Funeraria a Milano: Federcofit scrive all'Assessore Roberta Cocco
VITA DELLA FEDERAZIONE
MILANO: nel mentre si discute tra le Federazioni sulla riforma o, per meglio dire, sull’aggiornamento delle norme regionali, dopo quasi 15 anni dalla loro approvazione Federcofit si ripropone anche i temi della Funeraria a Milano.
Si sta concludendo un altro anno, dopo la formazione della Giunta Sala, senza che per il nostro settore si avvertano mutamenti degni di attenzione nonostante i tanti e seri problemi. Il 2017 non si deve chiudere senza che si pongano all’o.d.g. le soluzioni, o le prospettive di soluzione, ai numerosi problemi sia del settore funebre, sia di quello cimiteriale.
Dopo un primo incontro con l’Assessore Roberta Cocco abbiamo riaperto questo capitolo con una esplicita richiesta di incontro, che riportiamo.
Vogliamo non solo riprendere i temi dei cosiddetti “servizi calmierati” ma anche tutti i temi cimiteriali per fare almeno qualche passo avanti.
Agli operatori chiediamo, però, di non essere soggetti passivi o cavalieri solitari; così facendo non si risolve alcun problema; al massimo ci si può illudere di risolvere i problemi della propria bottega, che nella realtà saranno trascinati dalle sorti generali. Fate sentire la vostra voce, anche verso le organizzazioni del settore!! Solo una categoria unita e “compatta” può pensare di ottenere qualche risultato!
Vuole essere un augurio ed una speranza.
Questa è la lettera che abbiamo spedito all'Assessore Cocco:
Gent.ma Assessore ,
ci eravamo lasciati a Febbraio dopo il positivo e produttivo incontro con l’intenzione di attendere un periodo nel quale si sarebbe dovuta “assestare” la situazione negli uffici competenza funebri e cimiteriali e con la condivisa intenzione di instaurare un rapporto continuativo tra la Federazione ed il Comune in merito alle possibili decisioni da intraprendere nel settore di pertinenza.
In quella occasione l’obiettivo era di fare il punto della situazione relativa agli accreditamenti, presso il Comune di Milano, delle imprese aderenti alla Convenzione relativa ai servizi funebri calmierati e di condividere possibili soluzioni in merito alla problematica situazione di carenza documentale per l’adesione alla convenzione stessa lamentata, in quell’occasione, dall’Ing. Vigani stesso.
Allo stato attuale delle cose, supponiamo che la segreteria del Comune abbia raggiunto una completezza documentale che possa essere, previo la presente richiesta, consultabile da Federcofit.
Quindi, con la presente, la scrivente Feder.Co.F.It (Federazione del Comparto Funerario Italiano) richiede i dati inerenti alla situazione attuale tra le aziende funebri in convenzione ed il Comune di Milano per il servizio dei funerali denominati calmierati.
Vorremmo, ovviamente, Gent. Assessore, riprendere il confronto, allora avviato, sulle tematiche del settore, a partire dai servizi calmierati, nel tentativo di riprendere il tradizionale rapporto collaborativo ed individuare soluzioni più idonee ai vari problemi sul tappeto relativi al settore funebre e cimiteriale.
Sicuri di un riscontro e di completa collaborazione, attendiamo un appuntamento e nel frattempo cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti.
Federcofit
Il Presidente Nazionale
Cristian Vergani
Incompatibilità: importante pronunciamento della Regione Abruzzo
Da molto tempo si discute nella Regione Abruzzo in merito all’interpretazione dei vincoli di incompatibilità tra attività funebri ed attività adiacenti quali la gestione delle Camere Mortuarie o la Gestione dei Cimiteri.
La discussione su questi temi ha avuto anche momenti particolarmente vivaci stante interpretazioni e scelte delle strutture sanitarie non condivise e basate su una interpretazione “singolare” della formulazione dell’art. 35, comma 3, lett. c) che, creando una sorta di separazione tra attività funebri ed attività di trasporto funebre, avrebbe autorizzato l’esclusione delle ultime dal rispetto delle norme sulla incompatibilità.
