Risultati elettorali eclatanti. finalmente anche un operatore funebre in parlamento: il presidente Beppe Bellachioma

Le elezioni politiche... e che elezioni!, sono passate lasciando aperti, al di là di chi si lecca le ferite o di chi gode giustamente di un risultato positivo (tanti dall’una e dall’altra parte), i soliti problemi italiani presenti da quasi dieci anni: la certezza di un Governo sufficientemente autorevole per governare un paese, l’Italia, nel pieno di processi di trasformazione profonda e divisa, forse ancora di più rispetto al passato, tra nord e sud, tra Centro Destra al nord e Grillini al sud…, e ci fermiamo qui per non cadere anche noi nei soliti luoghi comuni a commento di questi risultati eclatanti anche per chi ne prevedeva il trend.

Una soddisfazione la dobbiamo esprimere sui risultati di queste elezioni, indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche: un “nostro” operatore funebre, Beppe Bellachioma, noto Presidente Nazionale di Federcofit per lungo tempo, fino al Congresso di Milano, e che tutti ricorderanno come il promotore, a Roma, nel corso del Congresso di Federcofit, di un processo di unificazione tra le Federazioni del settore e, successivamente, del tentativo di definire , tutti insieme nel Consiglio Nazionale della Funeraria, una proposta di legge di riforma del comparto funerario e cimiteriale, è stato eletto, nelle file della Lega, alla Camera dei Deputati. Forse per la prima volta, un operatore funebre assurge al ruolo di Deputato della Repubblica.

A Beppe, che continuiamo e continueremo a considerare uno dei “nostri”, vanno gli auguri più affettuosi di tutti gli appartenenti alla Federazione, dei Dirigenti e miei personali, convinti di avere una risorsa in più per fare avanzare concretamente il varo di una legge condivisa ed idonea al progresso della funeraria italiana.

Nelle prossime settimane si dovranno eleggere i presidenti delle Camere e le Commissioni del Parlamento per dare avvio alla operatività della legislazione. Certo si prevedono problemi difficili da risolvere per la costituzione del nuovo Governo ma questi elementi non dovranno bloccare le attività proprie del Parlamento: legiferare in primis.

La nostra categoria e la funeraria italiana nel suo complesso attende dall’inizio del secolo, dal 2001, una legge per il settore, da quando, cioè, l’allora Ministro, prof. Sirchia, dopo il Referendum sulla modifica del Capo V della Costituzione, aveva proposto una legge di principi approvata dalla Camera e bloccata, per l’arrivo delle elezioni del 2005, al Senato della Repubblica.

Più il tempo passa, lo abbiamo ripetuto tante volte e non solo noi, più si incancreniranno le condizioni operative del settore e più sarà complicato trovare soluzioni parlamentari accettabili. Non è un problema solo nostro, è il problema del settore in un paese lungo come la penisola e governato, sostanzialmente da un vecchio Regolamento di 30 anni addietro, del 1990.

Noi a questo traguardo ci vogliamo arrivare, ci saremo fin dall’inizio e ci auguriamo che la presenza di Beppe come Deputato della Repubblica possa garantire meglio la soluzione positiva di questa lunghissima vicenda politica: questa legislatura deve essere quella decisiva per il varo della Riforma della Funeraria Italiana.

Non è, questa, la sola partita aperta: anche in Lombardia il percorso di aggiornamento delle disposizioni regionali si è interrotto per il rinnovo del Consiglio Regionale. La modifica della Legge sulla sanità, l’ormai famosa Legge 33 si è fermata prima dell’aggiornamento delle norme per il settore funerario lombardo. Registriamo il successo elettorale di Giulio Gallera, Assessore uscente alla Sanità lombarda e vecchio amico di Federcofit, fin da quando era Assessore ai Servizi Civici di Milano; a Gallera, oltre alle congratulazioni per avere ottenuto anche il numero di preferenze più significativo di tutti gli eletti nel Consiglio e gli auguri di buon lavoro, vogliamo ricordare gli impegni assunti circa la ripresa immediata dell’analisi delle proposte ed il completamento delle disposizioni e garantire l’impegno e la massima collaborazione della nostra Federazione per varare disposizioni positive e capaci di dare sviluppo nuovo al settore nella Regione più significativa ed importante d’Italia.

