A Roma, per una legge regionale, per una legge nazionale

Il Comparto Funerario del Lazio chiede una legge regionale, il Comparto Funerario Italiano chiede una nuova legge nazionale.

Federcofit incontra gli Operatori il prossimo 7 giugno al Centro Convegni "Villa Palestro".

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Funeraria: Gallera contro l’impugnazione della legge lombarda

Milano - “È gravissimo che il Governo abbia voluto impugnare la nostra legge sui servizi funerari e cimiteriali. Una legge che risponde a esigenze reali segnalate dai cittadini a tutela della trasparenza e della legalità. Così si penalizza una Regione come la nostra che ha la forza, la capacità e il coraggio di innovare”. Lo afferma in una nota l’Assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, commentando la decisione assunta ieri sera dal Consiglio di Ministri di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge 4/2019 della Lombardia.
“Ci costituiremo certamente davanti alla Corte Suprema - aggiunge l’assessore Gallera - nella certezza di far prevalere le nostre determinazioni così come è accaduto sul tema degli specializzandi. Il rigurgito centralista del Governo, che si definisce del cambiamento, impedisce di fatto alla Lombardia di normare in modo significativo proprio gli aspetti più delicati che riguardano la morte di una persona e tutte le attività ad essa strettamente connesse”.
In relazione al testo dell’impugnativa, l’assessore al Welfare specifica che “l’ampliamento delle competenze degli ufficiali di Stato civile risponde a una esigenza segnalata a più riprese dai territori”. “Le case funerarie, contestate dal Governo - afferma il responsabile della sanità lombarda - sono già una realtà ovunque e la nostra Legge ha voluto regolamentarne le funzioni a tutela dei cittadini. La definizione dei Centri Servizi garantisce la concorrenza e si basa su criteri di legalità e trasparenza”. “La stessa sepoltura degli animali - spiega poi l’assessore Gallera - a seguito della cremazione e nel rispetto di normative specifiche, rappresenta la risposta a innumerevoli segnalazioni e richieste”.
“I nostri uffici stanno già analizzando le contestazioni e preparando il contro ricorso - conclude l’assessore al Welfare - per ribadire la correttezza dell’impostazione di una legge innovativa e coraggiosa. Tutto quello che non è normato dalla legislazione nazionale non significa che sia vietato. Soprattutto se va nella direzione indicata e segnalata dai cittadini stessi”.

 

Clic qui per leggere il testo dell'impugnativa del Governo contro la legge lombarda.

Clic qui per leggere le dichiarazioni di Simona Tironi, vicepresidente della commissione Sanità della Regione Lombardia


Il LEGO per aiutare i bambini a capire il funerale.

La morte è un argomento scomodo, a cui molti cercano di pensare.
I bambini, a volte sono incapaci di cogliere il concetto stesso di morte, e possono essere ancora più colpiti dal processo di perdita di una persona cara.

Il Bestattungsmuseum, il Museo funerario del famoso cimitero centrale di Vienna, ha deciso di aiutare i suoi visitatori più giovani a comprendere meglio i problemi più difficili introducendo dei kit LEGO basati su scene funebri.
«Abbiamo creato il primo prodotto realizzato con componenti LEGO nel 2016», ha detto il portavoce del museo, il dott. Florian Keusch.«Era un tram storico, che portava i cadaveri al cimitero centrale di Vienna e veniva usato a Vienna tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Questo tram era per i collezionisti, poi abbiamo fatto un camion e un carro funebre storico.»

«Nel 2018 stavamo pensando a nuovi prodotti realizzati con componenti LEGO. Abbiamo avuto alcune domande da clienti in lutto come: "Posso portare i nostri figli con noi al funerale di nostro nonno?" O “mio figlio è in lutto, cosa posso fare?"; così abbiamo fatto un brainstorming, come possiamo aiutare i bambini a superare il loro dolore. Abbiamo sviluppato i crematori, il cimitero con un escavatore, la famiglia in lutto con una femmina e un corpo morto maschio e uno scheletro e un carro funebre storico.»
«Abbiamo coinvolto la Wiener Landesverband für Psychotherapie (Associazione viennese di psicoterapeuti) e ci siamo assicurati che i nuovi prodotti realizzati con componenti LEGO fossero utili per la terapia con i bambini e per i genitori con bambini che soffrivano della loro perdita. Con questi prodotti, è possibile descrivere il processo e i bambini possono elaborare il loro dolore».

