on. Daniela Gasparini, al V Congresso Federcofit

La dignità del fine vita

Il dibattito sulla legge del Fine Vita, un tema così profondo e sensibile,  mette a confronto le  culture diverse della nostra società pluralista. Un confronto che resta difficile in un Paese dove non c’è una cultura dell'alleviamento del dolore e dove l'accesso alle cure palliative è lacunoso e in alcune aree praticamente assente. Nella nostra società non c'è informazione né educazione sul morire e si è persa la sapienza e la naturalezza con cui in passato si affrontava questo doloroso passaggio.

Sia coloro che ritengono ci sia un “diritto all'eutanasia”,  sia quelli che sostengono la conservazione della “vita ad ogni costo”,  non  forniscono un discorso convincente e articolato. Entrambi i fronti stanno mettendo paletti per rallentare o bloccare la legge che stiamo discutendo da mesi alla Camera. Questa legge non intendeva mettere in campo filosofie e religioni; questa legge riguarda norme in materia di consenso informato e dichiarazione di volontà anticipate nei trattamenti sanitari.

La legge di “fine vita” è una iniziativa parlamentare volta a salvaguardare la identità individuale nel caso di futura incapacità di decidere. Simili disposizioni sono già in atto in Germania, Gran Bretagna, Irlanda e Spagna, senza che questo abbia comportato l’introduzione dell’eutanasia.

E’ un adeguamento al consenso libero ed informato  alle terapie proposte dal medico, che già oggi siamo chiamati a condividere in caso di interventi chirurgici; o alla libertà di rifiutare terapie che si ritengono non adeguate o non condivise. Si tratta in particolare di specificare se si accetta o meno la somministrazione di farmaci per lenire il dolore, anche quando questi avessero come effetto collaterale di abbreviare la vita del paziente, e di indicare se si desidera che i trattamenti per il prolungamento della fase terminale della vita siano tralasciati o sospesi quando la loro efficacia fosse ridotta al semplice ritardare il momento del decesso.

Tutto ciò in coerenza con l’art. 32 della nostra Costituzione che dice: “La Repubblica tutela la salute come fondamenta diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinate trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Cosa dice la legge:

L’art. 1 ha come oggetto il consenso informato, posto sempre alla base delle relazioni di cura tra medico e paziente. Questo articolo non si riferisce solo a chi è incapace di intendere o volere perchè è in stato di coma, ma a tutti i casi in cui si procede a un esame, a una terapia, a un intervento chirurgico.

L’art. 2 riguarda la tutela di minori e incapaci, dando ai tutori il compito di tutelare la salute psicofisica e la vita della persona.

L’art. 3 norma le disposizioni anticipate al trattamento: “ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, con disposizioni anticipate, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in material di trattamenti sanitari nonché il consenso o rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Indica altresì una persona di fiducia, che ne fa le veci e la rappresenti nelle relazioni con il medico e le strutture sanitarie.

Le disposizioni di cui all’art. 3 vengono archiviate nella cartella sanitaria del paziente che le ha volute e lasciate nel suo testamento di fine vita; possono essere sempre cambiate le disposizioni precedentemente scritte così come il fiduciario indicato.

L’art. 4 prevede la pianificazione delle cure tra medico e paziente anche rispetto all’evolversi delle conseguenze di una malattia cronica.

Sul piano personale posso dire che, ad esempio, se il mio papà avesse scritto un proprio testamento di fine vita, quando mi sono trovata di fronte al medico che mi chiedeva se volevo che lo operassero per farlo mangiare forzatamente, sarei stata molto più serena nel dire sì o no.  Non c’era la legge e ho dovuto decidere da sola, interpretando il suo desiderio e tutelando la sua dignità.

Forse per questo faccio fatica a capire chi considera la nutrizione e idratazione artificiale quale sostegno da somministrarsi sempre e comunque, sappiamo tutti che nutrizione e idratazione sono sostegni vitali, ma in alcune circostanze possono diventare causa di ulteriori sofferenze — come quando richiedono un intervento chirurgico o un atto medico invasivo, gravoso e sproporzionato, fino a configurarsi come “accanimento terapeutico”, cosa che richiederebbe la loro sospensione.

