Tanexpo: uno spazio di confronto sugli sviluppi del settore funerario tra nuovi servizi e prospettive cerimoniali.

La nuova edizione di Tanexpo offrirà uno spazio di confronto e dibattito sulle nuove tendenze che si stanno affermando nell’ambito delle cerimonie funebri.

Recepire in tempo le nuove sensibilità sempre più diffuse nella popolazione a cui offrire risposte autentiche, permetterà di ottenere un posizionamento di mercato differenziante e una possibilità di miglioramento della performance economica.

In un contesto sempre più concorrenziale, due sono le scelte strategiche che possono essere perseguite per rimanere competitivi: o si sceglie di competere per il prezzo, svilendo nel tempo la figura dell’impresario, oppure si decide di differenziare le proprie proposte ricercando nuove nicchie di mercato.

Questa la premessa per una serie di approfondimenti che due realtà, entrambe aderenti alla neonata Federcelebranti, svilupperanno presso lo stand di Federcofit.

Janas, Celebranti laico-umaniste saranno presenti il 1° luglio con i seguenti appuntamenti:

  • ore 11:00 Lucia Ientile parlerà de “Il ruolo del Celebrante laico-umanista e la collaborazione strutturata con l’Agenzia Funebre, nuove opportunità di business”;
  • ore 12:00 Alessandra Rizzi parlerà di Death Education, ovvero il progetto innovativo “Come vorrei che fosse®: la Previdenza Funeraria come nuova opportunità di fidelizzazione del Cliente

Limen Cerimonie, sempre il 1° luglio, alle ore 16:00:

  • Nuovi Momenti Cerimoniali - un approccio inedito all’ultimo saluto” nel quale partendo dai rituali funerari classici e maggiormente standardizzati passerà a introdurre le forme più innovative e personalizzate dell’ultimo saluto;
  • Le fasi della Cerimonia di Commiato e il Ruolo del Celebrante” nel quale sarà presentato il percorso della Cerimonia attraverso momenti di espressione dal vivo, per trasmettere l’impatto emotivo offerto dai rituali funerari.

Per confrontarsi su questi temi, Limen Cerimonie sarà presente anche sabato 3 luglio alle ore 11:00.


I servizi digitali per la funeraria, dagli annunci allo streaming

A Tanexpo Federcofit si propone di trattare il tema della comunicazione digitale mettendo in risalto funzioni e strumenti che permettano alle imprese funebri di essere sempre più performanti e capaci di ridurre i tempi di contatto col cliente. Velocità, esaustività, facilità d’uso, estetica personalizzata: sono alcuni degli elementi che esercitano un potere attrattivo sul pubblico di oggi. Saper girare al momento giusto la chiave della digitalizzazione accresce la competitività perché permette di giocare in anticipo sulla concorrenza offrendo ciò che il cliente percepisce come valore. Ed è ancor più vero se ci volgiamo alle spalle e consideriamo quante difficoltà proprio la tecnologia digitale ha permesso di superare dal marzo 2020 a oggi. C’è poi un fatto: tutto il mondo del business e dell’organizzazione vive ormai di processi integrati ed è arrivato il momento che anche la funeraria giochi la sua partita.

Per queste ragioni Federcofit inviterà al proprio stand Cas-Per, una dinamica realtà che opera nel settore web e digital con una speciale vocazione per la funeraria. A Cas-Per, che è la società che ha costruito il nostro nuovo sito internet, affidiamo il compito di stimolare gli impresari funebri con gli argomenti che sono tipici del lavoro digitale e presentare loro la via digitale all’innovazione di settore.

In particolare verranno raccontati e approfonditi i servizi degli annunci funebri, dello streaming della cerimonia e di tutti i prodotti informativi interattivi legati alle case funerarie. Servizi che si sono dimostrati particolarmente utili durante le fasi di lockdown legate alla pandemia. Lo scopo è costantemente quello di aumentare la visibilità dei canali informativi digitali delle imprese funebri, accrescere le interazioni internet tra cittadini e Imprese e di conseguenza migliorare la loro web reputation. Perché oggi funziona così: la capacità di presentarsi bene online contribuisce in modo determinante alla percezione che un’impresa vuol dare di sé. Anche perché il web è il luogo dei commenti, delle recensioni, delle segnalazioni, e la funeraria non sfugge a questa regola.

I ragazzi di Cas-Per spiegheranno i servizi e li faranno provare in versione demo agli imprenditori, con un occhio di riguardo per i soci Federcofit che potranno godere di un vantaggio economico derivante dal contatto in fiera.

Venerdì 2 luglio al pomeriggio alle ore 16 presso il nostro stand si terrà un workshop per gli imprenditori durante il quale sarà dedicata particolare attenzione all’argomento dello streaming della cerimonia funebre: strumenti, modi e tempi di realizzazione per allargare la platea degli utenti.

Oltre alla descrizione dettagliata del servizio, si potrà provare la facilità d’uso delle apparecchiature necessarie e svolgere insieme un sereno ragionamento sui vantaggi di visibilità legati all’uso di questo servizio.

 

Piero Chiappano


Innovare nei momenti che contano

Nei settori quali ristorazione, infanzia, cura degli animali, negli ultimi anni, grazie anche al digitale e alla tecnologia, abbiamo visto non solo una crescita del numero di imprese operanti ma anche una radicale e crescente innovazione del settore.

