Come raccontare ai bambini la cremazione
Riportiamo, ripresa dal sito della Socrem Bologna, una intervista fatta al Prof. Campione, uno dei massimi esperti su questi temi,su come raccontare ai bambini la cremazione.
Come raccontare ai bambini la cremazione
Pubblicato 7 febbraio 2017
Che cosa rispondere ai bambini quando ci pongono domande sulla cremazione? Esistono delle regole da seguire? Dipende dall’età del bambino? Ne parliamo con il Prof. Francesco Campione.
Intervista di Alice Spiga, direttrice SO.CREM Bologna, al Prof. Francesco Campione, tanatologo, Presidente dell’Associazione Rivivere e autore del libro La domanda che vola – Educare i bambini alla morte e al lutto.
L’idea di questa intervista è nata un giorno di metà novembre quando, uscendo dal Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, mi è capitato di superare una famiglia che, vestita a lutto, si dirigeva verso una macchina parcheggiata.
La madre teneva per mano un bambino che avrà avuto circa 8 anni. Il padre camminava accanto a loro, guardando per terra. Nel passare loro accanto, ho sentito la madre affermare: «Che cosa ne dici? Io vado a casa con il bambino. Non mi sembra il caso di portarlo al… crematorio».
Più dell’indecisione se portare o meno il figlio al polo crematorio, il dato che maggiormente mi ha colpito è stato che la madre abbia fatto una pausa prima di dire “crematorio” e che, nel nominarlo, abbia anche abbassato il tono della voce, come se si trattasse di una brutta parola che il bambino non doveva sentire.
Non so che cosa abbia risposto il padre – io ho proseguito per la mia strada, che non coincideva con la loro – però nei giorni seguenti non ho potuto fare a meno di ripensare a quel momento, mettendomi nei panni di quella madre che aveva il timore di dire ad alta voce, davanti al figlio, la parola “crematorio”.
Aveva fatto bene ad abbassare il tono della voce? È giusto o sbagliato evitare di portare i bambini al polo crematorio? E se iniziano a porci domande sulla cremazione, cosa possiamo rispondere ai nostri figli? Dipende anche dalla loro età oppure no?
Per trovare risposta a questi dubbi, che sono certa non siano solo miei, ho deciso di contattare il Prof. Francesco Campione, che è stato così gentile da rispondere ad alcune domande sul macro-tema “Come raccontare la cremazione ai bambini”.
Naturalmente, ho raccontato anche al Prof. Campione la piccola vicenda della quale ero stata testimone, così da introdurre il tema al centro di questa intervista.
«La prima domanda che potremmo porci, nell’analizzare la scena cui lei ha casualmente assistito, – esordisce il prof. Campione – è per quale motivo la madre abbassi la voce nel nominare il crematorio. Dietro l’abbassamento del tono ci sono infatti tre tabù principali, molto diffusi nella società italiana contemporanea:
Il tabù della morte, per cui evitiamo del tutto di parlare di morte con i bambini perché siamo convinti che la morte non debba avere nulla a che fare con loro, che debbano essere preservati e tenuti all’oscuro finché non riteniamo che possano sopportare l’esistenza della morte.
Il tabù del funerale, per cui talvolta abbiamo talmente paura che la partecipazione a un funerale possa traumatizzarli che scegliamo per loro di tenerli a casa, senza coinvolgerli nella decisione se partecipare oppure no (anche perché spesso non sappiamo nemmeno come spiegargli che cosa sia un funerale).
Il tabù del destino del corpo dopo la morte. È in questo tabù che risiede la cremazione, insieme al polo crematorio e alle altre forme di trattamento del cadavere: tumulazione e sepoltura.
«Questo terzo tabù è quello più difficile da infrangere perché, anche se i genitori cercano di tenere i propri figli lontani dalla morte e dai funerali, prima o poi inevitabilmente ne verranno in contatto e i genitori saranno costretti a rispondere alle loro domande, infrangendo il tabù.
«La cremazione e il polo crematorio risiedono invece in una zona d’ombra ancora più fitta: il cadavere non si vede, le ceneri potrebbero anche non destare alcuna curiosità, quindi sarà molto più difficile che il bambino ponga delle domande, e i genitori potrebbero anche non parlare mai con i loro figli del destino del corpo dopo la morte.»
E se il bambino dovesse cominciare, per un motivo o per un altro, a porre delle domande sulla cremazione? Che cosa dovrebbe rispondere un genitore?
