Giappone: partecipare al funerale senza scendere dall'automobile

 

Può sembrare una stramberia con gli occhi a mandorla, ma non è proprio così.  Come si può leggere anche in un commento su Business Insider, un’esperienza simile è stata già provata nel 2014 in Michigan, per favorire le persone con ridotte capacità motorie, ma in Giappone il trend di invecchiamento della popolazione è tale da far ritenere che questa iniziativa possa avere ancora più successo.

Nella prefettura di Nagano è stato aperto un servizio di funerali drive-thru che consentirà alle persone in lutto di rendere omaggio senza scendere dall’auto.

Il servizio è offerto dalle pompe funebri Aishoden, che si trovano nella città di Ueda.
Il presidente della compagnia Masao Ogiwara ha detto che la mossa dovrebbe contribuire ad aggiungere un po’ di comodità alla vita quotidiana delle persone. L’innovazione ha principalmente lo scopo di consentire agli anziani e ai disabili di partecipare ai funerali, ma può anche essere utilizzato in futuro da persone in ritardo.  “Sono in questo business da un po’ e ho visto quanto possa essere oneroso partecipare ai funerali per i vecchi in sedia a rotelle”, ha detto Ogiwara al Japan Times. “Il nuovo servizio permetterà a coloro che altrimenti rimarrebbero a casa di uscire e salutare amici e parenti”.

Quando un’automobile arriva, gli occupanti possono firmare un libro digitale delle condoglianze, fare un’offerta di denaro di condoglianze e un’offerta di incenso (nei normali funerali buddisti, il rituale dell’incenso viene eseguito su un altare). L’intera visita non richiede più di un minuto o due e i dolenti che sono nella sala funeraria possono assistere attraverso dei monitor alla visita di questi altre persone venute a rendere omaggio al defunto.

L’Operatore ha organizzato una visita per mostrare ai residenti il nuovo servizio e, intervistato, uno dei partecipanti (Kazuhiro Ogura, 30 anni) ha detto al Japan Times: “[È buono perché] risponde ai sentimenti delle persone che hanno rinunciato a partecipare ai funerali. Penso che il capo del lutto sarebbe anche contento del fatto che siano venuti al funerale [anche se non sono usciti dalla loro macchina]”.

 

Leggi qui l'articolo su Business Insider

Leggi qui l'articolo su Japan Times


Rischio biologico: approvate le linee guida per la prevenzione

Sono state recentemente attualizzate e approvate le nuove linee guida che definiscono e portano finalmente ad un ruolo di primaria importanza e di altrettanta consapevole pericolosità anche la figura degli operatori di pompe funebri.

Nel documento allegato, oltre che una dettagliata definizione dei sistemi di protezione da dover necessariamente adottare, viene specificato l'elenco dei rischi biologici ai quali tutti gli addetti del settore (medici, infermieri,operatori dell'obitorio, operatori pompe funebri, forze dell'ordine) vengono potenzialmente sottoposti nel loro quotidiano svolgimento delle regolari mansioni.

TORNA FINALMENTE UN CONCETTO DA NOI SEMPRE SOSTENUTO cioè che il settore delle pompe funebri necessita una maggior formazione e sensibilità soprattutto per coloro i quali hanno deciso di implementare la propria attività attraverso la gestione di una CASA FUNERARIA.

La preparazione e la vestizione di una salma non è più un banale momento in cui affidare il compito all'infermiere amico "fuori dagli orari di lavoro" o incaricando semplicemente un proprio addetto mandandolo allo sbaraglio senza nozioni, protezioni o VACCINAZIONI!!!

Le operazioni e la toelettatura della salme non dovrebbero essere effettuate in fretta e furia di notte con un occhio aperto ed uno chiuso ed essere viste come banali operazioni di routine utili a mettere un piede dentro la casa della famiglia allo scopo di assicurarsi il servizio.