Guidata spesso dalle grandi organizzazioni, l’innovazione ha fatto sì che oggi possiamo scegliere non solo a chi affidarci per un’esigenza, ma anche il tipo di esperienza che vogliamo vivere.

Possiamo confrontare più ristoranti di una città e lasciarci consigliare da persone di tutto il mondo. Possiamo prenotare un tavolo senza dover rimanere in attesa sull’uscio della porta. Possiamo starcene a casa e farci portare non solo una pizza ma qualsiasi pietanza a domicilio. Oppure, possiamo abbonarci a qualche servizio e lasciarci sorprendere periodicamente da gusti di oriente, di pesce e prodotti scandinavi, di infusi o whisky e gin selezionati.
Quando si parla di morte… niente.

Se per fare lavori in casa, per citare un altro settore che si dice non conosce crisi, possiamo affidarci non solo a Google ma a vere e proprie piattaforme per trovare gli operatori più rapidi, affidabili, ed economici, quando si parla di morte siamo ancora fermi a quanto succedeva cinquant’anni fa: “tu chi conosci?… vabbè chiamiamo quello”.

Poi parlare di “morte” è generico. Potremmo pensare, come probabilmente può essere venuto in mente nella frase di prima, alla fase finale: all’organizzazione del funerale, alla scelta della lapide.

Ma scomponendo, così come avviene quando si innova in ogni settore, ci sono momenti ed esigenze molto diverse.

Parlando di morte, ad esempio, potremmo già individuare due grandi casistiche: quando la morte è improvvisa e quando la morte è annunciata.

Quando la morte è improvvisa, pur generalizzando, potremmo pensare ad esempio a: situazioni e problemi logistici dovuti alla distanza (ad esempio morti in altri paesi), problemi di tipo economico e logistico relativi alla sepoltura, ma anche e soprattutto a una situazione emotiva da supportare e che non prevede la lucidità necessaria per organizzare e gestire questa delicata fase.

Quando la morte è “annunciata”, come nel caso di persone molto anziane e malati terminali, potremmo invece pensare a come la famiglia e l’individuo si stanno preparando.
Bisogna davvero aspettare l’ultimo respiro per organizzare tutto?

Sono riflessioni di carattere generale, volutamente semplificate. Ma sono riflessioni su cui si potrebbe davvero innovare un settore impattante nella vita di tutti noi.

Quando penso alla morte mi vengono infine due riflessioni.

La prima è frutto della mia natura da Business Designer ed è quella che viene definita la teoria Oceano Rosso e Oceano Blu.

Sinteticamente si tratta di questo: chi opera in un determinato settore di solito, presto o tardi, arriva in una situazione di concorrenza feroce dove i premi in palio si riducono progressivamente e spesso l’unica arma per vincere la competizione è quella del prezzo e della guerra dei prezzi. Questa situazione si definisce oceano rosso.

Di contro si può optare per una strada diversa, una strategia Oceano Blu, guardare il settore in modo diverso, spostare l’organizzazione dal sanguinoso mercato di tagliagole in cui si trova –«un oceano rosso pieno di squali» – in un grande oceano blu, vale a dire nuovi mercati senza concorrenza.
Ma come si fa? Proviamo a “scomporre la morte”

Un cambiamento di questo tipo, una strategia oceano blu, si genera per esempio provando a “scomporre la morte”, analizzando realmente quanti e quali esigenze sperimentano le persone nel momento della morte (chi muore e chi è vicino) possiamo senz’altro trovare strade originali e redditizie per innovare.

La seconda riflessione è in parte collegata: non si può generare vero valore se non miglioriamo la vita delle persone. Per innovare, per mettere in atto una strategia oceano blu, per diversificare e superare la concorrenza, l’unico segreto è parlare con le persone.

Conoscere davvero quali sono i problemi e le sfide che sono chiamate ad affrontare.
Per provare a ragionare in maniera diversa vi aspetto a Tanexpo 2021 al workshop “Innovare nei momenti che contano”, alle ore 10,30 presso lo stand di Federcofit.

Michela Spagnolo


Sono stata invitata infatti da Federcofit, insieme al mio collega Gregorio, a tenere un breve workshop per gli operatori del settore durante la fiera Tanexpo 2021.
Saremo felici di dare il nostro contributo.

Michela Spagnolo è psicologa e psicoterapeuta, Mamma di Camilla, Co-Founder di Beople e ideatrice del progetto After.
La sua missione è liberare il mondo del business dal superfluo e aiutare imprese, organizzazioni e professionisti a implementare processi semplici, efficaci, replicabili. È anche Autrice di Business Design per le Pmi, ha revisionato, tra gli altri, Value Proposition Design®, e curato l’edizione italiana di Creare Modelli di Business.
Puoi seguire Michela anche su LinkedIn


Gregorio La Rocca Sportivo, ottimista, con il pallino dell’innovazione. Tredici anni nella fitness industry, in Virgin Active, dove ha diretto la scuola di formazione. Puoi seguire Gregorio anche su LinkedIn

www.beople.it
www.afterproject.it


L'estate della ripartenza

Giugno 2021: tutti trasmettono immagini di un’Italia pimpante che pregusta, e gusta, il sapore delle “rinascita”: mare, monti, giardini, piscine, … affollati di persone soddisfatte per la fine di un incubo da troppo tempo subito e sopportato.