«Le risposte sulla cremazione dipendono da un primo fattore fondamentale: l’età del bambino. Secondo le tappe evolutive del concetto di morte (1) che la ricerca psicologica ha individuato allo stato attuale, i bambini:
Fino ai 3 anni sono convinti che la morte sia un evento reversibile e non universale del quale tende a non comprenderne le cause.
Tra i 4 e i 6 anni comprendono che la morte è irreversibile e universale, ma la causa può essere anche non naturale o biologica (ad esempio una magia o una volontà cattiva).
Tra i 6 e i 9 anni comprendono che la morte è una cessazione irreversibile delle funzioni vitali, che avviene per ragioni biologiche, che è universale e che riguarda anche loro.
«Sarebbe quindi meglio evitare di spiegare che cos’è realmente la cremazione a un bambino di tre anni. Allo stesso tempo però, visto che è convinto che la morte sia un evento reversibile, si potrebbe raccontare che il corpo con la cremazione diventa fumo, che diventa solido e si ricompone in aria.
«In questo modo, tra l’altro, si offrirebbe una risposta in linea con il pensiero magico che, per un bambino della sua età, circonda completamente il concetto della morte.»
E quando il bambino ha tra i 4 e i 6 anni? Come si potrebbe raccontare la cremazione?
«In questa fase il bambino sa che la morte è un processo irreversibile, che dalla morte non si torna, però crede ancora che possa essere il risultato di forme magiche e maligne. Qui il terreno è fertile per raccontare la cremazione, sempre però in termini magico/fiabeschi. Ad esempio si potrebbe dire che il fuoco serve a scacciare gli spiriti maligni e a purificare il corpo morto.
«Quando, infine (tra i 6 e i 9 anni), il bambino sa che la morte è un’interruzione delle funzioni vitali, che il corpo diventa un cadavere destinato a decomporsi e a tornare ai suoi elementi base, allora sì, gli si può spiegare che la cremazione serve a bruciare il corpo, accelerando questo processo naturale.»
Da una certa età in avanti, ritiene quindi che i bambini dovrebbero essere educati anche al destino del corpo dopo la morte?
«Qualsiasi cosa si decida di dire ai propri figli (che il corpo muore e si decompone o che un giorno ci sarà una resurrezione), è importante che, da una certa età in poi, sappiano che il cadavere può essere sepolto, tumulato oppure cremato. Ritengo infatti che, per essere un buon cittadino, non sia sufficiente l’educazione civica.
«Molti pregiudizi sociali nascono perché l’educazione ricevuta in famiglia è univoca, spesso per insicurezza dei genitori o per paura che, se i bambini sentono opinioni diverse, possano esserne “corrotti”, finendo per intraprendere strade diverse. Bisognerebbe invece dire prima i fatti e poi quello che si pensa.
«Ad esempio: “In Italia si può scegliere se essere sepolti, inumati o cremati. Io penso sia meglio questo, per questo e questo motivo, ma tu potrai scegliere quello che preferisci, perché il corpo è tuo”. In questo modo porteremo i nostri figli a scegliere consapevolmente della loro morte come scelgono consapevolmente della loro vita».
Per quanto riguarda, infine, le istituzioni? Le scuole, ad esempio, ritiene sarebbe utile coinvolgerle per portare i bambini in visita al cimitero o al Polo Crematorio?
«Non credo che il nostro Paese sia maturo per iniziative di questo genere perché, nel nostro contesto culturale, ci sono i genitori che vogliono che i figli sappiano tutto sulla morte, difendendo il loro “diritto alla verità” anche su questo tema, e quelli che invece vogliono tenerli all’oscuro, inventando “favole” che possano rassicurare i bambini, “preservandoli” dalla verità traumatizzante della morte.
«Ora, premesso che, a mio avviso, nella società odierna né le favole né il realismo dei fatti possono funzionare se si propongono separatamente, in questo contesto mi preme sottolineare che, se una scuola volesse organizzare una visita a un cimitero, immediatamente si formerebbero due fazioni: i genitori contrari perché convinti che questo traumatizzerebbe i loro bambini, e quelli che si lamenterebbero perché di visite come queste bisognerebbe proporne molte di più, finendo per bloccare ogni iniziativa».
