovranno essere oggetto di approfondimenti in fase di regolamento applicativo ed espresso la propria posizione critica in merito ai contenuti riguardanti l'operato degli Ufficiali di Stato Civile oggetto dell'impugnativa Ministeriale.
Spiace per l'assenza della relatrice del testo di legge Simona Tironi la quale si è da subito rivelata interessata e attivissima coordinatrice in merito alla stesura di quello che è diventato il nuovo elemento di riferimento normativo della funeraria lombarda. Aveva dato la sua adesione all'iniziativa, ma purtroppo è stata trattenuta, per causa di forza maggiore, in altra situazione improrogabile.
Che dire, grazie a tutti coloro che c'erano e che hanno dimostrato di voler sapere e capire cosa sta succedendo nella loro regione e nella loro professione.
Spiace per coloro che non c'erano che hanno perso una valida occasione per conoscere e capire che oramai non è più tempo di letargo ed indifferenza, anche se non non avrebbero trovato in sala un posto a sedere.
Federcofit non smetterà mai di affiancare coloro che si renderanno interessati e partecipativi per la difesa dei diritti di un lavoro così complesso e difficile come il nostro.
Alla prossima.
Riccardo salvalaggio
Segretario Nazionale Federcofit.

Legge lombarda: scontro Lega-M5S su animali domestici

La legge regionale sulla funeraria lombarda accende lo scontro tra gli alleati nel governo nazionale Lega e M5S.

Oltre al fronte istituzionale infatti, con la difesa del provvedimento da parte dell'Assessore Gallera, sono proprio i partiti a confrontarsi con durezza.

Questi passaggi sono estratti da un articolo di "la Repubblica":

Il comunicato di Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri definisce apertamente il testo della legge regionale approvata lo scorso febbraio come di "una facoltà assolutamente estranea alla normativa statale in materia". L'iniziativa parte dalla ministra agli Affari regionali grillina Erika Stefani e la delibera approvata dal Cdm è molto particolareggiata. Sostiene in particolare che le novità introdotte dalla nuova legge regionale funeraria "contrastano in particolare con un decreto del presidente della Repubblica del 1990 che stabilisce che nei cimiteri sono ricevuti, quando non venga richiesta altra destinazione, i cadaveri delle sole persone". Non gli animali da compagnia, che dopo la cremazione, stando alle nuove norme, potevano essere tumulati con i loro proprietari nella tomba di famiglia o nel colombario, ma non nelle sepolture in terra. In altri casi, il governo ritiene, invece, che la legge regionale violi la competenza statale in materia di tutela della salute.

Un vero e proprio schiaffo del governo a maggioranza gialloverde alla Lombardia, ma soprattutto a Lega e Forza Italia che avevano fatto della nuova legge regionale un loro cavallo di battaglia. E le reazioni, naturalmente, non si sono fatte attendere. L'assessore regionale al Welfare forzista, Giulio Gallera si dice "allibito". Aggiunge piccato: "Ci fa specie che il governo del cambiamento voglia impedire alla Lombardia di introdurre norme innovative che rispondano ai bisogni veri della quotidianità delle persone per garantire trasparenza e legalità come nel caso dei centri servizi. E poi parlano di autonomia. Questa è la risposta di un governo centralista, ma noi risponderemo davanti alla Corte Costituzionale e vinceremo come è già accaduto sul ricorso degli specializzandi". Non meno duro il commento del leghista Emanuele Monti, presidente della commissione regionale Sanità, che definisce "semplicistiche" le motivazioni del governo. "Come si fa dire che non potevamo approvare questo provvedimento perché la materia non è già normata a livello statale. Sono sconcertato. Siamo di fronte alla classica azione centralista della burocrazia dello Stato".
Non la pensa così il consigliere regionale pentastellato, Stefano Fumagalli che difende il governo e replica sostenendo che "ancora una volta in Lombardia Lega e Forza Italia danno prova di grande incapacità. Non sono nemmeno in grado di seppellire i morti rispettando la legge nazionale. Avevamo ragione noi. Non ho mai visto una legge regionale impugnata per così tanti profili di incostituzionalità". I grillini in aula infatti avevano votato contro sulla norma che era passata con 41 sì contro 29 no e 1 astenuto.

