Aiuti all’Ucraina: un primo aggiornamento
L’iniziativa di aiuti umanitari che Federcofit promuove nei confronti dell’Ucraina comincia a dare i suoi frutti. Ringraziamo i primi Associati che hanno compiuto un lauto versamento: Altomilanese S.r.l. di Vergani, Europa, Certosa e Funeral Corporation di Cremascoli, Fontanili e Merli di Cacciola, Leonori di Cagliari, Moro di Cesano Boscone, Molinaro di Benevento, Follesa di Cagliari, Acciarini di Foligno. Ringraziamo poi Pirovano, Ceabis e Caggiati che hanno contribuito direttamente in merce (in particolare la richiesta riguarda i sacchi per le salme).
La raccolta fondi continua, sempre con versamenti sull’IBAN della Federazione (IT02F0569601638000002295X45). Chi volesse contribuire coi sacchi per le salme può contattare direttamente la Funeral Corporation, Via Marconi 12, 20089 Rozzano (tel. 0257502310) per le operazioni logistiche e di raccolta.
Ecco la presentazione dell’Associazione a cui devolviamo il ricavato della nostra raccolta, che è nata alcuni anni fa per scopi culturali e sociali e si ritrova ora impegnata a coordinare gli sforzi per reperire risorse adeguate di cui vi è massima necessità.
L'Associazione Culturale Europea Italia-Ucraina Maidan nasce nel 2014 come momento d'incontro, di discussione, di confronto e di sostegno reciproco. L'associazione è apartitica, aconfessionale e senza scopo di lucro, tutti i suoi volontari operano gratuitamente con lo scopo di perseguire i seguenti scopi:
- promuovere e facilitare la conoscenza della storia, cultura, letteratura ed arte ucraina in genere, attraverso contatti fra persone, enti ed associazioni di tutta l’Italia
- incentivare, promuovere, realizzare, sostenere studi e ricerche nel campo della storia, della scienza e della cultura Ucraina
- proporsi come luogo d’incontro e d’aggregazione nel nome d’interessi culturali assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile, attraverso l'ideale dell'educazione permanente
- porsi come punto di riferimento per chi viene a trovarsi in situazioni difficili fornendo l’assistenza morale e materiale, secondo le necessità e le disponibilità
- porsi come punto di riferimento per aiutare e incoraggiare aiuti umanitari sul territorio ucraino
- sostenere l’aiuto, economico, morale, sociale e ludo ricreativo per adulti e bambini ucraini vittime di malattie fortemente debilitanti, ed il disbrigo delle pratiche mediche, burocratiche per le cure ed i soggiorni presso ospedali o famiglie italiane
- mantenere vivo lo spirito patriottico ed i legami i con l’Ucraina
- sviluppare i sentimenti di solidarietà e di fratellanza tra gli associati attività culturali: convegni, conferenze, dibattiti, seminari, mostre, manifestazioni, proiezioni di film documenti, manifestazioni celebrative d’eventi storici, la creazione di un Centro Culturale Ucraino
- attività di formazione, ivi compresi corsi di lingua e letteratura, storia e geografia Ucraina per bambini, ragazzi, per giovani e adulti, anche attraverso l’istituzione di scuole
- attività di promozione e di coltivazione del folklore ucraino attraverso gli studi e ricerche nonché l’insegnamento di balli folkloristici.
Invitiamo tutti gli Associati a contribuire con un sostegno concreto e generoso. C’è bisogno adesso, contribuite ora!
Pasqua 2022: auguri da Federcofit
A tutte le Colleghe e i Colleghi del Comparto Funerario Italiano che celebreranno questa importante ricorrenza (che quest'anno coincide esattamente anche con la festività ebraica di Pèsach), la Federazione vuole fare i migliori auguri per questi giorni , perché siano occasione di riposo e gioia familiare. Buona Pasqua!
Fusione Funecap-Altair funeral: nasce il primo gruppo pan-europeo nel settore funebre
Funecap Groupe e Altair Funeral sono lieti di annunciare la finalizzazione della loro partnership. L'unione delle due Società condotte dagli imprenditori Xavier Thoumieux e Thierry Gisserot in Francia e Paolo Zanghieri in Italia segna la creazione del primo Gruppo pan-europeo nel settore dei servizi e delle infrastrutture funebri guidato dai tre imprenditori con il sostegno di Latour Capital e Charterhouse Capital Partners.
Funecap Groupe è presente in Francia e in Belgio con oltre 50 impianti crematori, 300 case funerarie, 700 agenzie funebri e una posizione di leadership nel settore delle assicurazioni funebri.
Altair Funeral è il leader italiano nella gestione di crematori e cimiteri con oltre 35 siti.
Il Gruppo appena creato ha un fatturato di 450 milioni di € e serve oltre 300 mila famiglie all'anno.