«I kit sono stati realizzati da un'azienda austriaca - abbiamo creato il design insieme e loro hanno prodotto la confezione, il manuale e hanno organizzato i mattoni e messi insieme nella scatola. Non è un prodotto LEGO ufficiale, quindi lo chiamiamo, ad esempio, "crematori fatti di componenti LEGO".

Ora ci sono otto kit disponibili, con prezzi che vanno da 7,90€ (una coppia di necrofori) ai 112,90€ (il tram storico).
Una idea interessante per rendere meno incomprensibile il lutto ai bambini.

 

Clic qui per l'articolo originale in inglese su Bored Panda


Trasporto funebre: nostra lettera al Sindaco di Milano

Come si poteva temere, un errore nel testo stampato della nuova legge lombarda e qualche successiva interpretazione “orientata” stanno creando problemi, persino a Milano.
Federcofit ha deciso di affrontare il problema di petto, scrivendo direttamente al Sindaco del capoluogo lombardo e, in copia, a diversi Amministratori milanesi e regionali.

Vogliamo che sia chiaro: la legge voleva in capo all’impresa funebre l’onere di comunicare sia al comune di decesso che al comune di destinazione il trasferimento della salma.

L’inesattezza è originata dalla mancata trascrizione del sub-emendamento n° 25 presentato in aula, votato ed approvato come riportato sul sito di Regione Lombardia.
Ci sembrerebbe corretto che il Comune di Milano agevoli questa natura di richiesta originata dalle famiglie utenti allo stesso modo in cui è stato fatto sino ad ora e senza porre vincoli di alcun tipo.

Si tratta di un mantenimento di un diritto sacrosanto e consolidato da parte di chi è già colpito da un evento traumatico come quello del lutto. Il vedersi negare la possibilità di riappropriarsi del corpo del proprio caro, in base ad una interpretazione forviante di una normativa, sia un atteggiamento “non umano” e in contraddizione con il buonsenso.
Capiamo che possa essere nato un equivoco tuttavia siamo comunque speranzosi di poter contare su una costruttiva collaborazione da parte dell’amministrazione comunale milanese la quale ha da sempre avuto a cuore la tutela ed i diritti dei propri cittadini.

Riccardo Salvalaggio
Segretario Nazionale Federcofit

Premendo su questo link è possibile leggere la lettera completa.


Le tradizioni cimiteriali milanesi: il cimitero “Monumentale”

Oggi parliamo del cimitero monumentale di Milano, il più importante museo a cielo aperto della Lombardia.

Il Cimitero Monumentale, inaugurato nel 1866, nasce come cimitero aperto a tutti i milanesi "a tutte le forme e tutte le fortune", ma è chiara fin dall'inizio la volontà municipale di farlo diventare "Monumento" della milanesità, luogo di memorie civiche e, come tale, dedicato non solo ai dolenti, ma ad un pubblico più ampio. Anche il Monumentale di Milano, come tutti i grandi cimiteri italiani, segue l’habitat culturale e normativo dei cimiteri moderni, dall’editto di Saint Clou alle norme del regno d’Italia della metà ottocento.

L'opera di Carlo Maciachini  incorpora diversi suggerimenti stilistici secondo il gusto eclettico dell'epoca, associando forme del gotico con il romanico lombardo e pisano e con inserti bizantineggianti.

Nelle sculture e nelle architetture del Monumentale si possono ripercorrere le vicende della città e gran parte della sua storia artistica, dal realismo ed eclettismo di fine Ottocento, al liberty e simbolismo di inizio Novecento, dagli anni Trenta all'epoca contemporanea, come in un vero straordinario "Museo a Cielo Aperto" dove sono rappresentati i maggiori artisti italiani.

Storia

Il Monumentale ebbe una gestazione lunga e travagliata cominciata nel 1837. Vincitore del concorso finale indetto dal Comune di Milano fu il progetto dell'architetto Carlo Maciachini (1818-1899), realizzato a partire dal 1864 in stile eclettico con richiami bizantini, gotici e romanici.