Cristian Vergani


Arriva "Sarco", la macchina del suicidio che funge anche da bara

Il noto attivista pro-eutanasia australiano Dr. Philip Nitschke è tornato alla ribalta dei notiziari con una macchina per suicidarsi, la capsula Sarco.

La macchina consentirà a chiunque abbia la chiave di accesso di terminare la propria vita semplicemente premendo un pulsante. Sviluppata nei Paesi Bassi da Nitschke e da un ingegnere, la macchina può essere stampata e assemblata in 3D ovunque, a condizione che sia possibile trovare una stampante sufficientemente grande. L'accesso alla capsula avverrà tramite un questionario di verifica della lucidità mentale on-line che fornirà un codice di accesso a quattro cifre.

Una volta entrata, la persona che vuole suicidarsi può attivare la capsula e questa rilascia azoto liquido, che abbassa rapidamente il livello di ossigeno portando alla morte alcuni minuti.

La caratteristica innovativa è che la capsula può essere staccata dalla macchina Sarco e riproposta come una bara elegante e lucente. La base della macchina può essere riutilizzata.

Sarco è un progetto open-source: la sua documentazione sarà gratuita, e pubblicati su Internet.

 

Nitschke afferma che il mondo è ora un passo più vicino all'obiettivo in cui ogni persona razionale può concludere di propria scelta la propria vita in modo pacifico e affidabile. “Sarco non usa sostanze vietate, e non richiede alcuna esperienza speciale come quella per l’inserimento di un ago per via endovenosa", ha detto. "Chiunque possa superare il test d'ingresso, può entrare nella macchina e terminare legalmente la propria vita."


Cina: spogliarelliste funebri assunte per intrattenere le persone in lutto

 

Le autorità cinesi cercano di reprimere la pratica dell’assunzione di spogliarellisti come intrattenimento funebre, una tecnica che alcune famiglie rurali usano per aumentare l’affluenza al congedo finale di una persona cara.

Il Ministero della Cultura del paese ha detto alla fine del mese scorso che avrebbe preso di mira “striptease” e altre “oscene, pornografiche e volgari esibizioni” durante i funerali e altri raduni nelle province di Henan, Anhui, Jiangsu e Hebei.

Il Ministero ha sollecitato i testimoni a chiamare una speciale hotline per segnalare eventuali spettacoli, con premi offerti per informatori, secondo il quotidiano statale Global Times.

“La folla è spinta al culmine, scoppiando a ridere, fischiettando, applaudendo e bestemmiando”, hanno detto i media di stato.

“Mentre gli artisti si insinuano tra il pubblico per muovere il seno e massaggiare il cavallo degli uomini, e l’annuncio “ nessuna fotografia permessa “può essere sentito occasionalmente”.

Assumere intrattenitori e intrattenitrici per i funerali è una pratica di lunga data nelle zone rurali della Cina, poiché garantire un alto numero di persone in lutto alla cerimonia è un modo per mostrare rispetto per i morti, secondo quanto riportato dal Global Times.

“Le famiglie rurali cinesi sono più inclini a mostrare i loro redditi disponibili pagando più volte del loro reddito annuale per attori, cantanti, comici e - di recente, spogliarelliste - per confortare i familiari e intrattenere i dolenti”, hanno detto i media di stato.

“Culto della fertilità” o “atavismo culturale”?


FOTO: Il volto del defunto e un messaggio di condoglianze è proiettato dietro l’esecutore. (Weibo, file)

Un esperto citato nel giornale in parte attribuisce la pratica di assumere ballerini esotici al “culto della fertilità”, poiché gli elementi erotici dei funerali “trasmettono la volontà del defunto di essere benedetto da molti bambini”.  “Secondo l’interpretazione dell’antropologia culturale, la festa è originata dal culto della riproduzione”, ha detto un altro esperto ai media.

Questa non è la prima volta che la Cina ha cercato di eliminare la pratica e già nel 2006 e nel 2015 ci sono stati tentativi di repressione del fenomeno, che però evidentemente, non hanno avuto molto successo.

articolo originale su ABC Australia: http://www.abc.net.au/news/2018-02-21/china-cracks-down-on-rural-funeral-strippers/9470238?


Frozen Dead Guy Days

Come può nascere una festa popolare? a volte nei modi più strani, come è accaduto per i “Frozen Dead Guy Days”

I “Frozen Dead Guy Days” sono una celebrazione annuale iniziata nel 2002 che si tiene nella città di Nederland, in Colorado, per celebrare in modo originale la scoperta del cadavere di Bredo Morstoel nel 1994.