…
Note
(1) Francesco Campione, La Domanda che vola – Educare i bambini alla morte e al lutto, ed. Dehoniane, Bologna, 2012, pagg. 26-27
Con la riproduzione di questa intervista, Hermes vuole avviare anche un’informazione sulla ricerca su i temi del lutto e della morte e fornire spunti bibliografici utili agli operatori per accrescere la propria professionalità
ROMA: AMA S.p.A. sospende l’esecuzione dei servizi funebri di sua competenza: la responsabilità è tutta di AMA S.p.A. non di chi ne ha contestato le scelte
Gli organi di informazione danno notizia che AMA Spa ha sospeso l’esecuzione dei servizi funebri di sua competenza, svolti, si sottolinea, ad una tariffa considerata “calmierata”. L’informazione è stata ripresa anche da TG 24 FUNERAL, che ha riportato l’articolo apparso su “IL NUOVO CORRIERE” Online news.
I nostri lettori già conoscono, perché riportata da HERMES, la nota che Federcofit ha inviato ad AMA S.p.A. ed alla Sindaca del Comune di Roma dove abbiamo sottolineato i limiti ed i rischi insiti nell’adozione degli appalti al massimo ribasso per la gestione di questi servizi. Avevamo sottolineato, tra gli altri, anche i problemi relativi alle documentazioni necessarie ed alla verifica dei requisiti previsti dall’appalto, Siamo stati facili profeti conoscendo, come si dice, i nostri polli.
In quella nota avevamo proposto alla Sindaca e ad AMA S.p.A. un incontro per poter valutare anche altre proposte rispetto al facile ricorso all’appalto al massimo ribasso. Non siamo stati ascoltati e questo è il risultato: i cittadini non possono usufruire di questo particolare servizio sicuramente utile per le famiglie meno abbienti della città di Roma.
L’informazione trasmessa, e riportata dal Direttore Pezzino, si chiude con una ricostruzione sbagliata e fuorviante.
Dalla nota stampa sembrerebbe, infatti, che il ricorso al TAR “che ha avuto come effetto il blocco di tale servizio” sia dovuto dalle posizioni di Federcofit e Feniof, responsabili, quindi, di un danno ai cittadini: “ed i cittadini pagano…”
Niente di più sbagliato e fuorviante!
Il blocco di questi servizi non è una reazione al ricorso al TAR (scelta autonoma di un operatore per suoi buoni motivi).
Se Ama S.p.A., quindi, ha bloccato tutto per propria scelta e prima di ogni formale pronunciamento del TAR (ci dicono previsto per il prossimo luglio) è evidente sintomo di errore nelle procedure adottate, come Federcofit aveva ipotizzato; se, inoltre, si “attende ancora la certificazione antimafia” viene il legittimo dubbio di un’accelerazione dell’affidamento quantomeno poco saggia. In ogni caso i cittadini “pagano le spese” non delle contestazioni di Federcofit e Feniof ma dell’inefficienza e, ci si permetta, arroganza della società cui è stato affidato questo importante servizio.
È vero che, purtroppo per i cittadini di Roma, il rischio concreto sia che piova sul bagnato... ma non certo per responsabilità della categoria e delle sue organizzazioni rappresentative.
Caronte
clic qui per leggere la lettera di Federcofit ad AMA S.p.A.
Lettera di Federcofit ad AMA Roma
LETTERA AD AMA ROMA:
Oggetto: problematiche relative ai servizi funebri con AMA Spa e rapporti con il libero mercato.
Le vicende che interessano le attività funebri e, nello specifico, i rapporti tra il settore funerario e il Comune di Roma, sia come Istituzione, sia come struttura operativa dipendente dal Comune, AMA Spa, sono di lunga data e complesse.
Non solo ci sono elementi di natura squisitamente istituzionale, come la competenza al rilascio delle “autorizzazioni al trasporto funebre” che, a Roma, sono sostituite impropriamente dal “permesso di seppellimento”, o la vigente imposizione da parte del Comune di “diritti fissi” sul trasporto definiti illegittimi dalla Corte di Cassazione fin dal lontano 2007, per soffermarsi solo su alcuni elementi, ma permangono anche problemi gravi e crescenti nei quotidiani rapporti con la struttura operativa del Comune, AMA Spa.
I problemi con la struttura operativa del Comune, AMA Spa, sono ancora più complessi e difficili anche per il fatto che a questa società viene affidata la più parte degli adempimenti operativi rivolti alle imprese, oltre alla gestione diretta di servizi che interferiscono con le attività funebri, come i servizi funebri che, direttamente, AMA Spa svolge nella città. Consideriamo inoltre la conseguente distorsione del mercato inevitabilmente generata dal conseguente parziale affidamento dei servizi “comunali” a imprese funebri operative e concorrenziali sul mercato senza porre vincoli di alcun genere sulla reale natura dei partecipanti a tali appalti. Per qualsiasi altro operatore imprenditoriale si sarebbe già disposta da tempo una sana e definitiva separazione societaria onde non dover incorrere in situazioni che stanno incancrenendosi nelle strutture operative di AMA Spa.