La prima deliberazione relativa all'erezione del nuovo cimitero fu quella presa nel 1837 dalla Congregazione Municipale (l'attuale giunta municipale delle città italiane). Dal 1837, data della prima delibera, al 1863, data dell'approvazione del progetto definitivo del Maciachini, trascorse un quarto di secolo segnato da difficoltà, contrasti e litigi. L'iniziale delibera del 1837 aveva previsto che il cimitero sorgesse su un'area fuori città di 55 200 mq alle Cascine Abbadesse (oggi nei pressi via Melchiorre Gioia): vennero presentati venticinque progetti fra i quali ebbero grande appoggio quelli degli architetti Alesandro Sidoli e Giulio Aluisetti. Nonostante il parere autorevole e favorevole dell'Accademia delle Belle Arti di Brera  il giorno 12 agosto 1843 il consiglio annullò tutto ed incaricò l'Aluisetti di redigere un secondo disegno che venne quindi approvato il 4 settembre 1846. Il nuovo progetto, tuttavia, contro ogni previsione, non fu approvato dal Governo che chiese, 1847, un nuovo progetto che prevedesse il cimitero in un'area diversa dalle Cascince Abbadesse, il cui terreno era già stato acquistato dal Comune.

I fatti politici dell'anno seguente, il 1848, portarono a un ulteriore stallo della questione. Nel 1855, con Milano nuovamente sotto l'amministrazione asburgica, si risollevò il tema del Monumentale e il periodico Giornale dell'ingegnere-architetto ripresentò, caldeggiandolo, il disegno del Sidoli, ma la morte dell'architetto venne ad intralciare ogni decisione. Venne quindi nominata una nuova commissione che selezionasse una nuova area sul quale erigere il nuovo cimitero secondo il progetto dell'Aluisetti che però morì da lì a poco. La nuova area era compresa fra Porta Tenaglia e Porta Comasina ed era stata appositamente acquistata dal Comune che, dopo la morte dell'Aluisetti, incaricò l'ing. Pestagalli di adattarne il progetto alla nuova area acquisita, che è quella su cui sorge il cimitero odierno. Cominciariono dunque i lavori di spianamento del terreno e costruzione del muro di cinta ma la sopraggiunta liberazione dall'Austria determinò che il nuovo Comune di Milano nella seduta del 20 maggio 1860 sospendesse ogni lavoro portando come giustificazione che lo spazio racchiuso nel muro di cinta fosse insufficiente. Probabilmente, come suggerisce il Beltrami, i motivi erano più legati alla volontà di allontanarsi da una faccenda durata vent'anni sotto la dominazione austriaca e dal progetto orientato a uno stile greco-romano che ormai aveva fatto il suo tempo.

L'apertura del Monumentale

La benedizione inaugurale fu impartita da un monsignore Giuseppe Calvi, il 2 novembre (giorno della commemorazione dei defunti) del 1866, alla presenza del sindaco di Milano Antonio Beretta; nello stesso giorno avvenne la prima tumulazione, quella della salma del compositore e collezionista di manoscritti e stampe musicali Gustavo Noseda, morto il 27 gennaio dello stesso 1866 di tisi prima del debutto di una sua opera alla Scala, salma traslata dal Cimitero di Porta Magenta. Dal 2 novembre al 31 dicembre il Monumentale vide altre 16 tumulazioni, ma l'apertura propriamente detta avvenne il 1º gennaio 1867.

Da allora il Monumentale si è andato via via arricchendo di un gran numero di opere d'arte funeraria di genere classico e contemporaneo, come templi greci, elaborati obelischi e altri lavori originali, tra cui la versione ridotta della Colonna Traiana.

Per l'altissimo valore artistico di sculture, tombe, edicole funerarie e altre opere presenti al suo interno, il Cimitero Monumentale di Milano è un vero e proprio museo "a cielo aperto", tra i più artisticamente e storicamente importanti d'Italia.

Il Famedio

Il Famedio
Il Famedio

Il Famedio, nome derivante dal latino famae aedes, ossia "tempio della fama", è posto all'entrata principale del cimitero, in posizione innalzata e raggiungibile tramite un grande scalone. Consiste in una voluminosa costruzione in stile neogotico di marmo e mattoni, inizialmente ideata per essere una chiesa.