Pronta la controreplica ai Cinque stelle del capogruppo del Carroccio al Pirellone, Roberto Anelli che sbotta: "Utilizzare questa situazione per affermare come sia impossibile attribuire ulteriore autonomia alla nostra Regione suona pretestuoso e strumentale. O peggio ancora - dimostra come qualcuno abbia gettato la maschera". Tra chi "condivide" il ricorso del governo c'è il Pd, Fabio Pizzul, che dall'opposizione attacca: "L'ipotesi di seppellire gli animali lascia perplessi perché rischia di ledere la sacralità di luoghi riconosciuti da tutte le religioni". Mentre il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi non usa giri di parole e afferma: "Il governo rispetti l'autonomia legislativa della Regione. Anziché porre dei paletti potrebbe valutare di adeguare la normativa, concedendo la possibilità a tante persone legate al proprio animale domestico di tumularlo nei cimiteri".


Nonostante gli annunci di buon tempo... tanto tono’ che piovve…

Sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 19 giugno è stato pubblicato da parte della CORTE COSTITUZIONALE il “Ricorso per questione di legittimità costituzionale (7 maggio 2019)” del Governo contro la recente legge lombarda in materia di funeraria.
Si avvia così, anche formalmente, l’iter del contrasto tra Governo e Regione Lombardia sulla correttezza o meno della suddetta Legge che si concluderà con il giudizio della CORTE SUPREMA.
Certo è curioso che, dopo i referendum sui processi autonomisti di Lombardia e Veneto, dopo le campagne inneggianti maggiore autonomia regionale gridate a gran voce dal partito vincitore delle ultime elezioni europee (che di questo tema ne ha sempre fatto la base del loro DNA elettorale), il Governo stesso, che vede la Lega parte assolutamente determinante, contesti e chieda l’abrogazione di disposizioni regionali che, peraltro, sono già vigenti ed applicate da 15 anni in Lombardia.
L’ironia (che purtroppo non fa ridere) è che tali norme non erano mai state messe in discussione nemmeno dai vari Governi passati, compresi quelli considerati come filo centralisti.
Risultato, allo stato di fatto, è che siano stati messi in discussione non solo processi di modernizzazione utili e ragionevoli nei confronti dei cittadini lombardi, ma anche investimenti di centinaia e centinaia di milioni di euro spesi dal tessuto imprenditoriale funebre lombardo attraverso la realizzazione di servizi più adeguati e funzionali come quelli delle CASE FUNERARIE.
Ci domandiamo come sia possibile mettere in discussione le “case funebri” (prima chiamate, per quindici anni, case del commiato), già diffusamente presenti in Lombardia, le quali hanno permesso alle attività funebri attraverso ingenti investimenti, di fare quel salto qualitativo e professionale che nel settore si attendeva da tempo garantendo alle famiglie lombarde l’accesso a servizi già analogamente offerti da colleghi operatori funebri europei. Secondo questo Governo dovremmo cancellarle con un colpo di spugna perché nelle vecchie norme nazionali di questo benedetto paese non furono concepite 30 anni fa!!!
Come si fa a contestare a Regione Lombardia la possibilità di prevedere i “loculi areati” che, come afferma il Governo stesso all’interno dell’impugnativa, “offrirebbero consistenti vantaggi sul piano igienico-sanitario”… ma “purtroppo” irrealizzabili in quanto non futuristicamente previsti nel vecchio DPR 285 del lontano 1990, cioè 30 anni fa!!!
Questo Governo, inoltre, in opposizione ad una comune logica di semplificazione degli adempimenti, divenuta cavallo di battaglia di tutta la classe politica di turno, Lega compresa, ed in opposizione a DPR inerenti lo Stato Civile, arriva a contestare la competenza degli ufficiali di Stato Civile di comunicazione e richiesta al medico necroscopo di effettuazione della certificazione che successivamente produrrà le autorizzazioni di loro diretta competenza quali quelle di cremazione o dispersione delle ceneri.
Vero e proprio capolavoro dell’UCAS (Ufficio complicazione affari semplici)…
Poi pubblicamente diventa facile sparare, nei grandi consessi politici, contro la complessità della burocrazia italiana!!
Capitano! ormai tutti la chiamano con questo appellativo, queste tesi ed altre totalmente analoghe vengono sostenute dai suoi funzionari, e non solo da quelli del Ministero della Salute della Ministra Grillo, che una qualche resistenza verso le autonomie regionali potrebbe anche averla…
Ma allora qualche problema di coerenza tra la volontà di futura autonomia regionale e di attuale rigidità e controllo CI DEVE PUR ESSERE!!! Oppure, come succede troppo frequentemente, la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra.
Forse si tratta, nel quadro generale, di “piccole cose”… la funeraria italiana non conta grandi numeri come quelli di altri settori. Per noi, invece, si tratta di “grandi cose” perché rappresentano la vita di tante imprese e famiglie lombarde che Lei, Capitano, conosce molto bene.
Da oltre trent’anni il nostro settore attende una legge di riforma che adegui le necessità di una società in evoluzione. Una legge Nazionale presentata, peraltro, anche dalla Sua squadra, gli onorevoli Foscolo e Bellachioma, apprezzata e sostenuta da noi, che però immaginiamo purtroppo non ARRIVERÀ neanche questa volta a destinazione.
Questo, però Capitano, non deve essere motivo di disattenzione per le azioni di contrasto del Governo verso la legge della Lombardia perché, come sempre, “meglio un uovo oggi che una gallina domani”.
Da quando è stato modificato il Capo V della Costituzione Italiana le Regioni hanno supplito, con le loro leggi, alla totale assenza dei Governi passati nei confronti della nostra categoria, riuscendo a coprire un vuoto colpevole e dannoso per le famiglie che inevitabilmente vengono colpite da una cosa tragica come il lutto. Provate, possibilmente, a non neutralizzare questa azione meritoria che Regione Lombardia, e non è la sola, ha provato ad assolvere.
Poi, se prima di Natale, voleste farci un ulteriore regalo con la Legge Nazionale, vedendo arrivare la gallina oltre all’uovo non ci faremo trovare vegetariani…
Buon lavoro… speriamo
Caronte