A fronte di un formale quesito della Federcofit, la Regione risponde formalizzando l’interpretazione della Regione nel merito e cioè che “… si ritiene che tale incompatibilità debba applicarsi anche al suddetto servizio di trasporto, il quale, in base a quanto indicato dal citato art. 35, comma 1, lett. c) è una delle prestazioni ricompresa nella più ampia nozione di attività funebre”.
Il testo del parere è riportato per opportuna documentazione.
Ci auguriamo che il parere in questione venga recepito tempestivamente anche dalle strutture sanitarie e dalle Istituzioni al fine di far cessare le polemiche sgradevoli e si riconduca anche questi aspetti al rispetto delle norme e della corretta concorrenza tra gli operatori del settore.
Facendo clic su questo collegamento, è possibile leggere la Nota del Dipartimento per la salute e il welfare a firma della d.ssa S. Melena.
il Cardinale Scola approva il nuovo Direttorio sulle esequie
Tra i più importanti ambiti della vita pastorale si deve certamente considerare quello della celebrazione delle esequie, rette dalle disposizioni del diritto universale e particolare e della liturgia (per la maggior parte dei fedeli dell’Arcidiocesi di Milano il Rito Ambrosiano).
Il Cardinale Scola, scrive, nel decreto del 23 giugno 2017, con cui approva il nuovo direttorio:
Le sfide poste dalla trasformazione in atto nel mondo contemporaneo esigono ora di maturare nuove scelte che,alla luce della tradizione, sappiano guidare con prudenza l’azione pastorale, recependo anche le recenti indicazioni date in materia dalla Santa Sede e dalla Chiesa che è in Italia.Per questo motivo, dopo esserci attentamente confrontati con il Consiglio presbiterale nella sessione del 9 febbraio 2016, con l’aiuto del Consiglio Episcopale Milanese abbiamo elaborato un testo che, presentato all’Assemblea dei Decani del 16 maggio 2017,è ora pronto ad essere proposto a tutta la Chiesa ambrosiana e pertanto, con il presente atto,
approviamo
il Direttorio Diocesano per la Celebrazione delle Esequie, nel testo allegato al presente Decreto.
Il Direttorio entrerà in vigore a partire dalla Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù (23 giugno 2017) e prevale, laddove vi fossero difformità, con le precedenti disposizioni diocesane in materia, anche quelle proposte dal Sinodo diocesano 47°.
Affidiamo le presenti disposizioni al clero e ai fedeli della Chiesa ambrosiana, chiedendo ai competenti Organismi di Curia di favorirne la conoscenza e l’accoglienza. S. Ambrogio, che ha donato alla Chiesa universale pagine di straordinaria speranza davanti al mistero della morte, aiuti le nostre comunità a essere testimoni attente e credibili della gioia pasquale.
Il documento può scaricato a questo collegamento: Direttorio Esequie Rito Ambrosiano 23 giugno 2017
Italia prima in Ue per i decessi fra gli over65 per l’influenza.
La stagione influenzale appena terminata è stata molto aggressiva con gli anziani.
Negli over 65 si è avuto infatti un 15% in più di morti attribuibili all’influenza: primato in Europa. La conferma arriva dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
In particolare, nella settimana del picco epidemico si è arrivati al 42%.
Ciò perchè quest’anno è circolato anche il virus H3N2, ”che colpisce soprattutto gli anziani. Se ci fosse stata una copertura vaccinale migliore, parte di queste morti si sarebbe potuta evitare”.
Gli altri paesi in cui si è avuto un aumento di morti tra gli anziani sono Francia, Spagna e Portogallo. Complessivamente, secondo i medici sentinella dell’Iss, gli italiani colpiti da sindromi simil-influenzali sono stati 5.441.000.