Siamo consapevoli che i problemi di una città complessa come Roma, che registra oltre 30 000 decessi ogni anno, tra residenti e deceduti all’interno delle strutture sanitarie, sono di difficile soluzione; assistiamo, però e nonostante le continue sollecitazioni, ad una totale sordità quando chiediamo di sviluppare la massima collaborazione possibile e la realizzazione di un tavolo di lavoro dove approfondire le tematiche ed individuare le soluzioni più opportune, ovviamente nel rispetto delle norme e dei ruoli.
Siamo consapevoli anche che il fatto di non avere una legge regionale per il settore, come la gran parte delle Regioni, e per la quale stiamo sollecitando da tempo gli organi regionali, complica ulteriormente la situazione, soprattutto per quanto riguarda i due temi di grande rilevanza: il rapporti tra funeraria e strutture sanitarie, con continui scandali di cui si parla sulla stampa, e lo sviluppo abnorme e caotico delle attività funebri nella città. A Roma, ormai, si contano oltre 500 imprese funebri con una polverizzazione esasperata che incide sempre più pesantemente sulla qualità e la professionalità di questi servizi e rende estremamente difficoltosa ogni efficace azione di controllo.
Registriamo e denunciamo da tempo l’irresponsabilità di AMA Spa nel proseguire una politica di esternalizzazione esasperata di funzioni nell’esecuzione dei servizi di sua competenza senza pensare minimamente alle conseguenze di questa politica.
Da un lato la società agisce considerando gli operatori funebri, che rappresentano in toto, in virtù di una formale delega data all’operatore funebre, i legittimi interessi delle famiglie, come soggetti poco fidabili cui comunicare le decisioni assunte senza alcun rispetto, come nel caso degli aumenti tariffari per la cremazione conosciuti dalle imprese in concomitanza della presentazione delle singole domande, senza considerare che l’operatore ha veicolato alla famiglia l’informazione in suo possesso perché, ovviamente, ignaro dei mutamenti intervenuti e non trasmessi.
Dall’altro si continua nell’esternalizzazione esasperata attraverso una politica degli appalti al miglior offerente permettendo al singolo operatore di appropriarsi di importanti fette di mercato. In questo modo, appaltando inopportunamente servizi e funzioni squisitamente comunali ad imprese funebri che operano sul mercato in termini concorrenziali, si generano inaccettabili distorsioni del mercato e si favorisce la nascita e la crescita di posizioni dominanti su questo stesso mercato. Quando, poi, l’appaltatore risulta essere più volte indagato e vincolato agli arresti domiciliari per indagini su gestioni ospedaliere, ecc., allora la politica seguita fino ad oggi mostra tutti i suoi limiti e le tensioni tra gli operatori del settore assumono livelli preoccupanti.
Si pone, da un lato, una riflessione su quali servizi esternalizzare e quali mantenere all’interno della struttura operativa, cioè AMA Spa, per valutazioni circa la delicatezza dei servizi stessi, dall’altro, quando si debba, in ogni caso, procedere a esternalizzare servizi e funzioni, si pone la necessità di analizzare attentamente quali procedure adottare: non sempre l’appalto al massimo ribasso si dimostra la soluzione migliore.
Varie possono essere le soluzioni opportune per i vari problemi, fondamentale, però, è riallacciare il rapporto, e rendere funzionante il tavolo di lavoro, tra il settore e l’Amministrazione. Non crediamo, come si dice, di avere la verità in tasca, sicuramente abbiamo la presunzione di essere portatori di esperienze utili ad offrire contributi importanti e decisivi per individuare le soluzioni più opportune nella correttezza ed a vantaggio dell’intera collettività.
Giovanni Caciolli
Segretario Nazionale Federcofit
È arrivata Hermes… un’altra rivista del settore… ne sentivamo veramente il bisogno?
Sì,
guardandosi in giro direi proprio di sì.
La “Lettera del presidente” dopo aver raggiunto la naturale senilità e dopo essersi retta DA SOLA sulle sugli sforzi di un minuto manipolo di sciamannati, decide di fondersi con Hermes e creare quella che vuole avere la presunzione di essere una rivista di comunicazione del settore funerario INDIPENDENTE e fuori da qualsiasi convenzione e accordo.
Riusciremo a dare notizie in tempo reale su quelli che sono i fatti significativi del colorito mondo del comparto funerario italiano non trascurando, come fanno altri, gli importantissimi anniversari di morte di celebri attori o cantanti senza dei quali non si potrebbe continuare a vivere.