Il Gruppo continuerà ad operare animato dal forte spirito imprenditoriale e dalla visione a lungo termine che i tre fondatori condividono. L'obiettivo è quello di continuare a crescere in tutta Europa, riunendo in un progetto operativo e di investimento di capitali gli imprenditori locali più dinamici nel mercato funebre per fornire i più alti standard di servizio e le migliori infrastrutture alle famiglie.
Il gruppo mira a gestire più di 500 infrastrutture funerarie di alta qualità in tutta Europa entro la fine dell'anno, tra cui di gran lunga il più grande portafoglio di crematori.
Fedele ai suoi valori, il Gruppo continuerà a innovare nel settore dei servizi funebri per rispondere ai bisogni in evoluzione delle famiglie, investirà massicciamente per fornire infrastrutture altamente qualitative nell’ambito degli impianti crematori e delle case funerarie, e anticiperà le tendenze future attraverso lo sviluppo dei servizi digitali e la diffusione delle assicurazioni funebri.
Funecap Groupe è stata assistita da Freshfields, Mayer Brown, New Deal Advisors, Simone Toricelli. Altair Funeral è stata assistita da Houlihan Lokey e Biscozzi Nobili Associated.
www.funecap.group
www.gruppoaltair.it
Ucraina: con Federcofit per aiutare
IBAN IT02F0569601638000002295X45 causale: Aiuti all'Ucraina
Nell'immagine di copertina: La bandiera dell'Ucraina sventola assieme a quella italiana e dell'unione europea presso l'Ambasciata d'Italia a Pechino.
“I cassamortari”, una black comedy in streaming: rideremo anche noi?
Come qualche settimana fa scrivevamo, la morte sembra essere un nuovo terreno fertile per le produzioni audiovisive, in particolare quelle dell’industria dello streaming, chiamata a una sfida continua a inventare sempre nuovi temi per i propri prodotti.
La notizia di questi giorni è l’arrivo su Prime Video di un film prodotto in Italia: “I cassamortari”, una black comedy firmata da Claudio Amendola che la piattaforma di streaming di Amazon proporrà a partire dal 27 marzo. Il cast (Edoardo Leo, Massimo Ghini, Lucia Ocone, Gianmarco Tognazzi, Antonella Fassari, Massimo Dapporto, Alice Benvenuti, Alessandro Sperduti, Giuliana Loiodice e Sonia Bergamasco) comprende alcuni nomi popolari del nostro cinema e prevede anche la partecipazione del rocker nostrano Piero Pelù, sia come autore di uno dei brani del film (“Sete di vita”), sia come “caro estinto”.
La trama
I Cassamortari, film diretto da Claudio Amendola, racconta la storia della famiglia Pasti, che da diversa generazione detiene un'agenzia di pompe funebri.
“Tutti devono morì, ma solo in pochi ce guadagnano”: è il motto della famiglia Pasti che da generazioni gestisce un’agenzia di pompe funebri. Dopo la morte del capofamiglia Giuseppe (Edoardo Leo), un uomo disposto a tutto pur di trasformare una salma in una pila di banconote (preferibilmente in nero), l’azienda di famiglia passa nelle mani dei figli Giovanni (Massimo Ghini), Maria (Lucia Ocone), Marco (Gian Marco Tognazzi) e Matteo (Alessandro Sperduti).
Mentre Giuseppe era un perfetto cassamortaro, capace di tramutare ogni lutto in denaro, i suoi figli non sembrano esserne all’altezza. Giovanni, come suo padre, è un uomo avaro, e questo suo vizio purtroppo lo guida in ogni scelta della sua vita. Maria ha una sorta di attrazione "fatale" per i vedovi e finisce con l'andare a letto con ogni uomo - e potenziale cliente - conosciuto a cui è morta la consorte. Marco è un mago della tanatoestetica; Matteo vuole diventare un influencer e il suo contributo agli affari di famiglia si basa su un irriverente quanto cattivo gusto nella gestione della comunicazione social.
Quando le pompe funebri attraversano un momento di crisi economica, sarà grazie a Matteo e alla sua comunicazione social che la famiglia Pasti trova l’affare che potrebbe risollevare le sorti dell’azienda: organizzare il funerale del celebre cantante Gabriele Arcangelo (Piero Pelù), morto per overdose durante una campagna di sensibilizzazione contro le droghe. Sarà davvero il colpo di fortuna risolutivo?
La pellicola è anche un interessante esperimento di product placement: una agenzia di onoranze funebri, infatti è presente con i propri marchi nella storia.
Il film, come detto, è presentato come “black comedy”, potrebbe essere un’occasione divertente per ridere di tante stranezze umane che prescindono dalla professione esercitata, come per decenni abbiamo fatto con i film di Alberto Sordi o di Carlo Verdone, ma potrebbe anche riservare luoghi comuni e superficialità.
Attendiamo il 27 marzo per vederlo…
https://twitter.com/i/status/1502240783503695877
Comparatori o paragonatori di prezzo: opportunità o pericolo per le imprese funerarie?