Nel 1989, un cittadino norvegese di nome Trygve Bauge portò il cadavere del nonno recentemente scomparso, Bredo Morstøl, negli Stati Uniti. Il corpo è stato conservato su ghiaccio secco per il viaggio, e quindi in azoto liquido presso un impianto di crionica. Nel 1993, Bredo fu restituito al ghiaccio secco e trasportato nella città di Nederland, dove Trygve e sua madre Aud progettarono di creare un impianto di crionica tutto loro. Quando Trygve fu deportato dagli Stati Uniti per aver superato la durata del suo visto, la madre Aud continuò a tenere il corpo del padre congelato criogenicamente in una baracca dietro la sua casa non finita.

Sarebbe rimasto tutto un affare di famiglia se non per lo sfratto della signora Aud che, spaventata dalla possibilità che l’ex consorte non più congelato incontrasse la corruzione del tempo, ne parlò a un giornalista.

Dal 2002, in onore di questo originale residente della città, Nederland tiene una celebrazione annuale.

I “Frozen Dead Guy Days” sono celebrati in genere il primo fine settimana di marzo. Si svolgono corse delle bare, una parata al rallentatore, viene mostrato un documentario su "Nonno Bredo".

Altri eventi includono un tour della baracca di tufo dove il nonno è ancora congelato; un "tuffo polare" per chi ha il coraggio di andare a nuotare nel fiume Colorado all'inizio di marzo (che in genere richiede di sfondare il ghiaccio); un ballo, chiamato "Grandpa's Blue Ball"; colazioni di pancake; un mercato che mette in mostra artisti locali; gare con racchette da neve e gare di scultura sulla neve.

La più recente celebrazione si è svolta a marzo 2017 e la prossima è prevista per il 9-11 marzo 2018.

https://www.youtube.com/watch?v=8ca4Siuo0FQ

https://www.youtube.com/watch?time_continue=54&v=E1S6NwCcmWU


Ospedale di Cisanello: a quando una conclusione ragionevole della vicenda?

La querelle sui servizi mortuari dell’Ospedale di Cisanello, a Pisa, va avanti e si arricchisce di nuovi elementi.

Da sempre abbiamo denunciato la carenza di spazio per il servizio mortuario di questo ospedale particolarmente moderno ed efficiente.

La dimostrazione sta nel fatto che quotidianamente i deceduti in questo ospedale debbono essere spostati per l’esposizione nel periodo dell’osservazione presso i servizi mortuari dell’ospedale di Santa Chiara ad alcuni chilometri di distanza. D’altra parte anche la Direzione dell’ospedale confessa che “tale organizzazione funzionale (il trasferimento da un ospedale ad un altro dei defunti) è attualmente adeguata all’esigenza dei due nosocomi ed è stata predisposta proprio in attesa della costruzione di nuovi spazi per il completamento dell’Ospedale di Cisanello”.

Federcofit ha una lunga tradizione di rapporti con questa struttura sanitaria, fin dal suo insediamento, e frequentemente conflittuali per le scelte fatte dalla struttura stessa.

Negli ultimi anni questi rapporti si sono ulteriormente inaspriti perché, in primis si è scelto di fare trasferire i defunti da un ospedale ad un altro, da Cisanello a Santa Chiara, da un operatore funebre, la SVS Srl di Livorno di proprietà di una nota ONLUS, in barba ad ogni disposizione normativa che ne sancisce l’incompatibilità, inoltre si sostiene, al di là di ogni evidenza, la congruità e l’idoneità di spazi e quant’altro per la cura del servizio mortuario.

Alla contestazione di avere affidato il servizio di trasferimento dei defunti ad un operatore funebre ci è stato risposto, dopo avere scomodato un noto studio legale fiorentino, che non si tratta di trasferimento ma veri e propri trasporti funebri, quasi che l’Ospedale fosse in possesso di specifiche deleghe da parte dei famigliari aventi titolo (i quali avrebbero delegato due soggetti a fare il medesimo servizio di trasporto funebre, l’ospedale e l’operatore funebre di riferimento).