 

Dal 1869 si incominciò a pensare di far divenire questa chiesa mancata, appunto, un Famedio, un luogo di tumulazione dei milanesi "illustri" o "benemeriti". Il lavoro iniziò qualche anno dopo, nel 1875, e fu completato nel 1887. Nel frattempo, a Famedio ancora incompleto, vi erano state traslate le salme di Alessandro Manzoni e Carlo Cattaneo, già deceduti da vari anni e già presenti nel cimitero. Il letterato, imbalsamato, vi era stato posto la mattina del 22 maggio 1883, nell'ambito delle cerimonie per il decimo anniversario della sua morte alla presenza di numerose autorità e di membri della sua famiglia, mentre il patriota e politologo vi era stato posto il 23 marzo 1884;  i due illustrissimi milanesi, i primi ad occupare il Famedio, da allora sono tumulati in due sarcofagi marmorei identici, sormontati dallo stemma crociato della città.

Nel 1895 morì Cesare Cantù, e venne tumulato nel Famedio; vi rimase solo dieci anni, poiché nel 1905 avvenne la traslazione nella natia Brivio. Risale al 1958 il posizionamento al centro del Famedio del sarcofago di Manzoni, e il suo innalzamento sopra un basamento con bassorilievi scultorei in bronzo di Giannino Castiglioni.

Vista dall'interno verso l'ingresso, foto d'epoca
Vista dall'interno verso l'ingresso, foto d'epoca

I milanesi tumulati direttamente nel Famedio per ora sono sette: oltre ai già citati Alessandro Manzoni (tomba principale, innalzata al centro) e Carlo Cattaneo, vi sono anche Luca Beltrami (traslato dal cimitero di Cireggio, frazione di Omegna, nel 1985, riposa in un sarcofago marmoreo opera di Giannino Castiglioni, Leo Valiani, Bruno Munari, Carlo Forlanini e Salvatore Quasimodo; nel Famedio sono presenti anche diversi cenotafi. Vi è però una parte sottostante, chiamata Cripta del Famedio, comunque parte del Famedio stesso, in cui le tumulazioni illustri o benemerite (tutte in colombari o ampie cellette, alcuni dei quali, sia colombari che cellette, contengono ceneri o resti esumati) sono più numerose.

Nel Famedio sono inoltre incisi, in lista su delle tavole di pietra murate alle pareti, i nomi di altre importanti figure legate a Milano che sono tumulate sia nello stesso Cimitero Monumentale che in altri luoghi, o conservate privatamente, come ad esempio Giuseppe Verdi, inizialmente tumulato al Monumentale per poi essere traslato in un tempietto-cripta nel cortile della casa di riposo per musicisti da lui fondata, o Raimondo Vianello, tumulato nella sua tomba di famiglia al Cimitero del Verano, a Roma, o Sandra Mondaini, tumulata a Milano ma in un altro cimitero, quello di Lambrate, o Krizia, le cui ceneri sono conservate in famiglia.

Oltre al Famedio e alla sua Cripta, nel Cimitero Monumentale vi sono altri tre luoghi specificamente dedicati alla tumulazione di persone illustri o benemerite: il Civico Mausoleo Palanti (una ex edicola privata, dedicata a "illustri cittadini", resa attiva per questo scopo dal 1974 al 1993), la più recente Nicchia D dell'Edicola F di Levante Superiore (dedicata a "cittadini noti e benemeriti".

Tomba di Alessandro Manzoni
Tomba di Alessandro Manzoni

Il reparto israeliti

Il riparto, progettato dal Maciachini, fu aperto nel 1872 in sostituzione delle zone israelitiche dei soppressi cimiteri milanesi. Si trova ad est del Famedio, separato dal resto del cimitero da un muro. L'attuale area è il risultato di un ampliamento del 1913, che aggiunse una fascia a sud e una a est. Il padiglione centrale era originariamente l'ingresso del cimitero.

La numerazione delle tombe si ripete, in quanto il Riparto è suddiviso in 6 campi e un ampliamento. Vi sono inoltre tre campi comuni di cui uno per i bambini, con sepolture comprese tra il 1873 e il 1894, composto da piccole lapidi in mezzo a un prato riportanti nome, cognome e data di morte.