L’Italia, e non solo, sembra liberarsi e fremere per ripartire cercando di lasciare alle spalle oltre un anno di sofferenza e di timori per una pandemia tanto inattesa, quanto rivelatrice delle debolezze del sistema.

Tanti sono i segnali che si possono captare, anche nel nostro settore, di questo stato d’animo e di queste attese.

Certo andiamo con il ricordo alle tribolazioni per l’assenza delle mascherine, che tutti promettevano ma che erano introvabili per gli operatori funebri, nonostante il rischio infettivo incombente, alle vicende relative alla vaccinazione dei soggetti, anche operatori funebri, che intervenivano di persona nelle camere mortuarie delle strutture sanitarie, fino alla gentile risposta di un maggiore (od altro grado militare) della segreteria del Generale Figliolo che ha gentilmente risposto, telefonicamente,  ad una nostra formale richiesta, senza, però, (nel più perfetto stile italico) dare una risposta scritta da poter far valere presso le istituzioni sanitarie, e tanti altri ricordi sicuramente non piacevoli.

L’attuale giugno ha cancellato tutto? Certamente no, ma l’aria che si respira è sicuramente diversa: l’ansia lascia il posto alla voglia di riprendere e questo è il dato che conta. Frutto anche della campagna di vaccinazione, che, al di là delle legittime lamentele e segnalazioni di disfunzioni, sta procedendo con numeri sempre più importanti verso quella immunità di gregge che tutti desiderano.

Lo vediamo, nel nostro mondo, con la frenesia che sta accompagnando la prossima manifestazione di TANEXPO e con tante altre segnalazioni.

Dobbiamo, quindi, guardare al futuro con l’ottimismo della ragione.

Certo in questo ottimismo due sottolineature sono assolutamente necessarie.

Prima di tutto la legge nazionale: siamo al terzo anno della Legislatura, alla Camera è presente una Proposta di legge frutto di una sintesi di tre Disegni di Legge, ad oggi la Commissione competente, dopo la presentazione di numerosi emendamenti, è alla discussione dell’art. 3. Di questo passo la legge potrà essere approvata tra chissà quanti anni.

Signori parlamentari è dal 2001, allora Ministro della salute il Prof. Sirchia, che il settore attende una Legge di Riforma per il comparto funerario; dopo 20 anni di gestazione vogliamo sperare che si faccia qualcosa per questo settore bistrattato nonostante i sacrifici fatti anche in questa pandemia …, se vogliamo riavvicinare la politica ai bisogni effettivi dei cittadini.

La seconda questione che si pone è una legge per la Regione Lazio. Presidente Zingaretti ed onorevoli consiglieri del Lazio avete ben presente il caos dei cimiteri romani con le polemiche degli ultimi mesi; una parte di responsabilità deve essere ricondotta anche alla Regione Lazio, unica nel panorama delle Regioni italiane a non aver varato una legge sulla materia mantenendo il settore nelle pastoie e complicazioni del vecchio Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria del 1990. Perché, Presidente Zingaretti, le famiglie romane e laziali debbono rinunciare ai diritti, garantiti in tutte le regioni italiane, di curare secondo i propri desiderata i cari defunti? Perché gli operatori funebri laziali, a differenza dei propri colleghi italiani, debbono rinunciare al proprio rinnovamento ed agli investimenti conseguenti per servire meglio le famiglie colpite da un lutto? Pesante è la responsabilità che la Regione si sta assumendo, durante queste ultime legislature e nonostante le tante promesse, nel bloccare ogni processo evolutivo del settore ed ogni passo verso la necessaria trasparenza. Abbiamo fatto di tutto: sollecitato, fornito concrete e dettagliate ipotesi normative alla Presidenza della Regione ed a singoli consiglieri, indicato percorsi fatti in tante altre Regioni senza alcun risultato.

L’ultima speranza, dopo che la pandemia allenta la sua presa, è che si faccia qualcosa, finalmente, nell’interesse delle famiglie e dell’economia laziale.

Il Presidente Cristian Vergani


Federcofit a Tanexpo 2021

Federcofit partecipa a Tanexpo 2021 con un paniere ricco di novità e proposte rivolte ai propri associati e agli operatori tutti.

Per prima cosa vi invitiamo fin da subito a consultare il nostro sito federcofit.it per scoprire la nuova veste grafica molto funzionale e di facile utilizzo anche da smartphone. Oltre alla nuova estetica, i nostri associati potranno accedere alla nuova area riservata (che sarà pronta per la fiera) dove potranno consultare gli aggiornamenti normativi, le convenzioni e le attività della Federazione.

Lo stand sarà caratterizzato da un alto tasso di interazione, le attività in programma puntano infatti a stimolare una riflessione sulle prospettive d’impresa, lambendo il cardine del miglioramento continuo, dell’innovazione e della relazione.

L’obiettivo di Federcofit è quello di realizzare una collaborazione con società di consulenza specializzate nella comunicazione, nella formazione, nell’organizzazione, in grado di sostenere e facilitare la crescita delle imprese più illuminate, sensibili alle nuove tendenze e capaci di catturare lo spirito dei tempi che cambiano. Le esigenze che emergeranno dal confronto con gli operatori saranno successivamente tradotte in progetti concreti.