Alle sottolineature di carenze evidenti di spazi, come documenta anche il materiale fotografico, ci viene risposto che le situazioni problematiche evidenziate derivano dalla scelta dei congiunti: “le salme dei pazienti deceduti per i quali i familiari non richiedono l’esposizione vengono ricomposte e sostano su idonei sostegni (carrelli) ed in locali riservati il cui accesso è consentito solo al personale dipendente addetto…”

Non crediamo che questo servizio mortuario dell’ospedale sia adeguato alle necessità, alle disposizioni ed alle esigenze delle famiglie.

Non lo affermiamo soltanto noi (vedi articoli), ma il corso degli eventi ha riportato alla cronaca articoli che più volte riproponevano le nostre segnalazioni con situazioni non degne di un struttura come quella di Cisanello.

Continueremo, ovviamente, a tenere destro il problema per arrivare il più rapidamente possibile, come dice anche l’ospedale, alla costruzione di quei nuovi spazi necessari per un servizio minimamente adeguato.

Certo anche questi fatti sollecitano una riflessione sulla improrogabile necessità di rivedere, aggiornare e completare le norme per il settore della Regione Toscana.

 

I disservizi a Cisanello nell'articolo de IL TIRRENO di mercoledì 27 dicembre 2017  

La denuncia presentata da Federcofit, nell'articolo de IL TIRRENO di lunedì 15 gennaio 2018 

La replica dell'Aoup su IL TIRRENO di venerdì 19 gennaio 2018 


PROGETTO “IMPRESE DI QUALITÀ 360°”

 

PIÙ TUTELA… PIÙ SICUREZZA… PIU’ LIBERTÀ

UNA GRANDE NOVITÀ PER LE IMPRESE ISCRITTE A FEDERCOFIT

Federcofit comunica di aver avviato una importante partnership con una società di servizi leader a livello nazionale in campo di Sicurezza e Qualità. Grazie alla convenzione stipulata, le aziende associate possono usufruire dei servizi chiavi in mano per ottenere la Certificazione ISO 9001:2015, l’adeguamento Privacy obbligatorio a partire da maggio 2018 e la importante certificazione Impresa di Qualità Federcofit.

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COCO, il nuovo film Disney/Pixar che riflette sulla morte e sul ricordo

La morte non è nuova a fare la sua comparsa nei film d’animazione: intere generazioni hanno pianto alla morte della mamma di Bambi, hanno visto la strega di Cenerentola precipitare nel vuoto, hanno compreso “il cerchio della vita” guardando il Re Leone, ma finora la morte era un evento circoscritto nelle storie di questi film.

Oggi, con “Coco”, Pixar, la compagnia per l’animazione digitale di Disney, fa di un tema difficile la trama di un intero film, per parlare della morte e del ricordo dei defunti.

https://www.youtube.com/watch?v=ro2mnwYOp50

Nella cittadina messicana di Santa Cecilia vive Miguel Rivera, un bambino dodicenne che sogna di diventare un musicista come il suo idolo Ernesto de la Cruz. Tuttavia, la famiglia di Miguel (soprattutto la nonna) è contraria a qualsiasi cosa che riguarda la musica, sin da quando sua nonna Imelda (trisavola di Miguel) venne abbandonata con la figlia Coco dal marito musicista; perciò, Miguel è “destinato” a proseguire la ditta di calzature di famiglia. L'unico famigliare con cui Miguel si trova d'accordo e che condivide la sua passione è la bisnonna, Coco.

Riportiamo dalla recensione di socialup:

Lo sguardo del protagonista Miguel, infatti, non è soltanto quello di un bambino che entra in contatto con il regno dei morti, che nella tradizione messicana, fatta propria dal film, è un aldilà festoso in cui chi è ricordato dai viventi può vivere una seconda vita; ma è anche quello dell’adulto che si confronta coi rimpianti e soprattutto con la paura di essere dimenticati e di dimenticare chi non è più in vita. Temi non scontati come si vede, che non sono però mai rappresentati in modo macabro, né opprimente, come spesso siamo abituati, e proprio per questo, forse, colpiscono maggiormente nel segno.

La chiave di questa rappresentazione è probabilmente la scelta di ambientare il film nel mondo dei morti caro alle credenze messicane, durante il Dies de los muertos (giorno dei morti). Il cimitero in cui riposano i defunti è tutt’altro che lugubre (come quelli di burtoniana memoria), ma colorato e illuminato da centinaia di candele, così come la festa, un giorno di sacro giubilo, dedicato al ricordo, più che alla morte. L’adilà non è altro che l’amplificazione di questi elementi.