Il settore delle Onoranze Funebri ha visto la comparsa di siti comparatori di prezzi che, almeno a parole, dovrebbero aiutare i dolenti a paragonare i prezzi dei servizi offerti da varie imprese di onoranze funebri presenti in una determinata zona del paese. In buona sostanza, tale servizio internet gratuito dovrebbe consentire (il condizionale è doveroso) ai dolenti di poter scegliere il servizio più adeguato per i propri cari al prezzo più competitivo.
La realtà dei fatti è come vedremo assai diversa in quanto tali siti invitano gli operatori funebri ad associarsi agli stessi mediante varie modalità: espressamente tramite la sottoscrizione di contratti che prevedano una percentuale sui guadagni percepiti ovvero tramite il versamento di somme di danaro che si trasformano in crediti da utilizzare nel sito per ricompensare segnalazioni di funerali o per promozionare la propria azienda. Tale modus operandi è stato confermato da molteplici operatori del settore che si sono imbattuti in questi siti e ne hanno fatto segnalazione alla Federazione.
In sostanza i siti comparatori o paragonatori non rappresentano un vantaggio per le imprese e neppure per i dolenti i quali, solo in apparenza, si trovano di fronte a prezzi concorrenziali ma nella realtà vengono indirizzati alle imprese di zona che sono associate al sito comparatore che non è detto che applichino il prezzo migliore. Da un punto di vista strettamente giuridico, i siti in questione pongono due problematiche sostanziali. Il primo problema è dato dal fatto che questi siti rappresentano o meglio potrebbero concretizzare delle violazioni in ambito strettamente commerciale ed in special modo:
- pratiche commerciali ingannevoli ovvero tali da indurre in errore il consumatore con riferimento ad alcuni elementi ritenuti di particolare importanza (ad esempio l’esistenza o la natura del prodotto o servizio ovvero il prezzo e/o il modo in cui il prezzo viene determinato);
- pratiche commerciali aggressive ovvero il comportamento di chi approfitti ovvero sfrutti eventi tragici per influenzare il consumatore;
- concorrenza sleale.
Il secondo problema, che rappresenta la violazione di maggior rilievo, è quello rappresentato dal fatto che simile pratiche commerciali violano nella sostanza le normative regionali presenti in quasi tutte le regioni italiane, le quali sostanzialmente vietano l’intermediazione nel settore degli operatori funebri. Tale violazione risiede nel fatto che questi siti comparatori o paragonatori sono di fatto degli intermediari che mettono in rapporto i dolenti e unicamente le imprese funebri associate ai siti medesimi (di cui vengono forniti i nominativi), senza così creare alcuna effettiva concorrenza tra tutte le imprese della zona e senza così produrre alcun vantaggio effettivo per i dolenti.
In tutte le legislazioni regionali del territorio italiano vi sono delle norme che vietano l’intermediazione come nel caso di specie. A titolo esemplificativo veggasi:
- l’articolo 3 comma 6 della legge numero 7 /R del 8 agosto 2012 della Regione Piemonte che statuisce quanto segue: “È vietata l’intermediazione dell’attività funebre. Il conferimento dell’incarico per il disbrigo delle pratiche amministrative inerenti il decesso, per la vendita di casse mortuarie ed altri articoli funebri e per ogni altra attività connessa al funerale, si svolge unicamente presso la sede recante i requisiti stabiliti dal presente Regolamento.” sanzionando le violazioni con sanzioni amministrative di particolare entità;
- l’articolo 5 comma 3 della legge numero 18 del 4 marzo 2010 della Regione Veneto che statuisce quanto segue: “È vietata l’intermediazione nell’attività funebre. Il conferimento dell’incarico per il disbrigo delle pratiche amministrative, la vendita delle casse ed articoli funebri e ogni altra attività connessa al funerale si svolge unicamente nella sede autorizzata o, eccezionalmente su richiesta degli interessati, presso altro luogo purché non all’interno di strutture sanitarie e socioassistenziali di ricovero e cura, pubbliche e private, di strutture obitoriali e di cimiteri”;
- l’articolo 13 comma 5 della legge numero 19 del 29 luglio 2004 della Regione Emilia-Romagna che statuisce quanto segue: “É vietato l’esercizio di intermediazione nell’attività funebre. L’attività funebre di tipo commerciale deve essere tassativamente svolta al di fuori delle strutture sanitarie pubbliche o private, dei locali di osservazione delle salme e delle aree cimiteriali”;
- l’articolo 5 comma 3 della legge numero 11 del 31 maggio 2016 della Regione Basilicata che statuisce quanto segue: “È vietata l’intermediazione nell’attività funebre. Il conferimento dell'incarico per il disbrigo delle pratiche amministrative, per la vendita di casse ed articoli funebri e per ogni altra attività connessa al funerale si svolge unicamente nella sede autorizzata o, eccezionalmente, su richiesta degli interessati, presso l’abitazione degli aventi diritto e non può svolgersi all'interno di strutture sanitarie e socioassistenziali di ricovero e cura, pubbliche e private, di strutture obitoriali e di cimiteri”;