Presenza fissa dei tre giorni sarà Cas-Per srl, il nostro partner digitale, che incontrerà le imprese anche attraverso attività dimostrative, per guidarle attraverso le incessanti evoluzioni della comunicazione digitale, dai social a Linkedin al sito istituzionale, per ingaggiare il visitatore attraverso politiche di consolidamento dell’immagine aziendale distintive e personalizzate. Ogni impresa deve imparare a valorizzarsi agli occhi dei clienti per ciò che di peculiare ha, e i canali privilegiati di comunicazione sono ormai da anni digitali.

Ampio spazio sarà dato al mondo delle cerimonie. Presenteremo Limen, nostro partner nella formazione, che inscenerà momenti in cui testi, coreografie, musiche e recitazione si intrecciano per fare del ricordo un’esperienza intensa, memorabile e degna di essere raccontata. La cerimonia è un indubbio canale di business destinato ad avere sempre più peso nella creazione di valore di un’impresa, soprattutto per chi può avvalersi di una casa funeraria. Grazie a Federcofit le imprese funebri potranno avere personale formato anche in questo settore. Sempre a proposito di cerimonie arriverà dalla Sardegna Lucia Ientile, una professionista del settore che presenterà la sua proposta cerimoniale.

Sul fronte della consulenza d’impresa avremo Beople srl, con i suoi facilitatori pionieri ed esperti nel business design per la piccola e media impresa. Attraverso attività seminariali spiegheranno agli imprenditori della funeraria come portare innovazione e soddisfazione  “disegnando” il viaggio del dolente secondo una logica co-creativa incentrata sulle sue aspettative. Sempre con Beople si parlerà di vendita avanzata nel rispetto della deontologia di settore. Vi invitiamo a visitare il sito afterproject.it che è un progetto sperimentale di Beople srl: una comunità in costruzione centrata sulla scoperta dei bisogni latenti del dolente. Solo le imprese capaci di creare proposte di valore sempre più convincenti potranno vincere le sfide di mercato e massimizzare i profitti.

A tutti i visitatori del nostro stand sarà riservato un omaggio: Federcofit regalerà loro un cd intitolato “Le musiche dell’addio”, contenente ottime esecuzioni di brani della tradizione classica modulate sulle esigenze della cerimonia funebre. Il cd è realizzato grazie al concorso di molte imprese associate a Federcofit che hanno sponsorizzato l’iniziativa e al quale va il nostro ringraziamento.

Visitando lo stand si avrà inoltre l’opportunità di confrontarsi sui temi caldi del nostro mercato in questa fase storica, discutere le questioni legislative, i contenziosi aperti e i contributi che la Federazione sta apportando a livello regionale e nazionale, con la consapevolezza che Federcofit è pronta a recepire stimoli, captare tendenze e stare a prora per portare i propri associati verso le mete desiderate.

È infine in via di definizione, per la sera di venerdì, un piacevole momento conviviale che offrirà l’occasione per consolidare lo spirito della Federazione, ragionando insieme di lavoro e di amicizia.

Vi aspettiamo per guardare insieme al futuro con positività e brindare all’impegno di tutti.

Piero Chiappano


Cerimonie di Passaggio e nuove prospettive - Limen - Marco Beatrici

Cerimonie di Passaggio e nuove prospettive

Nuove concezioni sociali
Le trasformazioni sociali nell’epoca moderna di cui siamo spettatori, stanno contribuendo sia a ridisegnare le relazioni interne alle comunità di cui siamo membri, sia a favorire una manifestazione più personale del rapporto tra l’individuo e il proprio pensiero.
Da un modello sociale onnicomprensivo, basato sul senso di appartenenza ad un gruppo e al rispetto delle sue regole, si è assistito all’affermazione di tendenze volte ad esaltare l’esperienza individuale e il suo lato differenziante rispetto alla concezione classica.
Tendenze che nel tempo hanno originato nuovi approcci nelle relazioni comunitarie, dall’abbigliamento all’alimentazione, dal modo di vivere il tempo libero all’espressione della propria visione del mondo: tali mutamenti non potevano non coinvolgere anche il mondo delle Cerimonie di Passaggio.

Cerimonie di Passaggio e nuovi Modelli
La mutazione del palcoscenico sociale ha spinto anche al cambiamento della scenografia allestita per la celebrazione dei suoi passaggi, la cui narrativa nel tempo si è concentrata nel trasmettere a raccontare gli elementi unici della vita dei suoi protagonisti.
Cambiamenti che non hanno mancato di coinvolgere anche le Cerimonie di Unione, sempre più votate alla spettacolarizzazione del rituale e alla ricerca di momenti dal forte impatto emotivo, le quali hanno indicato la direzione anche per tutto l’insieme delle Cerimonie di Passaggio.

La personalizzazione della Cerimonia di Commiato
Celebrare l’addio ad una persona cara non serve a chi ci ha lasciato, ma a chi resta, favorendo l’avvio del processo di Elaborazione del Lutto e la ricerca di un significato alla perdita subita.
Il lutto rappresenta infatti un’esperienza carica di sofferenza, capace di lasciare profonde ferite psicologiche, con manifestazioni del tutto uniche in ogni persona che lo sta sperimentando, rendendo fondamentale adottare un approccio dedicato, principio alla base della nascita di figure come il Cerimoniere ma anche il Counselor.
La personalizzazione di una Cerimonia di Commiato infatti permette di celebrare la vita della persona che ci ha salutato, offrendo un momento di ricordo unico ed autentico, aiutando nel contempo i famigliari ad esprimere il dolore nella forma più opportuna.