In questo universo così sorprendente visivamente, in cui chi è maggiormente ricordato in vita gode di maggiori ricchezze, non mancano però anche lati oscuri. Coloro infatti che non sono ricordati dai loro parenti conducono una vita di stenti: si tratta quasi di un secondo aldilà, desolato, triste e solitario. Davvero toccante la scena in cui uno di questi dimenticati scompare nel nulla. Il mistero della morte riassunto con intensità e senza pateticismi in un’unica scena di un cartone animato: una soluzione difficile da realizzare e per questo fortemente invidiabile per la sua ottima riuscita. Senza rivelare niente della trama possiamo affermare che il finale di Coco è altrettanto potente: anche se facilmente intuibile come svolgimento della trama, è girato con una grazia tale da rimanerne incantati e sinceramente commossi. Sintetizza inoltre il messaggio finale di tutta la pellicola.

 

https://www.socialup.it/coco-il-film-danimazione-dellanno-che-riflette-sulla-morte-e-sul-ricordo/


Testamento biologico: il Senato approva la legge

Con l'approvazione in via definitiva lo scorso dicembre, il disegno di legge che disciplina il consenso informato e introduce le disposizioni anticipate di trattamento è diventato legge della Repubblica.

Consenso informato. Ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e comprensibile riguardo a diagnosi, prognosi, benefici e rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari nonché riguardo alle possibili alternative e alle eventuali conseguenze del rifiuto o della rinuncia a questi ultimi. Il consenso informato è documentato in forma scritta o attraverso videoregistrazioni o, per le persone con disabilità, attraverso dispositivi che consentano loro di comunicare e deve essere inserito nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico. Con le stesse modalità, il paziente può revocare il consenso prestato in qualsiasi momento.

Rifiuto del trattamento. Ogni persona capace di agire ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico, anche quelli necessari alla propria sopravvivenza. Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente in tal senso restando esente da responsabilità civile o penale. Il paziente non può, in ogni caso, esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali: a fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali. In caso di pazienti con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, deve però adoperarsi per alleviarne le sofferenze anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso e garantire sempre un’appropriata terapia del dolore, astenendosi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione di cure o trattamenti inutili o sproporzionati.

Pianificazione delle cure. Medico e paziente possono realizzare una pianificazione condivisa delle cure in caso di patologia cronica o invalidante o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta: anche in questo caso il paziente (e con il suo consenso, familiari, parte dell’unione civile o convivente ovvero persona di sua fiducia) deve essere adeguatamente informato  sul possibile evolversi della patologia in atto e sulle sue prospettiva di vita e deve esprimere il proprio consenso scritto rispetto a quanto proposto dal medico, oltre ai propri intendimenti per il futuro e l’eventuale indicazione di un fiduciario.

Minori, interdetti e inabilitati. La persona minore di età o incapace deve ricevere informazioni sulle scelte relative alla propria salute in modo consono alle sue capacità per essere messa nelle condizioni di esprimere la sua volontà.
In tali casi, il consenso informato è espresso o rifiutato:
- per il minore, dagli esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore, tenendo conto della volontà del minore stesso, in relazione alla sua età al suo grado di maturità;
- per l’interdetto, dal tutore sentito l’interdetto medesimo, ove possibile.
L’inabilitato può esprimere personalmente il proprio consenso. Nel caso in cui sia stato nominato un amministratore di sostegno la cui nomina preveda l’assistenza necessaria o la rappresentanza esclusiva in ambito sanitario, il consenso informato può essere espresso o rifiutato anche o solo da quest’ultimo, tenendo conto della volontà del beneficiario, sempre in relazione al suo grado di capacità di intendere e di volere.
In assenza di disposizioni anticipate di trattamento, qualora il rappresentante legale della persona interdetta o inabilitata, o l’amministratore di sostegno o il rappresentate legale del minore rifiutino le cure proposte nonostante il medico le ritenga appropriate e necessarie, la decisione è rimessa al Giudice tutelare su ricorso del rappresentante legale della persona interessata, dei soggetti ex  art. 406 ss. c.c., del medico o del rappresentante legale della struttura sanitaria.