- l’articolo 35 comma 5 della legge numero 41 del 10 agosto 2012 della Regione Abruzzo che statuisce quanto segue: “È vietato l'esercizio di intermediazione nell’attività funebre. L’attività funebre di tipo commerciale deve essere tassativamente svolta al di fuori delle strutture sanitarie pubbliche o private, dei locali di osservazione delle salme e delle aree cimiteriali”;
- l’articolo 11 comma 4 della legge numero 48 del 29 novembre 2019 della Regione Lazio che statuisce quanto segue: “È fatto divieto a chiunque di segnalare o comunque di portare a conoscenza di imprese funebri il decesso di persone. È altresì fatto divieto al personale adibito a ente pubblico, a strutture sanitarie, socioassistenziali, di ricovero e cura e assimilate, pubbliche o private, a strutture deputate ai pubblici servizi e a gestori di un servizio di ambulanze di indirizzare il dolente nella scelta dell’impresa funebre”;
- l’articolo 11 comma 4 e 5 della legge numero 34 del 15 dicembre 2008 della Regione Puglia che statuisce quanto segue: “4. È fatto divieto a chiunque di segnalare o comunque di portare a conoscenza di imprese funebri il decesso di persone. È altresì fatto divieto al personale adibito a ente pubblico, a strutture sanitarie, socioassistenziali, di ricovero e cura e assimilate, pubbliche o private, a strutture deputate ai pubblici servizi e a gestori di un servizio di ambulanze di indirizzare il dolente nella scelta dell’impresa funebre. 5. Nello svolgimento dell’attività funebre, fatta salva la promozione commerciale e da ricorrenza mediante oggettistica di valore trascurabile, è vietato proporre direttamente o indirettamente provvigioni, offerte, regalie di valore o vantaggi di qualsiasi genere, al fine di ottenere informazioni tese all’acquisizione di mandati.
- l’articolo 6 comma 3 della legge numero 48 del 29 novembre 2019 della Regione Toscana che statuisce quanto segue: “Il procacciamento di affari rivolto all’acquisizione e all’esecuzione di servizi funebri e delle attività connesse e complementari, anche ad opera di persone solo indirettamente riconducibili a soggetti autorizzati all’esercizio di tale attività, è vietato e perseguibile”.
In conclusione, i siti comparatori o paragonatori di prezzi non rappresentano alcun vantaggio per i dolenti certamente rappresentano un’insidia per gli operatori funebri che vedranno in futuro crescere tale modalità operativa con un relativo danno economico. Tuttavia, al di là di questa considerazione di natura commerciale questi siti rappresentano sotto tutti i punti di vista delle fattispecie vietate dalle normative regionali e come tali meritevoli di una reazione da parte delle organizzazioni di categoria.
Avv. Federico Pizzonia
Avv. Vito Pizzonia
L’elaborazione del lutto, un trend affermato in TV
Paola Italiano per “La Stampa”
«Hai reso il dolore accettabile. E te ne sarò per sempre grata», scrive su Twitter la signora Lynsey a Ricky Gervais: un grazie tra migliaia di altri grazie che stanno sommergendo l'attore inglese di After Life, la serie che narra la storia di Tony giornalista in un paesino di provincia, e la sua incapacità di ricominciare a vivere dopo aver perso la moglie, il ripiegamento cinico e antisociale, la depressione. Il talento di un comico porta un lumicino negli abissi del dolore, potere catartico del riso in mezzo al pianto.
I grazie per la terza stagione (su Netflix) sono così tanti che Gervais ha voluto ringraziare a sua volta: per averla guardata e consigliata, ma «soprattutto grazie per il sostegno a tutte le persone che si aprono sul loro dolore. Avete creato un piccolo culto della gentilezza», ha scritto l'altro ieri. Ecco il punto: After Life non è solo una bella serie, è diventata una sorta di terapia.
Ma può una serie aiutare ad affrontare, magari a superare il dolore? Una cosa è certa: nella frammentazione dell'offerta delle piattaforme di streaming, l'elaborazione del lutto è un tema talmente esplorato negli ultimi anni da essere ormai quasi un sottogenere. Non un accidente né uno snodo narrativo: il centro della riflessione. «Nell'era delle piattaforme streaming c'è una maggiore maturità nell'affrontare il tema del lutto rispetto a rappresentazioni più stereotipate del passato, che genera un processo di immedesimazione», dice Davide Sisto, filosofo, tanatologo e ricercatore all'Università di Trieste, autore di saggi sulla morte nell'era digitale.
«After Life ha poi un ulteriore merito: fa emergere una difficoltà tipica della società odierna a superare il lutto legata all'abbondanza del materiale digitale che si conserva della persona scomparsa. Il protagonista, Tony, non riesce a staccarsi dalla moglie anche perché continua a riguardare i video di lei: questo materiale è molto più invasivo rispetto a diari e fotografie, e rende immersiva l'esperienza del ricordo».