Faccio fatica a capire come questo possa essere motivo di contrapposizione tra laici e alcuni cattolici, anche l’etica cristiana dice no a cure mediche sproporzionate. Si tratterà invece di valutare, caso per caso e con attenzione, la situazione complessiva del malato, ma anche di rispettarlo, ascoltando la sua volontà attraverso le disposizione anticipate.

Per questo risulta importante una nuova alleanza tra il paziente, il suo fiduciario, il medico e i familiari. Il malato non sia lasciato solo a decidere la propria sorte ma interagiscano con lui innanzitutto il medico, che può discernere "con scienza e coscienza" le reali possibilità di vita e di morte del malato, e poi i familiari, le persone vicine al paziente, a cominciare da chi il malato ha eventualmente indicato come suo rappresentante nel testamento biologico. Un'alleanza nella quale il malato deve avere la priorità, con la sua sofferenza e il suo desiderio espresso, anche anticipatamente, e dove entrano in gioco la coscienza dei medici e dei familiari. Ognuno di noi non è solo "una vita" determinata da parametri biologici, ma è una persona con relazioni, comunicazione, affetti, e se c'è una qualità della vita, che non sia ridotta a quantità dei giorni.

 

On. Daniela Gasparini
Segretario della I Commissione (Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni)
www.danielagasparini.it

 


Comune di Napoli

Nubi sulla Campania: a rischio l’esistenza di moltissime imprese funebri campane

Con la “Determinazione N. 9 del 08/02/2017” del comune di Napoli svolta nell’applicazione delle norme regionali: a rischio l’esistenza di moltissime imprese funebri campane.

 

Il Comune di Napoli, dopo una risposta della Consulta relativa all’applicazione delle disposizioni regionali ha deliberato di adottare rigorosamente l’applicazione delle disposizioni regionali.

Le imprese funebri per poter rinnovare l’autorizzazione all’esercizio dell’attività dovranno dimostrare la titolarità diretta di almeno n. 4 operatori necrofori con contratto di lavoro subordinato e continuativo.

Si ripropongono, quindi, tutte le considerazioni che negli anni passati hanno portato vari soggetti, in primis Federcofit, a denunciare il rischio che molte imprese funebri si troveranno a dover cessare la loro attività a vantaggio degli operatori più grossi.

Federcofit ha inviato al Governatore della Regione, On. Vincenzo De Luca una nota che riportiamo e si propone di assumere concrete iniziative per correggere le disposizioni regionali, come, del resto si era diffusamente discusso negli anni passati.

 

GOVERNATORE DELLA CAMPANIA ON. VINCENZO DE LUCA
APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE N. 12 DEL 2001 E SUCCESSIVE MODIFICHE

Ill.mo On. De Luca,

Federcofit, Federazione Nazionale del Comparto Funerario Italiano, è una Federazione nazionale del settore funebre che rappresenta e tutela i legittimi interessi delle imprese funebri e cimiteriali nell’intero territorio nazionale. Federcofit opera anche nella Regione Campania con la presenza di numerosi associati.

L’applicazione delle disposizioni regionali sulla funeraria ha, sempre, rappresentato un problema particolarmente complesso nella Campania non solo per i vari interventi di aggiornamento delle disposizioni ma anche per la natura stessa delle disposizioni molto diverse rispetto alle norme che la maggioranza delle Regioni italiane ha varato nel corso di questi ultimi 15 anni.

Da un lato, infatti, la Campania, unica Regione tra le 16 che hanno legiferato sulla materia, non ha risolto, ancora, i temi legati alle sale del commiato o “case funebri” ed ad altri aspetti presenti in tutte le disposizioni regionali, dall’altro su temi di assoluta rilevanza, quali gli organici delle attività funebri, gli obblighi formativi ed i requisiti strutturali, in genere, delle attività funebri ha adottato disposizioni particolarmente problematiche e, a nostro parere, sbagliate.

Non si deve, inoltre, dimenticare anche l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del novembre 2014, recante numerose osservazioni critiche alle specifiche disposizioni regionali.