DAT. Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo aver acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte, può esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari o rifiuto o consenso rispetto ad accertamenti diagnostici attraverso le disposizioni anticipate di trattamento.
Le DAT devono essere redatte per atto pubblico o scrittura privata autenticata ovvero per scrittura privata consegnata personalmente dal disponente presso le strutture sanitarie o presso l’ufficio di stato civile del comune di residenza del disponente. Tale ufficio provvederà, poi, all’annotazione in apposito registro, ove istituito. Le disposizioni anticipate di trattamento sono esenti dall’obbligo di registrazione, dall’imposta di bollo e da qualsiasi altro tributo, imposta, diritto e tassa. Qualora le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, le DAT possono essere espresse anche attraverso videoregistrazioni o dispositivi che consentano alla persona con disabilità di comunicare.
Con le medesime forme è possibile rinnovare, modificare e revocare le DAT in ogni momento: se per ragioni di emergenza ciò non fosse possibile si può procedere alla revoca con dichiarazione verbale raccolta o videoregistrata da un medico assistito da due testimoni.
Il medico è tenuto a rispettare le dichiarazioni anticipate di trattamento che possono essere disattese, in tutto o in parte, solo qualora appaiano palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica del paziente ovvero sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione capaci di offrire concrete possibilità di migliorare la qualità di vita del disponente.

Fiduciario. Il disponente può anche indicare una persona di fiducia che faccia le proprie veci nelle relazioni con il medico e le strutture sanitarie.
La nomina del fiduciario, maggiorenne e capace di intendere e di volere, avviene tramite sottoscrizione da parte dello stesso delle DAT o con atto successivo ad esse allegato. L’eventuale rinuncia alla nomina deve avvenire con atto scritto comunicato al disponente il quale può anche revocare l’incarico al fiduciario in qualsiasi momento, senza obbligo di motivazione.
Qualora le DAT non contengano l’indicazione del fiduciario o questi sia deceduto, divenuto incapace o vi abbia rinunciato, restano valide le disposizioni in esse contenute e, in caso di necessità, il Giudice tutelare provvederà alla nomina di un amministratore di sostegno.


A Tanexpo noi ci siamo, e tu?

Ti aspettiamo, il 5, 6 e 7 aprile a Tanexpo allo stand di Federcofit: tre giorni di incontri, la possibilità di discutere i tuoi problemi con la tua Federazione, di conoscere le nostre proposte e dare il tuo contributo.

Inoltre quest’anno i soci di Basilicata, Abruzzo, Toscana, Lombardia e Veneto ti invitano a un’iniziativa speciale: gli “aperitivi regionali”, offerti dai nostri soci, un’occasione per parlare di noi in una maniera più conviviale.

Ti aspettiamo, al Padiglione 22 stand C 35/37


2018: ASPETTATIVE ED IMPEGNI

Il 2017 si è chiuso senza quei risultati nazionali che alcuni si aspettavano: avevamo ragione nel pronosticare questo risultato a fronte di una incomprensibile caparbietà dei proponenti li DDL Vaccari a non accettare alcuna ipotesi di modifica quasi si avesse il risultato in tasca.

Il medesimo metodo lo si è adottato anche nella Regione Lombardia: dopo lunghi incontri, promossi da Federcofit, dopo continui sforzi per addivenire ad un’ipotesi condivisa per aggiornare le norme della Lombardia, accettando le varie e crescenti richieste presentate al Tavolo di confronto, EFI si è ritirata (evidentemente pensa di poter fare da sola) e Feniof, con la scusa della mancata unità, ha ripreso la propria autonomia di giudizio con una proposta che smentisce tutti gli accordi preesistenti. Il risultato sarà che anche nella Lombardia tutto resterà come prima e non potremo ottenere quelle modifiche che avrebbero fatto avanzare positivamente la situazione del settore.

Risulta chiaro e manifesto che proprio quelli che predicano i grandi mutamenti sono, poi, proprio colo che non vogliono cambiare nulla e mantenere le storture attualmente presenti, come e peggio del gattopardo.

L’anno appena iniziato, il 2018, si annuncia ricco di novità. A marzo andremo a votare per rinnovare il Parlamento, tanto per cominciare; andranno, poi, a maturazione anche tutti gli interventi normativi per il nostro settore avviati in questa legislatura e, ci auguriamo, si porteranno a compimento i programmi legislativi nelle regioni che ancora sono prive di una legislazione dedicata.