Fa caldo, solo fiori di plastica
Molti comuni hanno emanato ordinanze per vietare di portare fiori freschi in cimitero dal primo giugno per i prossimi 4 mesi.
E’ vero che con il gran caldo di questo periodo si decompongono in breve tempo e, se l'acqua non viene cambiata spesso, nell’aria si sente un cattivo però forse bastava consigliare di portare meno fiori e di cambiarli più spesso.
Quindi, se si vuol continuare a portare fiori, bisogna comprare quelli di plastica.
Ovviamente la Coldiretti è contraria a questo provvedimento che colpisce il settore floro-vivaistico e i fioristi interessati si lamentano con i Comuni.
Il nuovo tempio crematorio di Firenze
Sono iniziati da un paio di mesi i lavori per la costruzione del Nuovo Tempio Crematorio di Firenze. Verranno realizzate due linee di cremazione (con la predisposizione per la terza), una grande sala cerimonie, quattro sale espositive/commiato, sale di attesa e consegna ceneri, e ovviamente depositi refrigerati, celle frigorifere per il deposito delle salme e dei resti mortali.
Si prevede anche la realizzazione di nicchie cinerarie, sepolcreti e cappelle di famiglia all’interno del Cimitero di Trespiano.
immagine del cimitero di Trespiano by Saiiko
Il cimitero nel fienile a Pezzo (frazione di Ponte di Legno)
A Pezzo, una piccola frazione di Ponte di Legno, località turistica in provincia di Brescia, è accaduto che per ampliare il cimitero, invece di abbattere un vecchio fienile che sorgeva al confine, hanno deciso di inglobarlo e quindi sfruttare i suoi muri e i suoi spazi per ricavare al loro interno i nuovi loculi. La giuria del premio di architettura «Constructive Alps» ha selezionato il progetto - tra trecento candidature esaminate - per la fase finale del concorso, a ottobre a Berna.
All’inizio, qualcuno degli abitanti probabilmente non era completamente d’accordo, pensando che un giorno si sarebbe trovato a «riposare» proprio dove un tempo veniva accatastato il fieno o nel punto in cui svernavano gli animali, ma nel giro di poco tempo ogni preoccupazione è stata superata.
A Grosseto ancora incerto l’esito della gara per il crematorio
La Ciab, Società cooperativa idrici e affini, si è aggiudicata l’affidamento in concessione mediante project financing della progettazione, della costruzione e della gestione del tempio per la cremazione per 30 anni, battendo la Rti Altair di Domodossola, l’associazione temporanea di impresa che aveva promosso la realizzazione dell’impianto. «Ora ci sono 30 giorni di tempo per l’assegnazione definitiva – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Riccardo Megale – perché la cooperativa vincitrice potrebbe anche fare un passo indietro. In quel caso però, la Altair dovrà realizzare l’impianto al costo proposto dalla vincitrice della gara». Un paio di settimane di tempo, poi si saprà quale progetto verrà realizzato a Grosseto.
L’importo complessivo stimato della concessione, compresa la progettazione, l’esecuzione dei lavori e la gestione del servizio ammonta a circa 26 milioni di euro, 23 dei quali – è la stima fatta dall’amministrazione e dalle società che hanno partecipato al project financing – sono i ricavi stimati che potranno derivare dalla gestione del servizio, che avrà appunto una durata di trent’anni dalla data della firma della concessione.
La società che prenderà in gestione l’impianto verserà al Comune ogni anno il 4% del fatturato che deriverà dalle operazioni di cremazione oltre alla percentuale che viene offerta appunto dall’aggiudicataria che ha presentato un piano economico e finanziario più vantaggioso rispetto a quello della proponente. Il progetto presentato prevede nel terreno vicino a Sterpeto che sorga il tempio della cremazione, che costerà poco più di due milioni di euro e sarà dotato di una stanza per il commiato e di un giardino per la dispersione delle ceneri. Il progetto prevede inizialmente 1 forno e un altro a seguire negli anni. Saranno realizzati anche dei colombari per raccogliere le urne cinerarie di chi sceglierà, dopo la morte, la tumulazione delle ceneri.