Calabria: la Regione si arrende e abroga la legge regionale

Dopo l’impugnazione della legge regionale 22/2018, la Regione Calabria decide di non resistere davanti alla Corte Costituzionale e di abrogare la propria legge regionale sulla funeraria.

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Sardegna: pubblicato il nuovo regolamento

Dopo che, lo scorso 22 febbraio, la Giunta regionale della Sardegna ha adottato la deliberazione n. 9/31, finalmente oggi viene pubblicato sul Bollettino Ufficiale il nuovo Regolamento, dal titolo disposizioni applicative in attuazione dell’art. 2 della legge regionale n. 32 del 2 agosto 2018 “Norme in materia funebre e cimiteriale” e recepimento per attinenza delle “Linee guida per la prevenzione del rischio biologico nel settore dei servizi necroscopici, autoptici e delle pompe funebri” approvate dalla Conferenza Stato-Regioni con Rep. Atti n. 198/CSR del 9 novembre 2017.

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Le tradizioni cimiteriali milanesi: il cimitero "Maggiore"

Oggi parliamo del cimitero di Musocco, ultima tappa sui cimiteri milanesi

Ingresso di Musocco visto dall'interno
Ingresso di Musocco visto dall'interno

 

Il Cimitero Maggiore di Milano, detto il Maggiore, e noto anche come Cimitero di Musocco o semplicemente Musocco, è il più grande cimitero della città.

Ingresso del cimitero (sempre dall'interno)
Ingresso del cimitero (sempre dall'interno)

Negli anni '80 del XIX secolo, non potendosi più tollerare per ragioni igienico-sanitarie la continua attività dei piccoli cimiteri ormai saturi ed inglobati dai nuovi quartieri, posti in zone una volta periferiche ma ora completamente urbanizzatesi, si decise di edificare un unico grande cimitero in una zona lontana dal fulcro cittadino; venne scelta una zona dalle parti della Certosa di Garegnano, nel comune di Musocco, un terreno al di sopra delle falde acquifere, asciutto, nient'affatto paludoso e idoneo all’assimilazione delle decomposizioni organiche.

Anche se a Milano da ormai 20 anni era in funzione il Cimitero Monumentale, la decisione di realizzare un secondo grande cimitero fu presa perché il solo Monumentale non sarebbe stato sufficiente ad ospitare i corpi di una città in forte espansione territoriale e demografica.

Così, nel 1886, si iniziò a costruire il Maggiore, su progetto affidato agli ingegneri Luigi Mazzocchi ed Enrico Brotti.