Ci auguriamo che sia la preparazione ad un futuro cambiamento e cioè all'inserimento di una categoria di professionisti preparati e consapevoli della propria attività ed in grado di far crescere la tanto sospirata ed agognata serietà e spessore qualitativo dei servizi funebri per gli operatori italiani.

scarica QUI le linee guida sulla prevenzione del rischio biologico

 


Campania: un comunicato del segretario di Federcofit

CAMPANIA: IMPORTANTI PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA PER LA FUNERARIA

LACUNE MOLTO SIGNIFICATIVE VENGONO RISOLTE-PERMANGONO APERTI IMPORTANTI PROBLEMI

Alla fine del mese di Novembre, il 27 novembre per l’esattezza, la Giunta Regionale della Campania ha deliberato tre importanti provvedimenti in applicazione della legge regionale sulle funeraria varata nel lontano 2013, la Legge Regionale n. 7 del 2013 che integrava la Legge Regionale n. 12 del 2001.

Le Delibere in questione sono la n. 731, “Linee di programma per il rilascio dell’abilitazione all’esercizio delle attività funebri e per il relativo svolgimento”, la n.732, “Istituzione del registro regionale degli esercenti l’attività funebre e degli operatori funebri” e la n. 733, “Approvazione dei requisiti strutturali e disposizioni per la realizzazione e la gestione delle case funerarie e delle sale del commiato”. Per ogni documentazione il testo delle Deliberazioni può essere ricavato dal sito della Federazione www.federcofit.eu nella sezione “legislazione- regioni”.

Dopo il circostanziato parere dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che tanto ha fatto discutere qualche anno addietro, pensavamo di trovare qualche risposta alle argomentazioni del parere in questione…, niente di tutto questo, le Deliberazioni si pongono l’obiettivo di definire i criteri e le modalità di applicazione delle norme, così come sono ed indipendentemente dai problemi che nel corso di questi anni sono stati sollevati.

Cercheremo di avanzare una prima analisi senza farci condizionare né dai detrattori, l’ANIFA per fare un nome, né dagli acritici osannatori, Sefit, o per essere più precisi, Euroact, ed EFI, per fare altri esempi.

Deliberazione n. 733: finalmente, anche in Campania, gli operatori funebri possono realizzare e gestire le strutture, case funebri, che rappresentano il vero futuro del settore. Si tratta di un atto molto positivo per la crescita della funeraria campana che dimostra la sensibilità della Regione ai problemi della categoria.

Deliberazione n. 732: l’istituzione del Registro delle attività funebri, degli addetti impegnati nel comparto e delle aggregazioni di imprese rappresenta un utilissimo strumento per dare al settore quella trasparenza necessaria ad un serio contrasto alle irregolarità, all’opacità ed al malaffare vero e proprio. La normativa campana, molto dettagliata ed articolata e senza, almeno sembra, particolari oneri per l’Istituzione, potrà rappresentare un punto di riferimento anche per le altre regioni italiane

Qualche perplessità solleva il testo dell’art. 3, c. 5 relativo ad un attestato che dovrebbe autorizzare le singole imprese, abilitate all’esercizio dell’attività funebre beninteso, appartenenti all’aggregazione specifica, ad impiegare nello svolgimento dei singoli servizi (evidentemente il trasporto funebre) personale “dipendente dell’aggregazione o delle imprese aggregate”. Secondo la maggioranza degli uffici del lavoro e degli ispettorati del lavoro italiani si incorrerebbe nella “prestazione abusiva di mano d’opera” con la sola eccezione per le attività della “rete di impresa” che, con esplicita disposizione del ministero del lavoro prevede l’istituto della codatorialità, attraverso la modalità del “distacco” ma che presenta, insieme alle opportunità, anche notevoli complicazioni che rendono non facilmente applicabile questo strumento. Stante il fatto che la regione non può disporre linee guida interpretative per gli organi di controllo sui rapporti di lavoro, il rischio evidente è di incappare nei rigori della legge anche rispettando la direttiva della Regione.

Deliberazione n. 731: il tentativo della Giunta di dare omogeneità interpretativa delle norme relative all’attività funebre da più parti contestate e senza offrire alcuna risposta alle osservazioni di una importante Autorità dello Stato Italiano, l’Autorità della Concorrenza e del Mercato, presenta, oggettivamente, elementi di evidente criticità, pur apprezzando il tentativo di dare coerenza ad un impianto normativo oggettivamente problematico come dimostra la scarsa applicazione registrata in questi anni di vigenza anche da parte dei Comuni.