Non possiamo non osservare che, fino ad oggi, il rispetto delle disposizioni di legge regionali è stato, sul territorio dei singoli comuni, interpretato in termini molto approssimativi se non “fantasiosi”, probabilmente anche per non “infierire” sulla possibilità per numerosissime imprese funebri di proseguire la propria attività.

È probabile che questa sia la motivazione della diffusa latitanza dei comuni campani.

Infatti presupporre, unica Regione nel panorama nazionale, l’obbligo di avere almeno n. 4 operatori necrofori con contratto di lavoro a tempo pieno e continuativo per l’esercizio di questa attività pone, sicuramente, ai Comuni, che debbono rilasciare le Autorizzazioni all’attività, problemi particolarmente seri.

Questo comportamento ha avuto conseguenze pesanti sul mancato sviluppo di processi di innovazione bloccando la crescita aziendale e professionale del settore con un pesante deficit nella tutela delle famiglie colpite da un lutto.

Oggi, con la Determinazione n. 9 dell’8 febbraio 2017, “Indicazioni operative connesse al rilascio del titolo abilitativo aggiornato alla normativa vigente per le imprese funebri e/o filiali di imprese funebri operanti nell’ambito del territorio del Comune di Napoli” emanata dalla Direzione Centrale Sviluppo Economico, Ricerca e Mercato del Lavoro – Servizio SUAP, sembrerebbe finito questo lungo periodo di approssimazione, almeno nel Comune di Napoli, con la riproposizione, a partire dal 31 marzo p.v., in termini ancora più drammatici del problema della sopravvivenza della stragrande maggioranza delle imprese funebri.

Considerando che il Comune Capoluogo svolge, sempre, un ruolo di trascinamento è prevedibile che questo problema si espanda progressivamente in tutta la Regione.

Stante il testo delle disposizioni vigenti nella Regione, e soprattutto quelle relative ai requisiti aziendali, assisteremo alla espulsione della maggioranza delle imprese funebri operanti sul territorio. Se si possono gestire i problemi derivanti da questa scelta …, bene si può procedere.

Se, invece e come ci sembra ragionevole, difficilmente si potrà affrontare la crescita di ulteriori 5/6.000 soggetti allo sbando in cerca di nuove collocazioni, che si aggiungono alle schiere di disoccupati già presenti, sarebbe opportuno fermarsi un attimo per ragionare su come mettere mano rapidamente alla rilettura della legge dopo oltre un decennio ed alla eventuale modifica delle norme regionali (modifiche da tempo richieste) e, ci sia permesso, seguire con qualche umiltà in più anche le scelte che tutte le regioni, nessuna esclusa, hanno fatto in merito ai requisiti delle attività funebri, favorendo le opportunità di aggregazione senza dirigismo e senza pensare agli interessi degli operatori più grossi.

Lei, on. De Luca, anche per la funzione di Commissario sulla Sanità della Regione, ha il potere di farlo e, senza niente togliere a quegli operatori più strutturati, vera ossatura del sistema in Campania e nel resto del paese, può apportare quelle modifiche capaci di attivare i veri e necessari processi di rinnovamento e crescita del settore.

La preghiamo, quindi, di riaprire, tramite i suoi collaboratori, il confronto per l’analisi e la definizione di conseguenti ipotesi atte alla soluzione di questi problemi e fare concreti passi avanti nella giusta direzione.

In attesa di un Suo cortese e sollecito riscontro distinti saluti,

p. Federcofit
il Segretario Giovanni Caciolli


Regione Abruzzo: uniformità di modulistica FINALMENTE !!!

Variano e si uniformano finalmente su tutto il territorio regionale i moduli per ciò che riguarda la sfera di competenza della disciplina in materia di polizia mortuaria e funeraria.

Un importante traguardo di uniformità che vede la Regione Abruzzo in prima linea a fare da guida, si spera, ad altre regioni circostanti che soffrono da tempo di una capillare difformità  sia in termini burocratici che di trattamento a livello necroscopico.

Riportiamo a seguito quanto determinato.

 

Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo Anno XLV
11 - N.13 Ordinario
(29.03.2017)

DIPARTIMENTO PER LA SALUTE E IL WELFARE
SERVIZIO DELLA PREVENZIONE E TUTELA SANITARIA DETERMINAZIONE 14.03.2017, n. DPF 010/04

 

L.R. 10 agosto 2012, n. 41 "disciplina in materia funeraria e di polizia mortuaria" - approvazione modelli per esercizio attività funebre.