Il cimitero iniziò la sua attività il 23 ottobre del 1895, per essere inaugurato con benedizione del Cardinal Andrea Carlo Ferrari il 26 dicembre dello stesso anno.

L'apertura del Cimitero Maggiore coincise più o meno con la chiusura e la demolizione di buona parte dei vecchi cimiteri del comune di Milano (in origine posti all'uscita delle porte cittadine) e dai quali vennero traslati i cadaveri al fine di seppellirli in definitiva per l'appunto a Musocco:

il Cimitero di San Rocco al Vigentino (già chiuso e abbandonato fin dal 1826),

il Cimitero di Porta Garibaldi, la "Mojazza" (chiusura: 22 ottobre 1895);

il Cimitero di Porta Ticinese, il "Gentilino" (chiusura 22 ottobre 1895);

il Cimitero di Porta Magenta, già "Fopponino di Porta Vercellina", poi "Foppone di San Giovannino alla Paglia" (chiusura 30 novembre 1895);

il Cimitero di Porta Vittoria, o "di Porta Tosa" (chiusura 30 giugno 1896).

Dallo stesso giorno di apertura del Cimitero Maggiore, per agevolare il trasporto allo stesso nuovissimo cimitero ma anche al Monumentale sia dei morti recenti e dei loro cortei funebri, sia dei resti mortali provenienti dai cimiteri dismessi, il Comune, in collaborazione con la Edison, istituì un apposito percorso tranviario con nere vetture costruite ad hoc, le cui stazioni di partenza si trovavano la prima in via Bramante, la seconda (del 1906) accanto a Porta Romana. I milanesi chiamavano ironicamente questo tram, che sarà attivo fino al 1925, "La Gioconda".

I 23 dicembre 1923, in seguito a Regio Decreto, il comune di Musocco venne soppresso ed inglobato nel comune di Milano; il Cimitero Maggiore diviene a tutti gli effetti parte di Milano.

Negli anni '20 e '30, durante il ventennio fascista, con due interventi, il primo del 1924, il secondo del 1934, il Cimitero Maggiore è stato gradualmente ingrandito. La sua espansione si completò nel dopoguerra, quando oltre la parte posteriore, al di là dei cancelli e oltre una carreggiata da attraversare, venne costruito il Cimitero Ebraico.

La superficie complessiva del cimitero, originariamente di circa 400.000 m2, con gli ampliamenti è cresciuta fino a 678.624 m2, di cui circa 80.000 a giardino.

Da ottobre 2002 sono in funzione, in prossimità dell'ingresso frontale e degli ingressi laterali, alcune colonnine che forniscono informazioni sui luoghi di sepoltura o tumulazione[2][14].

All'interno del Cimitero Maggiore è presente un servizio di navetta lungo il vialone centrale, la linea 171 dell'ATM.

Pianta del cimitero

pianta del Cimitero Maggiore
pianta del Cimitero Maggiore

Fin da principio è chiara la differenza rispetto al Monumentale; quest'ultimo è soprattutto sede di memoria duratura e di tombe, appunto, monumentali, mentre il Maggiore si presenta come un cimitero classico, principalmente con singole sepolture a terra in campi dalla concessione della durata di almeno 10 anni e non rinnovabili (i cosiddetti "Campi decennali).

Vi sono inoltre riparti con tumulazioni in colombari. Inoltre nel cimitero si trovano due ossari centrali, a loro volta suddivisi in riparti: il primo è stato costruito nel 1933, mentre il secondo, di epoca successiva, contiene un riparto dedicato alla tumulazione perpetua in loculi dei resti esumati delle "vittime civili da incursioni aeree".

Al Cimitero Maggiore sono presenti anche dei campi destinati a tombe permanenti, generalmente di famiglia.

Il totale dei defunti che il cimitero ospita attualmente va ben oltre il mezzo milione.

Come vuole la tradizione cattolica, il luogo delle sepolture è anche un luogo monumentale e ricco d’arte. Le tombe e le cappelle sono da sempre piccoli templi alla memoria, specie se appartenenti alla ricca borghesia. Abbiamo fatto un giro per vedere le condizioni del più grande cimitero cittadino, quello Maggiore o di Musocco.