Senza soffermarsi su una scelta politica, unica in tutte le Regioni italiane, a suo tempo fatta, che oggi, seguendo il livello ed il costume esasperato del confronto politico tra i partiti, non si esiterebbe a definire di “macelleria sociale”, perché mette in seria discussione la permanenza sul mercato della maggioranza delle imprese funebri campane, al di là di mirabolanti risultati vantati da qualcuno,cerchiamo di entrare nel merito dell’articolato normativo.

  1. Si esplicita (art 1, c. 2) che il comune non rilascia un’autorizzazione comprensiva delle varie funzioni, ma rilascia un “titolo abilitativo”, per di più con validità annuale e non continuativa come ogni autorizzazione amministrativa, che non sopprime o sostituisce le specifiche autorizzazioni amministrative relative al commercio ed al disbrigo delle pratiche. Infatti, se non abbiamo letto male, ancorché nel comma 6 si sottolinei che la vendita di articoli funebri ed il disbrigo delle pratiche debba essere svolto unitamente al trasporto, non vi è menzione, né all’art,1 né all’art.2 che l’abilitazione sostituisce la singola SCIA e le autorizzazioni conseguenti. Non solo, nell’art. 3 (apertura di filiali) si ripete la medesima impostazione con la richiesta della presentazione delle due SCIA anche per la sede secondaria.I problemi che si pongono sono evidenti: se, come sembra ed al di là di ogni possibile “titolo abilitativo”, permane la singola SCIA o autorizzazione allo svolgimento delle conseguenti attività a queste riferite, avremo, di fatto, una frammentazione delle attività del settore senza poter effettuare alcun controllo sul sistema nel suo complesso stante il fatto che queste specifiche attività sono regolate da norme nazionali (liberalizzazione del commercio) che la Regione non può assolutamente modificare. E, conseguente a questo primo problema, si deve porre la questione di quale valore cogente possa avere la limitazione posta dalla regione alle singole attività contemplate all’interno del “titolo abilitativo”. Non è un caso che una simile interpretazione è stata data per lunghi anni da numerose amministrazioni comunali con la conseguente sostanziale inosservanza delle disposizioni regionali.
  2. L’art. 3, c. 4, sembra una sorta di “vendetta” contro quegli operatori che abbiano osato strutturare la loro azienda in modo più complesso ed accrescere la loro realtà imprenditoriale: come si può pensare, infatti, che l’autorimessa o il magazzino rappresentino una “filiale” che necessiti, conseguentemente, la presenza, quindi l’assunzione di ben due addetti con la qualifica di addetti alla trattazione degli affari? Pensavamo che la crescita di aziende più strutturate e solide fosse un vantaggio per il settore e non dei fenomeni “eversivi” da frenare e penalizzare con costi incomprensibili ed assolutamente illogici ed immotivati.
  3. E’ comprensibile il divieto relativo alle pubblicità nel settore di cui all’art. 4. Dubitiamo, purtroppo, sulla sua efficacia stante la diffusione e l’efficacia di forme pubblicitarie sempre più diffuse su canali informatici incontrollabili e, soprattutto, assolutamente liberi. Crediamo che la strada sia quella di inasprire le pene per le pubblicità ingannevoli sempre più diffuse nel settore.Fin qui le considerazioni sulle recenti Deliberazioni della Giunta Regionale Campana ed è doveroso ringraziare il Presidente De Luca e la Giunta nel suo complesso per l’attenzione che ha dedicato alle questioni del settore dopo troppi anni di trascuratezza assoluta.

    Le Deliberazioni non risolvono l’annoso problema delle minori imprese che, lo si voglia o no, rappresentano la maggioranza delle strutture aziendali della Campania. Se non intervengono adeguati correttivi e si manterrà l’obbligo di garantire i requisiti aziendali come formulati dalla legge e confermati dalla Deliberazione assisteremo ad una vera “macelleria sociale” che non sta nelle intenzioni della Giunta ma che rappresenterà l’effetto di questo provvedimento con la sicura aggravante delle difficoltà di molti comuni ad affrontare l’espulsione dal mercato di un consistente numero di imprese funebri.

    Il tema non è nuovo come ha dimostrato anche la recente modifica delle norme regionali varata dalla Regione Friuli e, crediamo, deve essere affrontato anche dalla Campania.

    Federcofit da tempo ha elaborato un’ipotesi, quella dell’avvalimento di alcuni requisiti con proporzionalità specifiche che ha trovato spazio in varie normative regionali, l’ultima quella della Basilicata, teso a mettere sotto controllo l’intero sistema senza differenziare diritti e doveri a seconda del volume di lavoro e della dimensione delle imprese, quindi senza introdurre artificiosi ed ingiusti privilegi.