DETERMINA

  1. di approvare i moduli allegati al presente atto, al fine di garantire procedure uniformi sul territorio regionale, così denominati:
  • Certificato Necroscopico, per la cremazione e Nulla Osta per il trasporto (allegato 1);
  • Verbale di chiusura feretro per trasporto cadavere (allegato 2);
  • Verbale di consegna di cadavere per trasporto all’estero (allegato 3);
  • Richiesta di riscontro diagnostico (allegato 4);
  1. di precisare che il Certificato Necroscopico, per la cremazione e Nulla Osta per il trasporto (allegato 1 al presente atto) sostituisce il certificato per la cremazione e il certificato necroscopico e nulla osta per il trasporto di cui alla Determinazione dirigenziale n. DG20/64 del 05/12/2013;
  2. di precisare che resta valida la modulistica approvata con la predetta determinazione DG20/64 di seguito indicata:
  • comunicazione di trasporto di salma /cadavere (allegato B);
  • richiesta di autorizzazione per il trasferimento di salma /cadavere per il periodo di osservazione (allegato C);
  • autorizzazione per il trasporto di salma/cadavere (allegato E);
  1. di inviare copia del presente atto ai Responsabili dei Servizi di Igiene Epidemiologia e Sanità pubblica e ai Responsabili dei Servizi della Medicina Legale della AASSLL della Regione Abruzzo e alle organizzazioni sindacali delle imprese di onoranze funebri;
  2. di pubblicare il presente atto Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo (BURA);
  3. di pubblicare il presente atto sul portale della Sanità della Regione Abruzzo.

IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO
Dott.ssa Stefania Melena

 

http://bura.regione.abruzzo.it/singolodoc.aspx?link=2017/Ordinario_13_10.html


èTV Marche logo

Sale del commiato Marche: le imprese funebri su ETV Marche

https://www.youtube.com/watch?v=udgrIZ5mr6g

La mobilitazione delle imprese funebri contro l'assurda norma dell legge marchigiana che impedirà la nascita di nuove sale del commiato è arrivata sugli organi di stampa.  In questo servizio di ETV Marche viene dato pieno conto delle nostre posizioni, con un intervento del nostro Segretario Giovanni Caciolli.

 

http://etvmarche.it/2017/04/07/nuova-legge-sulle-sale-del-commiato-a-100-metri-dalle-case-si-mobilitano-le-imprese-funebri-video/


non fare lo struzzo!

Almeno nel 2017 non fare lo str--zo

… hai capito bene…
lo STRUZZO,
quell’animale tanto aggressivo ed imponente quanto timoroso al punto di infilare la testa sotto la sabbia credendo che questo comportamento lo possa riparare da qualsiasi problema.

Non pensare che disinteressandoti e non coinvolgendoti
nelle azioni che FEDERCOFIT porta avanti da anni
in difesa della tua categoria i problemi non ti toccheranno mai !!!

Lo sapevi che nel 2016 con il passato governo stava per essere approvata una legge nazionale sulla funeraria Italiana?

Sai cosa avrebbe comportato per la TUA impresa la sua introduzione senza gli emendamenti che FEDERCOFIT ha richiesto a gran voce girando 13 regioni in 12 mesi organizzando assemblee e riunioni?

Domani mattina mentre prendi la macchina per andare al lavoro scopri che il tuo paese ha deciso, senza naturalmente chiederti nulla, che si viaggerà tutti in senso opposto di marcia come in Inghilterra e che la tua patente non ha più nessuna validità. Ora i giochi sono fatti e tu non ci puoi più fare nulla se non adeguarti come tutti quelli che non ne sapevano nulla.

Ritengo che potrebbe essere una sorpresa orrenda non trovi?

Questo è un semplice paragone di quello che sarebbe potuto succedere alla tua azienda se FEDERCOFIT non avesse posto un deciso colpo di freno a una legge iniqua e sconvolgente per gli impresari funebri d’Italia.

Abbiamo bisogno di una Legge nazionale che regolamenti TUTTO il comparto funerario italiano, ma non quella!!!