A Superquark i cadaveri bolliti
Lo scorso 21 giugno, Piero Angela, all'interno del suo inossidsabile programma Superquark, nella rubrica "Dietro le quinte della storia", ha parlato con il professor Alessandro Barbero di un'usanza veramente particolare... la bollitura dei cadaveri.
Se vi siete persi la puntata, niente paura: per seguire il servizio su Rai Play, fate clic su questo collegamento.
Assessore Gallera: sostenere le persone affette da malattie croniche
Tra il 2005 e il 2013 si è osservato un progressivo invecchiamento della popolazione lombarda, con aumento della prevalenza di malati cronici, specie poli-patologici, attribuibile alla riduzione della mortalità.
In Lombardia le persone affette da malattie croniche sono 3,5 milioni, pari a circa il 30% della popolazione e tra queste il numero delle persone che necessitano di assistenza sociosanitaria, soprattutto anziani ma non solo, sono stimabili complessivamente in circa 600.000 lombardi. Nei prossimi 5 anni è ragionevole attendersi un ulteriore aumento del numero dei soggetti cronici, in particolare poli-patologici.
A partire dal 2011, le risorse per la non autosufficienza hanno significativamente rallentato il proprio sviluppo, principalmente in relazione alla crisi economica. A fronte della sempre maggiore difficoltà a reperire nuove risorse, per far fronte con risposte appropriate alle modifiche demografiche ed epidemiologiche in corso, si è reso necessario un cambio di paradigma: il passaggio dall’attenzione e cura delle singole malattie alla presa in carico e cura del malato nel suo complesso, in funzione di priorità di cura condivise col malato stesso, la sua famiglia o il caregiver, nel contesto socio-culturale e abitativo in cui vive.
L’esigenza è disporre di percorsi clinici personalizzati, congruenti col livello di complessità della malattia e le caratteristiche individuali del paziente, per migliorare la qualità della vita del malato e della sua famiglia e prevenire l’insorgenza di complicanze e la disabilità.
Questi malati vanno ‘accompagnati’ secondo approcci di sanità d’iniziativa, in grado di anticipare i bisogni di salute in modo proattivo, prima che la malattia insorga o si aggravi, nonché di garantire livelli di assistenza differenziati in relazione al livello di rischio.
La popolazione anziana in condizioni di fragilità e portatrice di patologie croniche viene presa in carico con un approccio proattivo e personalizzato, attraverso un progetto individuale che, sulla base della valutazione dei bisogni, definisce le aree di intervento ed esplicita in ogni area individuata gli obiettivi perseguibili.
Per rispondere in modo sempre più appropriato ai bisogni delle persone con fragilità, i servizi sociosanitari sono stati interessati negli ultimi anni da una profonda trasformazione. A livello regionale, si è così costituita una ricca e articolata rete di servizi domiciliari, semi residenziali e residenziali con oltre 80.000 posti accreditati.
È sui temi della centralità della persona e del “prendersi cura” che si gioca la partita del futuro per la gestione della cronicità, che ha richiesto di ripensare il modello di servizio con nuove strategie d’offerta e indirizzi di programmazione specifici. In questo contesto l’integrazione tra servizi sanitari, sociosanitari e sociali e un elevato grado di flessibilità per modulare l’organizzazione parallelamente all’evolversi dei bisogni di cura, sono le chiavi principali per svolgere il ruolo di governo proprio del livello regionale.