    L’ipotesi da noi elaborata non è convincente? se ne metta in campo un’altra… ma non si faccia finta che il problema non esista e non sia degno di essere affrontato con l’attenzione necessaria né da parte delle Istituzione, né delle forze politiche o di quelle sociali presenti nella Regione: fare come lo struzzo e nascondere la testa sotto la sabbia non serve a nessuno.

GIOVANNI CACIOLLI

Segretario nazionale Federcofit


Ottavo meeting della Funeraria: un successo!

Quando si preannuncia un Successo:

FEDERCOFIT E ANUSCA un binomio vincente !!!

Si è svolto un partecipatissimo e vivace MEETING sulla funeraria a Pescara l'1 e 2 Dicembre.

Per l'ottava ricorrenza di questo evento hanno presenziato allo show room numerosi sponsor quali:

  • ANNUNCI FUNEBRI
  • CEABIS
  • COFEMA
  • ELLEPI PRINTERS
  • EM URNE
  • FERRARI COFANI
  • GIESSE RISARCIMENTO DANNI
  • LA VENETA
  • RENOVA
  • RIELLO
  • ROTA STYLE
  • ROYAL PLATE
  • SPAGNOLETTI
  • SUD COFANI
  • TECNICA PRESS
  • TOSCA
  • VECOTRANS
  • VEZZANI
  • WIND CARS

ai quali va il nostro più sentito ringraziamento, nella speranza che la visibile partecipazione dei presenti attorno alle loro esposizioni abbia soddisfatto tutti.

È stata una bellissima e utile riunione e una ancor migliore festa che ha visto la partecipazione ad una cena di più di 100 persone le quali si sono tutte unite a noi per festeggiare l'avvenimento patrocinato dal direttivo Federcofit Abruzzo e da quello Nazionale.

Un abbraccio personale va a Paolo Di Berardino che con sua grande devozione e "pazienza" con il sottoscritto è stato un ottimo ospite ed eccellente coordinatore sul campo.

Noi di Federcofit ne usciamo sicuramente più forti e con una base rappresentativa più allargata, ma sopratutto con un grande stimolo ad andare sempre più avanti e sempre più in profondità per la risoluzione dei problemi che tuttora "strisciano" nello splendido territorio abruzzese.

Ribadiamo a gran voce il ringraziamento al Presidente Emidio De Florentiis ed al vice Pierpaolo Di Rocco e speriamo che la profezia lanciata a fine cena "che quella torta possa andare di traverso ai nostri detrattori" si possa finalmente avverare.

JR


Revisione della LR 33 Lombardia: considerazioni dopo l'audizione presso la III Commissione Sanità

A seguito dell’incontro intercorso in data Mercoledì 8 novembre in qualità di Federazione Nazionale ci sentiamo in dovere di sottoporre un breve e coinciso esame in merito alle presentazioni sottoposte da parte di tutte le altre realtà rappresentative del settore funerario.

A nostra sorpresa constatiamo che tutte le modifiche richieste non divergono completamente da un assetto base prospettato da Federcofit, seppur è importante porre l’attenzione su due aspetti che costituirebbero una seria e grave futura problematica per il tessuto imprenditoriale funebre lombardo.

1- Il nodo del problema permea intorno all’Art. 74 che tratta dell’attività funebre e dei requisiti che deve possedere per esistere.
La proposta che abbiamo avanzato segue l’evoluzione del percorso sviluppato dalla Regione e segna un decisivo passo avanti nel determinare parità di condizioni operative tra le varie tipologie di imprese a tutela delle condizioni di corretta concorrenza; la necessità di porre fine al tentativo di accedere a questa professione per scommessa e non per una ragionata scelta impegnativa da tutti i punti di vista, compresi quelli economici, con un progressivo dettaglio dei requisiti organizzativi necessari per centri servizio e consorzi; la necessità di garantire puntuali ed efficaci controlli su un servizio, quello funebre, particolare per la condizione psicologica dell’utenza.
Ci sembra l’unica strada percorribile.
Non appaiono convincenti e percorribili le proposte avanzate sia da EFI (avvalimento dei requisiti strutturali ed organizzativi solo nei comuni con meno di 15000 abitanti), sia da Feniof (totale esclusione della possibilità di avvalimento per tali requisiti) vuoi per aspetti di dubbia costituzionalità, sia per un costo sociale insopportabile oltre che per una incomprensibile variazione radicale delle regole in corso d’opera.