Cercheremo di fare meno marchette possibili a chi cerca ostentatamente di soddisfare il proprio ego portando contenuti privi di contenuto al solo scopo di affermarsi come primo della classe.
Introdurremo la possibilità alle aziende produttrici del settore di promozionare articoli direttamente al loro pubblico variandoli quando ne sentiranno la necessità per spingere il made in Italy e cercare di chiudere le stalle prima che scappino tutti i buoi.
Evidenzieremo impresari funebri che vogliono mostrare il sano orgoglio di quanto sono riusciti a costruire con la sana passione per un difficile lavoro.
Proveremo a non montarci la testa non avendo assolutamente la pretesa di diventare concorrenti di riviste già esistenti (non ne abbiamo né la forza né la struttura) le quali raccolgono migliaia di inserzioni pubblicitarie illustrando a tutti gli operatori fiori, colori e palloncini di un settore che invece risente anch’esso di crisi economica e manie di autodistruzione da low cost.
Proporremo, con bassissimi budget, una rivista che abbia lo scopo centrale e federativo di veicolare informazioni controcorrente proponendo voci fuori coro e sentimenti guidati dal nostro antipatico senso di giustizia.
State a guardarci e se ne avete voglia sosteneteci anche soltanto leggendoci.
Jolly Roger
La bandiera "Jolly Roger": Liftarn, ed g2s • talk - Opera propria, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=434732
Veneto: nuove norme su periodo d'osservazione
Anche la sanità della Regione Veneto dopo quella della Lombardia, dell'Emilia Romagna e della Toscana si è pronunciata finalmente favorevolmente sulla possibilità di trasferire un deceduto nel periodo di osservazione o anche, dopo che vi sia stato fatto il tanatogramma (ECG), entro le 24 ore dal decesso.
Nella Circolare è rimarcata la volontà del rispetto della volontà dei famigliari in piena attuazione della L.R. n. 18/2010.
Fai clic qui per leggere il documento integrale (PDF, due pagine)
Prima tappa in Abruzzo per il nuovo corso di marketing, comunicazione e le tecniche di vendita delle imprese di servizi funebri italiane Federcofit
Giovedì 4 Maggio Federcofit è andata in Abruzzo ad incontrare i suoi più significativi sostenitori per mettere in campo insieme a loro un momento di condivisa formazione riguardante marketing, la comunicazione e le tecniche di vendita dell’imprese funebri italiana.
Nostro parere è che sia stato un bellissimo momento di condivisione e di scambi di idee che, come sempre, generano ricchezza nelle esperienze e nel vissuto di chi abbia l’apertura mentale di volerle condividere.
Non è vero che gli impresari funebri sono tutti isolazionisti e individualisti.
La dimostrazione sono state queste INTENSE 7 ore che a parere mio sono passate in un battito d’ali.
Il corso non ha la pretesa di insegnare a nessuno come “fare per lavorare”, ma ha la forte presunzione di voler mettere in una stanza seri imprenditori e insieme a loro condividere differenti punti e spunti di vista condividendo esperienze e casi limite.
Ognuno con la propria storia e la propria voglia di mettersi sempre in discussione, come accade solo al più serio e lungimirante imprenditore di se stesso.
Nelle immagini traspira il clima sereno che si è venuto a creare e l’immancabile tavolata finale a chiusa dell’evento.
Un particolare ringraziamento va a Emidio De Florentiis, Pier Paolo Di Rocco e Paolo Di Berardino nostri immancabili mente, occhio e braccio sul territorio abruzzese.
Ringraziamo inoltre:
GIORGIA DE FLORENTIIS …………………..……. o.f. DE FLORENTIIS (Abruzzo)
FEDERICO DI ROCCO ………………………..…….. o.f. AETERNA (Abruzzo)
FRANCESCA DI BERARDINO ……………..…….. o.f. ROCCI (Abruzzo)
VERROCCHIO PAOLO ………………………..……… o.f. VERROCCHIO (Abruzzo)
TANIA ACCIARINI ……………………………..…….. o.f. ACCIARINI (Umbria)
GIANLUCA BUCCELLA …………..…………..……. o.f. BUCCELLA (Abruzzo)
VALERIO TAREA ………………………………..……. o.f. MULTISERVIZI ITALIA (Roma)
ANGELA, DONATO, GIUSTO BOSCO ………. o.f. BOSCO (Abruzzo)
BIAGIO, RICCARDO, PIER BIAGIO MELENA, CRISTINA CHIAVELLI, NINA RANIERI
PROSSIMA TAPPA:
Milano 23/23 Giugno,
Se anche tu pensi di possedere qualcosa da condividere e di avere il valore aggiunto di aprire la tua visione del mercato, allora partecipa attivamente.