Vi sono anche edicole familiari (di cui due progettate dallo stesso progettista di tutto il cimitero Carlo Maciachini), dei colombari e cellette sulle pareti a nord e ovest, e delle tumulazioni nel padiglione centrale. L'ossario centrale ospita sia i resti dei corpi esumati allo scadere delle concessioni, che quelli traslati dai cimiteri soppressi.

In questo Riparto si trovano anche nomi e cenotafi di persone citate alla memoria in quanto uccise dai nazisti, anche in seguito a deportazione nei campi di concentramento.

Numerosi sono i monumenti di valore artistico a cui hanno contribuito architetti e scultori importanti, descritti nella guida storico-artistica di Giovanna Ginex e Ornella Selvafolta.

Edicola di Arturo Toscanini, inizialmente costruita per il figlio Giorgio, bambino morto di difterite a Buenos Aires nel 1906 mentre era al seguito del padre; è opera dell'architetto Mario Labò; si notano, scolpiti da Leonardo Bistolfi, simboli d'infanzia e di viaggio in mare, il mesto viaggio di ritorno che dovette fare la piccola salma.

 

 

 

 

 

 

Galleria d'immagini

Edicola Vogel
Edicola Vogel
Busto di Giuseppe Verdi nel Famedio
Busto di Giuseppe Verdi nel Famedio
Volta del Famedio
Volta del Famedio
Uno dei viali alberati interni del cimitero
Uno dei viali alberati interni del cimitero
Monumento funebre
Monumento funebre
L'edicola funebre di Ercole Marelli
L'edicola funebre di Ercole Marelli

Rappresentazione dell'ultima cena, tomba di Davide Campari e famiglia

Rappresentazione dell'ultima cena, tomba di Davide Campari e famiglia

Edicola Bernasconi
Edicola Bernasconi
Edicola Castiglioni
Edicola Castiglioni
Edicola Bonomi
Edicola Bonomi
Edicola Bandelli
Edicola Bandelli
Monumento funebre di Antonio Mascardi
Monumento funebre di Antonio Mascardi

 

Edicola Gaetano Casati, progettata da Gaetano Moretti
Edicola Gaetano Casati, progettata da Gaetano Moretti
Edicola Korner, progettata da Giulio Ulisse Arata, con scultura di Adolfo Wildt
Edicola Korner, progettata da Giulio Ulisse Arata, con scultura di Adolfo Wildt
Lapide dedicata ai "caduti milanesi nei campi di sterminio nazisti"; riporta i nomi dei lager di Mauthausen - Gusen, Gunskirchen, Buchenwald, Dachau, Ebensee, Auschwitz, Bergen Belsen, Ravensbrück, Sachsenhausen, Flossembürg, Melk, Birkenau, Alkoven, Kahla.
Lapide dedicata ai "caduti milanesi nei campi di sterminio nazisti"; riporta i nomi dei lager di Mauthausen - Gusen, Gunskirchen, Buchenwald, Dachau, Ebensee, Auschwitz, Bergen Belsen, Ravensbrück, Sachsenhausen, Flossembürg, Melk, Birkenau, Alkoven, Kahla.

Trento: sistematico vilipendio di cadavere

Il degrado morale oramai dilaga, e questa notizia che arriva da Trento ne è una conferma.
In un capannone di Scurelle, nell'Alta Valsugana, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Trento hanno trovato, in una condizione di generale degrado, accatastate una sopra l'altra 24 bare contenenti le spoglie di defunti provenienti da differenti aree cimiteriali del Veneto mentre altre tre casse in zinco si trovavano aperte sul pavimento.
Nel capannone si potevano rivenire per terra resti di corpi umani, ossa accumulate alla rinfusa, materiale edili accatastati, montagne di sacchetti di nylon.
Dalle indagini dei carabinieri è emerso che una cooperativa sociale della Valsugana, autorizzata al trasporto dei defunti, anziché portare come previsto le salme dai cimiteri ai forni crematori, le depositava nel capannone di Scurelle dove provvedeva a separare le spoglie dei defunti dalla casse funebri in legno e zinco, ricollocandole quindi in sacchi di nylon. Le casse, dopo essere state sezionate e separate dalle parti metalliche, venivano avviate a smaltimento in centri della zona.