Certo rimane fondamentale la definizione delle necessarie procedure di controllo per dare certezze all’intero sistema: senza di queste ogni evoluzione della normativa si troverebbe inefficace.
2- L’autorizzazione. Tutte le Federazioni/associazioni sono concordi nel voler sostenere il metodo autorizzatorio e di non ricadere nel semplicistico meccanismo della SCIA in quanto genererebbe l’impossibilità del controllo dell’esistenza e perduranza dei requisiti necessari da possedere per non prospettare alle famiglie finali un ulteriore decadimento verticale di quelle che sono le caratteristiche di professionalizzazione e serietà in questo delicato ma già compromesso settore.
Inoltre il rilascio dell’autorizzazione garantisce una attenzione del tutto particolare e maggiormente consona ad una attività che comporti chiari connotati di servizio pubblico e, soprattutto, di natura igienico sanitaria.

IN CONCLUSIONE:
Ci sembra che in linea di massima non ci siano problematiche inaffrontabili o insormontabili in termini di paragone ed affiancamento in merito al resto dell’articolato in generale.


Crematorio e cimiteri di Brescia

Nell’anno 2004, quando aprì il tempio crematorio di Sant’Eufemia, le cremazioni furono circa 300 (pari al 4% dei defunti di quell’anno), e dodici anni dopo cioè nel 2016 sono state 4.400 e nel 2017 non ancora concluso la percentuale ha superato il 60%.
Si tratta di un rilevante mutamento culturale che, insieme a una previsione demografica sul tasso di mortalità di circa 45-50mila decessi nel ventennio compreso tra il 2015 e il 2035, ha indotto
l’Amministrazione a rivedere il Piano regolatore cimiteriale risalente al 2003, un anno prima dell’apertura del tempio di Sant’Eufemia.
La Commissione Lavori pubblici, ha votato a larga maggioranza per far arrivare il testo in Consiglio comunale mercoledì 29 novembre.
Tra le principali misure previste dal Piano, di durata trentennale, c’è il raddoppiamento delle linee del tempio crematorio bresciano (l’unico in provincia). L’obiettivo è quello di portare da due a
quattro gli impianti operativi per la cremazione, con un investimento a carico del concessionario del servizio (la società Ser.Cim srl) stimabile tra i 2,3 e i 2,5 milioni di euro: 1,5 milioni
serviranno per l’attivazione degli impianti, la restante quota per tutte le opere annesse che sorgeranno negli adiacenti spazi del cimitero di Sant’Eufemia.
Ma le previsioni sul tasso di mortalità hanno fatto sì che il Comune pianificasse un ulteriore intervento. Per rispondere adeguatamente alle future esigenze, al vaglio del Consiglio giungerà
anche la proposta di ampliamento di quattro degli undici cimiteri comunali (Stocchetta, Mompiano, San Bartolomeo e San Francesco di Paola), per un totale di circa 63mila nuovi posti.

 

 

 

immagine: DonauDanube


ottavo meeting della funeraria: il video

https://www.facebook.com/federcofit/videos/885505464951288/


Liguria un sospiro di sollievo "per ora"

Dopo i nostri incalzanti interventi in Regione Liguria per "sventare" la seria eventualità di arrivo di Croci, Onlus , Misericordie e compagnia cantando che volevano insediarsi ed esercitare la professione di imprese funebri senza esserlo di fatto, abbiamo finalmente ottenuto un parere in linea che fa prendere un profondo sospiro di sollievo a tutti i nostri associati di ponente.

Sostanzialmente interpreta quella zona grigia della Legge Regionale Liguria in cui viene definita la tipologia di impresa che può esercitare come attività funebre.

Quindi: NO ONLUS o VOLONTARIATO ed è assolutamente giusto così.

Giochiamo tutti ad armi pari senza scorciatoie fiscali, personale non pagato o distorsioni e ingerenze sul mercato.

Ora avanti tutta per mettere le mani su questo colabrodo di articolato normativo che lascia perplessi e spaventati.