E’ il primo corso di vendita del settore riguardante solo ed esclusivamente metodologie di comunicazione con le famiglie e tecniche di vendita nella visione dell’impresa funebre.
* Quote di partecipazione socio € 250,00 - non socio € 700,00
**Oltre 2 iscritti per impresa -10% Il corso è rivolto ad un numero massimo di 12 professionisti.
SONO APERTE LE ISCRIZIONI. ORA!
Marche: nuovo incontro in ASUR
Venerdì 14 Aprile presso ASUR Marche si è svolto un ulteriore incontro con la Dott.ssa Storti dove sono stati presentati e discussi i passaggi oggetto di tanta discussione della riunione del 7 Aprile.
È stata condivisa una bozza riguardante la Legge Regionale 3/2005 e più specificatamente gli aspetti inerenti al trasporto di cadavere a cassa aperta ed alla sua operatività inoltre al superamento di distinzione tra salma e cadavere.
Ad oggi abbiamo FINALMENTE ricevuto il testo definitivo da parte di ASUR che ci aveva promesso una risposta entro la fine del mese ed ha rispettato i suoi impegni.
Ora vigileremo che tutto sia portato in discussione in commissione come promesso dall’Assessore in TEMPI BREVI e che si riesca ad ottenere i risultati finali come richiesto a gran voce dagli operatori della regione.
Dichiarazioni dei redditi 2017: DETRAZIONE SPESE FUNEBRI
Dal 2 maggio 2017 è disponibile on line la dichiarazione dei redditi precompilata ed è possibile integrarla, modificarla ed inviarla entro il 24 luglio, se modello 730, o entro il 2 ottobre, nel caso del modello Redditi.
Gli eredi potranno indicare il codice fiscale della persona deceduta per la quale intendono presentare la dichiarazione.
Anche quest’anno tra le spese detraibili nel 730 ci sono le spese funebri ma c’è una novità: è riconosciuta la detrazione del 19 per cento delle spese funebri “sostenute in dipendenza della morte delle persone, indipendentemente dal vincolo di parentela, per un importo massimo di 1550,00 euro per ciascuna di esse”.
Quindi ora è possibile detrarre le spese sostenute per il funerale di qualsiasi persona, non più solo i familiari
È possibile “scaricare” fino a 294,50 euro per ogni funerale, cioè per ogni evento luttuoso capitato nell’anno d’imposta.
approfodimento: https://www.guidafisco.it/spese-funebri-detraibili-dichiarazione-redditi-730-unico-1495
Presentazione istituzionale del Gruppo Altair
Il Gruppo Altair è leader nel settore della cremazione ed opera su tutto il territorio nazionale progettando, costruendo e gestendo impianti all’avanguardia.
Il Gruppo si occupa anche della gestione di servizi cimiteriali, di edilizia cimiteriale e di illuminazione votiva ed è presente in più di 40 Comuni italiani distribuiti in tutta Italia.
È possibile leggere una completa presentazione della articolata realtà del Gruppo Altair scaricando il PDF con questo collegamento.
Impianti di cremazione: a Serravalle Scrivia l’ultima struttura nata nella la realtà piemontese
Con la Deliberazione del Consiglio regionale 17 marzo 2015, n. 61 – 10542 la Regione Piemonte è intervenuta dando attuazione alla legge 30 marzo 2001, n. 130 (Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri) la quale, all’articolo 6, prevede che le Regioni elaborino piani regionali di coordinamento per la realizzazione di crematori da
parte dei comuni, anche in associazione tra di essi, tenendo conto della popolazione residente, dell’indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale; il Piano di Coordinamento della Regione Piemonte è stato elaborato seguendo lo schema collaudato della vicina Lombardia ed ha definito alcuni parametri utili ad una corretta pianificazione della realizzazione di nuove strutture.
L’obiettivo dei Piani di Coordinamento è quello di evitare la proliferazione di impianti poco efficienti e di generare dotazioni regionali di strutture sovradimensionate.
Nello strumento di programmazione piemontese i crematori, come previsto dalla norma nazionale, dovranno essere previsti nella programmazione urbanistica e dovranno essere costruiti all’interno dei recinti cimiteriali.
Per i crematori di nuova costruzione dovrà essere prevista una sala attigua per consentire i riti di commemorazione civili o religiosi.