Questa modalità di gestione avrebbe garantito alla cooperativa dell'alta Valsugana un vantaggio economico dovuto ai minori costi di cremazione, stimato in circa 400 euro a salma. Tali operazioni andavano avanti da tempo: al vaglio degli inquirenti, infatti, è finita la documentazione amministrativa-ambientale acquisita nel corso delle attività, dalla quale al primo esame si ritiene che negli ultimi mesi siano transitate dal capannone di Scurelle più di 300 salme. Gli inquirenti non escludono che si lucrasse sul recupero dello zinco.

La notizia sul sito di TGcom24


Il bastian contrario

Non avevamo alcun dubbio che SEFIT, l’onnisciente organizzazione dei cosiddetti operatori “pubblici”, notasse le incongruenze presenti nel testo dell’art. 72 del nuovo testo normativo sulla funeraria approvato dal Consiglio Regionale della Lombardia e pubblicato sul B.U.R.L.

Se ne è parlato a lungo in questi giorni tra gli addetti ai lavori e, come si conviene alle persone informate e, soprattutto, attente, abbiamo fatto le ricerche che Sefit, evidentemente in altre faccende affaccendata, non ha avuto tempo di fare.

E’ vero, nel testo pubblicato sul B.U.R.L le disposizioni risponderebbero a quanto denunciato da Sefit e cioè: Vengono previsti obblighi di comunicazione del trasporto di salma nei modi stabiliti al comma 4 dell’art. 72. Situazione che prevede una comunicazione dell’impresa funebre al comune di decesso.

E poi sarà il comune di decesso a comunicarlo (prima della partenza) al comune di destinazione e all’ASST competente per a visita necroscopica. …. E quindi in orario di chiusura degli uffici non se ne parla proprio di trasportare salme alla casa funeraria”, a giustificazione di un titolo liquidatorio “LR 25/2019 della Lombardia: tante norme sulle case funerarie e poi è difficile fare i trasporti di salma”.

Ma la voglia di criticare per fare il “bastian contrario” senza la dovuta attenzione e documentazione gioca brutti scherzi.

Abbiamo seguito, come tutti ben sanno, in considerazione dell’importanza del provvedimento per l’intera categoria, l’iter della Legge Regionale 25/2019, partecipando anche alla discussione finale del testo ed alla sua approvazione nella seduta del Consiglio Regionale Lombardo.

Non avevamo notato l’incongruenza rilevata, ma rileggendo il testo pubblicato ed incrociandolo con i testi approvati dal voto del Consiglio abbiamo scoperto che il testo pubblicato non corrisponde a quello approvato: c’è un “che” al posto di un “e”.

La ratio iniziale era quella di collocare l’obbligo di comunicazione in capo all’impresa e non al comune di decesso.

Ci viene comunicato, tra l’altro, che il Consiglio Regionale sta già, doverosamente, provvedendo a fare emanare un’errata corrige dello stesso B.U.R.L.

Il testo diverrebbe così:

ARTICOLO 72 (trasporto funebre)

  1. Il trasporto della salma è comunicato dall’impresa funebre al comune in cui è avvenuto il decesso e ne dà comunicazione, prima della partenza, al comune di destinazione e alla ASST cui compete l’effettuazione della visita necroscopica.

 

Quindi non si prospetterebbero notti bianche negli uffici comunali, assunzioni in massa di orde impiegatizie amministrative o ingorghi da week end o festivi che impedirebbero in tutto e per tutto lo spostamento salma come richiesto dalle famiglie verso le abitazioni o case funerarie.

Evidentemente anche dopo quasi 20 anni di vigenza del trasferimento/trasporto di salma a bara aperta non ci si rassegna a svincolare questo trasferimento dalla formale “autorizzazione al trasporto funebre” comunale e quindi al vincolo dei Comuni e del loro addetti.

Il trasporto o trasferimento di salma non è un trasporto funebre come lo si è sempre inteso “dal luogo di decesso o di sigillatura del feretro fino al cimitero, ecc., ecc.” a bara chiusa e sigillata.