 

Musocco arrivo del tram funebre detto la Gioconda 1915-20
Musocco arrivo del tram funebre detto la Gioconda 1915-20
Cimitero Musocco in foto commemorativa del 1894, pre-inagurazione, manca ancora la torre centrale 2

Cimitero Musocco in foto commemorativa del 1894, pre-inagurazione, manca ancora la torre centrale 2
Le palazzine appena ultimate 1894
Le palazzine appena ultimate 1894
Le palazzine appena ultimate 1894
Le palazzine appena ultimate 1894

 

il Cimitero di Musocco in una cartolina anni '20
il Cimitero di Musocco in una cartolina anni '20

 

Il disegno del progetto per la facciata 1886
Il disegno del progetto per la facciata 1886
Cimitero Monumentale – Stazione dei tram per Musocco 1895-1905 La Gioconda
Cimitero Monumentale – Stazione dei tram per Musocco 1895-1905 La Gioconda

 

tomba di Evita Perón
tomba di Evita Perón

Tra le altre curiosità vi fu anche la storia del corpo di Maria Eva Duarte de Perón “Evita” (1919-1952), modella, attrice, attivista, sindacalista, politica e filantropa argentina, moglie del presidente Juan Domingo Perón.

tomba di Evita Perón
tomba di Evita Perón

La sua tomba si trova ancora oggi, senza più il corpo, al Campo 86 nella tomba 41. Qui venne sepolta dopo che al suo decesso venne dapprima imbalsamata e poi fatta oggetto di esposizione e culto, senza mai essere tumulata. Una volta saliti al governo i presidenti argentini la salma venne nascosta ma anche profanata, tanto da far decidere le autorità di esiliare anche l’ingombrante corpo di Evita.

Così la salma, accompagnata da falsi documenti riportanti il nome fittizio di Maria Maggi vedova de Magistris, complice soltanto la Chiesa Cattolica (con interessamento diretto di Papa Pio XII) e senza che nessuna autorità italiana fosse a conoscenza della vera identità, venne portato in Italia sul transatlantico Conte Biancamano, sbarcò a Genova e venne inviato al Cimitero Maggiore di Milano, e sepolto il 13 maggio 1957.

L’area attorno alla tomba di Evita in fase di sistemazione
L’area attorno alla tomba di Evita in fase di sistemazione

Ma nel settembre 1971, il corpo di Evita venne restituito, dapprima a Juan Domingo Perón, che lo conservò fino al 1974 in Spagna, dove si trovava in esilio e che in seguito lo trasportò in Argentina, dopo varie vicissitudini e reclami da parte del suo popolo. Evita venne infine tumulata nell’edicola della famiglia Duarte, nel Cementerio de la Recoleta, a cura delle sorelle. Nel 26 luglio 2005 la Fundación Por La Paz y La Amistad de Los Pueblos, costituita con il lascito ereditario di Perón, pose una tomba-cenotafio vicino a quello che fu il luogo di sepoltura.

 

vista aerea del cimitero Maggiore di Milano
vista aerea del cimitero Maggiore di Milano

Regione Marche

Marche: finalmente chiusa la vicenda dell’ubicazione delle “sale del commiato”

Abbiamo ricevuto dall'Assessore Moreno Pieroni una lettera ufficiale (clic qui per leggere), con cui l'Assessore ci ha informati dell'adozione di questa importante modifica normativa.  Vogliamo ringraziare a nome di tutta la Federazione l'Assessore Pieroni, e per questa cortesia e per la collaborazione e lo spirito costruttivo con cui ha seguito la soluzione di questo problema.

Nelle settimane passate, esattamente il 16 aprile u.s., il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato numerose modifiche alle leggi regionali varate negli anni che vanno dal 1984 al 2018, come da testo consultabile sul sito della Federazione www.federcofit.it.

Nella DELIBERAZIONE LEGISLATIVA APPROVATA DALL’ASSEMBLEA REGIONALE NELLA SEDUTA DEL 16 APRILE 2019, N. 128 “DISPOSIZIONI DI SEMPLIFICAZIONE E AGGIORNAMENTO DELLA NORMATIVA REGIONALE”, all’art. 21 si affrontano anche i temi, ripetutamente trattati nel corso di questi ultimi anni, relativi alla realizzazione ed ubicazione delle strutture per il commiato, le “sale del commiato”, che tante discussioni hanno sollevato per le formulazioni inaccettabili approvate dal Consiglio Regionale.