Nuovi modelli Cerimoniali
Anche nel mondo funerario, storicamente meno permeabile ai cambiamenti di paradigma, stanno avvenendo trasformazioni profonde della propria offerta, oramai sempre più rivolta verso i servizi dedicati alla persona.
Stiamo assistendo ad un processo evolutivo delle Cerimonie di Commiato di carattere laico, che offrono un interessante laboratorio per la creazione di nuove soluzioni ritualistiche, capaci progressivamente di allontanarsi da una semplice percezione non-religiosa verso una visione umanista e antropocentrica.
Il mutamento dei modelli sociali favorisce la nascita di differenti ipotesi Cerimoniali, tra cui acquistano rilevanza il momento della Dispersione delle Ceneri e quello della Consegna dell’Urna, passaggi importanti che dovranno essere accompagnati da nuove elaborazioni, in grado di attribuire loro significati profondi.
Lo scenario atteso per i prossimi anni è l’emergere di figure professionali operanti nel campo cerimoniale e del counseling, che sappiano portare quel livello di competenza necessario all’interno delle imprese del settore per soddisfare le richieste della clientela.

Marco Beatrici
Telefono +393515252999
info@limencerimonie.it

Logo Limen - Cerimonie di Passaggio e nuove prospettive - Marco Beatrici


Decreto riaperture e piano vaccinale

Dal 26 aprile l’Italia esce dal torpore depressivo delle restrizioni estreme e si avvia a una prudente ripresa economica e relazionale. Il decreto Riaperture della Presidenza del Consiglio, ampiamente circolato in questi giorni a mezzo stampa e informazione digitale, disciplina con precisione le “nuove libertà”. Espressione sicuramente polemica, ma realistica. Non si può tacere del fatto che il popolo italiano sta vivendo un profondo disagio che si riverbera negativamente sulla qualità della vita non solo materiale, ma anche (e forse soprattutto) psicologica.

Sembra impossibile affrontare il tema senza che subito non si creino posizioni contrapposte – nel peggiore dei casi tifoserie – animate da una politica apparentemente assente, ma molto sensibile al vecchio adagio dell’Impero romano: Divide et Impera. Così, per un motivo o per l’altro, ci si guarda con sospetto, si sospendono i discorsi e si fatica ad approfondire una realtà presente e futura con la quale ancora non è chiaro come ci si dovrà rapportare.

Fa molto discutere la questione “coprifuoco alle 22”, che appare di poco senso in rapporto alle categorie a cui si consente di riprendere le attività, considerata anche la differenza sostanziale rispetto a un anno fa: la campagna vaccinale avanza e a breve si prevede una vera e propria invasione dell’offerta. Per cui, se davvero nel vaccino consiste la pozione miracolosa, un po’ di fiducia in più sarebbe stata gradita.

Resta il fatto che noi operatori funebri siamo ancora costretti a guardare. Si lavora e si procede senza quella tutela che ormai sembra essere pane comune, perché di fatto, a oggi, le nostre istanze non sono ancora state compiutamente recepite. Corre voce che sia in cantiere un nuovo piano vaccinale che includa varie categorie professionali, tra cui la nostra, ma per ora si tratta solo di voci: carta non canta.

Va segnalata tuttavia una lodevole iniziativa sperimentale della Regione Lombardia, che potremmo sintetizzare col titolo di “vaccini in azienda”, che offre alle aziende lombarde aderenti a Federazioni e Associazioni di categoria la possibilità di vaccinare su base volontaria i propri dipendenti. Iniziativa la cui elaborazione teorica è iniziata poco prima di Pasqua e che successivamente è stata ripresa da un protocollo  governativo che estenderebbe la fattibilità al territorio nazionale.

La vera differenza tra i due documenti, con quello governativo che dovrebbe prevalere su quello regionale, è che Federazioni e  Associazioni potranno agire da tramite per i propri associati stringendo accordi con strutture sanitarie private disposte a somministrare i vaccini al personale aziendale. Ciò soprattutto a beneficio delle piccole imprese che non hanno requisiti interni per considerarsi hub vaccinale, semplificando l’accesso alla pratica e sollevandole da un po’ di burocrazia.

La questione è ancora aperta e in via di definizione specifica, ma Federcofit si è portata avanti firmando il Protocollo d’Intesa con la Regione Lombardia e partecipando al tavolo in cui si concorre all’elaborazione delle varie fasi del processo vaccinale per poter offrire ai propri associati assistenza e premura. Facciamo questo per essere pronti e “rodati” quando si potrà agire su tutto il territorio italiano e garantire sicurezza e prestazione ai nostri iscritti presenti in tutte le Regioni.

Ci auguriamo allora che i tempi si accorcino e tutto si sblocchi in fretta: diversamente si farebbe tanto lavoro e rumore per nulla nella misura in cui le dosi vaccinali disponibili dovessero diventare davvero tante e cadessero vincoli anagrafici o settoriali, constatata l’agevole accessibilità delle fiale.

In ogni caso Federcofit non molla, perché ha a cuore la categoria che rappresenta.

Piero Chiappano

 


Disastro Roma: le federazioni in piazza con i cittadini!