Con l’attuazione della Legge Regionale 23 del 2015, che promuove l’integrazione operativa e gestionale tra erogatori dei servizi sanitari, sociosanitario e sociale, in particolare sul tema della cronicità, stiamo realizzando una modalità assolutamente innovativa di presa in carico del paziente cronico e fragile, anche attraverso l’utilizzo della Telemedicina, sviluppando modelli organizzativi che assicurino l’integrazione e il raccordo tra tutte le competenze professionali coinvolte, ospedaliere e territoriali, attraverso reti di cura e assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale. Abbiamo inoltre aggiornato un sistema di classificazione delle malattie croniche in categorie clinicamente significative e omogenee, cui corrisponda una modalità di presa in carico da parte di un ‘gestore’ unico e di una remunerazione omnicomprensiva delle prestazioni necessarie per la corretta gestione dell’assistito.
Con un provvedimento, che attua quanto previsto dal 'Piano nazionale della cronicità', siamo andati a definire nello specifico il ruolo del 'gestore' ovvero di chi sarà titolare della presa in carico dei pazienti cronici e o fragili e garantirà il coordinamento e l'integrazione tra i differenti livelli di cura ed i vari attori. Possono essere gestori, le strutture sanitare e sociosanitarie accreditate e a contratto con il Ssl (Sistema sanitario lombardo), le cooperative di medici di Medicina generale, il MMG singolo come co-gestore di una struttura accreditata e a contratto. Il gestore sottoscrive il patto di cura con il paziente e redige il Pai (Piano assistenziale individuale); prende in carico proattivamente il paziente, anche attraverso la prenotazione delle prestazioni; eroga le prestazioni previste dal Pai, direttamente o tramite partner di rete accreditati; monitora l'aderenza del paziente al percorso programmato".
avv. Giulio Gallera
assessore al Welfare
Regione Lombardia
Esequie, riti funebri, attenzione alle famiglie: cambio di passo della Chiesa
Mercoledì 28 giugno si è tenuto, presso l’Arcivescovado di Milano un incontro tra la Curia, rappresentata dal Vescovo ausiliario Mons. Tremolada (nella foto) e una delegazione di operatori funebri con le Federazioni Federcofit e Feniof.
È stato presentato il Decreto Arcivescovile del 23 giugno 2017 DIRETTORIO DIOCESANO PER LA CELEBRAZIONE DELLE ESEQUIE.
Il testo è consultabile facendo clic su questo collegamento.
Alla presenza anche di autorevoli esponenti del settore, dal titolare della S. Siro, Alcide Cerato, al Presidente di Feniof Renato Miazzolo, al Presidente di Federcofit Cristian Vergani ed altri ancora sono state illustrate le linee definite dall’Arcivescovado di Milano per la Celebrazione delle Esequie.
La celebrazione delle Esequie è, per la Chiesa Ambrosiana un momento di grande rilevanza sotto il profilo umano e dal punto di vista pastorale.
Il recupero della rilevanza delle Esequie da parte della Chiesa Cattolica con una rinnovata attenzione a questo momento della vita religiosa deve essere salutato con apprezzamento da parte della categoria.
Si tratta di un intervento che potrà permettere la ripresa di un percorso di valorizzazione nuova delle attenzioni dovute al cosiddetto trapasso.
Al di là dei valori squisitamente religiosi e di fede, che consideriamo molto importanti ma che non sta a noi analizzare ed approfondire; al di là anche degli aspetti strettamente connessi ad una recuperata pastorale verso le famiglie colpite da un lutto da parte della Chiesa Ambrosiana, vogliamo sottolineare che questa attenzione potrà ripristinare la centralità del rito funebre in tutti i suoi aspetti e contribuire anche ad una più corretta elaborazione del lutto.
Crediamo molto importante, e per quanto ci riguarda non risparmieremo energie, riproporre alla conoscenza degli operatori funebri i contenuti, i significati e le cadenze dei riti funebri cattolici recuperandoli nella cultura del settore: molto si è parlato e scritto nelle riviste del settore dei culti e dei riti di culture a noi più distanti per tenere il passo allo sviluppo di una società multietnica, è arrivato il momento di dedicare l’attenzione al recupero di tradizioni e di contenuti che interessano la grande maggioranza dei cittadini italiani, cioè i riti funebri del cattolicesimo italiano.