Anche “And Just Like That”, sequel di “Sex and The City”, in fondo è questo: la vita di Carrie dopo l'improvvisa perdita di Big, il grande amore, sospirato, inseguito e infine sposato, una ricerca lunga sei stagioni e due (dimenticabili) film. Era finita come nelle favole, ma cosa c'è dopo? Vissero felici e contenti, quanto a lungo nessuno lo dice mai. E se le ex trentenni allegre ed emancipate che si rispecchiavano (ed emulavano) la columnist newyorchese vent' anni dopo sono rimaste incollate ai nuovi episodi, è perché ci hanno trovato pezzi delle loro vite e non importa che sia tutto un po' malinconico: è la vita che è così...
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Cologno Monzese, una tomba anche per cani e gatti nel cimitero comunale
"Oggi ha invece riscontrato consenso e il primo ad appoggiare la proposta è stato proprio il sindaco Angelo Rocchi", rivela Mirco Angelucci, consigliere comunale della Lega, animalista e ambientalista convinto, che dal primo cittadino ha ricevuto la delega a occuparsi proprio di questi temi, supportando la Giunta. Si è così pensato di riservare un’area in fondo al cimitero di via Longarone alla sepoltura di animali domestici, che abbiano un peso inferiore ai 5 chilogrammi, come prevede la normativa. "Lì la struttura potrà estendersi anche in verticale con i loculi, dove i padroni che lo desiderano potranno acquistare uno spazio per i propri amici a quattro zampe. Abbiamo pensato che questo punto possa essere ottimale perché non presenta criticità legate alla fattibilità e soprattutto non ha bisogno di cambi di destinazione d’uso", spiega Angelucci.
Bisogna modificare il regolamento cimiteriale, poi si potrà passare al progetto. "Gli spazi dei loculi sono ridotti, 30 per 30 centimetri, per riporre le urne dopo la cremazione. La nuova funzione non andrà quindi a sottrarre spazio", sottolinea il capogruppo. Nel Nord Milano quello colognese sarà il primo cimitero con una zona per ospitare gli animali. Quest’iniziativa si aggiunge alla riforma dei servizi funerari approvata nel 2019 da Regione Lombardia, prima regione in Italia, che già oggi dà la possibilità di condividere il loculo con il proprio amico a quattro zampe.
I funerali di Ravanusa, un’occasione per stabilire regole certe
Federcofit, la Federazione del Comparto Funerario Italiano, interviene in merito al caso dei funerali delle vittime della tragedia di Ravanusa celebrati in forma solenne.
Non si ha intenzione di prendere le parti di uno dei soggetti in causa né di esprimere un giudizio a fronte di notizie apprese a mezzo stampa e tuttora in divenire.
Si tratta piuttosto di trarre una considerazione complessiva, vale a dire che di fronte a tragedie improvvise che comportano decessi di cittadini si avverte la mancanza di un protocollo di intervento che coinvolga Protezione Civile, Istituzioni territoriali e Associazioni/Federazioni di categoria.
Si deve partire da un fatto: un funerale svolto in forma solenne ha valore di cerimonia civile e implica aspetti che le famiglie da sole non possono gestire. È una questione di costi, di organizzazione e di presenza mentale.
Bisogna in tutti i modi evitare che, anche solo latamente, si paventi il rischio di fenomeni speculativi o, peggio, di sciacallaggio. In definitiva non si possono, in frangenti come questi, lasciare le famiglie in mano alla sola logica della concorrenza.
E l’unico modo per assicurare i cittadini è che vi siano regole certe, le quali regole dovrebbero portare a una concertazione che comporti lo stanziamento di fondi per le esequie (pur prevedendo, nel rispetto delle volontà famigliari, la possibilità di svolgere il funerale in forma privata), il coordinamento operativo e logistico, il rapporto con le imprese funebri (con la supervisione delle Associazioni/Federazioni a garanzia di imparzialità, tutela e correttezza).
Si tratta poi di stabilire forme e caratteristiche della cerimonia, del disbrigo pratiche, dei pagamenti dei servizi e che vi sia certezza di efficienza e trasparenza.
Per questo Federcofit avanza la proposta di disciplinare su tutto il territorio della Nazione un protocollo di coordinamento che attivi immediatamente gli addetti ai lavori, chiarendo ambiti e responsabilità, per attuare soluzioni controllabili e verificabili sotto ogni aspetto.
Si tratta, da parte di Federcofit, di porre in evidenza un aspetto del lavoro delle imprese funebri che non può essere in alcun modo affidato all’estemporaneità dell’esperienza, ma va specificato nei dettagli. A beneficio delle famiglie, ma anche a beneficio delle imprese stesse, che dall’esecuzione corretta del protocollo operativo traggono stima e credibilità.