Continua il disastro dei cimiteri romani e le federazioni del comparto funerario Federcofit e Feniof organizzano una manifestazione assieme ai cittadini per chiedere che il Sindaco faccia in modo che gli uffici comunali capitolini tornino a fare il loro lavoro.

Un resoconto ampio della manifestazione di venerdì 16 aprile, con anche una lunga intervista video al Segretario Nazionale di Federcofit Giovanni Caciolli, è offerto dal sito de "il Foglio", che ospita il particolareggiato servizio di Roberta Benvenuto.

"Mi chiamo Lorella e sono qui per testimoniare che mio marito, a più di due mesi dalla morte è ancora nel deposito e non so quando lo potrò riavere. Non penso che per una cremazione ci possa volere tutto questo tempo. Non ci sto". Non ci sono solo i parenti a manifestare oggi a piazza della Bocca della Verità a Roma, sotto la scalinata del Campidoglio.

Anche le organizzazioni del comparto funerario protestano, per "sollecitare, in modo quasi disperato, il comune a risolvere i problemi perché la situazione non è più tollerabile", dice Giovanni Caciolli, segretario Federcofit. "La situazione è catastrofica: da novembre abbiamo grossi problemi di stoccaggio delle salme e mi scuso per questo termine", aggiunge un operatore, "perché i depositi sono pieni e l'Ama ha giocato a rimpiattino sui problemi del Covid ma in realtà è una cattiva gestione dell'Ama che gestisce i cimiteri capitolini. Ci sono attese per più di un mese e di un altro mese per ritirare le urne. Tra l'altro ci hanno impedito di lasciare le salme in camera mortuaria e andare a cremare altrove. Gli altri forni poi non accettano di fare il deposito per Roma".

"Siamo arrivati ad avere in questo momento duemila salme. Per cui se arrivi mercoledì o giovedì quando il deposito è pieno non sai dove portarle. L'unico posto autorizzato è il cimitero. Non si trova il modo di accelerare l'iter autorizzativo. Il comune non vuole prenderselo in carico, come succede in tutti gli altri ottomila comuni italiani, e ha delegato ad Ama che rallenta il processo".

"Dal momento della presentazione della pratica dobbiamo attendere 50-60 giorni per la cremazione. Tutti i depositi e i forni sono intasati. Non riusciamo a tumulare e inumare. Ci sono problemi sindacali all'interno dell'Ama e ciò ricade sulle spalle delle famiglie già colpite in questo momento. Questo ha spinto una categoria che non era mai scesa in piazza a fare questa manifestazione".

"Non è comprensibile per i cittadini", aggiunge Caciolli. "E' mai possibile che a Roma ci siano manifesti di 5 metri per 7 nei quali un figlio chiede scusa alla madre per non essere stato in grado di tumularla? A Virginia Raggi chiediamo una cosa molto semplice: visto che vuole ricandidarsi, non lasci una situazione simile. Gli uffici facciano il loro dovere e riassumano le funzioni che la legge affida loro. La legge 130 è chiara: le autorizzazioni vengono rilasciate dall'ufficiale di stato civile. Punto".

Guarda il video e leggi l'articolo completo sul sito de "il Foglio"


Cimiteri romani: un comunicato di Federcofit e Feniof

OGGETTO: denuncia circa le critiche condizioni dei cimiteri capitolini e sulla necessità di urgenti soluzioni per assicurare i servizi alle famiglie toccate da un evento luttuoso.

A fronte della situazione che si è determinata relativamente ai cimiteri romani ed alle pratiche funerarie assolutamente intollerabile e gravissima, le federazioni nazionali delle imprese funebri si associano alle giuste lamentele delle famiglie in lutto rappresentando pubblicamente, alle ore 12:00 di venerdì 16 aprile 2021 sotto la scalinata del Campidoglio, la vicinanza ai dolenti e denunciando l’assoluta gravità della situazione dei cimiteri capitolini con il venir meno di servizi pubblici essenziali nonché i vergognosi ritardi nell’esecuzione di cremazioni e sepolture.
Da mesi abbiamo sollecitato il Comune di Roma e AMA SpA ad individuare urgentemente soluzioni adeguate ai drammatici problemi presenti, a partire dal rilascio delle autorizzazioni di legge per la cremazione e per i servizi funebri in genere. Ad oggi formalmente non abbiamo risposte né contezza della volontà di risolvere problemi che rappresentano una vergogna per Roma e per il comune sentimento di pietà verso i defunti.
In assenza di una dimostrazione di interesse ed attenzione della pubblica amministrazione circa i disservizi che interessano migliaia di dolenti toccati da un evento morte, siamo ad intervenire pubblicamente confidando nell’innalzamento della soglia di attenzione circa le esigenze, diritti e sentimenti di chi ha perso un proprio caro.

Il Segretario Nazionale FEDERCOFIT
Giovanni Caciolli

Il Segretario Nazionale FENIOF
Alessandro Bosi

 

clic per scaricare il comunicato stampa


Vaccini: Federcofit scrive al Presidente della Repubblica

Egregio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,

Le scrivo in rappresentanza di una categoria che nessuno, dall’inizio della pandemia Covid 19 a oggi, ha ringraziato come merita: gli operatori funebri.

Una categoria che svolge un servizio di pubblica utilità, sempre reperibile, capace di assorbire carichi di lavoro elevati senza mai privare i dolenti della minima inefficienza, del più piccolo ritardo, del conforto necessario.