Tutti ricorderanno le animate assemblee tenute in questi anni e gli incontri con i rappresentanti della Regione, e particolarmente con l’Assessore Pieroni che ha sempre dimostrato attenzione ed interesse a risolvere adeguatamente il problema.

La modifica approvata dal Consiglio, di cui riportiamo il testo, rappresenta un decisivo passo verso il riconoscimento della “cittadinanza” del servizio delle Sale del Commiato, senza relegarlo in collocazioni “impossibili”. Si ristabilisce la possibilità di realizzare le “sale del commiato” nelle zone omogenee alla destinazione d’uso previste nel P.R.G. Nello stesso tempo, garantendo, beninteso, la potestà delle Amministrazioni Comunali di governare l’assetto del territorio con il proprio P.R.G. nel rispetto delle normative nazionali, si chiariscono anche gli elementi necessari al fine di garantire i diritti dei residenti e la riservatezza del servizio offerto da tali strutture.

Art. 21 (Modifica alla l.r. 3/2005)1. Il comma 3 dell’articolo 9 bis della legge regionale 1° febbraio 2005, n. 3 (Norme in materia di attività e servizi necroscopici funebri e cimiteriali) è sostituito dal seguente:“3. Sino all’adozione degli atti indicati al comma 2, le sale del commiato possono essere collocate nelle zone omogenee, anche se diversamente denominate, individuate dagli strumenti urbanistici generali, secondo quanto previsto dal decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765), D e F, ovvero anche B e C, purché in edifici fisicamente distinti da immobili destinati a civile abitazione, residenza o ad usi turistici o ricreativi. Va comunque garantita un’adeguata riservatezza, accessibilità e la disponibilità di spazi di sosta, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.”.

Si tratta di un importante risultato per la categoria intera e per lo sviluppo della funeraria marchigiana. Possiamo riprendere con maggiore fiducia un cammino messo in discussione , al di là di ogni consapevole intenzione, dalle disposizioni approvate in questi ultimi tempi.

Da queste pagine non possiamo non rivolgere un sentito ringraziamento ai consiglieri regionali che hanno, finalmente, compreso la natura dei problemi, a partire dall’Assessore Moreno Pieroni, e un grande “GRAZIE” ad un nostro collega, Piero Paci, che non ha mai “mollato” su questi temi, tenendo sempre desta la volontà di perseguire questo risultato molto importante.

 


I funerali stanno cambiando

Ogni minuto, nel mondo, muoiono almeno cento persone.
In Italia, in media, nel 2017  è morta una persona ogni minuto e 14 secondi.
Ognuno di questi decessi è stato causa di sofferenza per qualcuno e di lavoro e profitto per qualcun altro.
Negli Stati Uniti il settore delle imprese funebri vale 16 miliardi di dollari l’anno e, secondo dati più o meno aggiornati e precisi, vale tra i 2 e i 3,5 miliardi di euro in paesi come Germania, Francia, Regno Unito e Italia.
In Italia ci sono più di seimila imprese di pompe funebri, quasi tutte con meno di dieci dipendenti, una su due aperta dopo la liberalizzazione del 1998.
Nel 2017 in Italia sono morte 10,6 persone ogni mille abitanti; nel 2050 si stima che il quoziente di mortalità arriverà al 13,7 per mille. E ci sono previsioni simili anche per gran parte del resto del mondo.

Il resto dell'articolo, con un intervento di Giovanni Caciolli, su "il Post" a questo link.

 

 

Immagine di copertina, tratta da il Post: “Funeral Party” © 2007


Service Global Fashion, leader nelle divise da lavoro

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SERVICE GLOBAL FASHION S.r.l.
Viale Milano, 61 21013 Gallarate (VA)
MAGAZZINO: Via Dell'Industria 4/6 21015 Lonate Pozzolo (VA)
http://www.serviceglobalfashion.it

 


Parlare della morte: il "Movimento per una morte positiva"

Alcuni di noi ci pensano spesso, altri per nulla. A volte ci scherziamo su, altre volte la temiamo. A prescindere dal tuo approccio o punto di vista, resta il fatto: moriremo tutti inevitabilmente. È letteralmente l'unica cosa che tutti abbiamo in comune. E, per di più, dovremo testimoniare della morte di coloro che ci circondano. Eppure, nonostante questo fatto inconfutabile, la cultura occidentale non sembra in grado di parlare di questo tema. Invece di permettere a questa comunanza di unirci, spesso ci allontana gli uni dagli altri. È qui che entra in gioco il “Movimento per una morte positiva”.