Anche per Federcofit l’anno che si è aperto sarà molto importante, infatti nel settembre di quest’anno si celebrerà il VII° CONGRESSO della Federazione con le conseguenti scelte organizzative (nuovo Consiglio e gruppo dirigente) e politico/sindacali.

Questo 2018 dovrà essere l’anno dell’avvio definitivo dei processi di RIFORMA DELLA FUNERARIA ITALIANA perché la nuova legislatura sia, finalmente, quella definitiva dopo quasi 20 anni che si discute di questo tema. Non è scontato ma i presupposti ci sono tutti: molti sono i temi già sviscerati ed approfonditi a sufficienza e vasta è la consapevolezza della necessità di una seria riforma.

Manca un solo elemento per avere sufficienti ciance di successo: una significativa coesione della categoria.

Non è cosa né semplice, né facile per varie ragioni: prima di tutto perché all’interno del settore consistenti sono le componenti che non vogliono cambiare ed optano per la conservazione perché incerti sul loro futuro, in secondo luogo perché, fino ad oggi, si è guardato più al “particulare” che agli interessi generali del comparto.

È necessario uno scatto nuovo e decisivo che veda la partecipazione sempre più numerosa degli operatori a difesa e sostegno delle proposte avanzate. Ed una partecipazione a sostegno della Federazione che più di tutte e con maggiore coerenza ha sostenuto sia l’istanza di una RIFORMA, sia la disponibilità a rinunciare a qualcosa di proprio per ottenere una vasta coesione ed unità dell’intero comparto.

Questo è quello che ha fatto FEDERCOFIT, più di qualsiasi altra Federazione, nel corso degli ultimi dieci anni con momenti significativi come quando dal Congresso di Roma il Presidente Bellachioma lanciò la proposta di ritrovarsi tutti nel Consiglio Nazionale della Funeraria, poi promosso, insieme a FENIOF, sotto il nostro impulso. Dopo il naufragio del Consiglio perché qualcuno pensava che volessimo sfruttare i loro danari (mai costoro hanno tirato fuori una lira) Federcofit ha riproposto il tema con il Congresso di Milano nella speranza che anche le altre organizzazioni comprendessero la necessità del confronto e della costruzione, insieme, di un’ipotesi condivisa.

Oggi si ripresenta la medesima necessità: la funeraria non è un settore forte ed influente, se, poi, è anche un settore profondamente diviso non sarà, sicuramente, facile ottenere ascolto ed impegni concreti dalla politica.

Per raggiungere una coesione degna di nota è necessario che sia premiata la Federazione che si è impegnata con maggiore coerenza al fine di smuovere nella giusta direzione anche le altre forze.

Per questo Ti chiediamo di rinnovare la Tua adesione a FEDERCOFIT, se sei già socio e, se ancora non lo sei, Ti chiediamo di aderire per rafforzare questa volontà di dare alla FUNERARIA ITALIANA quelle norme, oggi assenti, che possano rimettere ordine nel settore, premiare la capacità professionale ed il rispetto delle regole, dare prospettiva agli investimenti che tanti operatori funebri stanno facendo.

Con un piccolo sforzo economico puoi dare un grande contributo alla soluzione dei tuoi problemi ed a quelli dell’intera categoria.

Giovanni Caciolli
Segretario Nazionale Federcofit


Vogliamo corretta concorrenza equilibrio e trasparenza!

INCONTRO CON GLI OPERATORI FUNEBRI DELLA CAMPANIA

VOGLIAMO CORRETTA CONCORRENZA EQUILIBRIO E TRASPARENZA IMPRENDITORIALE TUTELA DEI DIRITTI DELLE FAMIGLIE

La Regione Campania ha comunicato di voler mantenere le Delibere della Giunta sulla funeraria nella loro conformazione originale indipendentemente da appelli o manifestazioni, ma promettendo di valutare una apertura sui problemi della minore impresa.

Per questi motivi è necessaria una tua partecipazione all’incontro APERTO A TUTTI per analizzare le concrete, e non fantasiose, possibilità di azione cercando di costruire insieme un DOVEROSO intervento.

GIOVEDÌ 18 GENNAIO ORE 17.30
PRESSO LA SALA FB CONSULTING
IN VIA SAN GIOVANNI, 29/C,
TELESE TERME (BN)

Giuseppe Ricci - Adamo Molinaro FEDERCOFIT Campania

Giovanni Caciolli Segretario Nazionale Federcofit