Una categoria che ha lasciato sul campo delle vittime per il Covid 19, contratto esercitando il mestiere con abnegazione, senza lamentarsi, esposta al rischio, lavorando in piena contiguità con la malattia e il personale sanitario, tuttavia a questo mai equiparato: perché invano ha atteso che in un piano vaccinale fosse menzionata.

Questa è la realtà. Nonostante sia innegabile l’esposizione al rischio pressoché quotidiana, gli operatori funebri sono sempre stati ignorati, e a nulla sono valsi gli appelli alle Regioni, le mozioni, le interrogazioni anche a livello parlamentare. Il vaccino c’è stato per tutti, ma non per gli operatori funebri. Come se la loro attività dovesse ricadere nel “lavoro sporco”, di scarsa nobiltà, da tacitare e ignorare, su cui soprassedere come necessaria, ma invisibile operosità. Eppure, come avrebbe dato senso al nostro impegno vedere la nostra categoria affiancata al personale sanitario e alle Forze dell’Ordine, riuniti nella comune missione dei servizi essenziali e della loro funzione solidale.

Quanta amarezza, egregio Presidente, vedere i nostri uomini tornare a casa carichi di apprensione. Perché ci sono situazioni in cui fare il proprio dovere non basta per essere motivati. Non basta quando il portato negativo – fisico e psicologico – del proprio lavoro può involontariamente trasferirsi sui figli o genitori anziani. Ed è in queste situazioni che si devono tendere le braccia delle Istituzioni per garantire presenza a chi presente è e sempre sarà.

Per non parlare dell’amaro dileggio a cui si è sottoposti quando ci si sente dire che dal Covid 19 la categoria ci ha guadagnato, quasi come se la natura delle cose trasformasse un lavoro in sciacallaggio. Ovviamente non è così, e farebbe piacere vedersi riconoscere un merito. Che, lo sottolineo, è un merito di categoria, non di un qualche talento individuale.

Gli operatori funebri sono professionisti che non fanno notizia, che nessuno ha mai intervistato, ma che trovi sempre al loro posto, con l’empatia giusta per stare accanto a chi soffre, la serietà delle circostanze e la voglia di far bene che è tipica dell’impresa italiana.

Anche noi siamo eccellenza, anche noi siamo forza, anche noi siamo popolo. Ed è ora che le Istituzioni ce lo riconoscano. Papa Francesco ci ha onorati del suo ringraziamento, e il suo encomio ci ha colmato il cuore di orgoglio, dandoci coraggio e rischiarando il viaggio di umana solitudine in cui troppo spesso ci sentiamo proiettati. Ma è giusto che anche le Istituzioni laiche, la politica, la burocrazia lo facciano: le mancate risposte alle formali richieste sui vaccini hanno rivelato un’assenza di considerazione onestamente spiacevole e incomprensibile.

Le chiediamo allora, dall’alto del Suo responsabile incarico, un piccolo gesto di pubblico riconoscimento per la categoria degli operatori funebri, perché possiamo sentirci parte attiva di un’opera di ricostruzione che riporterà l’Italia agli splendori che merita.

In fede
Cristian Vergani
Presidente Federcofit
(Federazione del Comparto Funerario Italiano)
Via Pier Francesco Mola 46
20156 Milano

 

 


Funerale Laico - Lucia Ientile

La “cerimonia laica”, per ricordare il defunto nella società che cambia

Cos’è una Cerimonia laica?

Da sempre l’uomo ha sentito la necessità di condividere i momenti importanti della vita: nascita, unione e morte. Oggi, purtroppo, siamo in una fase dove la morte di un proprio caro viene vissuta molto diversamente rispetto a un tempo. Soprattutto in questo periodo funestato dal Covid19, è spesso una morte ospedalizzata, che cancella a chi rimane il rituale che un tempo consentiva di “spartire il dolore” tra diverse persone; in pochi sono materialmente accanto al malato e il “carico” della perdita subita è molto più pesante; l’andare avanti è reso ancor più doloroso. La cerimonia laica consente di riappropriarsi dei tempi necessari all’accettazione ed elaborazione del lutto. Permette a parenti e amici di condividere, ciascuno con la propria modalità, momenti e pensieri legati ad una persona speciale che ha lasciato un grande vuoto. La cerimonia laica è libera, fa esprimere con ogni forma di comunicazione; è inclusiva perché, non essendo permeata da alcun sentimento religioso, lascia avvicinare a sé chiunque abbia piacere di esprimere il cordoglio, l’affetto, la stima e, perché no?, anche i contrasti che caratterizzavano il suo rapporto con la persona scomparsa. Finalizzare la cerimonia laica al ricordo del defunto, anche dopo aver svolto il funerale religioso, aggiunge tempo all’elaborazione del distacco. Quel tempo tutt’altro che superfluo, tempo amico. Tempo che diviene cura.

Quando si può fare una Cerimonia laica?

In qualsiasi momento. Si potrebbe usare, quel tempo, per organizzare una giornata conviviale in un luogo caro o particolarmente significativo per la persona che si vuol commemorare. E questo è possibile farlo, oltre che durante il funerale, anche al momento dello spargimento delle ceneri, al trigesimo o al compimento di una ricorrenza particolare. Nell’ultimo periodo, in ottemperanza alle disposizioni dei DPCM, abbiamo anche svolto queste cerimonie in remoto, attraverso varie piattaforme social, che hanno consentito la partecipazione di tutte le persone interessate senza spostamenti fisici, cogliendo questa occasione per riunirsi virtualmente e strappare alla routine quotidiana del tempo per il ricordo e l’elogio.