Come è noto una proposta di legge nazionale sulla funeraria procede a singhiozzo alla Camera dei Deputati, scavalcata da altre priorità, ma è arrivato il momento di accelerare i lavori affinché l’iter legislativo trovi compimento e si giunga finalmente a normare uno stato di fatto della funeraria italiana (un settore in grande trasformazione, attraversato da processi innovativi e migliorativi di grande respiro) che purtroppo oggi deve ancora sottostare a regole scritte più di trenta anni fa.
Non è più possibile attendere oltre. La politica deve agire con urgenza affinché questioni come quella di Ravanusa non si abbiano più né a verificare né ad immaginare.
Le famiglie italiane si meritano una legge adeguata capace di promuovere professionalità, correttezza, trasparenza e quindi profondo rispetto la condizione che le attraversa.
Il Presidente
Cristian Vergani
Roma: diritti fissi e altre priorità
Diamo notizia di un’importante sentenza della Corte d’Appello di Roma Sezione Quarta Civile, n. 8062/2021 del 02/12/2021. Tale sentenza mette la parola fine all’annosa questione dei “diritti fissi” per i trasporti funebri fuori Comune, sancendone la decadenza. Gli operatori romani dovrebbero ora porsi nell’ottica di non pagare più la tassa e, qualora intimati e rilevato il non recepimento della sentenza da parte dell’AMA, denunciare il fatto in massa.
Tale sentenza (che ha un noto precedente in una sentenza della Corte di Cassazione del 2005 relativa al Comune di Bari) cade in un momento sicuramente particolare per la vita amministrativa della Capitale, con il cambio ai vertici del Comune e ai vertici dell’Ama. Resta il fatto che coi precedenti amministratori nel 2021 era iniziato un dialogo operoso che aveva l’obiettivo di esaminare e porre rimedio alle gravi disfunzioni (anche di immagine) del settore funerario a Roma. L’avvicendamento della dirigenza ha però interrotto il processo in atto e ci mette nelle condizioni di dover ripartire da zero.
Nulla di male, se si considera la disponibilità dello stesso Sindaco dichiarata al nostro Congresso Nazionale, a mettere mano alle questioni funerarie. Ma non c’è tempo da perdere. Ricordiamo infatti che la categoria delle imprese funebri si trova nella situazione professionale di rappresentare le famiglie dolenti, di interpretarne le istanze, di farsi portavoce della necessità di efficienza, di dover offrire risposte puntuali sui tempi e i modi dei servizi richiesti. Agisce insomma come facilitatrice dei rapporti tra istituzioni e cittadini.
Per questo Federcofit, che ben conosce la situazione romana e di tutto il Lazio (Regione che, si ricorda, ancora non possiede una legge quadro di riferimento), vuole concretizzare gli sforzi, da una parte svolgendo il proprio ruolo di tutela e rappresentanza delle imprese funebri, dall’altra sostenendo e consigliando le istituzioni nei processi di ammodernamento del settore. Si pensi alla digitalizzazione, al crescente interesse per la cremazione, al modo di comunicare i servizi funebri, alla percezione del lutto in epoca di pandemia, alle dinamiche concorrenziali, allo stato dei cimiteri, spesso in sofferenza quanto a manutenzione e ristrutturazioni.
Un altro nodo da sciogliere è il contratto di servizi tra Comune e AMA, che appare datato. Andrebbe profondamente rivisto proprio in ottica di “pensiero snello”, riscrivendo i flussi, i percorsi autorizzativi, l’iter delle pratiche. Bisogna evitare gli stalli, i rimpalli, le ridondanze burocratiche, perché tutto deve scorrere in fretta e senza gravare né economicamente né psicologicamente sulle famiglie.
Federcofit, dunque, offre al Comune e ad Ama la voce delle imprese e attende convocazione per presentarsi ai nuovi amministratori con lo spirito di chi crede che una collaborazione sia possibile, doverosa, ma non per questo onerosa.
Piero Chiappano
2022: un anno di progetti
Federcofit fa il suo ingresso nel 2022 con la determinazione di chi vuole essere protagonista in un mondo che cambia. Diciamolo: due anni vissuti e lavorati ad alta tensione hanno provocato nella funeraria riflessioni, balzi in avanti, rimodulazioni di scenari come mai era avvenuto in passato. La coscienza professionale degli imprenditori si è arricchita di nuove intuizioni che portano a scelte delicate e decisive.
L’incremento di interesse per le cremazioni, la comunicazione digitale, l’esperienza del dolente in una casa funebre, il bisogno di personalizzazione attraverso le cerimonie: sono tutti elementi direttamente collegati alla capacità di innovazione e al fiuto imprenditoriale. Nuovi dialoghi, nuove interrelazioni, nuovi progetti, nuovi business si affacciano di prepotenza nella funeraria, e in tutto ciò Federcofit non sta a guardare.
In questo scorcio iniziale siamo impegnati a completare la nostra digitalizzazione lavorando a un’area riservata del sito internet dove gli associati avranno la possibilità di accedere a servizi e informazioni, mentre la Federazione potrà allineare gli aspetti amministrativi in tutta scioltezza.