Certo, come già previsto nel passato da Regione Lombardia con specifiche Circolari, la Legge esplicita che questo trasporto potrà essere effettuato anche dopo l’accertamento di morte al fine di non penalizzare le famiglie che, per esempio, abbraccino la donazione di organi. Ci sembra cosa buona e giusta e tale da non inficiare la normativa che rilascia alla formulazione della “autorizzazione alla sepoltura” dell’Ufficiale di Stato Civile la concessione dell’Autorizzazione al trasporto funebre, quello vero, non quello a bara aperta della salma.

Certo non sfugge la malizia e la voglia di complicare sempre le cose nella gestione delle attività funebri da parte di SEFIT, e non solo in Lombardia.

Constatiamo che nonostante i profusi sforzi volti inizialmente ad ostacolare il testo di Regione Lombardia ed altri testi giacenti in altre Commissioni Regionali (Liguria e Lazio), hanno portato al risultato finale non riuscire comunque ad arrestare un processo di aggiornamento ed attualizzazione di normative vetuste e non più in grado di soddisfare esigenze delle famiglie utenti volte a garantire nuovi processi di sviluppo e trasparenza per le imprese funebri.

L’antipatico e di “Sordiana memoria” monito lanciato in occasione delle audizioni lombarde: “signori … e questo è solo l’inizio” ci risulterebbe, al momento, privo di efficacia. Ci paventavano piani ben precisi volti alla riconquista del funebre da parte di una componente “pubblica” … staremo a vedere e a vigilare sicuramente.

In tutto questo notiamo una informazione con un preciso intento volto unicamente a non creare presupposti di crescita o di correzione costruttiva, ma invece indirizzata a cercare di destrutturare concetti che dovrebbero (da tutti) essere accolti come aria fresca in sostituzione di atmosfere stantie e polverose.

Tornando a considerazioni generali di noi noiosi burocrati, se la tipologia di osservazione di questo errore fosse stata riportata con dovizia e solerzia, come accaduto molte altre volte in passato, in modo costruttivo sarebbe rimasta immutata la stima nei confronti di chi poneva la condizione.

Notiamo una costante deriva strumentale volta a riportare concetti sia agli operatori del settore che alla componente politica, che non ha affatto un sapore di analisi o di critica costruttiva, ma bensì di un puro italico diversivo per cercare di far rimanere in una condizione di stallo il settore privato funebre legandolo allo storico immobilismo e lentezza del settore pubblico e non prendendo in considerazione il primario attore di questa tragedia che è la famiglia.

Jolly Roger


Pubblicate le modifiche alla legge regionale lombarda sulla Funeraria

Lo scorso 4 marzo è stata approvata la legge che introduce modifiche e integrazioni alla legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità) con l'abrogazione del Capo III ‘Norme in materia di attività e servizi necroscopici, funebri e cimiteriali’ del Titolo VI e l'introduzione del Titolo VI bis ‘Norme in materia di medicina legale, polizia mortuaria, attività funebre’ .

 

Il PDF del Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia può essere scaricato con questo collegamento.


Cagliari: l’inchiesta “caro estinto” arriva in tribunale

Quattro patteggiamenti, una richiesta di rito abbreviato e il rinvio dell’udienza per due indagati sono il bilancio dell’udienza preliminare nata dall’inchiesta denominata “Caro estinto” che ha coinvolto i necrofori di cinque ospedali cagliaritani.  I cinque agevolato alcune agenzie funebri, in cambio di denaro. L’indagine ha coinvolto 140 persone, e il pm Giangiacomo Pilia aveva chiesto il rinvio a giudizio per 22 tra necrofori ospedalieri e titolari di pompe funebri accusati a vario titolo di truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico e induzione indebita.

Richieste di decreto penale di condanna erano già state formulate dal pm nei confronti degli altri imputati, circa 120 finiti sotto inchieste per reati minori. Secondo l’accusa, negli obitori degli ospedali Brotzu, Santissima Trinità, San Giovanni di Dio e Marino era stato creato un business illegale tra agenzie funebri e personale ospedaliero: segnalazioni di decessi in cambio di denaro così da accaparrarsi i servizi del defunto.

L’articolo integrale è disponibile su CagliariPad.