Chi è il Celebrante laico umanista?

Per quanto mi riguarda, il ruolo della Celebrante laico umanista è un ruolo sociale che aiuta, in modo discreto e professionale, chi ha subito una perdita dolorosa a far sì che il dolore si trasformi a poco a poco in malinconico ricordo e via via in accettazione della perdita. È un ruolo di responsabilità, svolto cercando di rispettare i sentimenti e la visione della vita del defunto, di parenti e amici. È un ruolo che può supportare i dolenti durante le varie tappe dell’ultimo viaggio del proprio caro. Dopo il lockdown ho conosciuto due colleghe Celebranti con le quali ho scoperto che era condivisa questa visione. Da questo incontro tra noi è nato un sodalizio chiamato Janas, Celebranti laico-umaniste. Siamo accomunate dall’intento di scrivere e celebrare cerimonie che mettano al centro l’essere umano, pronunciando parole che andranno a sancire un passaggio, a segnare un cambiamento o a sanare un dolore. Questo sodalizio ha già prodotto i suoi frutti: abbiamo celebrato una commemorazione da remoto di una persona deceduta a Genova ed un’altra a ricordo di una persona nel quindicesimo anniversario dalla sua scomparsa, in Barbagia, luogo molto significativo per il defunto celebrato. Abbiamo anche organizzato un Convegno a Cagliari dal titolo “Alfabeto dell’Addio” che abbiamo purtroppo dovuto rimandare e che si svolgerà non appena la situazione di emergenza sanitaria ritornerà idonea allo spostamento tra regioni e allo svolgimento in presenza.

Cos’è Il Diario delle Volontà Funerarie?

Questa terribile pandemia e quello che è accaduto alle nostre vittime, la loro solitudine e il distacco improvviso dai parenti, mi ha fatto riflettere molto. Ho pensato di andare oltre, anticipando un po’ i tempi e mettendo a disposizione le mie conoscenze per redigere, insieme a chi lo riterrà importante, il Diario delle volontà funerarie. Lasciare ai posteri un Testamento intellettuale è un passaggio che si può fare in associazione alle scelte stabilite con le DAT (disposizioni anticipate di trattamento). Poter disporre anche come lasceremo questo mondo, in tutte le sue sfaccettature, è una libertà che può appagare e rasserenare la persona che compie tale scelta. In questo modo nulla è lasciato al caso e potrebbe essere di aiuto anche a chi rimane perché, magari, ha partecipato alla redazione del Diario ed è a conoscenza delle reali volontà di un suo caro. Sicuramente un testamento fuori dal comune ma che farà nascere, tra i presenti durante il fatidico ultimo saluto, un sentimento di conforto dovuto alla presenza virtuale di quel messaggio così personale fatto attraverso un tramite appositamente indicato dal defunto.

Per informazioni o domande non esitate a contattarmi.

Lucia Ientile
Celebrante laico-umanista
Telefono +393275309890


Vaccini agli operatori funebri: novità in numerosi territori

Da settimane gli operatori funebri sollecitano le Autorità competenti a prestare una particolare attenzione alla vaccinazione degli operatori funebri.

Sono note, ai nostri lettori, le sollecitazioni fatte al Ministro della salute, le interrogazioni parlamentari da noi sollecitate, le formali richieste alle Regioni per la prenotazione dei vaccini agli addetti funebri soprattutto dopo l’ultima Circolare del Ministro Speranza che ha equiparato agli addetti sanitari tutti i soggetti che intervengono in presenza presso le strutture sanitarie.

Due novità sono da rimarcare.

La prima, quella positiva: a partire da ieri si è iniziato la vaccinazione degli addetti funebri nella Regione Umbria. A Perugia sono iniziate le vaccinazioni anche se non in forma compiutamente organizzata, come si annuncia per i prossimi giorni; a Foligno sono stati forniti ed accettati alla ASL gli elenchi degli operatori da vaccinare rapidamente.

Il secondo elemento degno di particolare attenzione è il corteo di carri funebri organizzato a Bologna e svoltosi ieri per iniziativa del CIF (Consorzio Imprese Funebri) che ha visto la partecipazione di alcune decine di carri funebri.

“Noi siamo sempre stati in prima linea ad affrontare il Covid nelle camere mortuarie degli ospedali, nei recuperi salma, nei contatti con i parenti, nelle sanificazioni delle salme decedute per COVID”, hanno sottolineato gli amministratori del Consorzio ed i partecipanti all’iniziativa.

“L’inserimento della nostra categoria nel piano di vaccinazione regionale è richiesto da mesi. Se noi veniamo contagiati chi si occuperà di portare i defunti all’obitorio e al cimitero? Chi avrà cura e aiuterà i dolenti? La salute pubblica della città di Bologna è in pericolo”.

Crediamo che anche questa iniziativa potrà servire a sbloccare la situazione e generalizzare l’attenzione alla vaccinazione di una categoria non solo particolarmente esposta ma anche impegnata in un servizio assolutamente essenziale che non può essere sospeso in alcun modo.

 

L'articolo integrale su "il Resto del Carlino"