La comunicazione della brand identity, che ha ricevuto un abbrivio fondamentale al Congresso Nazionale di Roma (ottobre 2021), prosegue nel chiarire una mission che ci vuole “La Federazione di tutti”, sempre interessati a conoscere le dinamiche regionali, i rapporti col pubblico, i problemi dei vari livelli d’impresa.
Sicuramente un’area da approfondire sarà quella dei centri servizi, tra i quali annoveriamo imprese di assoluta importanza. Sono aziende con un ruolo più che strategico e da questa prospettiva vanno considerate.
Grande è il lavoro che ci attende sotto il profilo normativo. Lombardia, Marche, Abruzzo, Umbria, Liguria, Emilia-Romagna, Campania, Basilicata, Toscana, Lazio: sono Regioni in cui si attendono definizioni, leggi e regolamenti.
Modifiche, revisioni, integrazioni, sono sempre più necessarie.
Compito di Federcofit è per prima cosa stimolare la politica per non subirne i tempi e i limiti, poi collaborarvi, chiedendo tavoli di lavoro in cui risulti chiaro che ci sono attori più rappresentativi e significativi di altri: Federcofit è tra questi.
Si ricordi poi il grande sforzo che da sempre Federcofit produce in ambito formativo. Il 2022 ci vedrà impegnati non solo nella formazione professionale, ma sempre più coinvolti nella formazione dei manager della funeraria e nell’erogazione di servizi alle imprese: consulenze di business, pareri legali, risorse umane. L’impresa funebre è un sistema complesso che va affiancato da varie prospettive: crescono le aziende e cresce Federcofit.
Federcofit è attiva anche sul fronte della cultura. Psicologi e sociologi spiegano come sono cambiati i rapporti col lutto e la rappresentazione stessa dell’idea di morte nel popolo italiano. Federcofit dialoga con le community che si interessano a questo tema e ne stimola la produzione intellettuale.
Grande impegno sarà poi dedicato alle visite sul territorio, programmando incontri coi nostri referenti regionali, aperti alle imprese locali: veri e propri eventi in cui il dato regionale si contestualizza in quello nazionale.
A questo proposito evidenziamo il ruolo che abbiamo avuto e continuiamo ad avere sul fronte del progetto di legge nazionale, la cui discussione alla Camera è ripresa a dicembre, con tutto il suo corredo di interessi contrapposti, alleanze, visioni imprenditoriali.
Un progetto di legge che “custodiamo”, al netto della valanga di emendamenti che vorrebbero stravolgerlo. Federcofit segue ogni singolo passaggio, nel nome della libertà e serietà d’impresa.
Per tutte queste ragioni dichiariamo aperto il nostro tesseramento e invitiamo le imprese funebri a unirsi a noi. Troveranno servizi, risposte, aggiornamenti, agevolazioni, luoghi di confronto, colleghi lungimiranti e passione, sì, passione per un lavoro che è sempre più una sfida da vincere insieme. Perché una Federazione è tanto più efficace quanto più è forte, e la forza è data anche dal numero, che qualifica la rappresentanza ed è valutata positivamente dagli interlocutori. E il modo migliore per capire il valore della Federazione è la consapevolezza di potervi contribuire, sentirsi coinvolti, dire la propria, animare i territori. Non limitarsi all’idea che la Federazione “risolve i problemi” oppure non serve. La Federazione è presenza e azione, è un partner per il futuro. Iscriversi ha un significato di forte sostegno al mondo della funeraria perché “esserci” vuol dire affrontare il cambiamento con le spalle larghe, le informazioni aggiornate, e una rinnovata coscienza di categoria che porta beneficio a tutto il settore.
Buon lavoro a tutti.
Il Presidente
Cristian Vergani
Il confronto: a proposito di “quale impresa funebre”
In un recente intervento dell’amico Sereno Scolaro si tenta di affrontare un approfondimento sulla natura dell’impresa funebre.
Non sfugge che il tema è particolarmente attraente e, come dire, appetitoso nel clima che attraversa in questi ultimi anni il settore funerario, o meglio, il settore funebre strettamente inteso.
Il susseguirsi di progetti di legge, il Progetto Vaccari, della passata legislatura, ed il Progetto Foscolo Bellachioma, della presente, evidenziano un panorama quanto mai stimolante a simile approfondimento.
Colpisce e stupisce, però, mi si consenta nonostante la stima personale verso Sereno, come si acceda a determinati termini e definizioni senza andare alla loro vera natura ed origine sempre presente nell’attività funebre, come abbiamo più volte sottolineato, senza per la verità alcuna risposta, allo stesso Sen. Vaccari.
Ma veniamo con ordine ad alcuni approfondimenti.