E' inconcepibile che in una Regione così epicentrica ed importante come la Liguria ci sia per il nostro settore una normativa di riferimento inutile e vecchia che lascia il territorio in balia di furbetti o conquistatori senza scrupoli.

Richiamiamo l'attenzione a ponente, levante e Genova affinchè comincino al più presto i lavori per poter garantire una continuità professionale e serena e tutti gli impresari lasciando risplendere il sole ligure anche alle future generazioni di impresari funebri.

Nostro riferimento sul territorio : Liliana Allaria 348 3192819

 

leggi la risposta del Commissario Straordinario dell'A.Li.Sa facendo clic su questo link

 


Cremazione e pacemaker: ora possibile nei crematori Altair

Il gruppo Altair, che gestisce i Templi Crematori di Acqui Terme (AL), Brescia, Civitavecchia (RM), Cervignano del Friuli (UD), Domodossola (VB), Modena, Olbia, Parma, Piacenza, Rimini, Serravalle Scrivia (AL) e Trecate (NO), ha comunicato una importante novità: dal 16 novembre scorso accetta le salme portatrici di dispositivi elettromedicali alimentati a batterie elettrolitiche (pacemaker) in tutti i suoi impianti.

Per qualsiasi chiarimento è possibile contattare direttamente il gruppo Altair.


Qualche riflessione sul convegno in Abruzzo

CARONTE

Il convegno che si è svolto a Pescara, per la precisione a Montesilvano presso l’Hotel Miramare, è stato, senza tema di smentita, un successo sia per la partecipazione, sia per il clima franco e aperto in cui si è svolto.

Abbiamo anche respirato, se la nostra sensibilità non ci ha ingannato, una sostanziale soddisfazione anche da parte dei produttori che hanno esposto e che ci seguono nelle iniziative che Federcofit Abruzzo organizza. Questa soddisfazione è uno dei più importanti segnali cui prestiamo grande attenzione, anche perché, lo diciamo senza infingimenti, il contributo degli espositori ci permette di continuare negli impegni che la Federazione ha intrapreso da quasi 20 anni sui problemi del settore e delle imprese funebri.

Abbiamo ripreso proficui rapporti con tanti amici che avevamo perso di vista a dimostrazione che la ruota gira e le incomprensioni che ci possono avere allontanato hanno trovato, perché esenti da ogni malanimo, un naturale superamento rinsaldando i rapporti.

Con l’iniziativa dell’Hotel Miramare la Federazione ha, inoltre, consolidato il rapporto con un soggetto molto importante per il settore, l’ANUSCA, l’organizzazione, cioè, più rappresentativa degli Ufficiali di Stato Civile, con la quale da sempre gli amici abruzzesi hanno coltivato una solida amicizia e collaborazione particolarmente utile per la soluzione ragionata e ragionevole degli innumerevoli problemi quotidiani.

La franchezza e la cordialità dei rapporti si è, poi, misurata in una cena che ha superato, per piacevolezza anche quella del primo importante convegno celebrato oltre dieci anni addietro: 120 persone, una sorta di sfida canora che ha visto misurarsi operatori funebri, Ufficiali di stato civile, qualche produttore nel rievocare motivi canori noti ed impegnativi.

Tutto alla luce del sole senza la necessità che i soliti “ignoti”, per la verità ben noti a tutti, dovessero ricorrere a guardare dal “buco della serratura” per scoprire le presunte magagne di questo indubitabile successo. Senza incaricare B. di partecipare per “fare la spia” il caro F. avrebbe potuto venire, vedere e rendersi conto di persona di cosa si parlava per poter, poi, riferire, e non per sentito dire, al carissimo C…

Certo, al di là dei rapporti personali che non competono, e mai debbono competere, alle organizzazioni, Federcofit, e non solo quella abruzzese, affronterà con la determinazione che le è propria i vari temi che interessano al settore, compresi i cosiddetti servizi low cost che tanto danno provocano all’intero comparto, indipendentemente da chi adotta queste pratiche. Lo faremo con la professionalità che ci contraddistingue e con la serietà necessaria.

Intanto un grande GRAZIE ai dirigenti abruzzesi che anche in questa occasione hanno dimostrato, come sempre, capacità, dedizione e grande attaccamento alla nostra organizzazione.

CARONTE