Il “Movimento per una morte positiva” è un movimento sociale e filosofico che incoraggia le persone a parlare apertamente di morte, morte e cadaveri. Il movimento cerca di eliminare il silenzio attorno agli argomenti legati alla morte, diminuisce l'ansia che circonda la morte e incoraggia una maggiore diversità nelle opzioni di assistenza di fine vita a disposizione del pubblico.

Il “Movimento per una morte positiva”si concentra sull'importanza di incoraggiare discussioni aperte sulla realtà sia della nostra stessa morte, sia della morte di altri. Ciò include la creazione di piattaforme e spazi in cui tali discussioni possano avvenire in un ambiente confortevole, onesto, aperto e curioso; dove gli individui possono incontrarsi con prospettive diverse e scambiarle tra loro.

Ha anche un obiettivo molto pratico: insegnarci come parlare agli altri (cioè i nostri genitori e partner) sui loro desideri di fine vita, così come sui nostri. La speranza è che la morte diventi de-mistificata e che, di conseguenza, la società (e gli individui che la compongono) sarà in grado di prepararsi alla morte e al dolore che spesso segue. Ancora più importante, discutere di morte in realtà ci consente di pensare alle nostre vite immediate. Ci incoraggia a condurre la vita che vogliamo vivere e ad apprezzare le piccole cose.

Una delle serie di discussioni organizzate più ampiamente e regolarmente praticate su morte e morte sono conosciute come Death Cafés e si verificano in tutto il mondo. Istituito per la prima volta nel 2004 dall'antropologo sociale svizzero Bernard Cretan, con l'intenzione di rompere il tabù che circonda la discussione sulla morte, da allora si è svolto nelle città di tutto il mondo. In un Caffè della morte le persone si riuniscono per un caffè e dei dolcetti per discutere della morte, della morte e delle esperienze di dolore.

Gran parte di questa discussione consente ai partecipanti di capire cosa è più importante nella loro vita, permettendo loro di concentrarsi su questi elementi positivi per vivere in modo più completo e felice. Sono spesso tenuti in luoghi diversi in una data città, ma sempre con l'intenzione di creare spazi confortevoli per discutere esperienze personali e domande sulla morte, la morte, il dolore e tutto ciò che c'è nel mezzo.

Letture su questo tema:

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Riforma funeraria, Tironi: “da Governo polemica strumentale”

Milano, 24 aprile 2019: “Da relatrice della nuova riforma funeraria di Regione Lombardia sono molto amareggiata per l’iniziativa del Governo. Una polemica strumentale, montata ad arte per intaccare l’autonomia legislativa della nostra regione e coprire i tanti errori e passi falsi della loro azione di governo” afferma Simona Tironi, consigliere regionale della Lombardia e vicepresidente della commissione Sanità.

“L’esecutivo sta ponendo dei paletti a una legge innovativa, capace di fornire risposte efficaci e concrete a problemi veri. All’interno del documento si parla di regolamentare le case funerarie e della definizione dei Centri Servizi, per favorire un principio di legalità e trasparenza.
La tumulazione degli animali d’affezione è invece un tema molto sentito da un numero crescente di cittadini, specialmente anziani o persone in difficoltà, che hanno instaurato un legame forte con il proprio animale domestico. La giunta regionale - prosegue - preparerà presto un contro ricorso, per difendete l’impostazione di una proposta moderna e ambiziosa.
È incredibile - conclude - che questo tema venga sollevato proprio durante la campagna elettorale, forse per coprire i continui litigi all’interno dell’esecutivo gialloverde. Ai membri del governo vorremmo ricordare che i parlamentari della Lega hanno presentato un documento molto simile al nostro nei contenuti, attualmente in fase di discussione in sede di commissione.
Come spesso accade, Regione Lombardia è sempre un passo avanti anche rispetto all’azione del governo nazionale. Questo perché i lombardi danno spesso prova di efficienza e pragmatismo nel proporre leggi innovative, che spesso fanno da apripista anche rispetto al quadro normativo nazionale. Senza coraggio non si generano eccellenze: ci vorrebbe un po’ più di Lombardia in Italia”.

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