“Imprenditore”, ha ragione Sereno, è colui che esercita un’attività di produzione o distribuzione di beni o servizi utilizzando adeguati strumenti di cui deve disporre, anche, aggiungiamo, indipendentemente dal loro possesso. Sono noti a tutti, infatti, i processi di integrazione aziendale presenti in tutti i settori e che coinvolgono tutte le tipologie di imprese di ogni dimensione e natura.
Quello che stupisce è, invece, la definizione di “agenzia”, richiamata dal nostro Sereno Scolaro forse anche perché affezionato alla superata “proposta Vaccari”, intesa come soggetto tipicamente commerciale e derivante dalla pratica commerciale/distributiva (agenzia di rappresentanza) e non, come invece è sempre stata nel settore funebre, derivante dalle norme di Pubblica Sicurezza: cioè l’agenzia di affari, che abilita ad operare in nome e per conto di altri soggetti deleganti con specifica tariffa e non in virtù di provvigioni di intermediazione.
La storia e l’evoluzione della normativa su questa specifica attività, dalla competenza per il rilascio dell’autorizzazione propria delle questure, fino al passaggio delle competenze alle Regioni e conseguentemente ai Comuni, per arrivare alla semplificazione degli adempimenti chiariscono in modo inequivocabile che non si tratta di soggetti economici abilitati all’intermediazione, come proponeva il progetto Vaccari, ma soggetti abilitati a trattare e concludere un quid in nome e per conto di un soggetto, avente titolo (non a caso), in virtù di un rapporto fiduciario esplicitato da una puntuale delega. Non tutti i soggetti lo possono fare e, conseguentemente per svolgere questa attività è necessario il rilascio di una “autorizzazione” particolare oggi rilasciata, oggi, dal Comune ed inserita nell’autorizzazione all’attività funebre con le nuove disposizioni regionali.
Al di là del fatto che la definizione dell’attività funebre come “agenzia” funebre deriva da questa funzione, si deve considerare che la grande maggioranza delle leggi e disposizioni regionali, se non la totalità, esplicitano il divieto dell’intermediazione nel settore che trae origine non da una sorta di fantasiosità del legislatore ma da elementi insiti nell’instaurarsi, tramite la “delega”, di un rapporto fiduciario, diretto e non trasferibile, tra avente titolo ed impresario a seguito di esplicita autorizzazione del delegante.
Certo nascono e si pongono problemi nell’approfondimento del tema “impresa funebre” e dei requisiti organizzativi necessari e della loro titolarità: il tema dell’avvalimento o dei cosiddetti Centro Servizi è di grande interesse nel dibattito degli ultimi 20 anni.
Dopo lunghi anni di discussioni e serrati confronti sembra, ormai, che tutte le Regioni accettino il ricorso ad integrazioni aziendali al fine di permettere a tutti gli operatori presenti sul mercato l’esercizio di questa attività garantendo alle famiglie un servizio rispettoso delle regole e delle condizioni minime di una corretta concorrenza ad eccezione della Regione Campania dove, ancora dopo oltre 10 anni dal varo delle disposizioni di legge, in molte aree della regione dette disposizioni restano sostanzialmente lettera morta… e, ci sembra, a buona ragione.
Nell’affrontare questi problemi si dovrebbe, inoltre, considerare i punti di partenza della medesima imprenditoria funebre a partire dalla scelta di campo a suo tempo, gli anni settanta in concomitanza della legge n. 426 sul commercio, fatta, cioè inquadrare l’attività funebre come attività commerciale, quando si parlava della “pompa funebre” e del trasporto funebre come elementi tra loro distinti e soggetti a gestioni diverse, la prima come attività imprenditoriale, la seconda come servizio pubblico affidato, per norma, alla diretta responsabilità dei comuni.
La giurisprudenza e le successive norme hanno “liberalizzato” anche la funzione del trasporto funebre ma, una cosa è modificare funzioni e loro affidamento, cosa ben più complessa è modificare e fare evolvere l’assetto imprenditoriale relativo ed il suo rapporto con la “politica”.
E la questione, oggi, non è tanto la “responsabilità” e l’”autonomia” dell’imprenditore, anche se strettamente collegato con un Centro Servizi, un Consorzio… come richiama Sereno, queste sono ben chiare dagli elementi formali e dalla sottoscrizione degli specifici impegni, la questione è, piuttosto, lo sviluppo di rapporti di integrazione aziendale finalizzati alla crescita della potenzialità imprenditoriale sia per l’esecuzione di servizi più professionali, sia per una maggiore penetrazione nel mercato.
Il tema è particolarmente sentito stante la presenza e lo sviluppo, anche nel nostro paese, di nuove realtà più complesse e con nuove disponibilità finanziarie e stante l’avanzare nel complesso mondo della funeraria in genere di logiche nuove, forse possiamo azzardare nel definirle più europee, che porranno problemi nuovi per l’imprenditoria tradizionale italiana, come dimostrano nuovi soggetti finanziari o nuove proiezioni di soggetti già attivi da lungo tempo, sia nel settore funebre, sia nella componente più dinamica del cimiteriale, cioè la cremazione.
Caronte
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