Certo la Chiesa Ambrosiana, come la Chiesa sul piano nazionale, riflette sui nuovi problemi sollevati dallo sviluppo sociale e dalle nuove tendenza come la crescita esponenziale del ricorso alla cremazione, la nascita delle case funebri o sale del commiato, con la preoccupazione che si offuschi il ruolo dei luoghi di culto propri della chiesa. Il testo recita: “… presso le sale del commiato non è consentita la celebrazione della Esequie, con o senza Eucarestia; è invece consentita la preghiera comunitaria che precede le Esequie ….”
Il Decreto Arcivescovile non trascura, ovviamente, anche gli aspetti e le pratiche introdotte dalle disposizioni su cui la Chiesa ha espresso esplicite riserve e contrarietà o disposizioni particolari.
Prima di tutto si ricorda che la celebrazione delle esequie con la presenza delle ceneri e non del cadavere deve prevedere un esplicito permesso dell’Ordinario diocesano.
Si esprime, inoltre, la netta contrarietà alla conservazione domiciliare delle ceneri e il divieto, ovviamente per la Chiesa, di procedere alla dispersione delle ceneri in natura. Di deve sottolineare, però, che si prosegue affermando, tuttavia che “L’intenzione espressa di disperdere le ceneri non comporta la negazione della celebrazione delle Esequie. Queste ultime si devono negare solo nel caso in cui il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione delle ceneri per ragioni contrarie alla fede.”
Il Decreto Arcivescovile non trascura, inoltre, la sollecitazione alla collaborazione con le Imprese di Pompe Funebri: “Risulta estremamente utile mantenere una collaborazione fattiva con le Imprese di Pompe Funebri, in modo da accordarsi sulla procedura ma anche, più in generale, sui vari aspetti legati alla celebrazione delle Esequie”.
È una collaborazione condivisa che riteniamo particolarmente utile anche nell’interesse delle famiglie che si rivolgono alle nostre prestazioni. Federcofit non farà mancare il suo apporto.
Friuli Venezia Giulia approva la modifica della legge 12 del 21 ottobre 2011 sulle “norme in materia funeraria e di polizia mortuaria”
Nella seduta del 30 maggio il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato la proposta di modifica della legge regionale che era, da tempo, in discussione presso la Commissione Sanità del medesimo Consiglio.
Le organizzazioni nazionali del settore avevano già presentato proprie osservazioni, suggerimenti e proposte, nel corso di una Audizione Consiliare in merito agli aspetti oggetto di modifica della legge.
Molte sono le proposte formulate sia da Federcofit che da Feniof rimaste inascoltate e sulle quali si dovrà riprendere uno specifico intervento.
In attesa di avere e pubblicare il testo coordinato risultante dal Consiglio Regionale anticipiamo che le modifiche più significative, per quanto attiene le attività funebri sono:
- La possibilità di dimostrare i requisiti aziendali (quelli relativi al trasporto funebre) anche tramite l’avvalimento, ad eccezione del carro funebre e dell’autorimessa;
- Si rimuove l’incompatibilità tra attività funebre ed attività marmoreo-lapidea che era stata introdotta nella proposta di modifica (Merito delle organizzazioni di categoria che si sono mosse tempestivamente: fai clic qui per leggere il testo della lettera di Federcofit contro questa norma);
- Si introduce, elemento problematico su cui gli operatori debbono riflettere attentamente, l’obbligo per le attività funebri di formulare l’offerta di una tariffa minima per i meno abbienti (il rischio è l’esaltazione delle offerte più stravaganti per acquisire nuova clientela)
Avremo occasione di ritornare su queste norme quando disporremo del testo coordinato illustrando le modifiche apportate e approfondendo le valutazioni del caso.