Il progetto di costruzione di un crematorio deve essere corredato da una relazione nella quale vengano illustrate le caratteristiche ambientali del sito, le caratteristiche tecnico-sanitarie dell'impianto ed i sistemi di tutela dell'aria dagli inquinamenti sulla base delle norme vigenti in materia.
Il progetto di costruzione del crematorio è approvato dal comune territorialmente
competente, su parere favorevole dell’azienda sanitaria locale.
Il forno crematorio nonché gli impianti a servizio dello stesso devono essere autorizzati alle emissioni in atmosfera ai sensi della normativa vigente. Tale autorizzazione stabilisce i valori limite di emissione, le prescrizioni, anche inerenti le condizioni di costruzione e di esercizio ed i combustibili utilizzati, i metodi di campionamento e di analisi e la periodicità dei controlli.
I criteri per la costruzione di un nuovo impianto previsti dalla Regione Piemonte sono:
- l’efficienza che sulla base delle attuali tecnologie deve prevedere almeno 1200/1300 cremazioni/anno per impianto o per linea;
- il bacino di riferimento, che deve prevedere per il nuovo impianto almeno cinquemila decessi anno (equivalente a una popolazione di circa cinquecentomila abitanti) e che può essere raggiunto anche attraverso associazioni tra comuni, convenzioni, unioni di comuni, ecc.
- una distanza minima di almeno cinquanta chilometri da un altro impianto, garantendo comunque la realizzazione di un impianto per ogni territorio provinciale. Tale criterio non si applica all’ambito territoriale della città metropolitana;
- la scelta di installazione di impianti in cimiteri situati in zone metanizzate, al fine di contenere l’inquinamento atmosferico e favorire l’utilizzo di combustibili a ridotto impatto ambientale.
Il Piemonte oggi vede la presenza degli impianti di Domodossola (gruppo Altair) e Verbania (gestione comunale) nel Verbano Cusio Ossola, di Novara (gestione comunale) e Trecate (gruppo Altair) nel novarese, di Asti (gestione pubblica) nell’omonima provincia, di Acqui Terme (gruppo Altair), Valenza (Panta Rei) e Serravalle Scrivia (gruppo Altair) nell’alessandrino, di Torino (So.Crem), Mappano (So.Crem) e Piscina (Hysteron) nel torinese, di Biella (So.Cre.Bi.) nell’omonima provincia,di Bra (Coincre) e Magliano Alpi (Hysteron) nella provincia di Cuneo.
L’ultimo nato fra i crematori piemontesi è stato inaugurato il 20 Aprile scorso a Serravalle Scrivia (AL) dal Gruppo Altair, leader in Italia nel settore con la gestione di 1 4 crematori in tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un impianto equipaggiato con due linee di cremazione della Facultatieve Technologies che si articola su più di 2.500 metri quadrati di superficie: dotato di un’ampia e luminosa sala del commiato, di sale video e filodiffusione e di un’area per la dispersione delle ceneri inserita nell’affascinante contesto di un parco del commiato, il nuovo impianto di Serravalle Scrivia è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale.
Soluzioni tecnologiche all’avanguardia pongono il nuovo impianto nell’elite dei crematori italiani; grazie alla capiente cella climatizzata la struttura è in grado di accogliere grandi quantitativi di feretri.
Durante la cerimonia di inaugurazione il Sindaco di Serravalle Scrivia, Alberto Carbone, ha avuto modo di evidenziare i contenuti della convenzione sottoscritta con la società veicolo costituita in seno al Gruppo Altair: 27 anni di concessione, sconto del 65% sulla tariffa ministeriale per i cittadini residenti, royalty annua al Comune proporzionale al fatturato.
L’iter per la realizzazione della nuova struttura è iniziato nel giugno 2014 con la formalizzazione di una proposta di project financing da parte di una costituenda Associazione di Imprese composta da Altair srl, Schena Arte Marmo srl ed Edilver srl; approvato il progetto il 30/07/2014 è stata espletata un procedura ad evidenza pubblica aggiudicata ai promotori nel marzo 2015; in seguito all’aggiudicazione è stata costituita la società Tempio Crematorio Serravalle Scrivia srl che risulta oggi il concessionario del servizio di cremazione e che ha progettato e costruito la struttura; poco più di 200 giorni di lavori hanno consentito al Comune di Serravalle Scrivia di attivare un nuovo servizio destinato ad una vasta area che interessa Piemonte, Liguria e Lombardia per la posizione strategica del Comune.