Anche Regione Liguria vuole conquistare diritti per i propri cittadini

Il 28 Febbraio verrà presentato il PdL 225 depositato il 7/11/2018 recante la disciplina in materia funebre, cimiteriale e animali d'affezione con la firma dei Consiglieri Angelo Vaccarezza (FI), Claudio Muzio (FI) e Matteo Rosso (Fratelli d'Italia).
Il testo è stato assegnato alla II commissione salute e Sicurezza sociale per avviare l'iter e poter aprire consultazioni ed audizioni.
Anche Regione Liguria vuole consolidare per i propri cittadini tutta una serie di diritti sancendo la possibilità di poter soddisfare le volontà delle famiglie che si trovano a dover fronteggiare la drammatica condizione del lutto.
Finalmente anche le famiglie liguri, come già tutte le altre dell'intero nord Italia, potranno usufruire del diritto di omaggiare al meglio il loro caro scomparso.
I liguri avranno la possibilità di poter eseguire la veglia funebre laddove la famiglia lo ritenga più adatto, non dovendo rimanere vincolati al luogo ove avviene il decesso come di fatto avviene ora.
Viene sbloccata la possibilità per le imprese di realizzare strumenti quali le case funerarie o le sale del commiato. Luoghi dove gli operatori del settore potranno offrire migliori servizi in condizioni di assoluta privacy ed accoglienza.
Si innescano di conseguenza nuovi investimenti di capitale, riqualificazioni ed ulteriori possibilità occupazionali.
Vengono sancite le caratteristiche ed i requisiti che dovranno necessariamente possedere le imprese funebri liguri (compresa la formazione dei propri addetti) instradando un processo di migliore attenzione e professionalizzazione che si riverserà nei confronti dell'utenza.
Inoltre il testo contiene tutta una serie di limiti ed incompatibilità operative per le imprese funebri volte ad una migliore condizione di trasparenza ed in netto contrasto al  malaffare o al proliferare di situazioni indegne che vedono coinvolta l'utenza come vittime inermi.
Infine vengono definiti i diritti dei proprietari di animali d'affezione nel caso volessero disporre in modo differente nel momento della dipartita dei priopri "amici" quattozampe.
Ci sembra che in tutto e per tutto si sia avviato un processo che condurrà anche la Liguria tra le regioni maggiormente attualizzate e regolamentate anche nel settore funebre ribadendo la condizione di Regione primaria per importanza, posizione ed attenzione nei confronti dei diritti, privilegi e benefici dei propri abitanti.
Attendiamo l'avvio dell'iter e, come sempre, parteciperemo vivamente attraverso il nostro folto gruppo di rappresentanti per seguire ed accompagnare il cammino di questa nuova norma tanto complessa quanto indispensabile.
Riccardo Salvalaggio
Segretario Nazionale Federcofit

Riforma della Funeraria: la proposta di legge in Commissione “Affari sociali”

Avevamo già parlato della proposta di legge di riforma della Funeraria firmata dagli onorevoli Sara Foscolo e Giuseppe Bellachioma; la proposta è stata assegnata alla XII Commissione “Affari sociali” in sede Referente il 6 febbraio 2019.
Continueremo a seguire il percorso di questa proposta di legge e ad aggiornare i lettori di Hermes Funeraria

 

Clic qui per il testo del progetto di legge


Partono a Milano i nuovi corsi di formazione Federcofit

[conclusi: vai su FORMAZIONE per i corsi più recenti]

Federcofit Federazione Italiana del Comparto Funerario apre il nuovo corso per le professioni di:

  • NECROFORO
    Il necroforo è colui che esegue la movimentazione del feretro e segue la preparazione della salma.
  • ADDETTO AL TRASPORTO
    L’addetto al trasporto è colui che in più guida il mezzo, è il riferimento della squadra e redige appositi verbali.
  • DIRETTORE TECNICO ADDETTO ALLA TRATTAZIONE AFFARI
    Il direttore tecnico addetto alla trattazione è colui che ha contatti con le famiglie e organizza in tutto e per tutto l’evento.

Queste sono le tre figure presenti all’interno delle imprese funebri lombarde che necessitano di un corso di formazione abilitante alla professione per poter esercitare regolarmente nelle aziende del settore funerario in Regione Lombardia.

Nel modulo trovi le relative durate e costi: scarica da questo link.

Partenza corso lunedì 27 maggio 2019 a Milano

per ogni informazione info@federcofit.eu