Hai in mano TU il futuro della tua azienda e delle tue future generazioni, non fare lo struzzo; informati e se vuoi partecipa alla vita della Federazione esprimendo il tuo pensiero e la tua professionalità in un gruppo di persone che fanno il tuo stesso mestiere e affrontano le tue stesse difficoltà tutti i giorni.

Volere è potere, perché noi siamo FEDERCOFIT e per le imprese NOI CI SIAMO SEMPRE.

non fare lo struzzo!

un giorno potresti arrivare a dover capire
che il “NON MI RIGUARDA” era un pessimo concetto


FORNI CREMATORI NELLA REGIONE  UMBRIA

tel fax
PERUGIA
c/o Cimitero Monumentale, Via Enrico Dal Pozzo, 06100 Perugia 075575471 0755754750

FORNI CREMATORI NELLA REGIONE  PUGLIA

BARI
c/o Cimitero Monumentale, Via Francesco Crispi 257,70123 Bari 0805776364 0805744713

FORNI CREMATORI NELLA REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE

FORNI CREMATORI NELLA REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE tel fax
BOLZANO
c/o Cimitero Oltrisarco, Via Maso della Pieve 7,39100 Bolzano 0471407819 0471279456

FORNI CREMATORI NELLA REGIONE TOSCANA

tel fax
AREZZO
c/o Cimitero Urbano di Arezzo, Via Gamurrini, 52100 Arezzo 057521178 057521178
BAGNO A RIPOLI (FI)
Cimitero privato di Ponte A Ema, Via Chiantigiana 109,50012 Bagno a Ripoli (FI) 3477177087 055646172
FIRENZE
c/o Cimitero Trespiano, Via Bolognese 461,50010 Firenze 055401233 0554026907
LIVORNO
c/o Cimitero La Cigna, Via Don Aldo Mei 25, 57121 Livorno 0586888431 0586892307
MASSA
c/o Cimitero Mirteto, Via Foce 31,54100 Massa 0585.490573 058542293
PISA
c/o Civico Cimitero, Via Pietrasantina 36,56100 Pisa 050910280 050910280
PISTOIA
c/o Cimitero Principale, Via dei Campi Santi 9,51100 Pistoia 057329799 0573307242
SIENA
c/o Cimitero Laterino, Strada Latrina, 53100 Siena 0577292329 057742222

FORNI CREMATORI NELLA REGIONE MARCHE

tel fax
ASCOLI PICENO
c/o Civico Cimitero, Borgo Solestà, 63100 Ascoli Piceno 0736298594 0736298591
FANO (PU)
c/o Cimitero dell'Ulivo, Via S.Biagio,61032 Fano (PU) 0721372455 0721372403
SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)
c/o Civico Cimitero, Via Gemito 17,63039 San Benedetto del Tronto (AP) 0735757077 0735593438

FORNI CREMATORI NELLA REGIONE SICILIA

tel fax
MESSINA
Gran Camposanto, Via Catania 118,98124 Messina 0902923370 0902923370
PALERMO
c/o Cimitero S. Maria dei Rotoli, Via Vergine Maria, 90100 Palermo 0917403471 0916173588

FORNI CREMATORI NELLA REGIONE VENETO

tel fax
PADOVA
c/o Cimitero Maggiore, Via del Cimitero 10,35136 Padova 0498712055 0498710844
SPINEA (VE)
c/o Civico Cimitero, Via Matteotti 115,30038 Spinea (VE) 0417292565 0417292560
TREVISO
c/o cimitero fraz. Santa Bona, Via Riccioli, 31100 Treviso 0303361932 030336429
VENEZIA Isola San Michele
c/o Cimitero S. Michele, Isola S. Michele, 30100 Venezia 0415286869 0415286869
VENEZIA Marghera
c/o Cimitero di Marghera, Via delle Querce 29, 30175 Venezia 0417293178 0417293180
VERONA
c/o Cimitero Monumentale, Viale Caduti Senza Croce 4,37100 Verona 0458029911 0458029901
VICENZA
c/o Cimitero Maggiore, Via del Cimitero 14,36100 Vicenza 0444221644 0444222524