“Siamo molto soddisfatti della nuova struttura – ha dichiarato il Presidente del Gruppo Altair ed amministratore unico della nuova società Paolo Zanghieri – e speriamo di poter offrire un servizio di qualità che veda nel rispetto delle persone e dell’ambiente, nell’efficienza e nella correttezza dei rapporti i suoi capisaldi. Il Gruppo Altair – ha proseguito Paolo Zanghieri – è oggi leader nel settore e Serravale Scrivia rappresenta una nuova sfida per noi molto importante. Ci tengo a ringraziare pubblicamente l’Amministrazione Comunale – ha concluso Zanghieri – per la collaborazione e per la professionalità e competenza delle persone che hanno seguito lo sviluppo di questa iniziativa di partenariato pubblico privato.”
A cura di Altair srl – settore gestione, sviluppo e coordinamento
Assemblea a Imperia
Con l’aiuto dei nostri referenti sul territorio, Federcofit ha indetto un’assemblea a Imperia presso Confesercenti per fare il punto sulla situazione dopo le passate bufere che hanno visto diversi operatori della provincia coinvolti sullo scandalo inerente alle concessioni cimiteriali e alla malagestione delle camere mortuarie dell’ospedale civile della città.
Diversi e disparati gli argomenti trattati nel corso dell’incontro.
I partecipanti hanno sottolineato una disparità, tra le diverse province liguri, per ciò che riguarda la modulistica da dover adottare con l’Azienda Sanitaria Locale.
Argomento centrale della riunione è stata la difficile gestione delle operazioni istituzionali del cimitero di Imperia (dato in affidamento ad una cooperativa) che non riesce a supportare correttamente le imprese funebri locali all’atto delle tumulazioni/esumazioni cittadine.
L’assemblea si concludeva con i chiarimenti in termini di contratti di lavoro per le imprese funebri nella Regione Liguria.
Unica nota dolente la minoritaria e ingiustificata presenza delle imprese Imperiesi a fronte di quelle delle altre province.
Annunci Funebri
https://youtu.be/krDy1NMadz0
Internet
NELLE NOSTRE VITE
Internet è ovunque nella nostra vita, per tutto il giorno e in ogni evento influenza direttamente o indirettamente il nostro stile e le nostre scelte.
Si pensi quanto sia cambiata la pianificazione di un viaggio grazie a booking.com. Si pensi quale sia l’attenzione che un ristoratore rivolge ai commenti lasciati dai suoi clienti su TripAdvisor.
La rete, e i social network in particolare, esistono anche senza la nostra autorizzazione o approvazione. Per i nostri scopi infatti non fa alcuna differenza essere iscritti a Facebook o meno.
Non importa nemmeno che ci piaccia o ci sia indifferente.
Il punto è che Facebook, i social e la rete in generale esistono e sono frequentati da milioni di utenti, molti dei quali sono anche nostri clienti.
Internet è nelle mani dei nostri clienti, oltre 28 milioni di italiani possiedono un telefonino connesso ad internet.
Le necrologie
SU INTERNET
Informare è lo scopo principale di un necrologio; internet con i suoi motori di ricerca (google, wikipedia…) è lo strumento principe d’informazione. Pare quindi logico pensare ai vantaggi di un necrologio pubblicato su internet.
Basterà un computer, un tablet o un semplice telefonino per sapere chi sia mancato e, nel caso, scrivere un messaggio di cordoglio ai familiari.
Da ogni parte del mondo. Sia dietro casa che in un altro continente.
Il futuro di altri
È IL NOSTRO PRESENTE
In molti paesi la pubblicazione online dei necrologi è prassi consolidata. Francia, Polonia, Spagna e Irlanda sono alcuni esempi in Europa.
AnnunciFunebri.it è la piattaforma italiana che affianca l’Impresa di onoranze funebri integrandone i servizi.
Sappiamo che qualcuno partirà prima, qualcuno poi, come sempre avviene nei cambiamenti.
AnnunciFunebri.it può facilmente integrarsi con ogni Impresa, adattando l’offerta per ogni dimensione.
Vantaggi
PER TUTTI
Con la pubblicazione dell’annuncio online i familiari non sono vincolati dal conteggio delle parole tipico della stampa, tantomeno condizionati dai costi onerosissimi che spesso la stampa stessa impone.
Le condoglianze sono completamente gratuite e ed evitano ad amici e parenti le spese per le partecipazioni a mezzo telegramma o stampa.
L’Impresa di onoranze funebri dispone di un servizio nuovo e innovativo che può essere integrativo o alternativo alla stampa.